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La Newton Compton lancia una collana a fumetti

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La casa editrice Newton Compton lancia una sua collana a fumetti intitolata Newton Comics. I Primi due titoli verranno lanciati a Lucca Comics and Games 2017 allo stand Tunué (NAP306) e sono La Legione Occulta di Roberto Genovesi, adattato da Andrea Meucci e Lorenzo Nuti e Marathon di Andrea Frediani, adattato da Lucio Perrimezzi e Massimiliano Veltri. Costo, 10€ cad.

Di seguito, il comunicato ufficiale dell'editore con tutti i dettagli.

"NASCE NEWTON COMICS

La casa editrice romana entra nel mondo dei graphic novel con una nuova collana di libri a fumetti

Roma (20 ottobre 2017) – Sbarcano in libreria i graphic novel di Newton Compton e nasce la nuova collana Newton Comics.

“Newton Comics propone i bestseller della casa editrice in forma di fumetto. Vogliamo offrire ai nostri lettori un'esperienza nuova facendogli riscoprire i romanzi che hanno amato di più. Ma l’idea è anche quella di proporre una novità agli amanti del fumetto", commenta l'editore Raffaello Avanzini che affida la realizzazione della collana all’esperienza della casa editrice Tunué, grazie alla cura editoriale di Massimiliano Clemente.  

I primi due titoli scelti per inaugurare la collana, che saranno presentati a Lucca Comics and Games 2017 allo stand Tunué (NAP306), sono trasposizioni di due romanzi storici sull’antica Roma: il fantasy storico La Legione Occulta, di Roberto Genovesi, e il romanzo storico Marathon, di Andrea Frediani. Nel mondo dei graphic novel questo genere costituisce una novità.

L’adattamento di La Legione Occulta è illustrato da Lorenzo Nuti (Coniglio Editore, Tabou Editions, Kleiner Flug) e sceneggiato da Andrea Meucci (Kleiner Flug). Per Marathon le illustrazioni sono di Massimiliano Veltri (Marvel Comics, Gazzetta dello sport, Titan Comics) e la sceneggiatura di Lucio Perrimezzi (Tunué, Noise Press, Passenger Press).

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IN USCITA IL 26 OTTOBRE

LA LEGIONE OCCULTA
DELL’IMPERTO ROMANO
di Roberto Genovesi

Adattato da
Andrea Meucci e Lorenzo Nuti

Per la storia ufficiale non sono mai esistiti. Solo le leggende, le chiacchiere scambiate tra i fumi dell’alcol tra i viandanti ubriachi, raccontano della misteriosa Legio Sine Nota. Veggenti, auguri, negromanti e aruspici, raccolti da bambini nelle arene, nei mercati degli schiavi e nei villaggi dati alle fiamme: sono gli uomini di Victor Julius Felix, addestrati a dialogare con spettri e dèi, per evocarne la protezione o sfidarne la cieca violenza, avvezzi a lottare nel campo del soprannaturale, dove niente può la daga romana. Un prezioso alleato per il nascente impero di Augusto, un pericoloso nemico per chi trama contro Roma…

DAL MAESTRO ITALIANO DEL FANTASY STORICO

ROBERTO GENOVESIè giornalista professionista, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo. Ha collaborato ai più importanti periodici e quotidiani italiani tra cui «L’Espresso», «Panorama», «TV Sorrisi e Canzoni», «la Repubblica». Considerato tra i maggiori esperti italiani di videogiochi, insegna Teoria e Tecnica dei linguaggi interattivi e cross-mediali in diverse università. Con Sergio Toppi ha realizzato le biografie a fumetti di Federico di Svevia, Carlo Magno, Archimede di Siracusa e Gengis Khan. Ha pubblicato i romanzi Inferi On Net e L’angelo di Mauthausen. Con la Newton Compton ha pubblicato La legione occulta dell’impero romano, Il comandante della legione occulta, Il ritorno della Legione occulta. Il re dei Giudei, La mano sinistra di Satana, Il Templare nero e La legione maledetta. Il generale dei dannati. I suoi romanzi sono pubblicati in Spagna da Editorial Bóveda. Vigiles in Tenebris è la pagina Facebook dedicata alla Legio Occulta. Il suo sito internet è: www.robertogenovesi.com

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IN USCITA IL 26 OTTOBRE

MARATHON
LA BATTAGLIA CHE HA
CAMBIATO LA STORIA
di Andrea Frediani

Adattato da
Lucio Perrimezzi e Massimiliano Veltri

Maratona, 490 a.C. Il primo assalto dell’impero persiano alla Grecia avviene sotto gli occhi del poeta Eschilo, schierato tra i combattenti, e si intreccia con il destino di tre amici, Eucle, Tersippo e Filippide. Tutti i soldati greci sono determinati a lottare fino all’ultimo sangue per difendere la libertà dall’invasore nemico, ma per i tre amici, che ambiscono alla stessa donna, la posta in gioco è ancora più alta, e finisce per trasformarsi in una sfida all’ultimo respiro, in nome della rivalità e dell’ambizione…

Marathon è l’epico e accorato racconto di una battaglia entrata nella storia, e di una corsa disperata per la vittoria e per la vita.

