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Fedele alla linea: intervista a Marco Schiavone

Alta Fedeltà ha esordito come etichetta de Lo Scarabeo per poi passare, dopo un anno, a Edizioni BD. Adesso una nuova evoluzione del concetto fondato da Marco Schiavone (che qui intervistiamo) si affaccia sul mercato, come service per case editrici del calibro di Mondadori. Linee conduttrici, il buon fumetto e tanta ostinazione.

Per un'anteprima dei prossimi progetti di AF, cliccate qui.

CUS: Negli ultimi tempi Alta Fedeltà lavora sia come etichetta editoriale che come service ... questo significa che per stare al passo con il mercato è indispensabile differenziare non già le proprie offerte ma soprattutto il proprio lavoro?

MS:Ho cercato quest'anno di capitalizzare l'esperienza di af etichetta dedicandomici a tempo pieno, proponendo e realizzando progetti anche a chi non è l'editore di riferimento (prima scarabeo oggi edizioni bd). Da qui esperienze con Mondadori, Sperling e altri. La stessa cosa la fanno in tanti: il caso più celebre è Panini, ovviamente. Poi, che io sappia, ci sono Kappa ed Epierre/edizioni if. E Magic, e Coconino. E probabilmente altri.

CUS:Quindi in italia pubblicando fumetti non si campa?

MS: Ci campano fin troppi. Se l'industria non fosse stata più che ricca, florida, come pensi che avrebbero campato finora tutti i cialtroni che ci sono? Il problema dell’industria del fumetto è l’assenza di ricambio, e l’incapacità di attirare professionalità esterne che possano apportare esperienze differenti.
I miei due numi tutelari sono stati, e sono, Tito Faraci ed Andrea Rivi. Due persone che hanno avuto una soddisfacente vita professionale fuori dal fumetto, sono approdati con successo al fumetto, e molto probabilmente potrebbero trovare nuove strade al di fuori senza troppa fatica. Ecco, non ne vedo molte di persone del genere.

CUS: Parliamo dei progetti in collaborazione con Mondadori.

MS: Quello più importante è Alta Criminalità, una nostra proposta che, grazie alla collaborazione degli editor Mondadori, è diventato realtà nonostante alcune nostre ingenuità che hanno rischiato di non farlo uscire.
Per loro avevamo già curato anche il libro su Lupin III, in collaborazione con Kappa, ed uno dei Flintstones. Ma AC è sicuramente quello su cui siamo stati più impegnati, il progetto su cui ci siamo spesi di più. E quello per cui abbiamo ricevuto il supporto di molti autori, come Catacchio, Crovi, Mutti, genuinamente interessati a darci una mano a vederlo realizzato.

CUS: Alta Criminalità, ovvero il noir a fumetti italiano. Elencheresti gli autori coinvolti e le rispettive storie?

MS: In ordine alfabetico

Eraldo Baldini e Mario Mondo "Nella Nebbia" (inedito)
Diego Cajelli e Marco Guerrieri "Milano Criminale"
Massimo Carlotto, Luca Crovi e Andrea Mutti "Arrivederci amore ciao"
Sandrone Dazieri e Maurizio Rosensweig "Pinocchio" (inedito)
Carlo Lucarelli e Claudio Villa "Delitto di Natale"
Andrea Pinketts e Matteo Cremona "Il punto di vista del Licantropo"
Roberto Recchioni e Leomacs "Battaglia"
Wu Ming 2 e Onofrio Catacchio "La ballata del corazza"

CUS:Cosa è cambiato, nella politica BD, con l'uscita di Andrea Rivi? Ora che Andrea Rivi non fa più parte di BD, qual è il tuo ruolo all'interno dell'editore? Adesso sei tu che ti occupi sia della produzione editoriale di BD che di quella della sotto etichetta Alta Fedeltà?

MS: Beh, il processo di delega era per fortuna già iniziato nel 2004.
Sicuramente BD sta diventando più "laica", proponendo quest'anno fumetti, comics, BD e manga (se dovete comprare un nostro libro quest’anno, comprate Promised Island è fenomenale).
Questa è comunque una strada che Andrea aveva già tracciato, e che noi stiamo imboccando spediti proprio perchè ben tracciata. Noi siamo soprattutto Sergio Rossi, che è il direttore editoriale, ed io che sono il “responsabile della produzione” e il curatore di AF.

CUS: La domanda che la maggior parte dei nostri lettori aspetta da più tempo: tutta la verità su Savage Dragon e sulle altre licenze Indy. Che programmi di rilancio avete per queste belle e sfortunate serie?

