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Intervista ad Andrea RED Mutti

A CURA DI STEFANO PERULLOIl bresciano Andrea Mutti detto "Red" è stato a lungo una delle colonne portanti di Nathan Never e adesso è pronto per farsi notare anche in Francia grazie all'editore Albin Michel.
Ospitiamo con piacere una lunga chiacchierata a cura del nostro Stefano Perullo ad Andrea e al suo collaboratore, il colorista Angelo Busacchini e un'anteprima esclusiva al progetto francofono dei due artisti, Break Point.

Clicca qui per vedere l'anteprima e i dietro le quinte di Breakpoint vol.1

CUS: Ciao Andrea! Come da manuale del “buon intervistatore” non posso non iniziare la nostra chiacchierata dandoti il benvenuto sulle pagine virtuali di ComicUs ed invitandoti a parlarmi un po’ di te, dei tuoi hobby e delle tue passioni. Insomma, chi è Andrea Mutti secondo Andrea Mutti?

Andrea “RED” Mutti: Prima di tutto saluto tutti e ti ringrazio del tempo e dello spazio che mi stai dedicando. Ho 30 anni sono bresciano doc e sono felicemente sposato, con un bimbo. Sono geometra e ho seguito un corso triennale alla scuola di arti visive di Brescia diretta da Ruben Sosa. Sono un grande appassionato di cinema e amo molto il teatro di Scarpetta e De Filippo (in questo caso vorrei dire che ho recitato per 10 anni in una compagnia teatrale, CONTROLUCE raccogliendo con essa grandi soddisfazioni. Il regista era napoletano e allievo di Eduardo ... pensate un po’ … uno spettacolo!!).

CUS: Scusami se ti interrompo … ma l’idea di un bresciano purosangue che ama il teatro napoletano ed addirittura recita nel nostro idioma mi fa davvero sorridere! Speriamo che non lo vengano mai a sapere le camice verdi! Tra l’altro, non so se sei a conoscenza di una bella collana curata dalla Scuola dei Comix di Napoli nella quale sono state adattate a fumetti ben 12 commedie del grande Eduardo ..

RED: Certo che lo so, tra i disegnatori c’è anche Daniele Bigliardo giusto??

CUS: Giustissimo, Daniele Bigliardo è il curatore della serie … vabbè, non volevo interromperti …

“RED”: … allora continuo! Per quanto riguarda i libri, sono un appassionato di noir/thriller (J. R. Lansdale, Mc Bain, Deaver, Cook, Grady, Leonard, Manchette per citarne alcuni tra gli stranieri … Scerbanenco, Lucarelli, Carlotto, DeCataldo, Tafuri, Dazieri ... per quanto riguarda gli autori italiani). Nel campo dei fumetti, adoro Miller, Mignola, Moore, Berardi, Nolitta (Zagor), Otomo, Shirow, David, Straczinsky, Romita, Kirby … ne dimentico a dozzine ma non vorrei tediarvi con lunghe liste … sono cresciuto con Zagor e Ken Parker, fantastici davvero, ma una buona dose di Spiderman, Devil e Hulk mi rimane addosso. Altra lettura cult la trilogia di Tolkien che ritengo un vero e proprio genio. Adoro la cucina e cucinare ... anzi se passi di qui fammi un fischio.

CUS: lo terrò presente …

“RED”: Per finire posso aggiungere che da buon italiano amo anche il calcio ma detesto la fine che ha fatto. Amo la musica …qui si fa notte ... U2, Bluvertigo, Pink Floyd, Rem, Venditti, Conte, Gaber ... ripeto, qui si fa notte ;-)) Detesto: ipocrisia, disonestà, superbia … e quelli che credono sempre di saperne una più del libro.

CUS: Quanto è stato importante, ai fini della tua carriera, l’aver frequentato una scuola di arti visive? Ma soprattutto Ruben Sosa non era un calciatore?

“RED”: :-D Ruben HECTOR Sosa …l’altro, il calciatore era solo SOS :-D … La scuola è stata molto utile per apprendere la tecniche base ... poi il lavoro devi portarlo a casa e disegnare, disegnare e disegnare, cercando di guadare più autori possibile …è così che si trova il proprio tratto …

CUS: potresti spiegarmi cosa intendi, anche da un punto di vista tecnico, quando dici che bisogna “Guardare più autori possibile” ? Temo che in alcuni casi il confine tra il guardare ed il copiare sia quanto mai labile, non credi?