«UN GRANDE NARRATORE DI BATTAGLIE.»

CORRADO AUGIAS

ANDREA FREDIANIè nato a Roma nel 1963; consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate. Con la Newton Compton ha pubblicato diversi saggi (tra cui Le grandi battaglie di Roma antica; I grandi generali di Roma antica; I grandi condottieri che hanno cambiato la storia; Le grandi battaglie di Alessandro Magno; L’ultima battaglia dell’impero romano, Le grandi battaglie tra Greci e Romani, Le grandi battaglie del Medioevo, La storia del mondo in 1001 battaglie) e romanzi storici: Jerusalem; Un eroe per l’impero romano; la trilogia Dictator (L’ombra di Cesare, Il nemico di Cesare e Il trionfo di Cesare, quest’ultimo vincitore del Premio Selezione Bancarella 2011); Marathon; La dinastia; Il tiranno di Roma; 300 guerrieri, 300. Nascita di un impero e I 300 di Roma. Ha firmato la serie Gli invincibili, una quadrilogia dedicata ad Augusto (Alla conquista del potere, La battaglia della vendetta, Guerra sui mari, Sfida per l’impero). L'ultimo pretoriano e L'ultimo Cesare inaugurano la serie Roma Caput Mundi. Il romanzo del nuovo impero, incentrata sulla controversa figura di Costantino. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue. Il suo sito è www.andreafrediani.it"

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Tunué pubblica il catalogo Tipitondi 2017, annunciati 6 nuovi titoli per il 2018

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Apprendiamo direttamente dalla pagina Facebook di Tipitondi, l'etichetta editoriale di Tunué dedicata ai lettori più giovani, la notizia dell'avvenuta pubblicazione in formato digitale del catalogo completo aggiornato al 2017 di tutti i volumi raccolti in questo progetto editoriale. Tra i titoli raccolti, alcuni verranno effettivamente pubblicati nel 2018 e ve li riportiamo qui sotto.

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A volte basta solo una goccia, la recensione di Giardino d’Inverno

L’espressione “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” siamo soliti pensarla in maniera negativa, come un evento, una frase, una parola o solo un gesto di troppo che porta un individuo oltre il limiti della propria pazienza. Renaud Dillies ai testi e Grazia La Padula ai disegni, scelgono invece di dare una prospettiva differente a tale “goccia”, non una mera metafora ma strumento narrativo grazie al quale Sam, il protagonista del delicato graphic novel Giardino d'inverno, edito da Tunué, riesce a scoprire che nel mondo grigio, triste e piovoso che lo circonda, possa nascondersi un barlume di felicità.

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Sam è un cameriere di un locale e passa la sua monotona esistenza tra il lavoro e il suo appartamento fatiscente, costretto a una ripetitività ossessiva che sembra intrappolarlo: ha perso, o quantomeno sfugge ad ogni anelito vitale, auto-condannato a rifuggire ogni problematicità, dalla più semplice alla più complessa, che la vita gli impone. La goccia che, inesorabilmente e fastidiosamente, cade dal soffitto, potrebbe strapparlo alla sua piatta quotidianità. Perno del dramma quotidiano di Sam è la sua incapacità di vivere le relazioni, che siano sentimentali, familiari o amicali, ma desideroso che il meccanismo ripetitivo in cui è entrato si fermi per permettergli di riprendere la propria esistenza.

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La sceneggiatura di Dillies asciutta, senza fronzoli, lascia che siano i silenzi, rotti esclusivamente da ripetitivi e cadenzati rumori, ad esprimere il dramma del protagonista, sottolineando la vacuità dell’esistenza a cui sembra essere costretto. La pioggia battente, costante e oppressiva, non fa altro che amplificare il progressivo e continuo ottundimento a ogni scintilla vitale, a ogni gioia che il quotidiano, anche quello monotono e a tratti decadente, sa regalare a chi sa raccoglierla. Ma Sam, sembra non saperlo fare, o non poterlo fare, incapace di gestire le proprie emozioni che ha imparato a nascondere sotto una corazza monocromatica di freddezza. Grigia freddezza.