MS: Intanto, siamo partiti dal Dragone, per cui abbiamo dovuto fare una lunga e pelosa attività da detective per capire con chi parlare in Image, che negli ultimi mesi ha avuto molti, troppi avvicendamenti. Ora stiamo tirando fuori i libri annunciati da Michele, e stiamo cercando di farlo nel miglior modo possibile. Nell'allegato trovi una preview della cover. Poi vogliamo capire come reagisce il nostro canale principale, quello delle librerie di varia, per capire se il Dragone è esportabile anche lì, con una logica di riproposta, o se invece troverà una casa stabile nelle fumetterie. Dopo aver risolto la questione Dragone, affronteremo Monsieur Jean. Aggiungi alle complicazioni burocratiche anche che Michele sia oggi ricercatissimo da un paio di multinazionali che gli danno molto lavoro e che ce lo rendono non sempre disponibile ed hai il quadro di una situazione che, a marzo, ci pareva più fluida.

CUS: Quindi, al momento per Dragon si continua da dove si è interrotta la Indy. Ma con che formato? Comic book o Indy?

MS: Indy, ma con una veste grafica più "AF" grazie a Giorgio Cantù.

CUS: E, in ogni caso, non avete paura che continuare "in medias res" (piuttosto che ristampare la serie dall'inizio) possa danneggiare le vendite?

MS: Ristampare dall'inizio è qualcosa che vogliamo fare, se la serie ha gambe e sta economicamente in piedi. Però non possiamo oggi ripartire, ristampando storie che comunque in Italia sono reperibili sul mercato dell'usato, dilatando ulteriormente il gap nei confronti degli stati uniti. Erik Larsen è molto legato all'attualità, pensa alle recenti storie con protagonisti Bush e Kerry. Tra cinque anni, in Italia, qualcuno si ricorderà chi era Kerry, che cosa ha significato per il mondo nel 2004? E’ anche per questo che abbiamo evitato annunci roboanti. Iniziamo per ora a fare uscire i due libri annunciati da Indy da tempo e che poi, per vari motivi, non ultime le trattative del nostro accordo, sono stati rallentati. Nel frattempo, faremo un piano serio e sostenibile per il 2006.

CUS: La produzione dei fumetti statunitensi fatta finora da AF è stata una produzione prevalentemente autoriale, quasi snob ... non hai paura che un eroe "popolare" e commerciale possa non essere apprezzato dai lettori abituali del brand Alta Fedeltà?

MS: Savage Dragon esce come BD e non per la sottoetichetta AF.

CUS: Per quanto riguarda AF, comunque, avete un occhio di riguardo verso il fumetto anglo-americano non mainstream (Bacchus, Truth Serum, Too Much Coffee Man, ecc. ecc.). Avete pescato qualche altra chicca per il futuro?

MS: Sì, un fumetto svedese (presto tradotto da Fantagraphics negli USA) che si chiama Rocky e di cui era uscito un assaggio su volume due.

CUS: In passato BD aveva coraggiosamente provato a pubblicare i francesi che orbitavano attorno a L'Association, con scarsi risultati (Lapinot, La Fortezza). Adesso sembra essere ritornata sui binari più classici. E' una rinuncia definitiva, quella al fumetto francese "alternativo"?

MS: Per quanto riguarda il mercato francese, BD si è sempre caratterizzata per essere l'editore italiano dei fumetti francesi "più nuovi". Ma ha anche sposato una linea, diciamo così, commerciale. Raramente, per non dire mai, ha pubblicato materiale che in Italia chiamiamo "d'autore", tipo le cose di
Sfar per i Kappa, tanto per fare un esempio. Anche la pubblicazione di Trondheim voleva unire il nuovo fumetto francese all'aspetto più popolare, perché, ricordiamolo, Trondheim è molto "popolare" nel suo modo di raccontare... Che poi in Italia sia stato poco capito, questo può succedere.

CUS: Cosa ci dobbiamo aspettare, allora, sul fronte francofono?

MS: In cartonato sicuramente le prosecuzioni delle serie già avviate. Difficilmente ne partiranno di nuove in quel formato, che mi pare sia alle corde, se non per i super classici. Stiamo pensando ad altre soluzioni per presentare cose nuove e divertenti, per raggiungere un numero dignitoso di lettori.

CUS: Dopo l'ottimo Pulp Stories (di prossima pubblicazione), ci saranno altri ripescaggi di gioiellini made in italy?

MS: Laida Odius, di Andrea Pinketts e Maurizio Rosensweig. Arriverà tra pochi mesi, i primi episodi erano usciti per la Phoenix, gli ultimi sono ancora inediti. Riproporremo presto anche Infierno, di Tito Faraci e Silvia Ziche, questa volta a colori.

