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Intervista a R. Baldanza, C. Stassi e S. Algozzino

L'Associazione culturale Alex Raymond è da anni attiva, tra le altre cose, con una delle più longeve prozine d'Italia, Cronaca di Topolinia, e in tempi più recenti come i fantasy La Saga di Ho Lan, Avalonia e il western Tan-Dai, tutte serie dall'indiscusso e indiscutibile merito di aiutare tanti giovani autori a farsi un nome e una mano, in un settore molto poco avvezzo, negli ultimi tempi, ad aperture verso gli esordienti.
Un nuovo fumetto entra a partire da questo mese nel parco testate curato da Salvatore Taormina: Avatar, nato dall'idea di una sceneggiatrice esordiente Rossana Baldanza, coadivata da un team di disegnatori di alto livello, professionisti come Claudio Stassi(autore del primo numero, le cui immagini vedete in questa pagina, e supervisore artistico), Francesco Bastianoni e Sergio Algozzino (cover artist) o nuove, promettenti leve.

Proviamo a togliere un velo ai misteri di Avatar intervistando una rappresentanza del team creativo. Inoltre, una nutrita preview della serie, insieme a bozzetti, copertine e un work in progress della cover del numero 4, la trovate nella sezione anteprime

Come nasce l'idea di Avatar e grazie a quali fonti di ispirazione?

Rossana Baldanza: L’idea ha avuto una incubazione di diversi mesi, durante un corso di fumetti che ho frequentato nella mia città (Palermo). Ero bombardata da stimoli: fumetti nuovi di cui non credevo l’esistenza (soprattutto quelli di spionaggio e noir alla francese o quelli noir di Bendis), tutti questi nuovi telefilm come Alias, 24, CSI, erano entrati a far parte della mia vita…volevo fare qualcosa di simile, volevo averle avuto io quelle idee…ed invece no! Potevo solo guardarli!!! Poi.un’ ideuzza ha iniziato a saltellare nella testa: avevo sentito parlare di una sorta di mago satanista, Alisteir Crowley, che era entrato a far parte di una loggia massonica i cui membri appartenevano alla società inglese che conta. Ma lui era troppo pazzo per loro, così fu cacciato e si trasferì in Italia dove fondò una setta nera dedita a crimini indicibili….Masssiiii era lui…un perfetto villain per un fumetto!!!!!Ora dovevo scrivergli la storia attorno, e così, parlandone con un altro sceneggiatore, il mio amico Manlio Mattaliano, venne fuori l’idea di contrapporgli una protagonista al femminile e ambientarla tra Londra, Torino e San Francisco, i vertici del triangolo della magia nera, città intrise di esoterismo, in bilico tra modernità e antiche misteriose tradizioni. La serie doveva essere una commistione tra spionaggio, con intrighi, complotti, tradimenti e agenzie governative e non, in lotta tra loro, logge massoniche segrete molto potenti e sette nere che facevano incetta di omicidi e suicidi. Tutta l’atmosfera doveva dare la sensazione di essere sul tracollo, in vista di una imminente apocalissi chiamata “Avvento”. Le altre fonti le ho trovate tra i libri e su internet, questo mondo meraviglioso che ti apre a tutte le realtà possibile…chi dice che non esistono gli universi paralleli!!!! Oggi vengono chiamati “siti” ma ti trasportano in men che non si dica (se hai l’adsl altrimenti è come facessi un viaggio a piedi Palermo/Milano) tra realtà multiformi e mondi sommersi.

Claudio Stassi: Rossana mi parlò di un progetto che Salvatore(Taormina) aveva approvato e mi chiese di occuparmi dell'aspetto grafico e del numero uno. Ricordo che mi disse "l'ho scritto adatto per te", e dopo averlo letto capii anche il perché, c'erano tutte le cose che mi piacevano: Il Noir, l' atmosfera, ma la sceneggiatura fu quella che mi colpì di più. Assolutamente nuova e penetrante.Naturalmente accettai.

