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Giorgio Parma

Giorgio Parma

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La Marvel e le cover anti-bullismo

Il problema del bullismo è sempre esistito, sia a livello scolastico, che sul posto di lavoro, che per semplice teppismo immotivato.
Soprattutto tra i giovani americani sembra essere molto sentito e molto in voga, considerando anche il degrado in cui versano alcune istituzioni scolastiche più emarginate del paese.

La Marvel si è sempre dimostrata sensibile a questo tipo di problematiche e sfruttando soprattutto la sua potenza e popolarità a livello internazionale ha voluto puntare i riflettori su questa questione.
Per farlo a partire da ottobre, il colosso unirà le forze con STOMP Out Bullying™, l'organizzazione nazionale leader nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, realizzando una serie di cover variant per commemorere il National Bullying Prevention Month e il STOMP's Blue Shirt Day®, giornata mondiale sulla prevenzione del bullismo, per supportare l'associazione nel contrastare questa dilagante epidemia.

"Il fulcro delle storie narrate dalla Marvel è l'eterna lotta tra il bene e il male, con molti dei supereroi che hanno a che fare - e devono vincerlo - il bullismo, in tutte le sue forme" ha detto Axel Alonso, Editor in Chief della Marvel Comics. "Siamo fieri di unire le nsotre forze con STOMP Out Bullying nella sua importante missione di prevenzione del bullismo. Speriamo che tutti i nostri fan si prendano un momento questo mese per informarsi e agire per fermare il bullismo tra i giovani dando un'occhiata alle risorse gratuite che STOMP Out Bullying ha da offrire".

Captain America, Avengers, Guardians of the Galaxy, Hulk e Inhuman saranno le testate coinvolte in questo progetto e le variant saranno acquistabili solo nelle fumetterie americane. Nella gallery in basso potete vedere le prime cover degli albi coinvolti.

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Guardiani della Galassia: nuovo record di incassi e cameo alternativo di Stan Lee

Ancora incassi da record per il cinecomic estivo dei Marvel Studios Guardiani della Galassia diretto da James Gunn che raggiunge vetta di 291,6 milioni di dollari nei soli Stati Uniti e una cifra di 586,2 milioni globalmente.
Nell'ultimo weekend ha incassato 10,2 milioni solo negli USA e 11,5 complessivamente negli altri paesi. Considerando che il film uscirà settimana prossima in Giappone mentre in Italia lo vedremo ad ottobre e in Cina non è ancora uscito, questo film potrebbe regalarci ancora ulteriori sorprese da questi mercati.

Un'altra curiosità relativa al film è l'iniziale cameo scritturato per Stan Lee che però è stato modificato in corso d'opera in quanto non conforme con il progetto della Marvel.
James Gunn ha spiegato l'accaduto su Facebook in questo post.

“Nella versione originale del film, quando i Guardiani entrano nel museo del Collezionista, Rocket si guarda attorno e vede il cane Cosmo in una vetrina, Quill da un'occhiata in un'altro box ed è sorpreso da un tentacolo che colpisce il vetro e Groot scorge invece, in un'altra vetrina, Stan Lee. In una ripresa, Stan Lee alza lentamente il dito medio, mandando a quel paese Groot. Abbiamo girato questo pezzo con un sosia di Stan Lee perchè Stan non poteva recarsi sul set delle riprese in Inghilterra. Il piano era quello di riprendere Stan nelle stesse circostanze quando fossi tornato a LA, e avremmo rimpiazzato digitalmente la testa del sosia con quella del vero Stan (nulla di così difficile come può sembrare). Sebbene pensassi che il cameo fosse divertente, ho pensato che lo scherzo del dito medio fosse troppo simile allo stesso gesto che Quill ha fatto poco prima ai Nova Corps, quindi l'ho tolta immediatamente. Un paio di persone alla Marvel pensavano che Stan Lee dentro ad una teca fosse uno scherzo troppo esagerato in generale, che avrebbe estraniato troppo il pubblico dal film. Ho lottato per questo per un po', ma alla fine abbiamo deciso di non metterlo nel film".

Il regista ha poi precisato che la rimozione di tale cameo non è stato dettato dalla Disney, che come sappiamo produce il film.

Interpretato da Chris Pratt, Dave Bautista, Zoe Saldana, Bradley Cooper, Vin Diesel, Michael Rooker, Lee Pace, Ophelia Lovibond, Benicio Del Toro, Karen Gillan, Djimon Honsou, Gregg Henry, Glenn Close, John C. Reilly e Josh Brolin, Guardiani della Galassia vede alla regia James Gunn ed è nelle sale americane dal 1° agosto. In Italia la pellicola uscirà il 22 ottobre 2014.