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I colori e il disegno, difatti, sono portanti della narrazione, evocano cromaticamente e visivamente le sensazioni che il protagonista prova o, meglio, cerca di provare. Il colore “rosso” è il colore dell’affettività, del ricordo, dell’amore, è il colore dei capelli della ragazza di Sam, Lili, della cabina telefonica che può metterlo in contatto con la sua famiglia, è il colore del drappo teatrale del palco, luogo che esprime l’aspirazione musicale del protagonista: un colore costantemente incontrato ma puntualmente rifuggito. Il disegno caricaturale, fatto di palese deformazione, di La Padula descrive l’atmosfera nevrotica, disturbante, della sceneggiatura, concedendo straordinario spazio ad ambienti estremamente dettagli e ricchi, che non possono non incantare lo sguardo del lettore. Chiunque conosca o abbia provato sulla propria pelle la vita metropolitana, ritrova un’atmosfera conosciuta: il grigiore del ritmo sclerotizzato della quotidianità. Ma la stessa persona sa che, in questo meccanismo, sa esserci lo spazio per la meraviglia, a volte piccola, spesso nascosta, ma capace di risvegliare dal torpore sonnolento anche chi si è inaridito: Sam scopre il suo Giardino d’Inverno, al lettore tocca scovare il proprio. A volte, basta solo una “goccia”.

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L'importanza della meraviglia, la recensione de La cosa smarrita di Shaun Tan

L’australiano (ma di origine asiatica) Shaun Tan, classe 1974, è un fumettista, illustratore e regista, noto soprattutto per l’acclamato L’approdo, riproposto di recente dalla Tunué e che vi abbiamo recensito qui, nonché per The Lost Thing. Conosciuto precedentemente in italiano come Oggetti smarriti, quest’opera del 1999 vanta ora una nuova edizione, sempre per la casa editrice di Latina, col nuovo titolo de La cosa smarrita. Lo stesso Tan, inoltre, ha diretto la versione animata di questo breve graphic novel di sole 32 pagine, vincitrice del Premio Oscar come Miglior Corto d’Animazione nel 2011. Potete vedere il trailer qui di seguito.

L’opera, a metà strada fra un fumetto e un racconto illustrato, ha una trama molto esile ma altamente evocativa. Un ragazzo vede da lontano un oggetto smarrito sulla spiaggia, abbandonato fra l’incuria e l’indifferenza della gente. Una sorta di teiera con un polipo dentro. Il ragazzo si avvicina e interagisce con essa stabilendo un contatto anche affettivo. Non potendola lasciare lì, il giovane decide di portarla con sé prima a casa, poi in un grigio edificio denominato “Dipartimento federale della paccottiglia” dove vengono raccolte le cose smarrite. Tuttavia, sembra che non ci sia posto per un oggetto tanto strano e insolito e che nessun luogo sia adatto.

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La storia, narrata in maniera semplice e lineare tanto da poter essere letta a un bambino come favola della buonanotte, vista anche la sua brevità, ha un alto valore simbolico e presta il fianco a numerose interpretazioni. L’ambientazione in cui si svolge la vicenda è una sorta di città industriale grigia e spersonalizzata in cui gli abitanti, come si deduce dalle varie scene di folla, sono chiuse in se stesse,  indaffarate nelle loro occupazioni. Anche i genitori del protagonista sembrano indifferenti alla “cosa smarrita” a cui solo il ragazzo presta cura e attenzione. Quest’oggetto, dunque, simboleggia la curiosità, la voglia di sognare, quella scintilla vitale di stupore e bellezza che il mondo è ancora in grado di offrire nascosta fra gli edifici alti e freddi. E solo chi sa cogliere questa meraviglia, chi riesce a guardare oltre il grigiore della nostra vita, chi ha un animo curioso, può vederla. E non è un caso se il luogo fisico a cui appartiene, come scopriremo, è un posto bizzarro e pieno di meraviglie adatto a chi sa cogliere il lato migliore della vita. Quando l’oggetto ritroverà il suo posto e lascerà il ragazzo, quest’ultimo andrà avanti con la propria vita e crescerà diventando dunque membro della società e trovando sempre maggiore difficoltà a scorgere in giro gli oggetti smarriti. Un invito, quello di Tan, a non perdere quello sguardo innocente e disincantato tipico della giovinezza e a non chiuderci in noi stessi in una solitudine perenne.

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La tavole su cui l’artista imbastisce il racconto sembrano grossi fogli di piani industriali, con macchinari e numeri in cui vengono ritagliate e poste sopra le vignette e le didascalie, a sottolineare proprio la natura industriale e meccanica del contesto narrativo. Lo stile pittorico di Tan si sposa con il contesto surreale tanto che alcune illustrazioni sembrano uscire da un quadro di Giorgio De Chirico. Perdersi ad osservare le tavole dell’artista resta un piacere unico, talmente sono ricche di dettagli e finezze che ne fanno apprezzare la genialità. Caratteristiche che, dunque, compensano la brevità del racconto e che offrono una ricchezza visiva appagante.

La grandezza artistica di Shaun Tan è ormai riconosciuta e le sue opere sono sempre meritevoli d’attenzione, seppur possono apparire semplicistiche a uno sguardo disattento. La cosa smarrita è ormai un suo classico e la nuova edizione Tunué ripropone tale racconto in una veste sicuramente degna.

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