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Bao Publishing: anteprima di Love Addict di Koren Shadmi

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Comunicato stampa:

Love Addict

La storia di un uomo e della sua crescente ossessione per il dating online nel nuovo graphic novel di Koren Shadmi in uscita per BAO Publishing: una narrazione grottesca - e allo stesso tempo un'accurata analisi - sulla ricerca dell'amore al tempo di internet.

"L’amore al tempo di internet? Forse.
Il sesso? Di sicuro.
Tanto da perdere il conto."

loveaddict

BAO Publishing è lieta di annunciare l'uscita in tutte le librerie di Love Addict, il nuovo libro di Koren Shadmi, che affronta il tema caldissimo dell'amore ai tempi di Tinder con un romanzo grafico moderno e innovativo, coinvolgente e alienante allo stesso tempo. 

K è un giovane che vive a New York ed è stato appena mollato dalla sua ragazza. Quando il suo coinquilino gli suggerisce di iscriversi al sito di dating Lovebug, K non ha idea del gorgo di strane tipologie umane, promiscuità improvvisa e imprevedibile e inquietudini alienanti in cui sta per sprofondare.

Ah, e sesso. Tantissimo sesso, più di quanto pensava che ne avrebbe mai fatto nella vita.

Koren Shadmi è nato in Israele. A diciassette anni pubblica il suo primo graphic novel, Profile 107. Dopo aver prestato servizio nell’Israeli Defence Force, trasloca a New York per studiare alla School of Visual Arts, dove si diploma e in seguito comincia a insegnare. I suoi libri sono stati pubblicati in Francia, Italia, Spagna, Israele e Stati Uniti. Il suo primo libro in inglese, In The Flesh, viene pubblicato dalla casa editrice Random House nel 2009 (in Italia per Double Shot con il titolo In carne e ossa) e nello stesso anno viene selezionato da Charles Burns nell’antologia Best American Comics. Il suo webcomic The Abaddon viene pubblicato in Francia nel 2013, suddiviso in due volumi. Nel 2015, la casa editrice First Second pubblica Mike’s Place, con i testi di Joshua Faudem e Jack Baxter. In Italia, vengono pubblicate le sue opere Anatomia di un Desiderio e Cuori Distratti, sempre per Double Shot. Le sue illustrazioni sono state pubblicate dal New York Times, dal Wall Street Journal e da riviste come Hollywood Reporter ed Entertainment Weekly.

Love addict è disponibile in libreria dal 28 gennaio 2016 per BAO Publishing

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Bao Publishing annuncia Paper Girls di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang

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Tramite la pagina Facebook ufficiale della casa editrice Bao Publishing, apprendiamo che nel 2016 verrà pubblicato in Italia il nuovo lavoro di Brian K. Vaughan (Saga) Paper Girls, realizzato con l'artista Cliff Chiang alle matite, un'opera di certo molto attesa.

Quello a sinistra è il disegno originale di Cliff Chiang del nostro logo. Quello a destra è il fumetto che sta...

Pubblicato da BAO Publishing su Lunedì 25 gennaio 2016
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Bao Publishing annuncia SIP Kids di Terry Moore

  • Pubblicato in News

Bao Publishing ha annunciato che, dopo Strangers in Paradise, pubblicherà in volume una strip di Terry Moore che ha come protagonisti i personaggi di Strangers in Paradise da bambini come fossero nei Peanuts. I dettagli nel post qui di seguito.

E se Terry Moore avesse sempre desiderato realizzare una striscia per i quotidiani, ispirato dal grande Charles Schulz?...

Posted by BAO Publishing on Mercoledì 20 gennaio 2016

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Descender 1: Stelle di latta

Se venisse realizzato un sondaggio tra i lettori di fumetti americani per decretare lo sceneggiatore emergente preferito, il vincitore risulterebbe probabilmente Jeff Lemire. Passato con disinvoltura dalla dimensione indie di opere come Essex County, Sweet Tooth e Il Saldatore Subacqueo ad interessanti cicli su serie mainstream come Animal Man e Green Arrow per la DC Comics, Lemire si è accasato di recente alla Marvel, dove ha raccolto la pesante eredità di Matt Fraction sul pluripremiato Hawkeye e l’arduo compito di rilanciare l’universo degli X-Men. Ciò nonostante lo sceneggiatore canadese continua a non disdegnare sortite in territori creator-owned come dimostra questo Descender, edito in USA dalla Image Comics e proposto in Italia da Bao Publishing. L’accostamento del nome di Lemire e dell’altissimo livello dei suoi lavori precedenti al marchio Image, sinonimo di fumetto di qualità, ha fatto si che la serie fosse molto attesa fin dal suo primo annuncio, tanto che la Sony ne aveva già acquistato i diritti per un adattamento cinematografico già prima dell’uscita del numero 1. Dopo la lettura del primo volume, che raccoglie i numeri 1-6 della serie originale, possiamo dire che l’attesa è stata abbondantemente ripagata.

