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Milano: le novità di MI AMI 2017

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Come per le precedenti edizioni, anche quest'anno il festival Mi AMI, dedicato alla nuova musica italiana, proporrà una ricca sezione dedicata all'illustrazione con ospiti del calibro di Martoz, Marina Marcolin, Giulia Conoscenti, Giorgio Bartocci, Superinternet, Karol Sudolski, Aloha Project, Giò Pastori, Cristina Spanò, Davide Bart Salvemini, Chiara Dal Maso, Vincenzo Filosa. Di seguito, potete trovare tutte le info dell'evento, la locandina realizzata da Viola Niccolai e una ricca gallery di immagini.

"Rockit.it & Better Days
presentano
MI AMI 2017
Musica Importante a Milano
13° edizione // 25-26-27 maggio // c/o Idroscalo di Milano – Circolo Magnolia
IL PROGRAMMA DEL MI FAI 2017

MIAMI2017-manifesto 18 04

Dal 25 al 27 maggio torna a Milano il MI AMI, il festival della musica e dei baci, alla sua tredicesima edizione. Organizzato da Rockit, portale di riferimento per la nuova musica italiana, e dall'agenzia creativa Better Days, ancora una volta il MI AMI sarà un weekend di musica, arte, fumetti e molto altro.

Accanto ai tre i palchi (Palco Dr. Martens, Palco Rizla, Palco Raffles Milano/MI FAI) su cui si alterneranno oltre 60 artisti (Carmen Consoli, Baustelle, Le Luci della Centrale Elettrica, Zen Circus, Mecna, Coez, Il Pan del Diavolo…), si aggiunge il Sailor Jerry Camp, una zona tutta nuova e piena di sorprese tra un live e l’altro.

Ma ovviamente anche quest’anno non può mancare il MI FAI, un vero e proprio spin off del festival dedicato all’illustrazione, con un palco interamente dedicato ai concerti illustrati.

I concerti del Palco Raffles Milano, infatti,saranno animati dadodici artisti che realizzeranno visual inediti per più di 20 ore d'illustrazione, fumetto, digital e video art con proiezioni su ledwall. Un palco dove musica e illustrazione si incrociano in maniera speciale e unica.

Saranno protagonisti del MI FAI:

Martoz (illustra: CAMPOS / HENRY BECKETT), Marina Marcolin (illustra: LUCIO CORSI / EVA), Giulia Conoscenti (illustra: DIMARTINO + CAMMARATA / KIOL), Giorgio Bartocci (visual per MURUBUTU + LA KATTIVERIA & DJ T-ROBB), Superinternet (visual per RRR MOB), Karol Sudolski, Aloha Project (visual per LNDFK / TECHNOIR), Giò Pastori (visual per GO DUGONG B2B CKRONO), Cristina Spanò (illustra ISTITUTO ITALIANO DI CUMBIA ALL STARS / BIRØ / MARGHERITA VICARIO), Davide Bart Salvemini (illustra MONTOYA / IOSHI), Chiara Dal Maso (illustra CAPIBARA / DIZZYRIDE), Vincenzo Filosa (report MI AMI 2017).

Autrice del manifesto della tredicesima edizione è Viola Niccolai, toscana classe 1986, che con la sua illustrazione racconta la meraviglia di un gesto gentile in una cornice esotica, sempre più calzante per la città di Milano. Fa parte del collettivo La trama autoproduzioni. Ha collaborato con la rivista Hamelin e il NY Times. A settembre 2014 ha pubblicato per Topipittori il suo primo albo illustrato, La volpe e il polledrino, su un racconto di Antonio Gramsci.

BIGLIETTI E ABBONAMENTI

L'ingresso al MI AMI costa 23 euro (+d.p.) a giornata in prevendita. I biglietti in cassa costeranno 23 euro a giornata. Bambini fino a 12 anni (inclusi): ingresso gratuito

L’abbonamento ai tre giorni costa 52 euro (+d.p.) in prevendita e 60 euro alle casse del festival

LA TESSERA ARCI NON SERVE.

