Autopsia psicologica

La vicenda descritta in questo romanzo grafico è paragonabile a una vera e propria seduta psicanalitica. Il protagonista, così come i comprimari, viene raffigurato in maniera antropomorfica però nella sua accezione più dolente e riflessiva.
L’aspetto rispecchia il carattere, la vitalità, la propensione, l’attitudine di ogni personaggio, da quello in primo piano a quello meno in mostra ma altrettanto caratterizzante. Felini di ogni tipo, trichechi, cani, volatili, equinidi, rinoceronti... ognuno di questi rispecchia l’indole della specie animale a cui appartiene, impersonificando magnificamente questo scorcio di vita ambientato in un condominio.

Vivere… morire… sognare, forse. Parafrasando il Bardo di Stratford on Avon, Serena Guidobaldi e Andrea Domestici imbastiscono una vicenda credibile pur nella sua singolarità: un uomo trova alloggio in uno stabile, prendendo possesso dell’appartamento di un condomino deceduto in circostanze misteriose. Qui tutti ne descrivono la sua naturale riservatezza, nessuno ne ricorda con esattezza i lineamenti, talmente egli passava inosservato vivendo nel rispetto delle più elementari regole della ristretta comunità abitativa.
Il nuovo arrivato però non è quel che sembra – non lo riveleremo qui, vale davvero la pena leggere il volume – e le opinioni degli astanti su chi occupava in precedenza la sua nuova casa lo straniscono via via sempre di più.

Una commedia psicologica che ci illustra la peculiarità della vita quotidiana all’interno di un disegno più ampio e complesso. La commistione tra gli elementi succitati (vita, morte, sogno/incubo), così come quella tra reale, irreale e possibile offre una lettura intensa e coinvolgente; lo stesso si può dire anche del disegno, molto affascinante, che Domestici sfoggia in questo libro: un tratto dettagliato e particolare per un mirabile stile autoriale.
La confezione è un valore aggiunto: rilegatura robusta, carta di livello e stampa impeccabile. Certamente un volume degno di ogni libreria, da leggere e conservare.