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Arrivederci Amore, Ciao - intervista a LUCA CROVI

Come parte del corposo special dedicato a Arrivederci Amore Ciao, un'intervista a Luca Crovi, che si occupato di trasportare nel medium fumetto il romanzo di Carlotto.

CUS: Ciao Luca, e benvenuto sulle pagine virtuali di ComicUs! Prima di buttarci a capofitto nella presentazione di “Arrivederci amore, ciao” che ne diresti di presentarti ai nostri lettori?

LUCA CROVI: Beh ho 36 anni, mi sono laureato in filosofia antica con una tesi su Marco Aurelio che all'epoca non sapevo ancora essere lo scrittore preferito di Hannibal Lecter, quindi ho iniziato a lavorare prima come venditore di enciclopedie per Garzanti, poi come fattorino-redattore per la casa editrice Camunia. Intanto iniziavo a tenere le mie prime rubriche come critico musicale per "Italia Oggi" e poi per "Il Giornale", "Max" e "Suono". Un bel giorno Tiziano Sclavi (il papà di Dylan Dog) di cui il mio babbo è stato il primo scopritore letterario nonché editor di tutti i romanzi, mi ha chiesto se volevo fare un colloquio alla Sergio Bonelli Editore. Da lì sono diventato in breve redattore fisso per la casa editrice milanese, dove da dodici anni lavoro alla collana Almanacchi. Nel frattempo ho firmato 2 saggi sul giallo italiano "Delitti di carta nostra" (Puntozero) e "Tutti i colori del giallo" (Marsilio) e altri due "Mister Fantasy" (Passigli) e "Stephen King: L'uomo vestito di incubi" (Aliberti) scritti assieme a Stefano Priarone, dedicati rispettivamente a Tolkien e a King e ai loro rapporti con la letteratura, il cinema, il fumetto e la musica. "Tutti i colori del giallo" ha avuto così successo che da due anni s è trasformato nell'omonima trasmissione radiofonica di Radiodue mentre a quattro mani con il rocker Seba Pezzani ho firmato il rock thriller in salsa olandese "Tuttifrutti" (Passigli Editore).

CUS: Oltre ad essere uno scrittore di fumetti, sei dunque autore di saggi e romanzi … che differenza c’è tra lo scrivere per il lettore di fumetti e per il lettore di letteratura? Quali differenze ci sono tra questi due linguaggi di narrazione?

LC: Trovo che quasi tutti i romanzi di genere contemporanei (horror, giallo, thriller) non possano che essere stati contaminati da due linguaggi forti e affini come quello del cinema e quello del fumetto. Quando il fumetto è un buon fumetto credo che si possa tranquillamente parlare di "letteratura disegnata", penso alle graphic novel di Frank Miller, Alan Moore, Neil Gaiman ma anche a saghe come Corto Maltese, Blueberry, Tex, Dylan Dog, etc.

CUS: Scusa se mi allontano per un attimo dal filo portante di questa chiacchierata, in cosa consiste precisamente il tuo lavoro all’interno della redazione della SBE?

LC: Sono redattore della collana Almanacchi da ormai 12 anni, ovvero preparo redazionalmente i servizi, le immagini e gli impaginati degli Almanacchi della Paura, del Giallo, del Mistero, dell'Avventura, della Fantascienza. Talvolta firmo anche alcuni dei servizi giornalistici che sono inseriti in queste testate, ma soprattutto devo correggerli, revisionarli e prepararli per la stampa, cercando di evitare che escano errori di montaggio, di errato registro, etc.

CUS: Come è nato il progetto di realizzare l’adattamento a fumetti di “Arrivederci Amore, ciao”?