RED: Ogni disegnatore ha cominciato copiandone un altro che amava particolarmente … è così per tutti, un percorso normale. Questo vale anche per la musica no? Tu inizi con un repertorio del tizio X che ti piace e nel giro di qualche anno hai assunto un tuo stile, un tuo modo di vedere le cose. Idem per i disegnatori … poi certo, si trovano casi dove qualcuno esagera ma li ritengo davvero pochi …

CUS: Cosa ti ha spinto a diventare un disegnatore?

“RED”: Mi ricordo bene: dopo aver letto Uomini, bestie ed eroi di Ken Parker (recentemente ristampato su Ken Parker Collection # - edito da Panini Comics – NdStefano) mi sono così commosso che mi son detto che se era così fantastica l’emozione di leggere una storia a fumetti, chissà cosa voleva dire disegnarne una che leggessero gli altri … davvero, andò così….

CUS: Che cosa rappresenta per te il linguaggio del fumetto come forma d’espressione?

“RED”: È un ponte tra me e te, credo che l’importante per un disegnatore sia non dimenticare mai che prima si E’ lettori … il fumetto è un modo di esprimere quello che immagini attraverso il foglio e la matita … ok ok ... troppo zen??

CUS: Assolutamente no! Il fumetto è un mezzo d’espressione, un modo per esprimere sé stessi ed il mondo così come lo si percepisce … ehm, forse adesso sono io ad essere troppo Zen! Parliamo un po’ dei tuoi inizi professionali. Il tuo primo lavoro che ricordo di aver letto è un numero della bella serie di fantascienza “Hammer” edita una decina d’anni fa circa dalla Star Comics di Perugia. Quali esperienze ti portarono a far parte di questa bella e sfortunata testata?

“RED”: Io ero giovanissimo e venivo da diverse esperienze professionali con XENIA, ero il creatore grafico e il disegnatore della serie DNAction ... ricordi?

CUS: purtroppo questa mi è sfuggita …

“RED”: Mamma mia ... avevo 18 anni…!! FENIX (disegnai due storie horror e la prima parte di un’avventura da me anche scritta di un personaggio chiamato HELL’s PATROL ... purtroppo quest’ultimo mai pubblicato…). Durante questo periodo andavo a tutti gli incontri del Gruppo Hammer che stava lavorando alla serie e fu grazie alle tavole di Hell’s Patrol che entrai nel gruppo come disegnatore..feci anche un LAZARUS LEDD (il 32), un personaggio anche questo a cui sono rimasto molto affezionato.

CUS: Mi stai parlando di un periodo in cui le edicole erano affollatissime di fumetti, molti dei quali prodotti da giovani autori di belle speranze e dal grande futuro. Secondo te era più semplice a quei tempi intraprendere la carriera di autore di fumetti?

RED: Esatto! Nonostante mooolte cose prodotte in quegli anni fossero poco più che amatoriali permettevano ai giovani autori (poco pagati tra l’altro) di esporsi ... era un modo per far parlare di sé e di ricevere stimoli … adesso se vai a LUCCA Comics, a chi fai vedere le tavole?

CUS: Raccontami della tua prima esperienza lavorativa, cosa prova un ragazzo di 18 anni di fronte alla pubblicazione della sua prima opera?

RED: Ricordo ancora la superba emozione di quando Vincenzo Monti (editore della Xenia che al tempo pubblicava DEMON HUNTER) mi chiamò per dirmi: ”SI FA!” … ragazzi, non ho parole ... ero coautore di questo mega progetto (sei serie contemporanee in un magazine formato comic book ... mica paglia!) con degli straordinari amici che, per adesso, si sono fermati ma ... colgo l’occasione per citarli tutti: ARTURO FABRA, MAURIZIO DOTTORI e GABRIELE PICCHI! … se sono dove sono lo devo anche a loro. Grazie amici!

CUS: C’è qualche simpatico aneddoto riguardante i tuoi primi lavori?