Come si è sviluppato il progetto? A "catena di montaggio" o attraverso degli incontri?

RB:Il progetto si è sviluppato giocando a rimpiattino tra sceneggiature e disegni. Io mandavo la sceneggiatura, poi i disegnatori modificavano qualcosa, facevano anche delle giuste correzioni (da tenere sempre in considerazione le opinioni di un disegnatore). Quando alla fine le tavole erano complete, rivedevo, aggiungevo e tagliavo i dialoghi in base ai disegni anche insieme allo stesso Claudio e a Maurizio Clausi (letterista e grafico della serie). Devo dire che i momenti più prolifici sono stati proprio gli incontri: in ufficio (pub Agricantus, meta dei fumettari palermitani), presso la Villa Stassi (cioè la casa sul mare di Claudio Stassi tra una fettina di carne arrostita e un bicchiere di vino) ed a casa mia. Qui si discuteva, si faceva un po’ di briefing, si mettevano sul piatto le idee o le correzioni finali. Anche le copertine sono nate così: io o Sergio avevamo un’idea e la dicevamo all’altro, ci correggevamo a vicenda, facendo obiezioni o aggiungendo qualcosa e poi Sergio sfornava le copertine.

CS: Sia a catena di montaggio che con incontri periodici quasi settimanali. Rossana si é occupato della parte narrativa e io dell'aspetto grafico: personaggi, ambienti. Mi sono anche occupato di scegliere gli autori e ho cercato di selezionare degli stili che fossero più "smaliziati" del solito, meno convenzionali per intenderci!

Sergio Algozzino: Ho sempre parlato con Rossana prima di ogni copertina. Il lavoro è stato fatto così tanto a monte che sapevo già quali sarebbero state tutte e 7 le carte quasi prima di cominciare il numero 1, ed ogni volta ho discusso con lei facendole vedere alcuni piccoli layout prima della lavorazione, anche se ammetto che dopo lo sblocco iniziale mi nascondo e sbuco fuori all'improvviso con la cover già colorata, rischiando grosso, nel caso di elementi da correggere, ma per fortuna solo nel numero 2 ho dovuto modificare un piccolo particolare, dunque mi è andata sempre bene. Rossana è molto contenta del mio lavoro e io ne sono molto soddisfatto.

Quanto hanno influito i disegnatori sulla creazione dei personaggi e della storia?

RB: Io avevo dato un profilo psicologico e fisico a ciascun personaggio dando dei riferimenti anche fotografici ai disegnatori, ma poi Claudio e Sergio li hanno personalizzati molto. Pensa che all’inizio Eva doveva avere l’aspetto di un’indiana mentre Lilith doveva essere vestita in maniera più compita. Ma quando ho visto il disegno di Claudio per Lilith, ho pensato che doveva essere lei la protagonista, così si sono scambiate le fattezze dei personaggi.

CS: Moltissimo, ognuno ha dato ai personaggi una sua interpretazione mantenendo però intatta la loro personalità, la forza e la loro psicologia.

SA: Il mio apporto è stato puramente grafico, non ho influenzato nulla a livello di storia, ma, sicuramente, impostando la copertina con la griglia fissa del tarocco, e utilizzando determinate sporcature nella colorazione, quando si è parlato della grafica generale ho avuto una certa voce in capitolo. Poi tutto è andato nella sapienti mani di Maurizio Clausi, che ha fatto un lavoro splendido, di impaginazione e di grafica in generale. E' davvero un prodotto sorprendente da questo punto di vista.

Sergio, come è nata l'idea dei tarocchi per le cover? In che modo si lega alle storie? E qual'è stato il procedimento tecnico?

