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Klaus, recensione: Le origini segrete di Santa Claus secondo Grant Morrison

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In una non meglio precisata e innevata regione dell’Europa del Nord, il cacciatore Klaus torna dopo molti anni nella città fortificata di Grimsvig per vendere pelli di animali, unica fonte di sostentamento per lui possibile. Ma durante gli anni della sua assenza le cose sono cambiate, e di molto: l’accogliente città è diventata tetra e inospitale, e l’avvilita popolazione subisce senza reagire la dittatura dello spietato reggente, Lord Magnus, che costringe gli uomini della comunità a turni di lavoro sfiancanti nelle miniere, sommergendoli di tasse. Come se non bastasse, il tiranno è deciso a sottrarre al popolo ogni forma di gioia e di svago, a cominciare dai festeggiamenti per la ricorrenza dello Yule, nella quale le famiglie si riuniscono per condividere sontuosi banchetti e scambiarsi doni: la tradizione vuole che ai bambini, in particolare, vengano regalati dei giocattoli. Ma il malvagio tiranno ordina alle sue guardie di sottrarre i giocattoli a tutti i bambini del villaggio, per farne dono al suo viziato figlio, Jonas.

Dopo aver assistito al maltrattamento di alcuni bambini da parte delle guardie di Magnus, Klaus non può restare in disparte: il selvaggio attacca i soldati ma questi lo soverchiano in numero, e il cacciatore ha la peggio. Ferito, Klaus si ritira chiedendosi come possa aiutare gli abitanti di Grimsvig a liberarsi della dittatura e i bambini a recuperare lo spirito gioioso della festività dello Yule: quando è sul punto di disperare, arriva in suo soccorso il mistico popolo lucente che gli conferisce abilità straordinarie. Il cacciatore potrà così fare ritorno nel villaggio per combattere l’oppressore e riportare il sorriso sul volto dei bambini, ai quali farà trovare sotto l’albero giocattoli da lui fabbricati, gesto che rappresenta contemporaneamente un atto di generosità e una sfida lanciata all’odioso regime. Klaus diventerà ben presto una figura mitica e leggendaria, beniamino del popolo e acerrimo nemico del tiranno che cercherà in ogni modo di catturarlo.

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Arriva finalmente in Italia grazie a Panini Comics Klaus, miniserie con la quale Grant Morrison narra le origini di un personaggio iconico della cultura popolare come Santa Claus. Il guru scozzese si cimenta per la prima volta in carriera con una fiaba, abbandonando momentaneamente la narrazione metatestuale e le atmosfere psichedeliche che ne hanno fatto uno degli autori più complessi, studiati e amati del fumetto contemporaneo. Una fiaba, dicevamo, ma partorita comunque dal sovversivo autore di Animal Man, Doom Patrol e Invisibles: non aspettatevi quindi rassicuranti e bonari vecchietti paffuti che condividono la propria abitazione con elfi vestiti di verde. Il “Babbo Natale” di Morrison è l’archetipo del loner e del badass, un intrigante incrocio tra Wolverine, Conan, Robin Hood e Batman. Con Logan condivide il fascino dell’individuo solitario e carismatico, che torna in città per portare ordine e giustizia come in un western di Sergio Leone, oltre a costituire l’inevitabile oggetto del desiderio per la fanciulla di turno, qui rappresentata da Lady Dagmar, la bella moglie di Lord Magnus con cui Klaus aveva condiviso una storia d’amore in gioventù; è selvaggio come il Cimmero e se ne infischia dell’ordine costituito, peraltro instaurato da un regime oppressivo e tirannico, e come Conan è un maestro nel brandire la spada; ha una coscienza sociale come Robin Hood che riflette quella dello stesso Morrison, cresciuto in un paese di minatori vicino Glasgow e fiero oppositore, in gioventù, della politica economica della Sig.ra Thatcher; agisce nella notte avvolto nel suo mantello, atletico e furtivo come il Cavaliere Oscuro.

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D’altronde, Morrison è pur sempre uno dei migliori scrittori di supereroi su piazza, abile come nessun altro a metterne in risalto la carica iconica e a riscriverne origini e motivazioni per i tempi moderni. Nell’approcciarsi a Klaus, Morrison segue lo stesso schema utilizzato per le sue felici gestioni di Superman e Batman, icone pop usate da Morrison come latori di un messaggio positivista che può portare un cambiamento benigno nel mondo; da questo punto di vista, nonostante la veste fiabesca, Klaus è un’opera perfettamente coerente col resto del corpus dello produzione dello scozzese. Tra le sue pagine, troviamo tutte le tematiche tipiche dell’autore di Multiversity, dall’irrinunciabile vocazione alla psichedelia (qui rappresentata dall’apparizione del popolo lucente), allo sciamanesimo, passando per i vimana indiani, le prese di posizione politiche come sottolineato poc’anzi, per arrivare alla fede incrollabile nella magia. Nelle mani di Morrison, anche una fiaba che narra le origini di Santa Claus può diventare un esempio di controcultura che veicola un messaggio di libertà, comprensibile anche da lettori non iniziati, a differenza di quanto accade con le sue opere più complesse. Non male per una favola! E poi diciamo la verità: con tutto il rispetto per le renne, questo Babbo Natale che arriva alla riscossa in sella ad una slitta trainata da lupi siberiani, armato da uno spadone degno di Conan non si batte.