LC: Massimo Carlotto ha sempre avuto una grande passione per il fumetto e non è un caso che sia uscito poco prima del nostro volume anche una storia intitolata "L'Ultimo treno" disegnata da Giuseppe Palumbo su suoi testi. Il prossimo romanzo dell'Alligatore sarà disegnato: sceneggiatura di Carlotto e disegni di Igort. Io e Massimo ci siamo conosciuti per la prima volta in Francia in occasione del Festival del Noir di Lione dove eravamo presenti entrambi in qualità di ospiti: lui era un fan del mio "Delitti di carta nostra" io un superfan del suo Alligatore. Quindi è stato naturale pensare che si potesse fare qualcosa insieme. In particolare, un mio amico disegnatore Alessio Baroni, allievo di Ivo Milazzo ci teneva tantissimo a collaborare con Massimo. Abbiamo così prima pensato di adattare "La verità dell'Alligatore", poi su suggerimento di Massimo ci siamo buttati a pesce su "Arrivederci amore, ciao". Carlotto ci aveva persino trovato un contratto per pubblicare l'albo da E/O, la sua casa editrice. Purtroppo a pagina 18 del lavoro Alessio ha deciso di abbandonare per gravi problemi di famiglia che gli avrebbero impedito di tener fede all'impegno. Mi sono così trovato con 34 pagine di sceneggiatura pronte e senza disegnatore. Ho chiesto a Carlotto cosa fare e lui mi ha risposto: "sei tu il nocchiero, tieni saldo il timone e so che porterai il progetto in porto". Hanno così fatto delle prove Tino Adamo e Pasquale Del Vecchio, ma nonostante entrambi avessero prodotto degli ottimi disegni preparatori, nessuno dei due se l'è sentita di portare fino in fondo il progetto. Quindi come nelle migliori favole mi è capitato di imbattermi in un folletto del pennello: Andrea Mutti. Ci ha fatto conoscere un amico come Andrea Rivi delle Edizioni BD e nel giro di poche settimane ci siamo trovati con un contratto in Francia. Assieme al colorista Angelo Busacchini siamo partiti in quarta nel realizzare il progetto e ogni di noi tre ha messo sangue, sudore ed anima nel progetto. E' stato un po' come realizzare un film insieme, riadattando le pagine di un libro che avevamo tutti e tre molto amato.

CUS: Quanto è stato presente Massimo Carlotto durante la realizzazione del vostro AAC, e quanto ha influito il suo amore per i fumetti nella realizzazione del vostro lavoro?

LC: Massimo è stato la scintilla che ha acceso i nostri entusiasmi e la sua passione per i fumetti lo ha portato a lasciarci praticamente mano libera nell'adattamento.

CUS: Ad opera conclusa qual è stato il giudizio di Carlotto?

LC: Credo che sia entusiasta ma dovresti chiederlo direttamente a lui o a Pellegrini.

CUS: Negli ultimi tempi in campo fumettistico si è molto sviluppato l’adattamento a fumetti di romanzi di grande successo, anzi sempre più spesso sono gli stessi autori a traslare in narrativa disegnata i loro romanzi … a cosa è dovuta questa forte attrazione tra letteratura e fumetti? A te, ad esempio, cosa ti stimola in questo tipo di operazioni?

LC: A te, ad esempio, cosa ti stimola in questo tipo di operazioni? Il rapporto fra il fumetto italiano e la narrativa di genere è da sempre stato molto intenso. Tieni presente che autori internazionali come Stephen King, Clive Barker, Joe R. Lansdale, Ray Bradbury, Richard Matheson, Harlan Hellison o italiani come Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Loriano Macchiavelli, Niccolò Ammanniti, Valerio Evangelisti, Gianfranco Manfredi, Andrea Camilleri, Andrea G. Pinketts sono sempre stati dei lettori onnivori di fumetti e quindi l'adattamento di loro storie in strisce è stato un processo naturale. Inoltre ci sono scrittori come Tiziano Sclavi, Ferrandino, la Salvadori, Matarazzo che partiti dal fumetto sono poi approdati alla letteratura. Ci sono romanzi che sono perfetti per essere trasformati in fumetti, ne hanno il ritmo forsennato e il linguaggio scoppiettante, ce ne sono altri che è impossibile condensare in poche pagine. Il rapporto fra i due mondi è sempre stato biunivoco così come il loro rapporto con il cinema e la musica. Nell'adattare "Arrivederci amore ciao" ho fatto un'operazione di cut up, utilizzando il più possibile i test del romanzo di Carlotto. Ovviamente essendo il fumetto di durata e scansione narrativa diversa rispetto al romanzo abbiamo dovuto condensare certi eventi e amplificarne degli altri, ma credo che il suono dell'opera sia lo stesso che gli aveva impresso Carlotto. Qua e là ci siamo permessi di aggiungere qualche scena d'azione in più ed abbiamo leggermente modificato lo sviluppo della storia consigliandoci con Carlotto stesso. In particolare i cambiamenti più sostanziali sono stati apportati alla chiusura della storia che proporrà un finale diverso; alternativo rispetto al romanzo. Abbiamo ripristinato per l'occasione il finale originale che fu tagliato dal romanzo per esigenze di editing.