SA: Non riesco a ricordare se Rossana avesse già le idee chiare a tal proposito o se lo propose improvvisamente la prima volta che ne parlammo di presenza, ma so di certo che sentendo la parola "tarocchi" la mia fantasia venne stuzzicata enormemente. Lavorando assiduamente per Monster Allergy, e per altri progetti, devo davvero entusiasmarmi prima di accettare un nuovo lavoro. In questo caso ero già coinvolto emotivamente perchè volevo assolutamente collaborare ad un lavoro di squadra con alcuni degli amici che più frequento, ma a quel punto della discussione capii che potevo davvero fare qualcosa di mio, a Rossana piacevano certi miei disegni con un segno che mi porto dal liceo ma che non sono mai riuscito a coltivare troppo. Le carte sono simboliche, e sono state scelte in base a determinate situazioni che avvengono all'interno del numero, difatti non rispettano la regolare numerazione dei tarocchi; l'idea è quella di utilizzare una carta e reinterpretarla coi personaggi della serie, a quel punto era davvero una sfida trovare il giusto intreccio compositivo. Da questo punto di vista quella di cui vado più fiero è la numero 4, L' Appeso, dove Eva trova attaccata ad un filo la foto di un uomo impiccato nella stessa stanza in cui si trova.
Come detto, prima parto da un mini layout discusso con Rossana, poi entro nelle mie segrete e inizio la lavorazione dello storyboard, fase che mi fa perdere molto più tempo delle matite, sono un maniaco della composizione, quindi tutto quello che butto giù lo butto nello scanner e lo rimonto al computer, con dei veri e propri collage, usando anche foto, ma le foto stesse sono manipolate, un braccio da una parte, la testa dall'altra, insomma, divento una specie di novello Dottor Frankenstein. Dopo aver concepito la mia creatura, stampo e ripulisco sul foglio definitivo; in realtà le mie matite sono molto approssimative, infatti, nel momento in cui butto giù il mini layout so già come sarà inchiostrata e, soprattutto, come sarà colorata, dunque realizzo tutto di conseguenza. Queste copertine sono indissolubilmente legate al colore, agli effetti che aggiungo alla fine, sapendo che dovranno esserci e che quindi non realizzo a china, figuriamoci poi sulla matita. Le chine, invece, sono sempre state per me la parte più rilassante, la fase in cui in assoluto mi diverto maggiormente, mi piace perciò lasciare molto spazio all'improvvisazione; per inchiostrare queste cover uso necessariamente il pennino, solo quello, e ho scelto di non usare mai righe, il segno è molto veloce e rapido, dunque fare una linea molto lunga a volte comporta un certo stress, e un paio di errori, ma l'effetto deve essere quello e non ho scelta. Il colore è made in Photoshop, ma tutti i pennelli per gli effetti sono fatti da me, scansionando schizzi di china e colore, il procedimento anche in questo caso è molto improvvisato, so bene dove voglio arrivare ma non mi piace studiare uno schema per alcuni passaggi, dato che altri sono necessariamente obbligatori. Altra prerogativa artistica è la scelta di portare ogni cover su un tono diverso, la zero sul blu, la prima sul rosso, la seconda sul verde, la terza sull'arancio, la quarta sul viola, la quinta andrà sul rosa, la sesta, credo, sul giallo.

Claudio, quali sono state le tue influenze artistiche e i riferimenti visivi nella creazione dei personaggi e del primo numero?

CS: Non ho un'influenza artistica precisa, amo così tanti autori che da ognuno di loro cerco sempre di imparare cose nuove.Per quanto riguarda Avatar invece Rossana mi ha fornito di un quantitativo enorme d' immagini fotografiche tratte da film o da internet. I personaggi sono nati dal dossier che mi aveva consegnato Rox. Ogni personaggio lo immaginavo mentre lo disegnavo, poi lo studiavo, lo modificavo, fin quando non usciva fuori... quasi da solo.

Rossana, sono previsti altri numeri oltre i primi 6 di Avatar? E altre tue incursioni nel mondo della sceneggiatura?