Prevendite disponibili su: Mailticket, Xceed, Ticketone

MI AMI 2017

#miamifestival / #confusiefelici

25-26–27 maggio - Idroscalo di Milano, c/o Circolo Magnolia"

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Ottanta Nostalgia, gli anni '80 in mostra a Milano

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Riceviamo e pubblichiamo:

OTTANTA NOSTALGIA

I mitici Ottanta tra tormentoni, successi, moda, cartoni e fumetti

20 maggio – 1° ottobre 2017
(chiusa in agosto)

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano

Viale Campania 12 – Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it - Ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso

(agosto chiuso)

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano (Viale Campania 12) dedica una non-mostra/omaggio ai mitici anni Ottanta, decennio che ha influenzato, con i suoi eccessi e le sue mode, i nuovi quarantenni e che sta vivendo in questo periodo un’autentica (ri)scoperta anche da parte delle nuove generazioni. Giochi, giornali, dischi, manifesti cinematografici, modellini, fumetti, giochi in scatola, memorabilia, videogames e tutto quello che rese, nel bene e nel male, quel magico decennio indimenticabile vengono esposti in un percorso cronologico che vuole rapire la memoria del visitatore sulla scorta della nostalgia, ma anche aiutare chi non ha vissuto quel periodo a comprenderlo meglio e, perché no, rivalutarlo.

Nichilisti, superficiali, colorati, eccessivi, tosti, galli, entusiasmanti, pop… Comunque li si voglia definire, gli anni Ottanta sono stati un decennio incredibile. Sono stati gli anni del boom dei videogames e dei cartoni animati giapponesi, del trionfo delle tv private e delle hit parade, dei paninari e del cinema fantasy. Sono stati il decennio in cui alle otto di sera si restava incollati alla tv ad assistere impotenti all’arresto di “un uomo per bene”, senza poter correre al pc per dire la propria sul primo social a portata di clic, e subito dopo dimenticare tutto gettandosi a capofitto nella leggerezza di programmi ricolmi di luci, pupazzi e paillettes. Sono stati il decennio in cui sono cresciuti i papà e le mamme di oggi, un’epoca di cui stiamo vivendo una forte mitizzazione che, sull’onda della nostalgia, porta anche chi non li ha vissuti a volerli scoprire e indagare. Per questo motivo WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) raccoglie la richiesta di molti visitatori ed allestisce una “non-mostra” dedicata proprio a quel decennio: una “non-mostra” perché OTTANTA NOSTALGIA, visitabile dal 20 maggio al 1° ottobre (chiuso ad agosto), come si può facilmente intuire dal titolo, e dalla coloratissima locandina disegnata appositamente da Claudio Sciarrone, non intende proporre un autentico approfondimento storico-sociologico-culturale di uno dei decenni più controversi della seconda metà del Novecento, ma solo un viaggio divertente alla (ri)scoperta di passioni, icone e simboli che ci hanno aiutato a crescere. Per tutta la durata della mostra saranno organizzate visite guidate e incontri con proiezioni, musica, videogames e ospiti.

Manifesto della mostra disegnato appositamente da Claudio SCiarrone

Grazie all’esposizione di autentici cimeli provenienti da collezioni private e dall’archivio della Fondazione Franco Fossati, sarà possibile passeggiare di anno in anno approfondendo gli aspetti più singolari del periodo 1980-1989. Tra un’icona e l’altra, tra un cubo di Rubik (con 100 milioni di pezzi venduti nel solo 1982) e un walkman (con tanto di musicassetta con penna bic utilizzata per riavvolgere il nastro senza consumare le batterie), grandi pannelli dedicati ad ogni anno propongono approfondimenti su fatti di cronaca (dalla tragedia di Vermicino all’attentato a Giovanni Paolo II, da Ustica a Bologna, dall’arresto di Tortora alla caduta del muro di Berlino, da Chernobyl alla morte di Enrico Berlinguer) e di costume (dal matrimonio di Lady Diana ai Mondiali dell’82), parlando anche di cinema e musica. Per ogni anno si possono ammirare testimonianze importanti tra giocattoli, console di videogames, pagine di giornali, dischi, manifesti e locandine cinematografiche originali, riviste, tavole originali di fumetti, giochi da tavolo, modellini, robot e tante altre sorprese.