RED: quanto tempo ho? :-D ... allora … ho visto cose che voi umani … quando andai a firmare il “contratto” con la FENIX a Roma mi ritrovai davanti un tizio (l’editore) tutto uguale ad ASIMOV ma con la pelle bruciata dalle troppe lampade. Un tizio che parlava romanesco che faceva “er piacione” … fece discorsi clamorosi sul futuro della Fenix e sul fatto che puntavano molto su di me … poi mi scappa l’occhio e vedo che tutto intorno a me sono accatastati milioni di giornaletti … PORNO!! … roba davvero trash … tutto da ridere … sei mesi dopo chiamai per farmi saldare il primo episodio di Hell’s Patrol ... mi rispose un videobox!!

CUS: Lavorare per Hammer ti ha reso parte di un gruppo di autori capace di far parlare molto (e bene) di sé, la gang dei Bresciani. Lavorare a stretto contatto, e magari vedersi di frequente per chiacchierare del più e del meno e di lavoro, ti ha aiutato a crescere da un punto di vista professionale?

“RED”: Assolutamente. Eravamo tutti ex studenti della scuola di Ruben Sosa e abitavamo vicini … credo che pochi siano così fortunati. Dal punto di vista professionale fu importantissimo, una crescita geometrica nonostante la sfortuna della serie.

CUS: Dopo solo 11 numeri HAMMER …

“RED”: eh! No, ti correggo … Hammer durò 13 numeri, i feci il 9 ed il 13

CUS: Azz! Perdo colpi proprio su HAMMER, una serie che, magari anche per gli anni trascorsi, ricordo come ben fatta e avvincente. Dunque dopo 13 numeri HAMMER chiuse i battenti e molti di voi autori (credo tutti i bresciani) passarono alla Bonelli. Nel corso degli anni sono sorte tante leggende e dicerie riguardo la chiusura di questa testata. Ci puoi finalmente aiutare a fare luce su questa vicenda?

“RED”: bah, sinceramente amo le leggende! :-) … no, a parte gli scherzi la verità vera credo sia quella delle vendite…probabilmente l’editore si aspettava di più e quindi ... ci fu la chiusura.

CUS: HAMMER era un progetto completamente gestito da voi creatori. Hai mai vissuto la sua chiusura come un’occasione mancata?

“RED”: Beh, sicuramente sì. Il progetto era buono e aveva le carte in regola per diventare qualcosa di ancor più interessante … poi il fato ha rivelato i suoi piani.

CUS: Alcuni anni fa nelle nostre sale cinematografiche (ed in quelle di tutto il mondo …) è stato distribuito un film di fantascienza che ha riscosso un enorme successo … sto parlando di MATRIX. Mentre me ne gustavo la proiezione ho notato una fortissima similitudine tra una delle scene madri del film ed il sorprendente finale del primo episodio di Hammer … se sono rimasto colpito da questa similitudine mi immagino lo stupore tuo e degli altri componenti dello staff. Cosa ne pensi di questa similitudine?

“RED”: Ad onor del vero ci fu un autore di SF che pubblicò un romanzo, sembra, che trattava un argomento con quelle caratteristiche … di fatto rimasi comunque contento di questa similitudine … anzi, adesso facciamo causa … come? Esagero? :-D

CUS: Al tuo arrivo in Bonelli fosti immediatamente messo al lavoro su Nathan Never. Come fu il passaggio dalla libertà creativa di HAMMER a quella che, immagino, sia una struttura organizzativa più ferrea e vincolante (oggettivamente, naturalmente, non inteso in termini negativi)?

“RED”: passare da una parte all’altra fu entusiasmante per ovvi motivi (la Bonelli e i suoi albi hanno sfamato la mia voglia di sognare per tutta la giovinezza…) ma anche oggettivamente impegnativo. Nathan Never era (anzi, E’) un personaggio popolare con uno staff importante e delle regole chiare. Per me “l’ostacolo” da superare fu l’eliminare le masse nere che utilizzavo per Hammer e Lazarus Ledd …ero molto attratto dal modo di illustrare di Mike Mignola e volevo unire questo amore per il nero con un ambiente tecnologico accurato … alla Star avevo questa libertà che piaceva molto anche agli autori, con NN dovetti ripulire molto il tratto e all’inizio non mi piaceva nulla di quello che disegnavo … troppo bianco, poche ombre … mi ricordo Antonio Serra che mi diceva sempre: “Andrea mi raccomando, pooooche ombre please!”