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È difficile rapportarsi a Lady Snowblood; un po’ per i temi trattati, un po’ per il peso di questo titolo, per la sua importanza, un po’ per il periodo in cui è stato scritto e un po’ anche perché l’opera era quasi totalmente sconosciuta nel nostro paese prima che la J-Pop avesse l’ottima idea di pubblicarla. In molti lo definiscono un classico della letteratura manga; si potrebbe più propriamente parlare di capolavoro, ma anche questa parola non è esattamente corretta. Anche etimologicamente parlando con questo termine si dovrebbe intendere l’opera prima per importanza dell’autore che l’ha realizzata, ma il vero capolavoro di Kazuo Koike è un altro, è Lone Wolf and Cub.

Sta di fatto che quest’opera è sicuramente un pezzo da novanta. Questo non lo nega nessuno. Un manga scritto nel 1972 con una sceneggiatura che sorprende ancora oggi per originalità e potenza narrativa. Osa dove non osano persino gli autori più sfacciati di oggi e senza particolari censure. La forza con cui la storia colpisce lo spettatore e lo impressiona è di certo unica nel suo genere. E se anche Quentin Tarantino si è lasciato influenzare pesantemente da quest’opera, o meglio dalla sua versione live-action, per realizzare la saga di Kill Bill, qualcosa vorrà pur dire.

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L’architettura narrativa procede per capitoli che segnano il percorso della giovane e splendida Shurayuki hime nel compiere la vendetta ereditata dalla madre. Notare il gioco di parole con Shirayuki hime ossia Biancaneve in giapponese e Asura, l’entità buddista legata alla violenza e interminabili conflitti; lei è la figlia di un demone (shura) nata in un giorno di neve (yuki).
La protagonista è nata tragicamente in prigione, dove la madre, condannata a morte, l’ha partorita a costo della sua stessa vita, ed è stata volutamente messa al mondo a tutti i costi per essere cresciuta come una letale assassina che non si ponesse scrupoli nel portare a termine la crociata intrapresa dalla donna per vendicare la morte del marito e del figlio, uccisi brutalmente da quattro criminali che si stavano approfittando delle rivolte che avrebbero poi preso il nome di Tassa di Sangue. La madre infatti aveva avuto relazioni sessuali occasionali con ogni maschio disponibile in prigione pur di rimanere incinta e poter così portare a termine la sua disperata vendetta tramite il figlio.

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Finalmente adulta la ragazza, dopo essersi allenata fino allo strenuo per gran parte della sua vita per affinare moltissime arti, tra cui quelle marziali e l’uso della katana, comincia il suo cammino insanguinato verso il completamento della rancorosa missione. Diventa così un’assassina prezzolata assoldabile solo per giuste cause, o almeno per cause che lei ritiene giuste e che spesso coincidono con gli interessi dei più deboli o delle vittime di soprusi. Il tutto cercando sempre di avvicinarsi ai 4 criminali che intende assolutamente uccidere.
Assistiamo quindi al depennamento, figurativo, dei vari incarichi che riempiono la lunga lista di cadaveri che la bella e letale assassina uccide a sangue freddo e con estrema efficienza.

La cosa molto interessante della storia e che differenzia questo tentativo di compiere vendetta dalla maggior parte degli altri che hanno poi ammorbato la letteratura, è che spesso e volentieri la ragazza porta a termine le missioni che le vengono affidate ricorrendo solo in extrema ratio alla violenza. Non è sempre così per carità, in alcune occasioni è la prima metodologia che applica. Ma nella stragrande maggioranza dei casi si fa largo utilizzando la sua astuzia, la sua intelligenza, la sua bellezza e le sue abilità artistiche. E questo dà pregio all'opera che si distacca dalla becera concezione di splatter e si connota di una grazia in più che la rende più unica che rara. La protagonista di questo manga, che per tematiche è una sorta di evoluzione del gekiga della fine degli anni ’50, è infatti un misto tra una dokufu, donna fatale, ingannevole, “velenosa” e abile seduttrice della tradizione giapponese dell’era Meiji (1868-1912) e una kunoichi, abile assassina e combattente spietata.

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Per quanto riguarda lo stile, ad un lettore odierno, abituato alle figure femminili plastiche e abbondanti o ai personaggi maschili fatti quasi tutti con lo stampino, i disegni di Kazuo Kamimura, peraltro magnifici e incredibilmente moderni per dinamica e impaginazione, potrebbero apparire un po’ antiquati, lontani dalla sua percezione. Eppure per certi versi sono sconvolgenti per l’attualità che traspirano e per scelte grafiche incredibilmente avanguardiste per l’epoca - ricordiamo che risalgono al ’72 questi disegni.
Cosa estremamente positiva è la varietà delle figure maschili e femminili rappresentate; donne bellissime nel fiore degli anni ma anche anziane dall'aspetto decadente o opulente donne di mezza età adagiate nella loro posizione sociale il cui aspetto assume volutamente una valenza fisiognomica.
Infatti l’aspetto fisico per un cultore dell’eros come Kamimura è specchio anche dell’animo e dell’indole di una persona e questo si denota soprattutto nelle donne disegnate con estrema maestria dal Shōwa no eshi, il pittore dell’era Showa come viene soprannominato l'artista. Si sente anche l’influsso dei dipinti classici della tradizione giapponese in stile Ukiyo-e, soprattutto delle figure umane rappresentate in tale corrente pittorica.

