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Genetic Grunge 1

Genetic Grunge 1 (Edizioni Free Books, 48 pagine, cartonato, colori, € 14,50) di Bayeto e Zalozabal.

Il Sudamerica. Quante menti e braccia sono state donate da quest’area geografica della terra al nostro media preferito? Quanti gli autori di quei luoghi che ci hanno donato storie e tavole ineguagliabili? Domande retoriche ovvio, ma non per niente oggi ci ritroviamo dinnanzi a un nuovo prodotto, frutto di due giovani talenti provenienti proprio da quei magnifici luoghi. I loro nomi sono Bayeto e Zalozabal, mentra il loro volume si intitola Genetic Grunge. La storia parla di Umma, direttrice e proprietaria di un’agenzia artistica atta a fornire al mondo dello spettacolo i cosiddetti “Freaks”. Nel suo mondo prettamente cyberpunk, un giorno la stabilità della sua ditta viene meno per la messa in commercio del kit CTM, letteralmente “Crea il Tuo Mostro”, a opera dell’organizzazione SIBA. Ufficialmente il kit servirebbe a qualsiasi acquirente per creare mostriciattoli fatti in casa, ma fin dall’inizio si capisce che qualcosa non quadra: si incomincia infatti a insinuare il sospetto che il CTM possa in qualche modo dare origine ad alterazioni genetiche del DNA umano e crare così degli “aborti” ritenuti illegali. Questa insinuazione diventa poi una certezza se messa nelle mani della fantomatica Chiesa di questo mondo, la quale si organizza per formare una vera e propria crociata nel tentativo di dimostrare quanto detto. A tal scopo vengono organizzate delle zone di reclutamento volontari e viene messa in palio una ricompensa per colui che porterà dinnanzi gli occhi dell’umanità il primo uomo alterato geneticamente. Umma prenderà al volo questa occasione, naturalmente non per scopi religiosi ma soltanto per tentare di salvare la sua agenzia da un completo crollo. Genetic Grunge è un lavoro davvero particolare a partire già dai disegni. Risalta immediatamente all’occhio la stilizzazione del personaggio principale con il suo bel faccione esagonale. Lo stile cartoonistico non toglie però spazio all’anatomia e alla cura degli sfondi e dei particolari in alcune tavole davvero eccezionali (per esempio alle pagine 7 e 19). Di contro, la storia si dipana in maniera poco fluida. A una prima lettura viene difficile entrare subito nel ritmo, ma alla seconda molti concetti fortunatamente risaltano di più. Sulla ottima colorazione non c’è che dire, anzi è la caratteristica che forse spicca maggiormente in tutto il lavoro. Insomma, il volume va valutato secondo i propri gusti, ma sicuramente Genetic Giunge, proprio per la sua particolarità, merita più che uno sguardo disattento.

Vittorio ”The Slim” Candido


Andrea Antonazzo
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