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Corto Maltese: Corte sconta detta arcana

Corte sconta detta arcana – Corto Maltese vol. 6 (Gruppo editoriale L’Espresso, cartonato, 190 pagine a colori, € 8.10 + costo dell’Espresso) testi e disegni di Hugo Pratt, adattamento di ?

“Bellissimo titolo”, scrive Silvia Ziche a proposito di Corte sconta detta arcana, il secondo racconto ad ampio respiro che Hugo Pratt dedica alle gesta del suo marinaio Corto Maltese dopo una Ballata del mare salato. Un titolo che fa riferimento a un luogo misterioso di Venezia dove persino il tempo scorre più lentamente, dove gli anni non finiscono il 31 dicembre ma durano qualche giorno di più e dove anche uno spirito inquieto come Corto può rischiare di impigrirsi. È così che prende avvio (in modo non del tutto chiaro, come spesso accade ai sogni) un incredibile viaggio lungo la Cina, la Manciuria, la Mongolia e la Siberia, alla ricerca di un tesoro perduto dello zar che è anche l’occasione per fare la conoscenza di personaggi eccezionali come la temibile spia Shangai Lil, il simpatico ammiraglio Jack Tippit e il folle barone Roman von Ungern-Sternberg. Accompagnato dalla sua “anima nera” Rasputin, Corto Maltese vivrà qui una delle sue avventure più celebri e memorabili, inscrivendosi apertamente nel solco di Terry e i pirati di Milton Caniff o Tin Tin di Hergè.

Il numero sei dell’integrale di Corto Maltese pubblicato dal Gruppo editoriale L’espresso, con la supervisione della Paninicomics, è dedicato a questo racconto dal bellissimo titolo. E dispiace constatare che una collana che aveva sino a questo punto realizzato un lavoro quasi impeccabile – riproponendo in edicola, a grande formato e con prezzi onesti, uno dei personaggi-cardine della letteratura disegnata italiana (e non solo) – incappi in questo volume in uno scivolone così evidente. Non viene segnalato da nessuna parte, infatti, che si tratta di un adattamento dell’edizione originale del racconto. Il formato di partenza (99 pagine su quattro strisce) è stato accuratamente rimontato da una mano misteriosa e anonima, dando luogo a un modello (176 pagine su tre strisce) che potrebbe adattarsi perfettamente ai canoni bonelliani, ma risulta difficilmente comprensibile su pagine di grandi dimensioni come queste. Non è la prima volta che le tavole di Pratt (sotto la gestione della società Cong, che ne detiene i diritti) vengono rimontate in funzione del formato di pubblicazione. Lo stesso Pratt non era contrario a questa pratica, se poteva servire a diffondere il suo lavoro al grande pubblico. Tuttavia, in questo caso la decisione pare poco giustificata. D’altra parte l’opera di rimontaggio (che consiste nel rimpicciolimento o ingrandimento delle vignette, nello spostamento dei balloon, ecc.) modifica la scrittura originale, il ritmo e la scansione narrativa, dando luogo a un racconto sensibilmente differente da quello di partenza. Sarebbe quindi opportuno dare riconoscimento a questa pratica poco riconosciuta, ma assai rilevante sul risultato complessivo dell’opera.

Oltre alle interessanti note di Oscar Cosulich e Luca Boschi, oltre alle testimonianze di tanti illustri personaggi (da Umberto Eco a Paolo Conte, da Gabriele Salvatores a Enzo D’Alò a Vittorio Giardino) andrebbe finalmente "reso merito" anche a chi, lontano dalla ribalta, si pone il difficile compito di riadattare i racconti originali di Pratt per il “pubblico di oggi”. Confidiamo che presto si possa rimediare allo scivolone commesso, di modo che noi, acquirenti di questa pregevolissima edizione (che garantisce senza dubbio un'elegante figura sugli scaffali della libreria), possiamo apporre in copertina anche il nome del misterioso “montatore” nella posizione a lui più consona: a fianco del legittimo autore Hugo Pratt, proprio sotto al suo bellissimo (e sfortunato) titolo.


Davide Scagni

Ps: Naturalmente chi fosse interessato all'unica e vera Corte sconta detta arcana di Hugo Pratt è pregato di rivolgersi altrove. Dove il rispetto per gli autori e per i lettori non siano un surplus sotto una bella confezione, dove i fumetti vengano fatti per essere letti, non per stare bene in fila sugli scaffali della propria libreria.


Carlo Del Grande
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