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La storia inizia in un futuro imprecisato, che vede i pianeti della galassia riuniti in un’alleanza chiamata Concilio Galattico Unito. La quiete di questi pianeti viene messa in pericolo dalla comparsa di nove enormi Robot, uno per ciascun pianeta dell’alleanza. Il Concilio Galattico non fa in tempo a riunire i propri esperti in materia che i Robot si attivano all’improvviso, seminando morte e distruzione. Dieci anni dopo un piccolo robot da compagnia, Tim-21, si sveglia dopo un lungo sonno in una colonia mineraria ai margini della galassia. L’androide, che ha le fattezze di un bambino, non scorge la presenza di nessuno, salvo quella del cane droide Bandit. Ne scoprirà presto la ragione: tutti gli abitanti della base, compresa la sua famiglia adottiva, sono stati sterminati. Neanche il tempo di decidere il da farsi che i due robot vengono attaccati da un gruppo di mercenari senza scrupoli, i Rottamatori. Tim-21 apprende così che dopo il massacro operato dieci anni prima dai robot giganti ribattezzati Mietitori, gli umani terrorizzati avevano reagito sfogando la loro rabbia sugli automi, che fino a quel momento avevano vissuto tra loro aiutandoli nei lavori quotidiani. Ma quella dei Rottamatori non è l’unica fazione interessata a Tim-21, perché ben presto faranno la loro comparsa sulla scacchiera altri giocatori interessati al droide, che condivide a sua insaputa un oscuro segreto con gli spietati Mietitori: lo schema di base della loro programmazione è identico a quella del piccolo robot.

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Pur pescando a piene mani dai classici della letteratura e del cinema fantastico, come i libri di Isaac Asimov e pellicole come Blade Runner (il robot perseguitato perché diverso) e A. I. – Intelligenza Artificiale, Lemire si discosta presto da questi padri nobili per condurci verso territori più consoni alla fiaba che non alla fantascienza tout court. In Descender non troviamo le dissertazioni parascientifiche tanto care a Jonathan Hickman, per citare un autore contemporaneo a Lemire, né sappiamo come si è arrivati alla costituzione del Concilio Galattico Unito: la storia inizia in medias res, e se si aprisse con un Tanto tempo fa in una galassia lontana o C’era una volta, non avremmo nulla da ridire. Se da spettatori della celeberrima saga di George Lucas non ci interessava conoscere il funzionamento di spade laser e salti nell’iperspazio, anche qui la tecnologia è mero pretesto messo al servizio del racconto, come vuole la tradizione della space-opera più autentica. È il sogno la chiave di volta per calarsi appieno nel mondo immaginato da Lemire: come nei sogni tutto è suggerito e nulla è spiegato, così in quelli del piccolo Tim-21 si trovano probabilmente le ragioni dei misteri che sono alla base dell’intera vicenda. Certo non tutto è perfetto in Descender, e Lemire dovrà chiarire alcuni aspetti della mitologia da lui creata nei prossimi volumi: ma nel frattempo è impossibile non apprezzare la fantascienza impregnata di malinconia e calore umano proposta dallo sceneggiatore canadese. Le relazioni umane, più che il consueto apparato da science fiction, sono il cuore dell’opera: non lasciano indifferenti gli struggenti flashback imperniati sul rapporto tra Tim-21 e la famiglia adottiva che non c’è più, che oltre a far empatizzare il lettore col piccolo androide, servono anche ad accentuarne la solitudine attuale.

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L’atmosfera sognante e fiabesca della storia concepita da Lemire trova una compiutissima realizzazione nelle illustrazioni di Dustin Nguyen. Il disegnatore di origini vietnamite, che si è fatto le ossa sulle testate della Bat – Family per la DC dopo l’esordio col botto con un mirabile ciclo di Wildcats su testi di Joe Casey, sposa in pieno il progetto di Lemire, partecipandovi con splendidi acquarelli che ne sottolineano la dimensione favolistica e onirica. Non troverete, nei disegni di Nguyen, dettagliate raffigurazioni di astronavi, meccanismi e circuiti cibernetici, anzi i particolari più pedantemente tecnologici vengono volutamente tradotti sulla pagine con pennellate sfumate e sapientemente imperfette. L’artista sembra voler richiamare più l’atmosfera lieve dei libri illustrati per ragazzi degli anni ’60, come quelli realizzati dal disegnatore ceco Miroslav Sasek, che quella tradizionale da opera di fantascienza, con tutto il pesante armamentario tecnologico che ne conseguirebbe. Altra scelta vincente dell’artista è quella relativa al design dei personaggi, su tutti il delizioso protagonista Tim-21, novello Pinocchio per il quale il lettore non può che parteggiare fin dalla sua prima apparizione.

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La proficua alchimia creativa stabilitasi tra Lemire e Nguyen e il perfetto bilanciamento tra i testi e comparto artistico fanno senza dubbio di Descender una delle migliori proposte di fine 2015: ai due autori spetta ora il non facile compito di mantenere, nello prossime uscite, uno standard qualitativo davvero elevato.

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