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Intervista a Carmine di Giandomenico

Nell'ambito del nostro speciale Anteprima Oudeis, abbiamo intervistato l'autore dell'opera, l'amico Carmine di Giandomenico.

CUS: Ciao Carmine, e benvenuto nel salottino virtuale di ComicUs!! Che ne diresti se prima di entrare nel vivo della nostra discussione ti presentassi ai nostri lettori?

CarmineDi Giandomenico: okay.
Il mio nome è Carmine di Giandomenico.
Sono un disegnatore di 31 anni che realizza fumetti ed altro, a livello professionistico da circa 10 anni.
Ho iniziato la mia carriera nel 1995 grazie a Daniele Brolli e la casa editrice Phoenix Enterprise con la miniserie “Examen”.
In seguito ho collaborato a due produzioni insieme alla Marvel Italia: il progetto “Gemini” della collana “Europa”, ed un “Conan il Conquistatore” per il mercato spagnolo, per poi approdare al cinema come storyboard artist. Tra le varie produzioni a cui ho collaborato c’è stata alla realizzazione di storyboards per alcuni effetti speciali del film GANGS OF NEW YORK di Martin Scorsese, e, ultima commissione, una serie di tavole realizzate per il film di Sergio Rubini per L’AMORE RITORNA, visibili anche all’interno nel film stesso.
Comunque la mia passione per il mondo narrativo del fumetto non si è mai spenta, anzi…, e sono tornato alla pubblicazione grazie a Montego e alla collaborazione nata con ad Alessandro Bilotta, realizzando la miniserie GIULIO MARAVIGLIA.
E sempre insieme ad Alessandro Bilotta, con il quale è nata una splendida amicizia, sto realizzando la miniserie LA DOTTRINA per la Magic Press e Gruppo Saldatori, ancora in lavorazione.
In contemporanea ad essa ho realizzato i disegni bianco e nero per il sito ufficiale del cantante CLAUDIO BAGLIONI: www.patapan.it .
Attualmente sta per uscire il libro Oudeis, mia opera come autore completo, pubblicata dalla casa editrice saldaPress.

CUS: nel corso della tua vita professionale hai lavorato su numerosi progetti, alcuni dei quali davvero notevoli … degni di passare alla storia … mi verrebbe da farti mille domande … ad esempio … com’è Leonardo di Caprio da vicino)

CdG: Bé, a questa domanda purtroppo non posso risponderti, perché quando mi trovavo a CineCittà per “Gangs” gli attori ancora non erano arrivati, visto che il set era in costruzione.
Mi dispiace per le fan di Leonardo di Caprio….ma non posso dire come sia di persona.

CUS: Scherzi a parte, provo a riformulare la stessa domanda … ma seriamente … nel corso della tua carriera professionale ti sei occupato di parecchi progetti, molto differenti tra loro e tutti degni di attenzione … quello di cui mi interessa parlare adesso è però l’ultimo, quello più misterioso. Che Cos'è Oudeis?

CdG: Oudeis è una mia sfida personale.
Sfida che ho intrapreso nel 1997 iniziando a realizzare le tavole e ricercando uno stimolo creativo che in quel periodo era difficile trovare.
Una sorta di ricerca stilistica e narrativa.
Oudeis è la rappresentazione della figura di Ulisse e della sua Odissea in una chiave personale e visionaria.
Ho scelto di raccontare l’Odissea perché è il poema omerico che più mi ha fatto sognare, e soprattutto perché, nel periodo in cui ho realizzato Oudeis, emotivamente mi sentivo molto vicino alla figura del suo protagonista.
La scelta di intitolarlo “Oudeis” e non Odissea nasce dal significato della parola che dal greco significa NESSUNO.
Parola che ha fatto scattare una mia riflessione sul significato che essa poteva avere per Ulisse.
Se ci pensiamo, Ulisse utilizza la parola Nessuno rispondendo al Ciclope riguardo alla sua identità.
La domanda che mi sono posto è perché usa proprio la parola “Nessuno”.
E la risposta che mi sono dato e che poi dà il senso al libro Oudeis è che la sua è una risposta “inconscia”, perché Ulisse nel suo profondo non riesce più a riconoscere sé stesso.
Quindi ho interpretato la sua risposta come una identificazione del suo stato d’animo, la realtà di un uomo che stava perdendo la propria identità e i propri ricordi.

