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Ernie Pike 2

Ernie Pike 2 (Lizard Edizioni, cartonato, 70 pagine a colori, € 18.00) testi di Hector Oesterheld, disegni di Hugo Pratt.


Francia, 1944. Sono i giorni concitati della battaglia di Normandia, e al giornalista di guerra Ernie Pike non pare vero di incontrare proprio ora, presso un villaggio della Marna ormai distrutto dai bombardamenti, un noto comandante della “Maquis”, il movimento di Resistenza francese. È un vecchio capraio che tutti chiamano Pianeta, perché ama guardare le stelle, il sole e la luna. E questa è, più o meno, una delle storie che ha vissuto.
Non molto tempo fa – racconta Pianeta – giravano brutte voci sul vecchio castello oltre le colline. Si diceva che le truppe tedesche, ormai fiaccate dalla carica alleata, vi stessero istallando una stazione di comunicazione. Alla bambina di nome Clodia, invece, queste voci non dicevano granché. Ogni giorno andava al castello per portare qualcosa da mangiare ai tanti gattini che vivevano là, e mai aveva trovato traccia del nemico. Finché una volta non incappò davvero in un soldato tedesco che gli impedì di proseguire.
Clodia non conosceva le regole della guerra e forse per questo vide nel soldato soltanto una persona buona. Lo pregò a lungo di lasciarla passare, ma quello si dimostrò inflessibile. Così, Clodia gli domandò se poteva almeno badare lui ai gattini. Sicura di una risposta positiva, gli lasciò il cibo, e se ne andò.
Anche suo zio Pianeta era un uomo buono. Diceva sempre che i tedeschi avrebbero pagato per il male che avevano fatto, e Clodia ascoltandolo lo ammirava ma allo stesso tempo lo temeva un po'. Sentito di quel tedesco, lo zio Pianeta non volle credere alla sua presunta bontà, ma disse lo stesso a Clodia di portare al castello il cibo per i gatti nei giorni successivi. Clodia obbedì volentieri, e presto lei e la sentinella (che si chiamava Helmuth) divennero amici.
Un giorno, dietro suggerimento di Pianeta, Clodia andò al castello e gettò la sua bambola nel vicino ruscello, per vedere se Helmuth era tanto buono da recuperargliela. Helmuth al principio non se la sentì di lasciare sguarnita la sua posizione ma poi, vedendo crescere la delusione negli occhi della bambina, discese nel ruscello in cerca della bambola perduta. Qui avvenne l’agguato dei partigiani, che velocemente pugnalarono il soldato alle spalle ottenendo così via libera per il castello.
L’attacco della “Maquis” fu breve e preciso. Nella concitazione dell’azione, mentre i partigiani battevano in ritirata e i pochi feriti venivano portati in salvo, zio Pianeta raggiunse Clodia rimasta tutto il tempo accanto ad Helmuth per portarla via, ma lei si rifiutò. Lei non sapeva niente del tranello, perciò ora si sentiva tradita. Non avrebbe mai voluto ingannare Helmuth né fargli del male in alcun modo. Non credeva che zio Pianeta potesse essere così cattivo.
Allora Pianeta, che aveva ascoltato in silenzio i lamenti della bambina, la prese in braccio e le disse: “sì, Clodia, sono cattivo... ma lo sono perché domani non debba esserlo tu.”

Ci sono altre quattro storie, oltre a questa, nel secondo volume di Ernie Pike. Storie di guerra e di pace, racconti puri e vigorosi narrati con partecipazione da Hector Oesterheld, uno dei più grandi sceneggiatori a fumetti di tutti i tempi, e illustrati efficacemente da un ottimo Hugo Pratt, cui i colori di questa riedizione integrale della Lizard donano una nuova, sorprendente vitalità.
Il prezzo del volume è alto ma, secondo noi, storie così valgono il sacrificio.


Davide Scagni
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