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AVE - Nice to meet you: l'incontro narrato per sole immagini, intervista a Laura Vivacqua

La nuova antologia di Attaccapanni Press AVE - Nice to meet you, di cui vi abbiamo parlato in queste settimane, ha superato il main goal del crowdfunding realizzato su Indiegogo. Il risultato è stato raggiunto ieri, a 3 giorni dal termine inizialmente prefissato per la raccolta fondi. Questo significa che ora il volume verrà realizzato come da progetto e potrà essere acquistato direttamente tramite perk in crowdfunding a questo indirizzo, o cliccando sui banner a lato nel nostro sito, con la certezza di poterlo leggere.

Per invogliarvi ancora di più a sostenere AVE, continuiamo ad approfondire con gli autori e artisti partecipanti a questa iniziativa le storie da loro realizzate per il progetto. Dopo avervi mostrato la bravura artistica di Noemi De Maio e aver fatto quattro chiacchiere con Ste Tirasso e Rachele Aragno, oggi abbiamo contattato Laura Vivacqua, membro attivo della Attaccapanni Press nel ruolo di Social Media Manager e supervisor. Abbiamo quindi chiesto all'autrice come si è approcciata al tema dell'incontro, fil ruoge dell'intera antologia, e come abbia strutturato la storia "Bubbled" dal punto di vista artistico, creando un racconto a fumetti privo di parole. Di seguito trovate l'intervista completa con alcuni studi realizzati dall'artista.

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Per Attaccapanni, oltre a svolgere un ruolo attivo per l'etichetta editoriale, hai partecipato anche alla prima antologia, Grimorio. Come è nata invece la tua partecipazione a questa nuova antologia?

Quando è uscito Grimorio Attaccapanni Press non esisteva ancora, ma dopo aver aiutato Laura (Guglielmo) e Ariel (Vittori) in stand allo scorso Lucca Comics, sono entrata a far parte come cofondatrice dell'etichetta ideata da loro due, che oggi formano con me il terribile cerbero della gestione del progetto. Per quanto riguarda AVE, quando Laura ha partorito il tema l'ho sentito immediatamente nelle mie corde. La storia mi è spuntata in testa come un fungo dopo la pioggia, l'ho subito proposta, ed è stata accolta con favore con mia grandissima gioia.

Vivacqua4Puoi parlarci più nel dettaglio della tua storia, di cui si sa ancora poco?

La mia storia per AVE è forse la meno 'fantasy' del gruppo, in quanto ha luogo nel nostro mondo, nella nostra epoca, e parla di qualcosa che probabilmente chiunque leggerà l'antologia potrà dire di aver vissuto nella propria esistenza. Ho voluto parlare di due persone, che si incontrano in una veste diversa rispetto a quella che indossavano nel passato e che li ha visti legati per lungo tempo. Senza dialoghi né didascalie, spero di essere riuscita a rendere l'idea di cosa significhi incontrare un passato per cui si prova malinconia, forse qualche rimorso, aiutandomi con i colori che rendono i piani temporali del presente e dei flashback con cui i due protagonisti ripercorrono i loro trascorsi insieme. Spero che possa immedesimarvisi chiunque, senza necessariamente aver sperimentato un cuore infranto nella propria vita. P.s. L'ultima tavola è una citazione di una scena di La La Land, il film di Damien Chazelle, che ho voluto inserire proprio perché parla di una delle possibili evoluzioni di una storia d'amore: non necessariamente quella che sogniamo, ma non per questo la meno giusta e salutare.

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Come ti sei approcciata al tema dell'incontro, che caratterizza questa raccolta antologia? Quale declinazione di questa tematica hai deciso di affrontare e cosa hai scelto di comunicare?

Per me l'incontro è sempre un confronto, in quanto neanche considero come incontri quelli che non mi hanno dato, o a cui sento di non aver dato nulla. L'incontro è uno specchio o una guerra, uno stimolo ad affrontare sé stessi per come si è, o l'altro per come lo si interpreta: nella mia storia ho voluto rappresentare un confronto molteplice, ovvero, con il percorso come singoli dei due personaggi da quando si sono allontanati, e con i conti, fatti o non fatti, rispetto al legame che li univa.

Dalle pagine che mostriamo nella gallery in fondo all'articolo si può notare come lo stile che hai adottato per la storia di Ave si discosti notevolmente da quanto visto per esempio sulle pagine di Grimorio. Siamo passati dall'acquerello tenue ad una più decisa bicromia marcata con maggiore stilizzazione delle forme, avvicinandosi ad uno stile alla Michael Cho su Shoplifter. Cosa ti ha portato verso questa evoluzione stilistica? La storia è stata pensata proprio con l'idea di metterla su carta con questo stile? Hai studiato qualche artista in particolare?

Io sono senz'altro la più esordiente del gruppo, anche perché mi sono diplomata alla Scuola di Comics solo due anni fa, un po' 'in ritardo', dopo aver portato a termine un altro percorso di studi completamente diverso. Il mio stile non esiste ancora, direi, in quanto è in continua evoluzione, e sì, per AVE ho voluto sperimentare e accostarmi di più al mezzo digitale, che mi è ostico e per cui, sinceramente, provo un'antipatia enorme che non esito a palesare... Sono innamorata del pennello e dell'inchiostro, difatti, le basi della mia storia di AVE sono realizzate in questo modo, ma ho voluto buttarmi, approfittando di quest'antologia, per familiarizzare con Photoshop e i suoi arcani. Probabilmente non mi vedrete mai più fare qualcosa di simile! Senz'altro per la resa dei colori ho guardato a Michael Cho, anche se ne sono lontana anni luce perché lui è un po' il mio Buddha dell'illustrazione e io sono solo una polpetta di riso a confronto, mentre per il character dei personaggi e in generale il disegno analogico, i miei punti fermi a cui guardo sempre sono Carolyn Nowak, Yana Bogatch, Becky Cloonan, Mingjue Helen Chen e Mariko Tamaki – insomma, un calderone variegatissimo da cui spero di riuscire a trarre una sintesi che mi soddisfi!

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