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Il ritorno di Barbarella, anteprima della nuova serie di Mike Carey e Kenan Yarar

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Come vi avevamo annunciato tempo fa, il personaggio di Barbarella, creato in Francia da Jean-Claude Forest ad inizio anni '60 (qui la recensione delle sue storie), stava per tornare con nuove avventure. Esce finalmente oggi per Dynamite Entertainment Barbarella #1, scritto da Mike Carey e disegnato da Kenan Yarar, testata che riporta in scena la sensuale eroina spaziale.

Trovate un assaggio dell'albo nell'anteprima che vi proponiamo nella gallery in basso. Le numerose cover che vedete sono ad opera di Annie Wu, Joe Jusko, Joseph Michael Linsner, Kenan Yarar, Kenneth Rocafort, Robert Hack, Roberto Castro, Valentine De Landro e Veronica Fish.

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La nuova serie di Barbarella di Mike Carey per Dynamite Entertainment

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L'iconica Barbarella di Jean-Claude Forest, di cui Comicon Edizioni ha pubblicato in edizione integrale l'anno scorso, si appresta a tornare sulle scene con nuove storie scritte da Mike Carey per la Dynamite Entertainment. Questa iniziativa rappresenta un tentativo di reinventare il personaggio, sempre rimanendo fedeli allo spirito dello stesso, e per questo verrà chiamato a vigilare Jean-Marc Lofficier, da diverso tempo detentore e custode del personaggio.

"Negli anni '60, il personaggio di Barbarella ha aiutato a definire quell'era - la prima eroina emancipata per una decade che metteva in discussione tutte le regole e i codici morali. Sono davvero eccitato dal fatto di essere coinvolto in questo processo di reinvenzione di un personaggio così classico e iconico per la nostra era moderna, introducendola così a lettori che non erano neanche nati quando lei solcava lo spazio profondo", ha dichiarato Carey.

Attualmente non è stato reso noto il nome dell'artista che affiancherà lo sceneggiatore in questa nuova operazione.

(Via Newsarama)

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La prima eroina moderna, la recensione di Barbarella, Edizione integrale

Dopo il buio degli anni ’50 che, specialmente in America, aveva debellato il fumetto per adulti, gli anni ’60 segnano un interessante punto di svolta. I semi della rivoluzione culturale di quel decennio si riflettono anche nel mondo del fumetto. Il 1962 fu un anno cruciale e l’Europa ebbe un ruolo centrale. Mentre in America nasceva la Marvel Comics, in Italia due sorelle davano vita a Diabolik che spostava la lente focale dalla parte del cattivo, un ladro e assassino senza scrupoli, eliminando tutta quella patina  di buonismo che c’era all’epoca e indignando non poco l’opinione pubblica. In Francia, il fumettista e illustratore Jean-Claude Forest, cercava sempre meno vincoli per esprimere liberamente la sua arte. Ci riuscirà quando l’editor Georges H. Gallet gli commissionerà un fumetto per la rivista per adulti V-Magazine. Qui Forest, senza restrizioni di sorta, creerà Barbarella, un’eroina moderna e sensuale che farà subito breccia nel cuore dei lettori.

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Barbarella (modellata sulla fisionomia di Brigitte Bardot) non è certo la prima eroina dei fumetti, basti pensare ad antesignane come Jane di Norman Pett, le tarzanidi Sheena di Will Eisner e Jerry Iger, Nyoka, o all’italiana Pantera Bionda, nonché alla più celebre Wonder Woman. Tuttavia, quello che contraddistingueva il personaggio di Forest era che la protagonista rappresentava il prototipo ideale della donna moderna, intraprendente, indipendente, capace di vivere liberamente la propria sessualità. L’artista crea un personaggio estremamente positivo e generoso, che si getta nella mischia e cerca di risolvere le ingiustizie ripudiando la violenza e con una spiccata dose d’amore. La stessa sensualità di Barbarella non è mai ammiccante e volgare ma sempre genuina e pura. Questo, nonostante il personaggio all’epoca abbia destato scalpore per le sue numerose nudità: una critica che, vista oggi, fa davvero sorridere. La stessa rivista Linus, che nel suo primo numero ospitò una recensione di Vittorio Spinazzola basata sulla prima ristampa francese in volume del personaggio ad opera di Editions Le Terrain Vague, quando pubblicò il personaggio in Italia apportò lievi censure cancellando i capezzoli della protagonista.

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Le avventure che vive Barbarella, ambientate nel 40.000 d.C, e che partono in media res, sono un susseguirsi di vicende concatenate fra loro in cui Forest la catapulta, intrecciando situazioni, presentando personaggi e scenari totalmente differenti e in zone totalmente opposte dell’universo non concedendo respiro, sviluppando idee su idee ad altissimo ritmo. In questo susseguirsi di peripezie, che risulterebbe inutile provare a riassumere, Barbarella non risulta mai fuori contesto, ha sempre in mano la situazione e col suo approccio diretto e deciso, è pronta a risolvere qualsiasi situazione.

La libertà narrativa che Forest esprime, unendo fantascienza, erotismo e umorismo, si unisce a quella delle tavole, libere dagli schemi fisse dei fumetti francesi e più vicine a quelle dei comics americani. Lo stesso tratto, spigoloso e discontinuo, pieno di tratteggi, lo allontana dalla linea chiara tipica del fumetto franco-belga. Ma più di tutto, è la capacità di delineare mondi e personaggi sempre differenti e vivi che emerge forte dal suo lavoro.

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L’influenza che ebbe il personaggio nell’immaginario collettivo (grazie anche al film del 1968 di Roger Vadim, diventato cult, con Jane Fonda nel ruolo della protagonista) è vitale non solo per il fumetto stesso e la sua maturazione, ma anche per molti autori. Non è un caso che Guido Crepax ammetta candidamente, in un omaggio contenuto anche all’interno del volume Comicon Edizioni, come la stessa Valentina sia in forte debito con lei. Lo stesso Milo Manara, nell’altro omaggio del volume, esprimere un’opinione simile nel conferire a Barbarella i suoi meriti nell’immaginario collettivo e artistico dei fumetti.

L’edizione italiana, basata su quella francese del 2014 pubblicata da Les Humanoïdes Associés, è di alta fattura, con ottima resa di stampa e ottima carta. Un volume brossurato elegante e completo di apparato critico e bonus degno di un’opera di questo calibro.

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