CUS: Ulisse si definisce “Nessuno” … grazie ad una trovata furba sconfigge Polifemo e continua la sua fuga, la sua ricerca della perduta strada di casa … una casa alla quale al termine della sua, per l’appunto, Odissea farà ritorno solo per non essere riconosciuto se non dal suo cane, il vecchio e malandato Argo … anche questi sono aspetti della perdita di identità di cui parli?

CdG: Questa ricerca si ritroverà in Oudeis.
Per gli aspetti della perdita d’ identità che citi, il mio Ulisse la vivrà sia in chiave emotiva che reale, diventerà una sorta di cassaforte vuota e svaligiata, dove soltanto il desiderio di ottenere le risposte che lui cerca lo spronano ad inseguire un viaggio sia mentale che fisico.
E tutto per la riscoperta di se stesso e del suo Io.

CUS: Nell’ascoltare le tue parole mi sono convinto che Oudeis è un progetto decisamente molto ambizioso … come ti sei dedicato alla sua realizzazione? Ti sei immerso nella lettura dei classici oppure ti sei immerso completamente nei tuoi stati d’animo e nelle tue emozioni per tirare fuori un fumetto ispirato all’opera di Omero ma, nel contempo, completamente autonomo e personale?

CdG: Mi sono dedicato alla realizzazione Oudeis in maniera molto personale, senza però distaccarmi dalla trama omerica.
Mi sono immerso nella lettura di Ulisse e della sua Odissea cercando di trovare le emozioni che viveva un uomo disperso, e non il suo mito.
Mentre realizzavo le tavole mi sono rispecchiato nel personaggio e nel suo sentirsi naufrago e disperso in mare.
Questo lo si può anche notare dalle mie realizzazioni precedenti, dove ognuna è diversa dall’altra, che rappresentano una mia ricerca personale e del ruolo di disegnatore di fumetti, in cui ho affrontato diversi generi cercando di mutare anche il mio tratto stilistico.
In Oudeis ho inglobato tutte le esperienze professionali che ho avuto il privilegio di realizzare imparando sempre nuovi modi di concepire la narrazione.
Questa voglia di ricerca mi ha portato anche a lasciare spazio alle mie emozioni e visioni nei confronti di questo mito.
Durante la fase creativa di Oudeis, questa mia ricerca si è spostata anche in altre direzioni, non basandosi soltanto sull’opera omerica, e si è arricchita di spunti provenienti da diversi campi creativi, quali cinema, musica, letteratura e pittura, tutti con una comune ricerca della propria identità.

Ad esempio alcuni stimoli sono arrivati dall’“Ulisse” di Joyce, dal quale ho tratto il concetto di “flusso di coscienza”, che rappresenta perfettamente la contorsione mentale, e la confusione di una persona persa nei suoi sentimenti.

La ricerca della decostruzione dell’opera, invece, nasce in parte dalla visione del “Riccardo III” di Al Pacino, un film che compie un’analisi dettagliata della rappresentazione che si sta svolgendo, creando un flusso di coscienza del film stesso, che si auto-interroga.
Una sorta di “metodo Stanislavkij” adottato non solo nell’interpretazione, ma soprattutto sull’opera letteraria narrata cinematograficamente.

Questo metodo lo utilizzo in tutte le mie realizzazioni, dove cerco di capire e smembrare i personaggi che vado a illustrare.

Tenendo presente questa analisi, nella pittura il mio punto di riferimento emotivo e descrittivo è stato il ritratto “Ambroise Vollard” di Picasso; mi ha colpito visivamente perché è la dimostrazione perfetta della frammentazione e dell’analisi di un individuo, rappresentato come un oggetto scomposto in mille riflessi o tagli, che in realtà compongono la figura e l’identità del soggetto stesso.

