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Un giudizio sui primi albi All-New, All-Different Marvel - Parte 2

Dopo avervi recensito le prime cinque uscite dell''All-New, All-Different Marvel Universe, ora tocca a 6 nuovi albi: The New Avengers #1 di Al Ewing e Gerardo Sandoval, The Uncanny Avengers #1 di Gerry Duggan e Ryan Stegman, Guardians of the Galaxy #1 di Brian Michael Bendis e Valerio Schiti, Spider-Man 2099 #1 di Peter David e Will Sliney, Sam Wilson Captain America #1 di Nick Spencer e Daniel Acuña e Radioactive Spider-Gwen #1 di Jason Latour e Robbi Rodriguez. Trovate tutte le considerazioni del caso qui di seguito. Questa settimana escono particolarmente promossi i Guardiani e Spider-Gwen che si mantiene solida come prima di Secret Wars.

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The New Avengers #1

Al team creativo Al Ewing e Gerardo Sandoval è stato affidato il compito di riformare i New Avengers, uno dei molti gruppi paralleli alla squadra principale dei Vendicatori creatasi ai tempi di Avengers Disassembled, e nata dalla penna di Brian Michael Bendis e David Finch. In "In At The Deep End", la storia presentata in questo numero uno, la nuova formazione composta da Wiccan, Squirrel Girl, White Tiger, Power Man, Songbird, Squirrel Girl e Hulkling, rappresentante la A.I.M. Avengers Idea Mechanics deve vedersela con persone la cui testa è stata trasformata in un cristallo dal malvagio villain Maker, ossia il Reed Richards malvagio alternativo. A capo dell'intera nuova organizzazione troviamo Roberto Da Costa, Sunspot, mutante multi miliardario che dirige le operazioni dall'Avengers Island, cosa che non va proprio a genio allo S.H.I.E.L.D. che infatti invia una talpa nella formazione, si tratta di Clint Barton, Hawkeye.
Ora, la squadra in sé dice poco o niente, almeno in questo primo numero dove non ci sono particolari faville. Risulta leggermente ridicola la scelta di inserire un personaggio come Hawkeye per spiare il gruppo, avvisando il lettore, oltre che Da Costa stesso, sin dalle prime pagine. Inoltre non c'è tensione nelle pagine di questo albo, il villain sembra smorto, lontano dalle performance a cui siamo abituati, anche in Secret Wars; il risultato è fin troppo espositivo e poco coinvolgente, soprattutto c'è qualcosa che non va nei disegni di Sandoval, poco entusiasmanti e spettacolari. Al momento ci sono solo alcuni spunti che salvano questa partenza, ma di sicuro si dovrà lavorare molto in futuro per approfondire molto meglio i personaggi e dare un po' di pepe a questa storia finora moscia.

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The Uncanny Avengers #1

Uncanny Avengers, almeno a giudicare dal primo numero, non è fenomenale. Parte un po' sottotono, ma globalmente sforna una trama ricca di spunti (forse troppi) e ben orchestrata, anche se con certe pecche. La storia segue le vicende del nuovo team composto dal vecchio Steve Rogers, da una Rogue indebolita e malata per via del contatto con le Nebbie Terrigene, il redivivo Voodoo, l'inumana Synapse, l'ex Fantastic Four Johnny Storm, Quicksilver, e Deadpool, un nuovo ingresso che scatena subito l'abbandono di Spider-Man e l'odio da parte dei suoi compagni. E su questo ultimo punto è incentrata la gran parte di questo primo numero, facendoci capire immediatamente quali saranno le trame principali che si intrecceranno nel corso della narrazione: la redenzione di Deadpool e alla sua integrazione nel gruppo, la ricerca di una cura per Rogue, la nuova vita di Pietro ora che sa di non essere figlio di Magneto, le problematiche di convivenza tra umani, mutanti e inumani e il rapporto con la stampa (tra l'altro questo ultimo punto è una costante negli Uncanny sin dall'esordio della testata il che non presenta quindi poi sta grande novità, rappresentando l'ennesima variante -stavolta ci sono anche gli Inumani- di un tema già più volte analizzato). E di certo non sono proprio tematiche da niente, anzi, se verranno ben sviluppate da Gerry Duggan e se gli verrà dato il giusto peso, di certo renderanno molto piacevole la lettura di questa serie, che risulterebbe più varia e interessante di molte altre. Ma da questo si deduce una cosa: dove la mettiamo l'ordinaria lotta contro i villain di turno quando c'è già così tanta carne al fuoco? Eh sì, perché non è che ci sia tutta questa tensione, questa azione, questa eccitazione derivante dalla lettura del #1, in quanto il villain, che alla fine scopriamo essere The Shredded Man, non risulta essere una grande minaccia se non dalle intenzioni enunciate programmaticamente nell'ultima tavola. Inoltre i disegni di Ryan Stegman sono troppo spigolosi, troppo uniformanti le figure dei diversi eroi: Rogue risulta muscolosa come Deadpool e Voodoo e al contempo il vecchio Steve risulta essere un culturista, soprattutto nelle scene corali con più personaggi, anche se non mancano tavole molto belle e dinamiche come quella in cui Synapse governa i piccioni o le splash page molto cinematografiche. Tutto sommato quindi, un buon primo numero, ma un po' sotto le aspettative. Vedremo come si evolverà nei prossimi numeri, di certo però resta interessante.