CUS: raccomandazioni che mi sembra abbiano colto nel segno … nei tuoi albi bonelliani è evidente la continua ricerca di una maggior pulizia e chiarezza del segno … dopo tutti questi anni, sei soddisfatto dello stile acquisito? Oppure guardi al passato, alle tue origini, con nostalgia?

“RED”: sai, sinceramente credo che un autore debba cercare, nei limiti, di continuare a cambiare … evolvere il proprio stile. Io cerco sempre nuove vie partendo anche dai materiali (carta, pennarelli, ecc.) ... adesso poi che lavoro per la Francia, il mio processo di evoluzione ha preso una piega ancor diversa ... credo che il cambiamento sia dovuto anche ai lettori, che rispetto moltissimo e che vorrei sempre sorprendere …

CUS: Dopo il tuo approdo alla Bonelli, pur restando un punto fermo dello staff creativo di Nathan Never, hai cambiato molto spesso testata. Dalla collana regolare dell’agente Alfa, la tua matita (e le tue chine “spigolose” ) sono state messe al servizio dell’Almanacco della Fantascienza e di Agenzia Alfa. A cosa è dovuto questo continuo cambiamento? Si tratta di una tua precisa volontà di cambiare tematiche ed ambientazioni narrative?

“RED”: Questo dipende dalle esigenze di palinsesto ... cioè da come è sistemata la programmazione … a mio parere è straordinario poter cambiare testata all’interno della stessa serie, anche perché ho avuto l’occasione di lavorare con gente diversa (Vigna, Secchi, Piani, Vietti, Marzorati) … altrettanto bello è cambiare tematica narrativa … sono molto legato ai due Almanacchi con la giovinezza di Nathan …

CUS: Sei ancora in contatto con gli altri autori della Banda dei Bresciani?

“RED”: Non come vorrei..ormai lo studio Hammer non c’è più, ognuno lavora a casa propria e ci si vede poco … Argh!! Ci sentiamo al telefono ….

CUS: Recentemente hai iniziato a lavorare per il mercato francese. Come è maturata la decisione di intraprendere questa nuova avventura (che tra l’altro inizia a sedurre molti altri autori nostrani)?

“RED”: Credo sia sempre riconducibile a quello che siamo e che facciamo ... questo comprende un’evoluzione, un desiderio di provare esperienze nuove ... poi era l’occasione di lavorare con i colori di un artista (che farà parlare mooolto di sé, ve l’ssicuro …) lo strepitoso amico e collega ANGELO BUSSACCHINI !! Con il quale condivido l’ARTWORK STUDIO.

CUS: Quando si parla della Francia, almeno in campo fumettistico, si parla quasi di un paradiso terrestre … Cosa rende la Francia così eccezionale dal punto di vista editoriale?

“RED”: Ti rispondo con un esempio: nella hit-list dei 10 LIBRI più venduti annualmente in Francia, 7, e dico 7, di questi sono LIBRI a FUMETTI!! Inoltre c’è una pluralità stilistica straordinaria. Nell’ultima Lucca Van Hamme (autore di Largo Winch) ha detto che il fumetto italiano è un FAST FOOD, quello francese uno SLOW FOOD ... in effetti noi abbiamo un alto consumo di fumetti (anche se potrebbe e dovrebbe essere maggiore), li leggiamo e, poi, il lettore medio li butta ... in Francia nessuno, e dico nessuno, butta i book a fumetti. Altra cosa ci sono molti più editori … quindi …

CUS: Insomma la Francia è effettivamente una terra promessa per gli autori?

“RED”: beh, è molto bello e stimolante, ma non dimentichiamo una cosa: sono due cose diverse … non una migliore ed una peggiore ... diverse …

CUS: Come è iniziata la tua avventura oltr’alpe?

