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Doraemon: polemica sulla sua “invasione” in Cina

Può un gattone robotico tutto blu essere un moderno Cavallo di Troia per la conquista (economica) di una nazione? A leggere un editoriale del Chengdu Daily News, sembrerebbe proprio di si. E come testa di ponte per questa invasione è stato utilizzato Doraemon (di cui vi abbiamo già presentato il trailer del suo prossimo film 3D), il personaggio creato nel 1969 da Fujiko Fujio.

I fatti sono questi. L’anime, che nel 2008 è stato nominato dal governo giapponese ambasciatore della cultura giapponese nel mondo, quest’anno festeggia il centenario della nascita del suo autore e diverse sono le iniziative intraprese. Vi abbiamo già mostrato alcune immagini dei super robot-doraemon, mentre a metà agosto un grande manifestazione con ben 102 Doraemon di grande stazza ha preso vita a Chengdu, nel sud-est della Cina. 

E proprio questo evento ha innescato la discussione sul “sinistro significato nascosto” dell’operazione del Ministero degli Esteri del Giappone, seconda la quale "Doraemon è il tentativo nipponico di indebolire la ferma posizione della Cina sulla storia e la sua comprensione”.
 
Tuttavia, i fan del personaggio hanno difeso a spada tratta Doraemon. In un sondaggio online, infatti, il 77% dei votanti (più di 70.000 solo lunedì mattina) hanno detto che non accetteranno una proposta di boicottaggio del gattone blu, non credendo reale la minaccia di complotto.
 
È doveroso ricordare come già in passato, negli Stati Uniti, il protagonista dell’anime è stato oggetto di parecchie censure, molte delle quali dirette a prodotti tipici giapponesi, che non trovando riscontro nel mercato americano sono stati modificati o rimossi.

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