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Guardians of the Galaxy #1

Seconda testata gestita da Brian Micheal Bendis dopo Invincible Iron Man, Guardians of the Galaxy #1 si guadagna subito la sua dose di attenzioni già a cominciare dal cambio di cast, con Kitty Pride al posto di Peter Quill e un nuovo imponente ingresso come Ben Grimm. Insieme a loro troviamo Venom, già presente nelle ultime formazioni, e Rocket Raccoon, il capo, sempre insieme al fidato Groot. Compaiono nel primo albo anche l'ex Star-Lord, ora re di Spartax dopo aver spodestato il padre, e Gamora, ma non vi diciamo dove ne come perché si tratta del colpo di scena più forte degli albi letti finora. Si entra subito nel vivo con una rapina più conseguente fuga dai Chitauri, la razza aliena del MCU introdotta anche nel MU, con una over powered Kitty Pride che da sola disintegra un'intera armata. Forse un po' esagerato, ma di certo un inizio scoppiettante. Bendis continua ciò che aveva iniziato precedentemente sulla testata, e senza troppi preamboli o spiegazioni, salta le presentazioni e si lancia nell'azione, con scambi di battute veloci e di spirito, come tipico della serie. Dal punto di vista artistico, Valerio Schiti realizza delle tavole eccezionali, molto dettagliate e precise, con grande sense of wonder e ampio respiro nei disegni. Molto bella la tavola che scandisce la conversazione unilaterale di Rocket e Kitty che gli permette di far parlare eccellentemente le espressioni, oltre ad alcune splash page e tavole dedicate a singoli personaggi, come l'ultima che anticipa una nuova minaccia, veramente splendide. Richard Isanove poi, si ambienta benissimo con le matite di Schiti e propone una colorazione vivace, densa e molto luminosa. Pienamente promosso.

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Spider-Man 2099 #1

Chi si aspetta di vedere un po' di azione in questo Spider-Man 2099 #1 rimarrà di sicuro molto deluso, perché non ne troverà neanche una goccia. L'intero numero è dedicato a Miguel O'Hara, controparte civile dello Spider-Man del futuro, che ha appeso al chiodo la tuta per dedicarsi alla sua missione principale, ossia impedire che la Alchemax o qualcun altro possa annientare la Nuova York da cui proviene. E quindi Peter David ci fa conoscere meglio la nuova esistenza del personaggio, la sua relazione amorosa con Tempest, il suo contributo alle Parker Industries e anche i suoi momenti di puro divertimento, come la partecipazione allo show televisivo Ninja USA. Ma non preoccupatevi, anche se questo #1 non ci fa scalpitare per i suoi combattimenti, di sicuro ci permette di comprendere meglio la figura di O'Hara e di dargli una svolta con le ultime due tavole dell'albo, in cui di sicuro l'eroe troverà una solida e drammatica motivazione per ricominciare a combattere il crimine "prima della sua epoca" come suggerisce il sottotitolo della serie.
Certo, rimane un po' fiacco come #1, sarebbe stato perfetto come special o come capitolo introduttivo da inserire in The Amazing Spider-Man #1, per fare un esempio, in quanto una volta letto, sì, si è sicuramente invogliati a leggere anche il secondo, ma solo per via delle ultime due pagine su 19 di cui è composto l'albo; non proprio accattivante come esordio, no?
Le tavole di Will Sliney sono sempre ben eseguite, ma trasmettono poco, sono troppo "impostate", molto fisse anche se molto sceniche, decisamente troppo. Colori un troppo sulla stessa paletta cromatica per Frank D'Armata che danno un llok un po' smorto alle tavole, dividendo l'albo in due grossi segmenti: il primo in cui dominano il rosso e il blu, con le loro sfumature, mentre nella seconda parte dominano colori poco vivaci come il grigio, il beige e il marrone.
Insomma, non proprio un inizio eccellente, ma speriamo che il primo arco narrativo prenda presto il via in maniera sfavillante.