RED: Era da un po’ che mi ronzava l’idea di fare un’esperienza più o meno lunga in quel di Francia ... per le ragioni di qui sopra ... l’evoluzione e la voglia di fare!! Inoltre era da tempo che volevo lavorare con Angelo e i suoi colori … insieme facciamo covers, libri illustrati ecc. ecc. Ma l’idea di unire i nostri stili per i fumetti era nata da molto, io che venivo da una scuola di fumetto popolare come quella Bonelli e con un segno grafico, e lui con un segno pittorico totalmente artistico… un mix esplosivo! DOVEVAMO fare anche fumetti … caspita!! Una cosa importante: abbiamo sgobbato come bestie!! :-) per trovare i contatti ho chiesto a coloro che pubblicano materiale francese ... ed è qui che conobbi (meglio, perché già li conoscevo nell’ambiente) Andrea Rivi e Sergione Rossi (edizioniBD) che mi diedero un paio di ottimi consigli …persone fantastiche, davvero, non è un complimento gratuito … PERSONE ... in questo ambiente è difficile trovarne di così. Non posso che ringraziarli.

CUS: Da un po’ di tempo sembra che un numero sempre maggiore di autori, anche esordienti, abbia iniziato ad osservare con estremo interesse il mercato francese … molti autori in forza alla Bonelli, ma anche “perfetti sconosciuti” propongono le loro opere, riscotendo molto spesso un successo di gran lunga superiore che in Italia. E’ facile riuscire ad attirare l’attenzione sul proprio lavoro in Francia?

RED: Prima di tutto si parla di due mercati assolutamente diversi … e poi ci sono diversi poli a cui rivolgerti … da noi, purtroppo, la scelta è strettissima e vincolata da uno stile che è prettamente quello realistico ... in Francia io potrei pubblicare, per assurdo, con uno stile grottesco o cartoon … questo aiuta molto, moltissimo. Poi c’è il colore ecc. … devo anche dire che gli editor francesi sono comunque attenti ... guardano le tue cose con interesse e poi …io mi auguro che qualcosa si muova anche da noi, che ci sia un bel movimento in avanti …però devo dire una cosa: noi tendiamo a dare colpa ai nostri editori per questo e per quello … purtroppo dobbiamo fare un bell’esame di coscienza generale e chiederci quanto siamo LETTORI. Cioè quanto leggiamo. In Italia, è noto, pochissimo … e non parlo solo di fumetti … si legge poco di tutto … questo incide molto in ambito editoriale e produttivo. Quando faccio i corsi di fumetto nelle scuole dico sempre ai ragazzi questa cosa, sperando di stimolarli e così promuovere sempre più il fumetto e la lettura ... non mi stancherò mai di farlo, è davvero importantissimo secondo me.

CUS: Un esordiente assoluto che possibilità ha di farsi pubblicare rispetto al mercato italiano?

RED: Un disegnatore sconosciuto in Italia ha la stessa potenzialità di uno che ha fatto venti albi, assolutamente. Se il lavoro piace e ci credono lo fanno.

CUS: E’ davvero bello, per una volta, ascoltare delle parole incoraggianti da un professionista! Andrea, tu ,attualmente, su quale progetto stai lavorando?

“RED”: Sto lavorando molto con i nostri cugini francesi. E’ appena uscito il primo volume della serie BREAK POINT per le edizioni Albin-Michel. Si tratta di una serie di racconti noir-thriller-mistery che si concludono ogni due libri. Il primo si intitola LA MATRIOCHKA … il nome di una banca con un super caveau e una banda si criminali senza scrupoli … beh, non voglio svelare nulla, ma vi dico solo che la caratteristica della serie è che il lettore si troverà ogni volta di fronte ad un super colpo di scena! Un punto di rottura appunto, che infrange le idee che fino a lì si era fatto della storia che stava leggendo. I testi sono dell’ormai grande amico e collega PHILIPPE SAIMBERT (che già pubblica con Albin-Michel una serie chiamata LE PROCESSIONAIRES e con Delcourt una serie chaimata Les Ames d’Helios, edito in Italia sempre da BD) e i colori, ad olio (!!!!!), sono del grande Angelo Bussacchini.
Inoltre stiamo lavorando per Vents D’ouest all’adattamento del romanzo noir “ARRIVEDERCI AMORE, CIAO..” di Massimo Carlotto per i testi di Luca Crovi ed colori dell’onnipresente Angelo … poi ... beh, adesso vi lascio un po’ sulle spine…;-)

CUS: Bhè … visto che non fai che nominarlo, non posso che invitare ad unirsi alla nostra chiacchierata anche Angelo! Benvenuto su ComicUS! E’ tutto vero quello che Andrea dice di te?