E infine la musica, che per me ha avuto un ruolo importante e stimolante per tutta la realizzazione di Oudeis, come una sorta di colonna sonora.
Questa energia è arrivata fortemente dalla musica di Claudio Baglioni e da alcuni suoi brani che si sviluppano in una descrizione del viaggio nei sentimenti (mi riferisco soprattutto a sue opere quali “Oltre”, “Io sono qui” e “Viaggiatore sulla coda del tempo”).
Naturalmente, però, non mi sono fermato solo a miei gusti personali, ho ascoltato altro, cioè tutto ciò i cui testi e musiche rappresentassero la ricerca dell’io; ad esempio i Marlene Kunz oppure Cristiano Godano e di Gianni Maroccolo in “Deriva finita”.
E ultimamente gli A.F.A. , con il loro “Nomade psichico” , cantata da Fabrizio Tavernelli che è stato poi coinvolto dall’editore in modo originale nel progetto legato ad Oudeis.
Tutta questa documentazione è dovuta al fatto che il mito di Ulisse ha influenzato in maniera molto forte l’immaginario artistico in tutte le sue forme, ma soprattutto ha rappresentato perfettamente l’uomo nella sua generalità ed emotività.
E spero che quest’ultima, l’Emotività, arrivi al lettore che leggerà il libro di Oudeis.

CUS: Proprio in questi giorni è stato distribuita in libreria la nuova opera di Alessandro Baricco, una trasposizione in prosa dell’Iliade di Omero [“Omero, Iliade” edito da Feltrinelli - NdStefano]. Per quale strana coincidenza, secondo te, c’è questo prepotente ritorno alla ribalta delle opere del poeta, e con che spirito leggerai (se lo farai) l’opera di Baricco?

CdG: Lo leggerò appena avrò un po’ di tempo, mi incuriosisce come Baricco abbia trattato l’Iliade e l’umanità dei personaggi.
Poi non parlerei di ritorno alla ribalta di Omero, perché in fondo, come ho detto prima, l’epica è sempre appartenuta a tutti, ed è stata interpretata negli anni in formule sempre nuove.
Questa influenza la si può vedere, fumettisticamente parlando, nella creazione dei supereroi stessi.
Guardando la grafica con cui sono nati e la maestria di Kirby, possiamo notare una rappresentazione volutamente epica, sia per la composizione e le proporzioni dei personaggi, sia soprattutto per l’inchiostrazione, che rende i personaggi bronzei e statuari come gli eroi epici.
Infatti mi è sempre piaciuto definire i supereroi la nuova epica di questo secolo.

CUS: Quando hai annunciato la pubblicazione di Oudeis, ne hai parlato come del progetto che hai sempre sognato, un progetto che hai rincorso durante tutto l'arco della tua vita professionale. Cosa lo rende così speciale?

CdG: Oudeis per me rappresenta uno spaccato di vita.
Mi rendo conto che la cosa può sembrare strana, ma Oudeis rappresenta una parte della mia emotività in tutte le sue sfaccettature, che ho rappresentato mentre illustravo le gesta del mio Ulisse.
E giungere ad una pubblicazione grazie a saldaPress è una sensazione stupenda, ma nello stesso tempo d’imbarazzo.
Mi sento come un attore di teatro che alla prima viene lanciato sul palco e ha paura di dimenticare le battute.
Personalmente, la cosa che lo rende speciale è che per me rappresenta una frattura, una sperimentazione, sia dal lato creativo, sia editoriale.
Dal punto di vista creativo è stata una realizzazione libera da ogni pensiero di collocazione, o da punti di riferimento al mercato, o target a cui rivolgere la mia opera.
Dimostra il fatto anche la differenza di formati utilizzati nella realizzazione delle tavole.
Dal punto di vista editoriale saldaPress, investendo in questo progetto, ha lavorato con tecnologie e meccanismi inusuali per il mercato Italiano, credendo nel progetto con una passione che appartiene a pochi nel panorama fumettistico.

CUS: Scusa … non mi è molto chiara la faccenda delle tavole di formato differente … vuol dire che anche nella pubblicazione definitiva avremo una sequenza sincopata di tavole e stili differenti ed eterogenee? E come sarà ottenuto questo effetto?

