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Rob Liefeld rilancerà i Futurians di Dave Cockrum

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Secondo quanto riportato da ComicBook.com, Rob Liefeld riporterà in auge il franchise Futurians creato da Dave Cockrum nel 1983, con possibilità di adattare la proprietà per televisione, cinema e editoria.

Dopo l'uscita nel 1983 di un volume sotto la Marvel, l'autore decise di optare per la Lodestone Comics per i successivi tre volumi, portando a livello creator-owned la serie.

“Io e Paty Cockrum siamo entusiasti nell'affidare a Rob Liefeld i Futurians. Dave Cockrum è per lo più noto per aver creato Nightcrawler e gli iconici design degli X-Men come Storm, Colossus, Thunderbird e Mystique. Ma i Futurians erano i personaggi che Dave amava di più. I suoi graphic novel per la Marvel e per altre case editrici con protagonisti i Futurians erano amate anche dai fan di Dave. E decenni dopo sono ancora ricercate dai collezionisti”, ha dichiarato Clifford Meth, autore che rappresenta la famiglia Cockrum e l'eredità lasciata da Dave.

“Ho contattato i Cockrum mesi fa, dicendo loro di essere interessato a discutere di questa possibilità qualora fossero stati interessati”, ha aggiunto Liefeld, che già in passato aveva cercato di riportare in vita i Futurians a metà degli anni '90, senza riuscire a coinvolgere Dave. “Conosco Cliff da un po' e lui mi ha coinvolto subito. Abbiamo solo dovuto tirare dentro Paty, che si è dimostrata molto amichevole, e dopo si è trattato solo di impostare i giusti parametri insieme, ma quello che volevo era solo la possibilità di fare nuove storie dei Futurians”.

Il progetto potrebbe far parte della linea Extreme Universe di Image Comics anche se non ci sono conferme a riguardo.

(Via CBR)

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Ritornare a casa non è mai stato così difficile, la recensione di Southern Bastards 3

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“Uomo del sud è meglio che tu non perda la testa”, così Neil Young nel 1970 faceva iniziare la sua Southern Man, apertamente critica nei confronti della mentalità razzista e violenta diffusa in alcuni stati del sud degli Stati Uniti. Quel “non perdere la testa” , che risuona come un monito a non superare un limite pericoloso, sembra perfetto per introdurre un’opera che fa della sua aura marcatamente sudista, dei suoi personaggi borderline e delle inaspettate esplosioni di violenza, i sui marchi di fabbrica. Il terzo volume di Southern Bastards, serie Image Comics scritta da Jason Aaron e disegnata da Jason Latour, pubblicata in Italia da Panini Comics, ci riporta, infatti, a Craw County in un Alabama disperata e brutale, dove sembra che l’umanità abbia lasciato spazio a un folle vortice di pulsioni primitive e ferali.

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A Craw County è la settimana dell’Homecoming, la festa “del ritorno a casa”, dove gli ex allievi del Liceo tornano per ricordare e celebrare la loro vecchia scuola. La contea si prepara dunque ad accogliere i suoi vecchi studenti in uno spirito di grande fibrillazione e, a tutto questo, si aggiunge la partita di football più importante dell’anno per i Runnin’ Rebs del deplorevole coach Euless Boss: il derby contro Wetumpka. In questo clima di grande tensione (emotiva e non solo), resa ancora più nervosa e tragica dal suicidio di Big, lo storico stratega del Coach, si incrociano i vissuti di un cosmo di personaggi alle prese con una terra che non perde occasione per mostrare la sua ferale crudeltà.
 
C’è lo sceriffo Hardy, ex promessa del football, per cui l’Homecoming è soltanto una tortura psicologica che si ripete, un’occasione per il ripresentarsi di fantasmi passati e di immagini di un presente che sarebbe potuto essere e invece non è. Poi c’è Esaw, criminale violento, dissoluto e schizoide al servizio del Coach Boss, alle prese con il tentativo maldestro di sostituire Big e gestire i propri traffici illegali. Poi abbiamo Boon, cacciatore solitario e intransigente, mosso da una morale cristiana di stampo fondamentalista ed intenzionato a “liberare” la contea dal “serpente del male”, ovvero il Coach Boss. C’è Cocciavuota, braccio armato del Coach insieme ad Esaw, in preda ai sensi di colpa per aver contribuito al pestaggio di un ragazzino. Infine c’è Roberta, figlia di Earl Tubb, che vuole fare chiarezza sulla morte del padre brutalmente ucciso proprio dal Coach Boss alla fine del primo volume.