Molto spazio è dedicato alle serie animate con l’esposizione di rodovetri originali delle serie più amate provenienti dalla collezione di Simone Caradonna, vere protagoniste del decennio con l’invasione dal Giappone sulle neonate tv private. Per mettere ordine in un universo vastissimo i cartoni sono rigorosamente suddivisi nelle canoniche categorie “senza famiglia” (chissà perché nelle serie nipponiche andava tanto di moda rimanere senza genitori, a partire da Candy Candy fino a Remì e Spank), “sportivi” (Jenny la tennista, Mimì, Mila e Shiro e due cuori nella pallavolo, Holly e Benji), “maghette” (Bia, Creamy, Lamù, Emi), fino agli immancabili robottoni (da Goldrake, il primo ad arrivare in Italia, a Mazinga, da Daltanious a Daitarn 3 e Gundam), senza ovviamente dimenticare autentici protagonisti dei pomeriggi come Lady Oscar o i Puffi, con le immancabili sigle cantate dai Cavalieri del Re e Cristina D’Avena. All’inizio degli anni Ottanta gli anime giapponesi diventano protagonisti, loro malgrado, di una lunga polemica. Mentre i bambini vorrebbero vedere cartoni a ogni ora del giorno, genitori, insegnanti e persino politici li considerano violenti e diseducativi, responsabili delle peggiori nefandezze e pure disegnati male, oltre che “fatti con il computer” come si poteva leggere spessissimo su giornali e riviste di quegli anni. Gli eroi dei cartoni diventano i campioni dell’immancabile gara di ascolti contesa tra Bim Bum Bam, lo storico programma per ragazzi targato Mediaset (all’epoca Fininvest), che lanciò un giovanissimo Paolo Bonolis, e Big, il programma antagonista targato Rai.

E proprio la TV svolge un ruolo importantissimo: provenienti dalla collezione privata di Carlo Emanuele Lanzavecchia si possono ammirare i giochi da tavolo più popolari ispirati proprio ai programmi con maggior ascolto, da “Il pranzo è servito” (cult condotto da Corrado) a “Bis” (con Mike Bongiorno), ma anche vere e proprie chicche come il gioco e il flipper ispirato al programma “Help” condotto da Stefano Santospago e Fabrizia Carminati. Ai giochi da tavolo, vera e propria moda degli Ottanta, è dedicato molto spazio con l’esposizione di classici indimenticati come Brivido (la casa stregata con il teschio bianco che rotolando dalla torre centrale decideva il destino dei giocatori), Indovina chi?, Forza 4, L’allegro chirurgo e Cluedo.

Gli Ottanta sono anche gli anni del grande boom dei videogiochi: spopolano le sale giochi e nelle case arrivano le prime console da collegare al televisore, con autentici must come Pac-Man e Donkey Kong (padre del futuro Super Mario). Grazie alla collaborazione di VideoGame Mermorabilia in mostra si potranno vedere le console più famose, dal mitico Nintendo NES all’alternativo Sega Master System, con uno scontro diretto sul campo da tra Sinclair ZX Spectrum e Commodore 64. Non mancherà poi un vero coin-op, cioè un videogioco da sala originale, uno di quelli in cui migliaia di ragazzi hanno sperperato la paghetta in gettoni.

Gli anni Ottanta sono stati anche invasi anche da tantissimi giocattoli, sia per i maschietti che per le femminucce. Grazie alla collezione di Massimo Combi in mostra ci saranno i miti Masters of The Universe, i Transformers, i GI Joe, oltra alla Barbie, i Popples e i Mio Mini Pony. Per i bambini più creativi, desiderosi di costruire e inventare, c’erano invece i LEGO e i Playmobil, protagonisti di uno dei tanti “scontri” generazionali che hanno caratterizzato il decennio.

Il cinema, con il grande trionfo di Steven Spielberg dall’estero e dei comici nostrani in patria, sarà rappresentato da manifesti e locandine originali scelte seguendo le classifiche italiane e straniere di ogni anno: dagli USA spopolano Indiana Jones, ET (ma anche il poetico Brisby e il segreto di NIMH), I Goonies, Ritorno al Futuro, Ghostbusters e in patria esplodono Adriano Celentano, la coppia Benigni/Troisi, Francesco Nuti e gli episodi con i comici della tv. In TV si guarda “Drive In”, si impazzisce per “Dallas” ma in libreria spopola “Il nome della rosa”. Così la musica, con le immancabili hit parade che vedono artisti di fama mondiale come Madonna e i Duran Duran battersela con le sigle dei cartoni animati più in voga cantate da I Cavalieri del Re e Cristina D’Avena, “Il ballo del qua qua” di Romina Power o le sigle dei programmi tv cantate da Gigi Sabani e Heather Parisi.