RB: Spero di sì, anche perchè ci sono delle cose che rimangono in sospeso nella trama. Tutto dipende dai lettori…su…fatevi avanti…contribuite anche voi affinché Eva Campbell possa continuare le sue ricerche. Non volete mica lasciarla con i tarli del dubbio che la divorano incessantemente!?
Spero di sì anche per la seconda domanda…ho altre idee che sto sviluppando. Ma una cosa alla volta…

Rossana e Claudio, quali sono gli altri disegnatori coinvolti nella serie? Definite ognuno di essi con un aggettivo.

RB: Posso usarne due? Naturalmente mi riferisco al loro modo di disegnare. Francesco Bastianoni, asciutto e futurista. Maurizio Campidelli, inquietante e vorticoso. Gianluca Gugliotta, morbido e dinamico. Nicola Carpanelli, corposo e denso. Alessandro Bianco, underground skizzato. Roberto Di Salvo e Paola Antista, coppia talentuosa e innovativa

CS: Bastianoni é il disegnatore del numero zero: futurustico. un'interpretazione interessante di Avatar. Campidelli é il disegnatore del numero 2 : Strepitoso! Mi ha travolto! Gugliotta: é il disegnatore del numero 3 : Delicato e potente allo stesso tempo! Bianco: é il disegnatore del numero 4: Acido come il suo segno assolutamente Pulp. Carpanelli: E' il disegnatore del numero 5: Corposo, i personaggi navigano su oceani di neri. Di Salvo/Antista: I disegnatori del numero 6: Grintosi, una chiusura perfetta. Algozzino: Spigoloso! Le sue copertine danno un'importanza fondamentale al concept della serie. Uno speciale MEGAFANTASTICO va alla grafica e al lettering di Maurizio Clausi.

Una domanda che sta molto a cuore ai nostri lettori: proprio non c'è modo di vedere questi albi con un prezzo più popolare?

RB: Questo non dipende da noi ma dell’editore. Però forse Taormina si sta convincendo a sperimentare una nuova formula simile nel formato e nel prezzo a quella dei volumi francesi. Il primo esperimento è Avalonia Special, su soggetto e sceneggiatura di Manlio Mattaliano e disegni di Roberto Di Salvo.

CS: Dunque, conosco Salvatore da quasi 2 anni oramai e non conto più quante volte abbiamo preso quest' argomento.Ma lui ha le sue ragioni: La produzione di stampa, il costo degli autori e le difficoltà nella distribuzione lo obbligano (per restare vivo) a tenere un prezzo che é sicuramente alto. Di contro però é un'alternativa vera per i disegnatori esordienti e in più lascia assolutamente liberi su tutto. Sia Avatar che Avalonia é stata interamente curata da noi e abbiamo cercato di dare il massimo per sopperire in parte del prezzo di copertina. Ma é tutto in evoluzione, si stanno studiando dei metodi per venire incontro al pubblico con prezzi indubbiamente più popolari.

SA: Salvatore Taormina ha fatto una scelta strana, paradossalmente, essendo un piccolo editore, potrebbe benissimo pagare di meno gli autori pur di rientrare in certi costi e, quindi, abbassare il prezzo di copertina. E' davvero incredibile come lui, in proporzione, paghi molto più di editori decisamente più grossi o con maggiori possibilità. Se fossi il suo consigliere finanziario gli suggerirei questo (attirandomi l'odio di tutti i suoi attuali collaboratori), anche perchè in questo modo potrebbe puntare di più al mercato delle librerie, dove i lettori, senza un disegnatore che realizza un disegnino sull'albo, sono meno incentivati ad acquistare l'albo a quella cifra. Ma, come ho anche scritto nella mia intervista a Rossana su Komix, Salvatore è un editore estremamente passionale, non solo ama il rapporto coi collaboratori, e dunque per lui sarebbe improponibile pagarli di meno, ma anche quello col pubblico, prediligendo perciò la vendita alle fiere. E' una scelta coraggiosa, dimostrando un rispetto per gli autori inusuale, anche se certamente non va troppo a suo vantaggio in molte situazioni, ma sicuramente ne è molto convinto, e di certo non lo fa per guadagnarci di più.


Marco Rizzo
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