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Il "ritorno a casa" è quindi un evento reale e metaforico che sconvolge un equilibrio e obbliga ogni personaggio a ripiegare su se stesso per tornare alle proprie radici e scegliere che strada intraprendere per il futuro. C’è chi lo fa interiormente come lo sceriffo Hardy, chi fisicamente come Roberta, chi è deciso ad intervenire per cambiare le cose come Boon o chi cerca di venire a patti con la sua coscienza per poi tentare di salvare una realtà ormai in frantumi come Cocciavuota. Ognuno, comunque, è costretto a fare i conti con la propria esistenza e con il luogo in cui essa affonda le proprie radici. Quell’equilibrio basato sulla forza e la violenza, già messo in crisi con il primo ritorno a casa di Earl Tubb nel primo volume, crolla definitivamente con il conseguente suicidio di Big e nelle contea iniziano ad aprirsi crepe profonde che lasciano affiorare un abisso magmatico di istinti violenti e pulsioni primitive. I personaggi di Southern Bastards sono dei falliti, socialmente analfabeti, contraddittori, crepuscolari, incapaci di dominare una realtà che sembra sempre più caotica e inadatta a qualsiasi tentativo di redenzione. Le intenzioni e la morale si appiattiscono nei modi, mentre il sangue scorre inevitabile senza che si riesca mai a tracciare un vero confine tra giusto e sbagliato, tra buoni e cattivi. Quello che ci viene sbattuto in faccia è un inferno in terra, uno spaccato di America selvaggia, popolata da persone che assomigliano più a cani rabbiosi e famelici (immagine ricorrente in ogni volume) che a individui dotati di ragione. I dialoghi sono costantemente incisivi, ficcanti e violenti con un lessico hard-boiled pienamente adatto al contesto e alle vicende, che ricordano da vicino serie tv come True Detective e Sons of Anarchy o alcune opere di Joe R. Lansdale.

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Dal punto di vista visivo Latour mette in mostra uno stile grezzo e nervoso di forte impatto emotivo, pienamente adatto ad esprimere la violenza e le pulsioni bestiali dei personaggi. Il tutto è rafforzato dall’uso sapiente dei colori, capaci di imprimere un’atmosfera plumbea e disperata nelle parti narrative più riflessive con tonalità di blu, grigi e marroni per poi esplodere in incendiarie e cruente sequenze dove domina il rosso acceso.
Southern Bastards continua, anche in questo terzo volume, a mantenere un livello altissimo sia dal punto di vista narrativo che visivo. Una serie capace di unire intrattenimento, riflessione e grande coinvolgimento emotivo, il tutto condito da una violenza verbale e visiva che restituisce al lettore l’anima più viscerale e abissale di una nazione.

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La detective story sci-fi e weird fantasy di Ellis e Shalvey, la recensione di Injection volume 2

Stupisce sempre Warren Ellis e difficilmente sbaglia un colpo: autore estremamente prolifico in grado di approcciarsi con duttilità sia al mondo supereroistico Marvel/DC che a fughe verso altri generi, al mainstream come all'indie, al popolare come allo sperimentale. Mai scontato, mai noioso, una rara abilità nel tratteggiare rapidamente personaggi e situazioni, il suo stile raramente ha sacrificato la qualità nonostante tanto abbia scritto e pubblicato. Con Injection ci troviamo di fronte all'ennesima prova di valore per un autore che, rispetto ad altri pluri-celebrati connazionali, forse ha sempre raccolto meno, in termini di critica, di quanto avrebbe meritato.

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Gioco, finzione e evoluzione sono le impegnative coordinate che Ellis continua a seguire per tessere intreccio e contesto di questa sua creazione: nell'affresco corale introduttivo del primo volume, avevamo lasciato l'Inoculazione - capricciosa Intelligenza Artificiale senziente creata quasi per gioco da uno strambo party di 5 personaggi tanto geniali quanto irrimediabilmente geek – mentre si divertiva come un bambino a manipolare il confine fra fantasia e realtà. Ora, in questo secondo volume (che raccoglie i numeri dal 6 al 10 dell'edizione originale) l'Inoculazione sembra balzata rapidamente nel pieno dell'adolescenza, impegnata com'è a scoprire le gratificazioni di sesso, denaro e potere. E nella dialettica genitore-figlio (che altro sono Maria, Robin, Sim, Brigid e Vivek se non una parodia/iperbole di ruoli familiari e compiti parentali?) che il ruolo del padre qui confluisce quasi tutto sulle spalle di Vivek Headland, la parte più prettamente razionale del gruppo di protagonisti, una sorta di Sherlock Holmes lunatico e schizzato, con una passione per le speculazioni logico-filosofiche e per le bizzarrie in genere, impegnato in un'indagine improbabile volta a fermare l'ennesimo eccesso di apprendimento della ribelle intelligenza artificiale, che non risparmia di usare gli esseri umani come simulacri per le proprie sperimentazioni e scoperte.