CUS: Restando in ambito italiano... tutta la verità su AF vol. 4.

MS: Quest'anno avremo tantissimi autori. Diego Cajelli è il guest editor del volume, tra l’altro. Dovrebbero farci compagnia, come annunciato, Mike Mignola, Frank Miller, Sam Kieth, Craig Thompson, Farel Darlymple. Tra i giovani virgulti nostrani Bertelè, Turotti, Gualdoni, Rizzo, Fuso, e altri ancora.

CUS: E' difficile proporre un antologico di questo genere, visto il mercato?

MS: Sì. Stranamente il mercato predilige sempre un monografico di un autore sconosciuto ad un antologico dal roster misto. E' un mistero, ma a me piacciono anche i libri di racconti, che notoriamente vendono molto peggio dei romanzi.

CUS: Vorrei capire se è annuale perchè non potrebbe essere altrimenti, oppure per una scelta precisa. Insomma, fare una antologia di questo tipo proponendo anche degli esordienti o quasi, è un azzardo?

MS: Inizialmente l'abbiamo pensato come annuario per una scelta precisa: quello che trovavamo di bello in un anno, e che non sapevamo dove mettere. Poi la scelta è stata obbligata: il tempo che ci mettiamo nella selezione è troppo per garantirne anche solo due numeri all'anno. Infine, ti confesso che è l'unico nostro libro che arriva a pagarsi sempre con grande fatica.

CUS: E adesso, tocchiamo un argomento scottante: Wonder City.

MS: Free Books ci ha proposto mesi fa una fusione. Noi siamo andati a Città di Castello da Cerboni, che non conoscevo. Abbiamo mangiato degli ottimi tagliolini al tartufo, e abbiamo educatamente rifiutato perchè il progetto non ci convinceva.
L’impressione che avevo, ed ho ancora, era di una tipografia con tanta carta nei magazzini, che per andare avanti si improvvisava editore di fumetti.
Dopo aver ipotizzato comunque una vaga forma collaborazione, mi ha chiamato un certo Materia, propinandomi discorsi piuttosto vaghi. Era febbraio, e mi disse che alla Comicon di inizio marzo sarebbe venuto a trovarmi. Mai più visto nè sentito.
Nel frattempo però alcuni dei nostri progetti anticipati sono entrati comunque nel loro mirino: vedi Wonder City, ma anche la ripresa di Altai & Jonson, che è nuovamente mira degli stessi personaggi che chiusero le pubblicazioni qualche tempo fa senza neanche avvisare gli autori.
Per WC bisogna tener conto del desiderio bruciante di Gualdoni per l’edicola. Giovanni è totalmente disinteressato dalla possibilità di avere una buona promozione in fumetteria, ha come unico traguardo uscire in edicola. Per noi l'edicola non è un canale di riferimento, oggi. Wonder City era l'unica cosa che ci avremmo mandato. Quasi un anno fa arrivammo abbastanza vicini a prendere Nick Raider. Quello avrebbe significato avere una linea di prodotti da edicola su cui costruire una presenza stabile. Così non è stato, per cui abbiamo deciso di concentrarci nel breve periodo sulle librerie e fumetterie.

CUS: Sei al corrente della recente iniziativa di Comicus sulla petizione per la revisione del libro di Restaino? Che ne pensi, sinceramente. Tra gli addetti ai lavori abbiamo scatenato reazioni forti, in entrambi gli "schieramenti".

MS: Già scatenare reazioni forti mi sembra positivo in un ambiente, quello della cultura italiana in generale, e specialmente quello del fumetto, spesso stagnante.
Nel merito, mi avevano regalato il libro a natale, e ho chiesto dopo averlo iniziato a leggere di poterlo cambiare con un altro. Mi sono limitato a questa protesta silenziosa.
Aldilà della discussione, in sè fatto positivo, non ho apprezzato molto i contenuti. e meno ancora alcuni attori della discussione, che mi sembrano spesso pronti a spiegare le loro verità, spostando a piacimento la barra dell'etica, con un occhio di riguardo per il datore di lavoro di turno e pronti a mazzolare tutti gli altri.

CUS: E' cambiato così tanto il tuo giudizio su Brolli (perchè e di lui e di Di Nocera che stiamo parlando, no?) da quando scrisse l'introduzione ad uno degli AF?