CdG: La differenza delle tavole a cui ti riferisci è data sia da un inseguire uno stato emotivo che vivevo, sia per una scelta personale, basandomi sulla differenziazione di stili presente in Oudeis.
Questo perché volevo dare forza, e soprattutto catturare l’attenzione, nei riguardi della sequenza che narravo, cercando di dare un ritmo serrato e consequenziale, ma il tutto con pause date dalla diversificazione stilistica, come una serie di intervalli tra un primo tempo e il secondo…se vogliamo.
Questo perché c’è una scansione di intreccio tra le visioni del personaggio e la realtà che vive.
Ho cercato di sperimentare la fusione tra il linguaggio dello storyboards e quello del fumetto, fusione che si è vista poco in Italia.

CUS: Quando sarà pubblicato il primo volume di Oudeis?

CdG: Il libro primo sarà presentato in occasione di “Lucca Comics”, sotto il marchio saldaPress.

CUS: Che tipo di reazione ti aspetti di suscitare nel pubblico con un prodotto così personale? Ed a che tipo di pubblico intendi rivolgerti?

CdG: Penso che Oudeis, pur rappresentando un viaggio emotivo, sia un libro per tutti.
Per il tipo di reazione che poi possa scaturirne,questo non posso certo dirlo io, aspetto le reazioni a caldo.
Poi sarei ipocrita a non dirti che spero che piaccia.
Ma la cosa che mi preme è che al lettore arrivi la passione con cui è nata la storia, ma soprattutto, che questa passione possa far nascere in lui delle emozioni.
Penso che questa sarebbe la vittoria più grande per me, come autore.

CUS: Che emozioni provi nel mettere in gioco te e le tue emozioni con un fumetto così sentito e sofferto? Che tipo di reazioni credi che potresti avere se ricevesse uno scarso gradimento o un’accoglienza tiepida da parte dei lettori?

CdG: Non ha molto senso rispondere a questa domando ora.
Ma se ciò che tu dici avvenisse, la prenderei come un’occasione di riflessione sul mio lavoro.

CUS: I tuoi ritmi di lavoro sono sempre stati apparentemente molto lenti . Sin dai tempi di Examen i fumetti da te curati avevano intervalli di pubblicazione molto ampi; de La Dottrina addirittura non viene pubblicato nemmeno un volume all'anno. Sei un disegnatore lento, oppure ci sono altri motivi che ti spingono a diradare i tuoi lavori?

CdG: I miei ritmi di lavoro sono dovuti al fatto che per ogni mia opera intendo dare il massimo e soprattutto dal fatto che cerco di interpretare ogni opera al meglio.
Per fare questo ci vuole del tempo e soprattutto molte energie.
So che i lettori sono abituati ad uscite serrate, senza considerare che queste spesso incastrano gli autori in una morsa, che li spinge, a volte, a chiudere in fretta un ciclo narrativo.
Questo non accade solo nel fumetto, ma anche in altri ambienti creativi.
Nel caso di un’opera come la Dottrina, i ritmi si dilatano per via di una ricerca qualitativa che sia io che Alessandro abbiamo intenzione di garantire ai lettori, senza cali narrativi.
Come disegnatore professionista, non sono le persone con cui ho collaborato che mi reputano lento. Come già detto sopra, ho lavorato e lavoro anche ad altro.
In molti mi hanno proposto di creare uno studio con ghost, ma personalmente è un’idea che non mi interessa perché mi piace mantenere un rapporto creativo al 100% sia con l’opera, sia con i lettori. Sento che se lo facessi, sarebbe un po’ come tradire loro e chi mi ha permesso di crescere nell’ambito del fumetto indipendente italiano.

CUS: C’è da dire che il mercato non stritola solo il fumetto … ma anche il cinema e le altre arti si trasformano in industria destinate a bocche buone … non trovi frustrante che tutti i tuoi sforzi per rispettare lettori e autori possano essere apprezzati solo da una sparuta minoranza?

CdG: A questa domanda ti rispondo citando un’affermazione di Tiziano Sclavi a proposito del fatto che “Dylan Dog era vero solo quando apparteneva a pochi”.
Comunque, non mi sento affatto frustrato, soprattutto perché mi sento fortunato a fare il lavoro che faccio, che mi dà l’opportunità di raccontare e di raccontarmi.

Stefano Perullo
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