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Sin City (Vol. 4): Quel Bastardo Giallo

Sin City (Vol. 4): Quel Bastardo Giallo - Magic Press - Testi e disegni di Frank Miller

Non è affatto facile trovare un personaggio “buono” in Sin City. Le donne, se non moderne valchirie senza scrupoli, sono puttane. Gli uomini sono riccastri di malaffare o galeotti. I protagonisti, poi, sono antieroi assoluti: il sadico energumeno folle Marv non ha bisogno di presentazioni, e lo stesso freddo killer Dwight, dalla morale contorta, non è certo uno stinco di santo.
Hartigan invece no. È un brav’uomo, l’agente Hartigan. È questa la sua vera cicatrice, l’essere forse l’unico agente pulito del distretto, a un passo dalla pensione. Ma proprio quell’ultimo giorno, la sua vita prende una piega spiacevole. Pesta qualche piede di troppo, fa saltare in aria le palle all’uomo sbagliato, e non importa che fosse un pedofilo assassino. Può bastare il ricordo e l’amore eterno della piccola Nancy ad alleviare le pene dell’inferno a cui lo sottoporranno?
That Yellow Bastard, oltre ad avere uno dei titoli più belli e intriganti della storia del fumetto, rappresenta la parte intermedia della saga di Sin City e lo sviluppo dello stile di Miller. Posizionandosi come terzo di sei volumi (più una decina di storie brevi sparse, finalmente raccolte dalla Magic in un’ulteriore volume), è il passaggio tra il vecchio Miller della prima miniserie e quello sintetico e caricaturale degli ultimi volumi (verso l’esasperazione che si vedrà soprattutto in Dark Knight Strikes Back). Proprio questo suo situarsi tra le sperimentazioni ancora non troppo ardite dei primi due volumi e quelle esagerate dei volumi successivi, rende questo uno dei più riusciti graficamente (memorabili la prospettiva della prigione e l’impiccagione), mentre sul piano narrativo è una storia certamente dalla forte carica emozionale che neppure un personaggio grottesco come il pedofilo “bastardo giallo” riesce a mitigare e che, anzi, rende ancora più disturbante.


Marco Rizzo


Francesco Farru
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