Al centro del decennio, e quindi della mostra, quell’incredibile 1986 che per il fumetto si rivela fondamentale: negli Stati Uniti escono “Watchmen” e “Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, che cambiano per sempre la figura del supereroe, dando vita a un’interpretazione dei personaggi che ancora adesso influenza i tanti film dedicati al mondo degli eroi in calzamaglia. Ma il 1986 è anche l’anno di Dylan Dog, che arriva in edicola rivoluzionando il fumetto italiano. Nel giro di pochi anni l’Indagatore dell’Incubo, con il volto ispirato all’attore Rupert Everett, arriva a vendere centinaia di migliaia di copie, superando persino per qualche tempo il mitico Tex. Forse però Dylan Dog non sarebbe nato senza l’arrivo, nel 1982, di Martin Mystère, la prima rivoluzione in casa Bonelli. È il primo tentativo della casa editrice di staccarsi dai generi più tradizionali (l’avventura e il western) per avvicinarsi alla fantascienza, al mistero (con Martin Mystère) e all’horror con Dylan Dog.

Dopo avere iniziato a lavorare nel 1977 su AlterAlter (Le straordinarie avventure di Pentothal) negli anni Ottanta esplode anche il talento di Andrea Pazienza, che crea in questi anni i suoi personaggi più amati, tra cui Zanardi, collaborando con testate come Frigidaire. Sono anni in cui il fumetto si apre agli autori e in cui rinascono le riviste, sull’esempio del mercato francese. Al fumetto d’avventura è dedicata Corto Maltese (1983) sulle cui pagine arrivano i rivoluzionari Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Arrivano in Italia anche le riviste francesi Pilot e Metal Hurlant ma ci sono anche L’eternauta, 1984, Comic Art e Orient Express. C’è spazio anche per la satira: nel 1980 nasce Totem, mentre dall’86 all’88 l’Unità pubblica un inserto umoristico chiamato Tango, ideato da Sergio Staino, proprio negli stessi anni in cui Bobo arriva in tv nel Drive In.

Non può poi mancare un focus dedicato ai Paninari, autentico fenomeno di costume che travolse i ragazzi degli Ottanta imponendo vestiario e slang: in mostra si potrà ammirare un’accurata ricostruzione dell’abbigliamento tipico del vero “gallo” e numeri originali della rivista a fumetti Il paninaro, vera Bibbia del movimento che arrivò a vendere oltre un milione di copie generando numerose imitazioni.

Luigi F. Bona, direttore di WOW Spazio Fumetto dichiara: “Dopo il grande successo della mostra dedicata a “I Promessi Sposi” così come ce li hanno raccontati il fumetto e l’illustrazione d’autore, abbiamo deciso di mettere in programma questa non-mostra, come ci piace chiamarla, per accogliere una richiesta che da un paio d’anni ci arriva dal nostro pubblico. Gli anni Ottanta, anche se per ragioni anagrafiche li ho vissuti da uomo adulto, sono stati formativi per quella che oggi è la generazione dei papà e delle mamme che portano i suoi bambini al Museo. Stiamo vivendo un periodo in cui molti programmi televisivi e pagine internet ne ripropongono i protagonisti, le serie tv, le popolarissime serie animate e le icone di costume. Come Museo del Fumetto, frequentatissimo da pubblici di tutte le età, non potevamo restare indifferenti a una richiesta tanto pressante e abbiamo quindi deciso di dedicare la programmazione estiva a un argomento divertente e leggero… con qualche piccola nota di riflessione”.