Angelo Bussacchini: Sul fatto di essere ormai onnipresente sulle sue tavole direi di si, per il resto sono molto lusingato dai complimenti di Andrea e visto che vengono da un vero professionista, raccolgo e porto a casa volentieri. Scherzi a parte quando il tuo lavoro è apprezzato è sempre un piacere, questo non mi impedisce di avere un atteggiamento di attenta realistica critica verso il lavoro stesso. A proposito ciao a tutti.

CUS: Domanda di rito: Come hai iniziato la tua carriera professionale?

AB: Dopo aver riempito centinaia di fogli fin da quando la mia memoria non arriva, (copiando ovviamente le figurine disegnate in strisce, aerei, carri armati, cavalli e revolver…) mi sono avvicinato alla pittura nell’adolescenza frequentando lo studio di un artista (Giuseppe Rivadossi) andando, letteralmente, a bottega come si usava solo in tempi lontani, iniziando li un “discorso” pittorico che a tutt’oggi segue una sua strada. L’amore per le strisce però non è mai venuto meno e questo amore mi a portato alla scuola di Ruben Sosa dove, tra le altre cose, ho incontrato l’amico Andrea, allora ancora in fasce. Di seguito le cose mi anno allontanato, mio malgrado, dal fumetto portandomi verso la pittura murale e in particolar modo l’affresco e, di conseguenza, il lavoro su grandi superfici, il trompe l’oeil , in alcuni casi anche interventi importanti come la ricostruzione della rocca di Montalfeo o le pale d’altare, tutta un’esperienza che pur continuando mi ha portato in uno strano percorso a rispondere ora all’invito di Andrea e a tornare con sommo piacere al mondo delle storie disegnate. Pensandoci ora, in fondo i grandi cicli di affresco del passato sono solidi avi di quello che stiamo facendo noi ora

CUS: Come si imposta la colorazione di una tavola? Quanto tempo ci impieghi e che tipo di influenza ha il disegnatore nelle tue scelte?

AB: La tavola viene affrontata come un opera d’insieme, come un unico quadro, in fondo tutto il lavoro è un unico quadro. Si decidono infatti le atmosfere consone al racconto, i colori devono essere un calcolato mix tra i colori dei luoghi reali dove si svolge l’azione (il Sahara non ha le luci dell’Islanda) e i colori che sottolineano la drammaticità della trama. La scelta dovrà permeare tutte le tavole con le dovute digressioni e disarmonie calcolate. Il lavoro su una tavola dura una decina di ore. Parlando con Andrea abbiamo spesso sottolineato come in fondo di queste tavole, come in un film, lui sia il regista e io il direttore della fotografia. Credo che nessun paragone sia più vicino al vero.

CUS: Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?

AB: Sono gli strumenti più antichi del mestiere del pittore: pennelli, tavolozza, olio di lino cotto e acqua ragia.

CUS: Grazie Angelo! Sei stato molto gentile … Andrea, consideri conclusa la tua esperienza nel campo del fumetto popolare italiano?

“RED”: assolutamente no!

CUS: Ma scommetto che tu non possa rivelarci nulla, vero?

RED: l’hai detto! Se dico tutto poi non mi intervisti più!! :-P

CUS: Vabbè! Allora mi fermo qui: vuoi aggiungere qualcosa?

RED: Vorrei solo rivolgermi ai giovani autori che vanno in giro a mostrare il loro book ... beh ragazzi, non mollate, so che a volte è VERAMENTE dura, ma se ci credete ... prima o poi ... un in bocca al lupo a tutti ... ah! Dimenticavo: se non comprate il mio volume di BREAK-POINT vi cresceranno i peli sul palmo delle mani!:-)))) ..non mollate! Grazie Stefano e a tutti voi per il vostro tempo


Stefano Perullo
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