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È una detective story dalla partenza quasi classica quindi, ma in grado di cavalcare beffarda la sci-fi, il weird fantasy, le tematiche soprannaturali e resa viva dai dialoghi di Ellis: complicati ma ironici, debordanti eppure fluidi, in grado di offrire spiegazioni semplici di temi complessi e filosofici. La sceneggiatura dell'autore inglese è frenetica e scoppiettante, senza perdere mai di precisione e di leggibilità: un'allegra anarchia avventurosa che ti porta a divorare la pagine certo che, se non hai capito subito, capirai qualche pagina più avanti. Ellis è molto bravo soprattutto a organizzare materiale sentito, usato e stra-usato (intelligenze artificiali, teorie della cospirazione, collegamenti fra scienza e magia, ecc...) riassemblandolo in  maniera divertente, divertita e comunque sempre originale. Si percepisce poi, fra le righe, anche nei momenti più eclatanti della storia, un senso di straniamento e tensione che in più punti ricorda le prime, epocali avventure del John Constantine/Hellblazer di Jamie Delano, qui però con meno lirismo e molto più black humor.
Gioco e finzione dicevamo, non solo sono tematiche portanti della storia ma anche gli strumenti principali dell'autore inglese per creare uno scenario così articolato e accattivante: c'è forse un po' di carenza d'azione, e personaggi che indugiano troppo in una ricerca di coolness non sempre necessaria, ma questi difetti sono compensati da un grande ritmo narrativo e dalla libera circolazione di fantasia e immaginazione.

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Il connubio fra precisione scientifica e ritualità “alchemica” sembra contagiare anche la veste artistica del volume che sorprende per coerenza e rigore: tavole organizzate in modo classico con vignette che rispettano quasi sempre la regola della simmetria, delle successioni regolari, con una certa prevalenza per il formato delle quattro vignette orizzontali per pagina. All'interno Declan Shalvey inocula ulteriore sense of wonder con i suoi disegni naif e cartoonistici: a fronte della complessità di temi e scrittura di Ellis lo stile del penciler irlandese risulta fresco ed estremamente essenziale, fatto di tratti lievemente modulati e quasi continui, di un'attenzione reiterata per i primi piani e le espressioni dei personaggi. Una grande prova di sobrietà e rispetto per Shalvey, che coaudiuvato dai colori e dagli sfondi monocromatici di Jordi Bellaire, si mette quindi al servizio della sceneggiatura e cerca, con eleganza, di circoscrivere e rendere fruibile visivamente il caos creativo e vitale di Ellis.
Injection 2 si conferma come una delle serie più fresche, intelligenti e avvincenti disponibili in fumetteria attualmente.

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Spawn #1 Director's Cut, la cover di Todd McFarlane omaggia Spider-Man

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Sono passati 25 anni da quando, nel maggio 1992, usciva il primo numero di Spawn, creato da Todd McFarlane per la appena nata Image Comics (vi rimandiamo alla lettura di un nostro recente Focus).

Mercoledì prossimo, 17 maggio, uscirà lo storico #1 in edizione Director's Cut.
Per l'occasione sono state realizzate diverse cover. Oltre a quella di Ashley Wood, saranno disponibili le variant di Clayton Crain, che omaggia la cover del 1992, e la variant dello stesso McFarlane, che "emula" quella di Ultimate Spider-Man #1 dell'ottobre 2000, realizzata da Joe Quesada.

Questa edizione Director's Cut includerà inoltre artboards originali di Spawn #1 e sarà corredata dai commenti dell'autore pagina per pagina e arricchita di contenuti inediti.

Di seguito potete ammirare le cover di Spawn #1 Director's Cut, diffuse da Bleedingcool.

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