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Nicola Mari in mostra a Milano

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Riceviamo e pubblichiamo:

18 marzo – 15 aprile 2017
mostra
Out Now
Di-segni Nicola Mari

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano
Viale Campania, 12 - Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it – Ingresso libero
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso

Un artista che ha fatto del noir e dell’instabilità esistenziale la propria essenza: è Nicola Mari, da 25 anni nella scuderia di Sergio Bonelli e da 20 disegnatore di Dylan Dog, cui ha regalato il proprio tratto tormentato e cupo, pieno di profondi neri. WOW Spazio Fumetto lo celebra portando a Milano dal 18 marzo al 15 aprile 2017 la sua prima mostra personale “Out Now. Di-segni Nicola Mari”, curata da ABC Arte Bologna Cultura e Luca Baldazzi, e allestita per la prima volta a Bologna dal 18 novembre al 18 dicembre 2016, in occasione del Festival Internazionale di Fumetto BilBOlbul.

L'inaugurazione ufficiale sarà sabato 18 marzo alle ore 16:00. Nicola Mari racconterà la mostra e i segreti della sua arte in un incontro aperto al pubblico.

«La mostra “Out Now” presenta decine di bozzetti, sketch, tavole, illustrazioni e prove di copertina di Nicola Mari, uno degli artisti più popolari del fumetto italiano – dice Luca Baldazzi, giornalista ed esperto di fumetti, curatore della mostra insieme ad ABC -. In attività da quasi trent’anni, Mari ha dato un contributo decisivo nel caratterizzare alcuni tra i personaggi più noti e amati degli albi dell’editore Bonelli, come il fantascientifico e ombroso detective Nathan Never e Dylan Dog, l’investigatore dell’incubo ideato da Tiziano Sclavi. Ma il suo stile particolare va molto oltre i confini della narrativa di genere».

Per la mostra, articolata nelle tre sezioni Dylan Dog, Nathan Never e Eros e Noir, il disegnatore ha aperto i cassetti degli inediti, portando alla luce un affascinante e incessante percorso alla ricerca del segno perfetto e rivelatore. Realizzati con grande varietà di tecniche (matite, pennarelli e penne, acquerelli, acrilici, su carte, cartoncini, a volte su semplici tovaglioli e supporti di ogni tipo), i bozzetti di Mari aprono porte su altri mondi.

Oltre ai disegni per Nathan Never e Dylan Dog, sono in mostra numerose opere che fanno emergere la dimensione del sogno, del perturbante, di un Eros inevitabilmente accompagnato a Thanatos: un universo in cui donne di algida bellezza si accompagnano a mostri e divinità di lovecraftiana memoria. L’artista è il moderno sciamano che, con la sola forza del segno grafico, ci traghetta dalla nostra realtà ad altri stati di percezione. «Il mio tratto è sempre stato oscuro – ha detto una volta Mari -. Senza l’ombra che contrasta con la luce, non si distinguerebbe nemmeno il paesaggio. La mia evoluzione, per motivi a me ignoti, è l’evoluzione della parte in ombra».

Spesso definito “artista gotico”, Mari rivela nelle sue opere un immaginario dalle molteplici fonti. Nel fumetto, la “linea scura” che va da Milton Caniff ad Alex Toth fino ai contemporanei Bill Sienkiewicz e Mike Mignola, con echi di Moebius. Nel cinema, l’espressionismo tedesco di Lang e Murnau. In arte, suggestioni che vanno dalle visionarie pitture e incisioni di William Blake a Egon Schiele, Otto Dix, Francis Bacon. Su tutto, un personalissimo gusto per la sintesi e la deformazione del grottesco.

«Il mio disegno – dice Nicola Mari – è mosso dalla passione e dalla necessità. La passione vorrebbe arginare il pragmatismo promosso della necessità, mentre la necessità tenta di dare una direzione plausibile alla spinta anarchica e caotica della passione. Ogni mio segno è l’esito di questo conflitto incessante».

La mostra, allestita a WOW Spazio Fumetto in collaborazione con ABC Arte Bologna Cultura, dal 18 marzo al 15 aprile a ingresso libero, sarà inaugurata sabato 18 marzo alle ore 16:00 con un incontro con Nicola Mari.

Al bookshop di WOW Spazio Fumetto sarà possibile trovare il volume “The Artbook of Nicola Mari” dell'Editore Inkiostro, che raccoglie molte delle opere esposte in mostra, e le edizioni da libreria “Dylan Dog – Il sorriso dell'oscura signora” e “Nathan Never – L'abisso delle memorie”, che ripropongono due delle migliori storie disegnate dall'autore per Sergio Bonelli Editore.