Una bella sorpresa è rappresentata dal comparto visivo, dove il nuovo arrivato Dan Mora gestisce con la sicurezza del veterano matite e colori: stupenda la rappresentazione della città medievale di Grimsvig, piena di dettagli che trasportano il lettore all’interno della fiaba; potente la resa del selvaggio Klaus, erede dei migliori eroi sword’n’sorcery. Un tratto davvero piacevole quello dell’artista costaricano, abilissimo nella caratterizzazione grafica dei personaggi e nel costruire tavole improntate al dinamismo e al forte impatto visivo. Felicissima anche l’uso della palette cromatica, con un altalenarsi di colori freddi e caldi a seconda che ci troviamo esposti ad una tormenta di neve che gela le ossa o riscaldati dal calore di una torcia nelle scene d’interni. Non crediamo di sbagliare se pronostichiamo un futuro da star per il buon Dan Mora.

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Panini Comics propone Klaus nel consueto formato cartonato softouch, ormai un piacevole standard per la casa editrice modenese. Lettura obbligata di questo Natale 2017, da regalare ad amici e parenti che vogliano rendersi conto delle infinite potenzialità del mezzo fumetto, anche quando ha a che fare con personaggi così profondamente radicati nell’immaginario popolare collettivo.

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Anteprima di Klaus #1 di Grant Morrison

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Esce oggi negli USA il primo numero di Klaus, la nuova miniserie in sei numeri edita BOOM! Studios e realizzata da Grant Morrison, di cui vi abbiamo parlato in numerose occasioni.

Grant Morrison, che non ha certo bisogno di presentazioni, è uno dei più prolifici scrittori di successo nel panorama dei comics, capace di rinnovare, nel corso degli anni, numerosi personaggi come Animal Man, Batman, gli X-Men. Ma anche di lanciare titoli nuovi, creati da lui, come The Invisibles, Nameless, We3 o Joe the Barbarian.

Con Klaus, Morrison conferma la sua propensione per il racconto mitico e, avvalendosi delle matite del talentuoso Dan Mora (Hexed), reinventa uno dei miti più grandi della storia.

Ambientato in un oscuro e fantastico passato fatto di mito e magia, Klaus racconta la storia di come Santa Claus sia diventato ciò che è diventato. Da dove ha cominciato? Com'era da giovane? E cosa succede quando affronta la sua più grande sfida? Rifacendosi alle radici arcaiche del Santa Claus della tradizione vichinga e dello sciamanesimo siberiano, mettendoci dentro il lato oscuro della tradizione nordica e personaggi come il sinistro Krampus, Klaus è da considerarsi, a tutti gli effetti, un "Babbo Natale: Year One"!

Nella gallery potete ammirare un'anteprima del #1 di Klaus.

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Primo sguardo a Klaus di Grant Morrison

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Vi abbiamo già parlato in più occasioni della nuova opera di Grant Morrison intitolata Klaus, una sorta di "Anno Uno" di Babbo Natale:

"Una volta terminato il mio lavoro su All-Star Superman" queste le parole di Morrison "ho pensato che sarebbe stato stupendo poter ripetere un'operazione simile con un personaggio che non è di proprietà di alcuna casa editrice. Mi sono chiesto 'chi è conosciuto da tutti?', 'chi è l'eroe preferito dai bambini?', e subito ho pensato 'come mai nessuno ha mai narrato il Year One di Santa Claus?'. Diciamo che si tratta del mio All-Star Santa Claus o Santa Claus Year Zero. È un avvicinamento al personaggio come se si trattasse del più grande supereroe del mondo, di cui non sono mai state narrate le origini".

La miniserie di 6, disegnata da Dan Mora e pubblicata da BOOM! Studios, uscirà il prossimo 4 novembre. USA Today ha pubblicato un'anteprima non letterata che vi mostriamo qui di seguito con le cover di Mora e Frazer Irving.

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La Cover di Chris Burnham per Klaus di Grant Morrison

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È come vivere un anticipo del Natale grazie a questa cover di Chris Burnham per il primo numero di Klaus, la storia tramite cui Grant Morrison scrive le origini di Babbo Natale.

Morrison è un autore che non ha certo bisogno di presentazioni: estremamente prolifico, oltre a dimostrarsi capace di rinnovare in modo efficace personaggi come Animal Man, Batman, gli X-Men, ha realizzato anche numerosi e pregevoli titoli di sua creazione, tra cui The Invisibles, Nameless, We3, e Joe the Barbarian, dimostrando di saperci decisamente fare con le storie che riguardano il mito.
In Klaus, avvalendosi delle matite del talentuoso Dan Mora (Hexed), il fumettista scozzese reinventa uno dei più grandi miti culturali nella storia, un eroe assoluto dell'immaginario collettivo.
Ambientato in un fantastico oscuro passato di mito e magia, Klaus racconta la "vera" storia di come Babbo Natale sia divenuto tale. Da dove ha cominciato? Com'era da giovane? E cosa succede quando affronta la sua più grande sfida? Rifacendosi alle radici arcaiche del Santa Claus della tradizione vichinga e dello sciamanesimo siberiano, mettendoci dentro il lato oscuro della tradizione nordica e personaggi come il sinistro Krampus, Klaus è da considerarsi, a tutti gli effetti, un "Babbo Natale: Year One"!

Il primo albo, di sei, uscirà a novembre.

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