CUS: Bene! Avete trovato, quindi, il modo di sorprendere anche chi come me ha già letto, ed amato il libro … per quanto riguarda questo genere di iniziative … devo dire che mi provoca reazioni discordanti … se da una parte sono curioso di leggere l’interpretazione fatta da altri autori di un romanzo che ho letto, ed amato … c’è una vocina in me che mi mette in guardia da simili operazioni, una vocina maligna che denuncia la mancanza di idee da parte degli sceneggiatori e l’interesse delle case editrici di sfruttare i nomi di autori provenienti da altri settori della letteratura (ma che magari nulla fanno per contribuire alla realizzazione delle opere ispirate ai loro lavori) per vendere qualche libro in più e carpire l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica. Che devo fare? La sopprimo questa vocina?

LC: In realtà la tua vocina alla Saruman non mi preoccupa affatto in quanto per noi adattare "Arrivederci amore, ciao" è stato realizzare il desiderio di Massimo Carlotto di vedere una versione illustrata a colori del suo capolavoro noir. E' stato bellissimo per tutti noi vedere emergere emozioni, colori e avventure sulla pagina disegnata. Tutti avevamo amato quella storia ed ognuno di noi ha cercato di reinterpretarla con passione. Per quanto riguarda la mancanza di idee, posso dirti che né io né Andrea ci sentiamo a corto di immaginario. Considera che stiamo lavorando già a due serie sceneggiate da me (inoltre ho in arrivo altri due saggi monografici che credo ti piaceranno visti i protagonisti) e che Andrea dal canto suo è coinvolto in Francia in altri tre progetti autoriali noir.

CUS: “Arrivederci amore, ciao” è un romanzo splendido, un noir nero come la pece calato profondamente nell’Italia di tre o quattro anni fa, con una forte connotazione politica ed una presa di distanza nei confronti di alcuni idealismi … è stato sgradevole scrivere le avventure di un personaggio negativo come Giorgio Pellegrini?

LC: Pellegrini è un grande bastardo, non ha alcuna pietà, né coscienza, e talvolta nel romanzo arriva persino ad essere ottuso e stupido per accondiscendere il suo desiderio di ottenere una nuova vita. Credo che anche nella sua versione a fumetti Pellegrini non risulti né simpatico né innocente.

CUS: Negli ultimi tempi la lettera noir sembra aver finalmente accantonato la paura di affrontare l’argomento “anni di piombo” … nel giro di pochi mesi nelle librerie di varia sono comparsi romanzi come “tre uomini paradossali” di Gerolamo de Michele e “Il corpo dell’inglese” di Giampaolo Simi e, a mio parere, anche AAC, sebbene sia uscito un po’ prima, si colloca in questo filone … secondo te cosa è scattato nella coscienza comune da spingerci ad affrontare gli eventi degli anni ‘70/’80 e, soprattutto, le loro conseguenze? Con che spirito tu affronti quegli anni?

LC: Credo che i cosiddetti anni di piombo del nostro paese siano sicuramente ancora oggi complessi e complicati da raccontare anche perché ancora legati a certe realtà politiche e sociali presenti nel nostro paese. Di recente mi sono occupato della riedizione da Avagliano del romanzo "Il vomerese" di Attilio Veraldi e mi sono trovato a scoprire che Veraldi in quel romanzo documentava sei o sette mesi prima dell'evento, un rapimento simile a quello del generale Dozier. Inoltre lo scrittore napoletano nel suo avvincente thriller parlava nel dettaglio di un braccio terroristico armato partenopeo che per molti versi aveva tutte le caratteristiche della colonna della Brigate Rosse capitanata da Giovanni Senzani che sarebbe stata assurta alle cronache solo qualche tempo dopo. In quella storia di Fiction è come se Veraldi avesse anticipato il senso dei tempi, o avesse toccato con mano una realtà che già da tempo insidiava il suo territorio. Consiglio a tutti di rilleggere quel libro (assieme alle contemporanee opere di Luce D'Eramo e Diego Zandel) per capire come fosse critica la situazione di quel periodo.

CUS: Quale altro romanzo ti piacerebbe trasporre a fumetti?

LC: In realtà, con Andrea stiamo lavorando da qualche tempo su alcune storie di Joe R. Lansdale, oltre al ciclo narrativo della Milano Nera di Giorgio Scerbanenco.

CUS: Caspita! Joe Lansdale è uno dei miei scrittori preferiti!! Quale sua opera vi piacerebbe trasporre a fumetti?

LC: Stiamo lavorando su "Freddo a luglio" e sul ciclo di Hap e Leonard.

CUS: Hap e Leonard, ne uscirebbe certamente un bel lavoro … perfetto, mi avete convinto: lavorateci!! Scherzi a parte, per me è tutto, vuoi aggiungere qualcosa?

LC: Solo che spero che vi divertirete a leggerci quando avremo finito.

Stefano Perullo
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