Il tratto molto forte, spesso e marcato delinea senza incertezza le figure, donando una sensazione di eleganza mista a sicurezza, a forza interiore delle figure rappresentate, mai sottomesse ma sempre battagliere e risolute.
Le scene di violenza e di combattimento sono incredibilmente dinamiche e aggraziate, in una sorta di danza condotta dalla bellissima Yuki, che combatte senza veli volteggiando e destreggiandosi diffondendo la morte attorno a sé.
Anche le tematiche sessuali, fondamentali nell'opera, vengono trattate senza pudore o senza sterile moralismo; vengono censurati unicamente gli organi sessuali delle persone nell'atto carnale, ma rimangono invece incensurate le stesse forme in suppellettili o disegni rappresentati dall'artista e tale iconografia sessuale viene spesso ripresa nel manga tramite ombre o composizioni floreali adornate ad hoc.
Pratiche eterosessuali o omosessuali vengono trattate abbastanza esplicitamente senza alcuna denigrazione né condanna; ad essere condannate sono però le pratiche lascive e estremamente libertine che si stavano diffondendo in Giappone al tempo dell’era Meiji.
Infatti va precisato che l’opera è ambientata in un periodo di cambiamento per il Giappone che cominciava ad aprirsi alla società occidentale. Sebbene gli anziani o le persone più legate alla tradizione nipponica cercassero di mantenere l’identità popolare e secolare che si tramandava generazionalmente, i giovani, gli uomini d’affari e le personalità in rapida ascesa cercavano in ogni modo di occidentalizzare il paese, abbandonando definitivamente gli usi e i costumi tipici ed etnici per abbracciare la cultura soprattutto europea.
Un processo radicale che ammodernerà per certi aspetti il Giappone ma che rischiò di annientarne l’identità culturale definitivamente, tra ideologie di miglioramento della razza giapponese (Yoshio Takahashi) e tentativi di abolizione della lingua natia per sostituirla con l’inglese (Arino Mori). Un periodo molto difficile, di crisi di coscienza di un intero popolo, che viene reso con grande perizia e attenzione dalla sceneggiatura di Kazuo Koike.

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Il backgruound di questo fumetto è spiegato in modo estremamente dettagliato nel breve saggio del Professore Paolo La Marca al termine del secondo volume, che esamina attentamente la cultura e la tradizione giapponese per ricercare embrioni antecedenti l’opera nella produzione letteraria precedente e ci fornisce anche un contesto storico-letterario interessantissimo e approfondito che farà felici i fan più pretenziosi.
Ogni tomo poi è arricchito con note a fine volume che esplicano in maniera molto esauriente ogni aspetto e riferimento dell’opera che potrebbe non essere chiaro al lettore occidentale, anche a quello più informato. Note che insieme agli interventi di La Marca costituiscono delle chicche davvero preziose che già da sole varrebbero il prezzo di ciascun volume. D’altronde per un’opera così radicata nella tradizione nipponica sono certamente essenziali.

La J-Pop ha fatto un lavoro eccezionale portando in Italia questa meritevolissima opera in una veste così elegante e dettagliata pur mantenendo basso il prezzo del volume, 7,50 € cadauno. Inoltre la scelta di rendere subito disponibili tutti e tre i volumi contemporaneamente nella versione con Box da collezione permette di completare l’opera tutta d’un fiato, cosa che verrà spontanea ad ogni lettore non appena avrà cominciato a leggere la storia.

DC: Dan DiDio anticipa una nuova Crisi?

Dan DiDio, Executive Editor della Dc Comics, ha pubblicato sulla sua pagina facebook un post a cui era allegata una foto di un suo articolo pubblicato sull'albo americano di Countdown To Infinite Crisis. Il messaggio recitava:

"Ho passato la domenica sera a lavorare sui fumetti (l'unica vera battaglia interminabile), è mi è capitato tra le mani questo. Di certo uno dei punti più elevati della mia carriera alla DC, ma mi ha fatto pensare, sono passato già quasi dieci anni da quell'evento, e forse è ora di farne uno nuovo ancora migliore".

Che ci si appresti in casa DC ad una nuova Crisi dopo Blood Moon?

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