L'autore

Ferrarese, classe 1967, Nicola Mari dopo gli studi artistici muove i suoi primi passi da disegnatore professionista nel 1987, realizzando fumetti erotici per la Edifumetto. Continua la sua attività di fumettista con la casa editrice Acme, lavorando, in contemporanea, come grafico pubblicitario. Nel 1989 inizia a collaborare stabilmente con la Sergio Bonelli Editore lavorando alla prima stagione di Nathan Never e, a partire dal 1995, entrando stabilmente nello staff di Dylan Dog. Nei primi anni Novanta, Nicola Mari presta il proprio segno anche per le case editrici Glamour International, Glittering Images, e per le Edizioni Scarabeo. In tempi recenti ha realizzato due illustrazioni a colori per la serie “Torture Garden”, sceneggiata dalla scrittrice Barbara Baraldi, per le Edizioni Inkiostro, a cui si deve l’Art Book dedicato all’opera extra fumetto di Nicola Mari.

ABC Arte Bologna Cultura

ABC è un’associazione culturale nata a Bologna nel settembre 2013. Arte, Bologna, Cultura, sono tre concetti chiave. Sua mission è quella di vivere l’arte come azione di impegno civile, dando il proprio contributo a per un’azione di rinnovamento culturale, offrendo il miglior contributo possibile sul piano dello sviluppo artistico. Agire localmente pensando globalmente: il progetto aperto di attività artistiche e iniziative culturali di ABC non vogliono solo essere vetrine per amanti dell’arte, ma azioni che facciamo e promuovano comunità, incontro, dialogo, ascolto.

I campi principali di azione sono quelli delle arti visive e design, musica, cinema e video, poesia e letteratura.

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L'altro Crepax in mostra a Milano

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Riceviamo e pubblichiamo:

Mostra
L'ALTRO CREPAX
30 anni di Clinicommedie su Tempo Medico
15 ottobre – 13 novembre 2016

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano
Viale Campania, 12 - Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it – Ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano dedica una mostra a Guido Crepax, uno dei maggiori protagonisti del fumetto italiano. Non si tratta però di un percorso convenzionale ma di un’esposizione davvero unica che per la prima volta porta al pubblico milanese un aspetto meno noto della produzione del grande disegnatore: 60 tavole originali disegnate per illustrare le Clinicommedie pubblicate sulle pagine della rivista Tempo Medico dal 1965 al 1993. È infatti sulle pagine di questa importante rivista scientifica che nascono tipi e silhouette di donna che saranno di ispirazione per Valentina e tante altre “eroine” di Crepax e in cui è possibile rivivere alcuni decenni della nostra vita e del costume, seguendo l'evoluzione della figura del medico. La mostra è allestita da WOW Spazio Fumetto con il contributo dell’Ordine dei Medici di Milano, la collaborazione di Zadig e Archivio Crepax e la sponsorizzazione tecnica di Pixartprinting.

Guido Crepax è uno dei più amati fumettisti italiani. Il suo segno unico e la grande sensualità dei suoi personaggi femminili hanno contribuito a renderlo uno dei pochi autori di fumetti il cui nome è conosciuto anche al di fuori della cerchia degli appassionati, in Italia e nel mondo.

La sua creazione più famosa è l'affascinante fotografa Valentina Rosselli, i cui tratti e l'inconfondibile caschetto si ispirano alla celebre diva degli anni Venti e Trenta, Louise Brooks. Nata come comprimario nelle avventure del fidanzato Philip Rembrandt, Valentina diventa presto la vera protagonista della serie e, in breve tempo, uno dei personaggi a fumetti più noti nel mondo.

Oltre a continuare le avventure di Valentina, Crepax, autore assai prolifico, crea negli anni Settanta numerose altre eroine (Belinda, Bianca, Anita), realizzando anche sofisticate versioni a fumetti di alcuni classici della letteratura erotica, a partire da Histoire d'O, seguita da Emmanuelle e Justine, senza dimenticare le splendide rivisitazioni di grandi classici della letteratura, come Dracula (1983) e Frankenstein (2002), l'ultimo fumetto da lui pubblicato.

