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Melagrana: il primo approccio al fumetto di Gloria Pizzilli

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato del contributo artistico di Serena Ferrero e Lonnom Bao per Melagrana, l'antologia erotica di Attaccapanni Press attualmente in crowdfunding, entrambe illustratrici professioniste che per la prima volta si apprestano a realizzare una storia a fumetti per una pubblicazione. Ma non sono gli unici illustratori presenti nella raccolta che dovranno affrontare questa sfida. Infatti anche Gloria Pizzilli si appresta a scrivere la sua prima storia a fumetti. Abbiamo quindi fatto qualche domanda all'artista relativamente a questo e al tema dell'erotismo. Di seguito trovate l'intervista mentre se volete saperne di più su Melagrana, potete dare un'occhiata agli articoli a questo indirizzo. Cliccando sugli sketch potrete vederli più in grande.

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Gloria Pizzilli è un'illustratrice di fama internazionale che ha collaborato con testate come The New Yorker, The New York Times, The Boston Globe, Wired Italia, La Stampa, L’Espresso ed editori come Feltrinelli, Mondadori, Eli e Éditions du Seuil. Nel corso della sua carriera artistica ha ottenuto numerosi premi d'eccellenza e menzioni speciali, oltre ad aver esposto i suoi lavori in diverse mostre in giro per il mondo. Qui trovate il suo sito ufficiale.

Tra le diverse storie raccolte in Melagrana, quella da te realizzata rappresenta il tuo primo lavoro a fumetti per una pubblicazione commerciale. Come ti sei posta nei confronti di questo lavoro? Ha rappresentato una sfida per te passare dall'illustrazione a questo mezzo strettamente collegato ma profondamente differente?

Assolutamente sì. Il fumetto è un linguaggio che con l’illustrazione ha meno in comune di quanto possa sembrare. Il team messo in piedi da Attaccapanni press per Melagrana è talmente stimolante, da aver rappresentato per me una sfida doppia. Non solo quella ovvia con il fumetto in sé, con la storia, il ritmo, le inquadrature, ma anche quella con gli altri autori, con la loro freschezza e il loro talento. Partecipare a questa raccolta è una boccata d’ossigeno: la parte in assoluto più divertente è stata la condivisione con gli altri, il vedere il loro modo di lavorare e le loro storie crescere. Osservare quanto possa essere personale raccontare una storia, e quanto questa rispecchi da vicino il suo autore. A prescindere dal risultato della mia prima ministoria a fumetti, che non sarò io a giudicare, posso dire di aver imparato molto. Partecipare a Melagrana è stato più che un piacere.

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Riguardo alla tua produzione artistica, hai lavorato per The New Yorker, New York Times, The Boston Globe, Mondadori e moltissimi altri clienti di rilevanza internazionale. Non è tuttavia la prima volta che ti approcci al tema dell'erotismo, pensiamo all'illustrazione realizzata per 64 Kamasutra di Squame o a quella che è la tua produzione "dark side" con la serie Shunga, per esempio. Cosa vuol dire per te scrivere la tua prima storia a fumetti a tema erotico?

L’erotismo è una componente naturale dell’esistenza, non mi crea imbarazzo l’idea di sviluppare un progetto su questo tema. Al contrario, trovo estremamente divertente poterlo mettere su carta. L’approccio, tra un’illustrazione a tema erotico e una storia, è quasi opposto. Se in un singolo fotogramma, come nella serie Shunga che tu menzioni, l’atto in sé è sublimato, fissato per sempre in un incastro di corpi perfetto, in una storia sono tutti gli altri aspetti ad avere maggior risalto. Non è più un istante, ma un qualcosa che si compie, che inizia e finisce. Ci sono parole, sentimenti nel mezzo, che da un’illustrazione non potrebbero mai uscire. È per questo che per la mia storia, che non voglio spoilerare, ho scelto una situazione veramente semplice. Talmente ordinaria da risultare inaspettata. Un po’ di sesso, in una quotidianità disarmante. Ma non posso dire di più.

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Osservando gli sketch da te realizzati e raccolti in questo articolo, si nota uno stile più tradizionale e diverso da quello che usualmente adotti per i tuoi lavori, anche se rimane chiara la tua cifra artistica. Che scelte stilistiche hai adoperato per questa storia? Puoi rivelarci qualcosa della trama?

Quello dello stile è un bel dilemma per un illustratore alle prime armi col fumetto. Ho una visione dell’illustrazione, del mio modo di fare illustrazione, degli strumenti e delle scelte che faccio quando compongo una singola immagine, che non combaciano con la nascente visione che ho del fumetto. Una storia a fumetti ha bisogno di una freschezza diversa, di un segno più aperto e spontaneo. I tempi di lettura tra un’illustrazione e la vignetta di una tavola sono agli antipodi. Da zero a infinito per l’illustrazione, a una frazione di secondo per una vignetta. È per questo che trovo il mio modo usuale di disegnare limitante per una storia a fumetti. Le tavole definitive sono in progress, quindi non so ancora esattamente quale sarà l’aspetto finale, ma, senza dubbio, quella dello stile è un’ulteriore ricerca che voglio fare per questa pubblicazione. Se non altro, per prendere tutto da questa esperienza.
E della trama…credo di aver detto fin troppo poco fa.

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