MS: Di Nocera non lo conosco. Per Bolli la risposta è no. sono sempre convinto che sia tra i pochi personaggi legati al mondo del fumetto che abbia un'intelligenza viva e critica. L'introduzione ad AF fu una provocazione, sia per i contenuti, ampiamente condivisibili, anche nella indiretta critica allo stesso volume che ospitava l’intervento; sia per l’inadeguatezza del pulpito, oggi come allora.

CUS:Alta Fedeltà e BD da un punto di vista della distribuzione sono ad esclusivo appannaggio della Pan distribuzione. Che vantaggi genera una distribuzione esclusiva nell'asfittico mondo del mercato delle fumetterie?

MS: Risparmio di tempo, maggiore focalizzazione. È chiaro che è un peccato non sentire tutti i mesi Pasquale Saviano di Pegasus, che incontro sempre volentieri alle convention. lui e Pan sono gli unici due soggetti distributivi che mi pareva avessero aperto i libri che gli mandavo. Oggi possiamo con Pan pensare a delle azioni mirate per spingere alcuni prodotti, prima con una distribuzione 'laica' non potevo privilegiare nessuno con azioni mirate.

CUS: Essere distribuiti da un distributore che è nel contempo anche uno dei più grandi editori della nostra penisola e che, teoricamente ha una sorta di diritto di prelazione su qualsiasi titolo abbia intenzione di produrre, può in qualche modo rappresentare un limite per la propria libertà editoriale?

MS: Per il momento, no. Non siamo mai stati in competizione per nessun titolo. Anzi, a dir la verità si è discusso un paio di volte di collaborazioni, poi non avvenute per motivi diversi. C’è grande rispetto reciproco, ci si sente molto spesso, con piacere.

CUS: Il mercato dei fumetti sembra essere in perenne affanno, sempre alla ricerca di nuovi lettori... nell'ambito dei fumetti italiani attualmente si stanno percorrendo due strade: da un lato la Bonelli, l'Eura ed altre realtà editoriali puntano a rinvigorire il mercato popolare producendo nuove collane e tentando di ridestare l'attenzione dei vecchi lettori; dall'altro Alta Fedeltà ed altri editori cercano di percorrere nuove strade e di scoprire nuovi mercati (ad es. le librerie di varia) con il connubio tra autori extra fumettistici ed affermati fumettisti... insomma, secondo te, il mercato lo si rianima con i Brad Barron (Dante ecc...) o con Dazieri e Wu-ming?

MS:Il mercato lo si rianima con la roba buona. Mi sembra ottima la scelta Eura di aprire a italiani bravi come Cajelli, Faraci e altri le pagine di Skorpio e Lanciostory. Mi sembrano ottimi segnali la vasta promozione riservata a Brad Barron, e l’ulteriore lancio Eura di DD.
Mi sembra pessima l'idea di inseguire con trent'anni di ritardo la Bonelli, o la stessa Eura, che hanno avuto altri editori con prodotti da edicola, di cui non e' difficile prevedere una rapida fine.
Noi stiamo cercando di costruire una presenza solida in varia. Ora noi siamo nell’orbita di Vivalibri spa, una società che lavora per le librerie. I lettori con l'occhio di falco avranno notato nei nuovi libri che la sede di edizioni BD è ora a Roma e non più a Reggio Emilia. Stiamo provando con alcuni prodotti dai nomi 'popolari', e con altri più difficili ma che possono stuzzicare un pubblico curioso. non dimentichiamo che stiamo sempre parlando di generi d'intrattenimento in un ciclo economico di pesante ristrettezza.

CUS: Come mai da qualche mese non ci sono vostri libri in giro?

MS: Il cambio di proprietà è stato anche un cambio di magazzino, con consegne interrotte per procedere all'inventario e non fare casini con i resi e stampe ritardate. Comunque Chosen e Pulp Stories sono già stati stampati, così come Sillage fuori serie e La Mandiguerre tre. E anche il dragone e Bacchus quattro sono in consegna al magazzino per cui bisogna tenere duro ancora una decina di giorni, perdonarci per i nostri peccati, e godersi i nostri libri.

CUS: E' l'ora di sfamare la curiosità dei lettori: qualche titolo che non è stato ancora annunciato.

MS: Stiamo lavorando ad un progetto sui testi di Paolo Crepet. E' un bell'esperimento, molto interessante. Stiamo lavorando con Roberto Recchioni ad un paio di belle idee. Tra gli autori con cui vorrei lavorare presto ci sono sicuramente Enrico Remmert, Alberto Ponticelli e Onofrio Catacchio. Soprattutto, stiamo lavorando ad un piano molto ambizioso per il 2006, quando vorremmo uscire con almeno 30 titoli nuovi.


Giovanni Agozzino
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