Non molti sanno che, ancora prima di essere un autore di fumetti, Crepax è stato un illustratore: mentre frequenta la facoltà di Architettura esordisce nel campo dell'illustrazione e della grafica realizzando copertine di dischi, poi immagini pubblicitarie e copertine di libri. Nell'agosto 1958 viene stampato il primo volumetto della collana Piccola Biblioteca Ricordi, dal titolo "Eroi e fuorilegge nella ballata popolare americana", per il quale realizza copertina e illustrazioni interne.

Ma la sua collaborazione più duratura è senza dubbio quella con Tempo Medico, il primo news magazine rivolto ai medici italiani. Sua è la copertina del numero zero (15 novembre 1958), poi modificata per il numero 1 (marzo 1959), così come quasi tutte le copertine fino alla seconda metà degli anni Ottanta, spesso dedicate a ritratti dei maggiori medici italiani, che ricevevano poi in dono il disegno originale.

Nel gennaio 1965, pochi mesi prima della nascita di Valentina, Crepax inizia a illustrare la rubrica “Circuito interno”, in seguito diventata Clinicommedie, formata da vere e proprie tavole a fumetti dalla struttura sempre più moderna e animata dal caratteristico stile narrativo dell'autore: in ogni numero viene presentato un caso clinico sotto forma di dialogo tra un importante medico e i suoi assistenti, che sulla base dei sintomi presenti cercano di formulare una diagnosi corretta. Il lettore/medico può cercare di formularla insieme ai personaggi, e verificare poi di avere risposto correttamente. La rubrica è stata un appuntamento irrinunciabile per i lettori: Crepax illustra in tutto 356 casi, fino al dicembre 1993. Una produzione poco conosciuta, poco vista e quasi mai ristampata, ma in cui lo stile personalissimo di Crepax è ben presente, con figure femminili che pur avvolte in austeri camici, hanno la medesima sensualità delle più celebri eroine dell'artista milanese. A questo magnifico percorso è dedicata la mostra L’altro CREPAX allestita presso WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata (Viale Campania 12) dal 15 ottobre al 13 novembre.

Dopo una breve presentazione della figura di Guido Crepax, della storia della rivista Tempo Medico e del legame tra di loro, la mostra ripercorre cronologicamente la rubrica “Circuito interno” con una selezione delle più belle illustrazioni originali realizzate dall'autore, accanto ai numeri della rivista.

Il percorso è scandito da pannelli che raccontano per ogni anno un'importante avvenimento del mondo della medicina attraverso un articolo di Tempo Medico e, parallelamente, di cosa si stava occupando Guido Crepax in quel momento, permettendo così di mettere in relazione il suo lavoro per la rivista con quello delle sue produzioni più famose.

Il cuore della mostra sarà costituito da una selezione di 60 tavole originali per “Circuito interno”, grandi fogli di cartoncino Schoeller – proprio come le pagine delle sue storie più famose – dove Crepax incastrava tutte le vignette e le sequenze che sarebbero poi state sparpagliate nelle pagine della rubrica. È la prima volta che questi originali, provenienti dall'Archivio Crepax e della società editoriale Zadig che per decenni ha curato i contenuti di Tempo Medico, vengono esposti al pubblico milanese: un tesoro della produzione di Crepax sconosciuto anche per i cultori della sua opera e che merita di essere riscoperto. Nelle grandi vignette in bianco e nero è possibile rintracciare lo stile del disegnatore, la sensualità delle sue donne, l'attenzione alla moda, la gestualità dei personaggi, il suo inimitabile tratteggio. Ma è nell'invenzione dei casi clinici di ogni puntata che Crepax realizza dei piccoli veri capolavori, riuscendo a donare una personalità precisa in una sola vignetta a ognuno dei 356 pazienti comparsi in 30 anni. Ad affiancare le tavole saranno esposti i giornali da cui sono tratti, per mostrare al visitatore come venivano impaginati i disegni, permettergli di leggere la storia che illustravano e sfidarlo a risolvere l'enigma medico.

Il percorso sarà completato da una piccola selezione delle copertine originali a colori di Crepax per Tempo Medico, divenute assai rare perché sparpagliate nelle case e negli studi di gran parte dei medici ritratti. Tra queste, spiccano quelle dedicate alla rivista stessa, come la versione inedita di quella del numero 100 “Il medico che legge”, scelta come immagine di locandina della mostra.

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