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Sam Wilson Captain America #1

Ecco che arriva la nuova testata con protagonista il novello Captain America, anche se ormai è da quando Steve Rogers ha perso il suo siero del supersoldato che il costume a stelle e strisce è passato nelle mani di Saw Wilson, ex-Falcon. Nick Spencer si approccia al personaggio con uno stile narrativo estremamente verboso. Decisamente troppo testo, troppe riflessioni nella mente di Sam, che rendono l'azione frammentata, non fluida, poco entusiasmante e che rallentano notevolmente la fruibilità dell'albo. Se da un punto di vista sicuramente ben si presta ad una testata su Captain America, in questo caso pare eccessiva come scelta. Dal punto di vista della trama però, di sicuro abbiamo una svolta per quanto riguarda il personaggio: ora Cap si è schierato politicamente, non più alle dipendenze dello S.H.I.E.L.D. ma con al fianco la fidata Misty Knight, propone ai cittadini di inviare messaggi vocali, video e post per sottoporre i propri problemi a Sam Wilson, che si incaricherà di aiutarli. Il problema è che, come si poteva facilmente intuire, di vere minacce ne vengono a galla molto ma molto raramente.
Sam comincia a dubitare della reale efficacia del ruolo di Cap così come lo si è sempre inteso, cercando così una maggiore responsabilità, puntando a far emergere le vere problematiche della società attuale, proponendo al lettore le sue idee, per altro anche condivisibili, su razzismo, immigrazione, politica interna e estera, ma tutto questo rimane sulla carta, con righe e righe scritte dall'autore che non ci fanno percepire questi pensieri come veramente appartenenti al personaggio. Al termine del #1 vi troverete un bel coup de théâtre che farà scontrare e incrinare definitivamente i rapporti tra il vecchio Steve e Sam.
Daniel Acuña tutto sommato porta a termine una buona prova, anche se spesso ci si trova di fronte a delle vere e proprie still, immagini estremamente statiche che sommate ai testi prolissi di Spencer rendono davvero poco appassionante la lettura. Inoltre l'artista sfrutta una paletta sostanzialmente quadricromatica con rosso blu bianco e nero che dà un'atmosfera un po' fredda alle tavole. Personalmente non ho gradito troppo neanche la monotematicità espressiva di alcuni personaggi, non tutti per carità, che risulta un po' forzata.

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Radioactive Spider-Gwen #1

Secondo numero #1 annuale per l'eroina nata sulle pagine di Edge of Spider-Verse #2 e che ha subito conquistato i cuori di tutti i lettori americani. E Jason Latour e Robbi Rodriguez riprendono pressoché esattamente da dove si erano interrotti prima di Secret Wars. Gwen deve trovarsi un nuovo lavoro e lo cerca in un negozio di animali, il Dollar Dog, ma proprio il primo giorno arriverà in ritardo, finendo col scoprire che il negozio è stato vittima di un attacco da parte di una gigantesca lucertola. Ritorna l'incubo della morte di Peter Prker, trasformatosi in lucertola dopo un incidente, che riviviamo ancora in una tavola di questo nuovo #1, che alla fine sembra praticamente solo un reset della numerazione senza che Secret Wars abbia apportato grandi cambiamenti. Al termine dell'albo fa ingresso una Captain America di colore oltre che un esercito di altre lucertole umanoidi, sinceramente non un gran colpo di scena come visto in altri nuovi #1 di questo rilancio All-New, All-Different.
Rodriguez come sempre realizza delle tavole molto interessanti, molto morbide, fluenti e cartoonesche sotto certi aspetti. Non riesco davvero a farmi piacere gli occhi sgranati, deformi e caricaturali, oltre che minimali, che caratterizzano i suoi personaggi. L'accoppiata con Rico Renzi mantiene la forza che aveva originariamente sulla precedente serie.

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