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Giornata della memoria: 10 fumetti che raccontano la Shoah

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, dirette verso Berlino, scoprirono il campo di concentramento di Auschwitz e liberarono i pochi superstiti rimasti. Da quel giorno, aprendo i cancelli di quel campo, gli orrori dell'Olocausto sono divenuti tristemente noti in tutto il mondo. Il nazismo venne sconfitto, ma le atrocità commesse non potranno mai essere dimenticate.
Scrittori, giornalisti, attivisti e superstiti tengono viva la memoria di quell'efferato genocidio. Nel corso dei decenni anche gli artisti della Nona Arte hanno affrontato l'argomento attraverso varie opere. Noi di Comicus abbiamo scelto 10 fumetti dedicati alla Shoah contribuendo, nel nostro piccolo, a non dimenticare.

ilcomplotto

Il complotto. La storia segreta dei protocolli dei Savi di Sion
Will Eisner - Einaudi
Prima incursione nel campo del documentario per il creatore di Spirit - fosse pubblicato oggi probabilmente avrebbe come sottotitolo "il primo graphic journalism di Will Eisner" - Il complotto ripercorre le vicende del falso storico dei protocolli di Sion, un documento in cui verrebbe attribuito agli Ebrei un piano su scala mondiale teso alla supremazia della popolazione giudaica. Il documento, fabbricato agli inizi del novecento e smascherato appena vent'anni dopo, era stato prodotto dalla polizia zarista per giustificare le persecuzioni volute dallo Zar Nicola II ed è tuttora utilizzato in Medio Oriente come prova della cospirazione ebraica. L'opera di Eisner, non priva di difetti, ripercorre in maniera puntuale le tappe della creazione del falso, riflette sul senso dell'arte e sulla carriera dello stesso Eisner, per certi versi, diventandone il testamento artistico e una delle rappresentazioni più forti di cosa l'uomo arriva a fare pur di legittimare il proprio odio.

jankarski

Jan Karski. L'uomo che scoprì l'Olocausto
Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso - Rizzoli Lizard
L'opera di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso è dedicata al militare polacco Jan Karski a cui la sua nazione ha dedicato l'anno in corso. Nato nel 1914, Karsi (vero nome Jan Kozielewski) fu un'esponente del principale gruppo polacco di resistenza al nazismo. Più volte catturato dai tedeschi, durante la guerra si mobilitò per far conoscere a tutti le atrocità dei campi di sterminio. Seppur nel '43 incontrò il ministro degli esteri britannico Anthony Eden e il presidente degli Stati Uniti Roosevelt, questi non diedoro credito alla sue parole, probabilmente perché poco interessati ad aiutare il popolo ebraico.

judenhass

Judenhass
Dave Sim - Black Velvet
Risale al 2008 questa riflessione personale sull'Olocausto del fumettista canadese Dave Sim - creatore di Cerebus. Judenhass ("antisemitismo" in tedesco) è lungo appena 56 pagine, eppure, nella sua brevità, riesce a toccare i temi cardine dell'argomento più efficacemente di molti saggi-fiume e lo fa in maniera, secca, dura, dilatando dolorosamente i tempi del racconto (e riuscire a farlo in così poche pagine è un ulteriore merito) e riproducendo con i disegni le immagini di desolazione umana, creando una forma di alienazione, di stacco, quasi Sim si rifiutasse di pensare allo sterminio come a un fatto reale e questo fosse il suo modo di metabolizzarlo. Neil Gaiman lo ha definito "un lavoro incredibile. Doloroso e reale. Non ricordo l'ultimo fumetto che mi fece piangere, ma questo c'è riuscito". Forse uno dei fumetti legati alla tematica della Shoah meno noti, ma che merita di essere recuperato (in Italia è edito dalla Black Velvet).

katz

Katz
Ilan Manouach
Rilettura decostruttivista ai danni di Maus, l'opera dell'artista greco Ilan Manouach del 2012 presenta il lavoro di Art Spiegelman trasformando tutti i personaggi in gatti: ebrei e tedeschi non sono più distinguibili. Le pericolose derive della metafora spiegelmaniana vengono così disinnescate, creandone però di altre, meno artistiche e più economiche: Manouach venne infatti accusato di infrazione di copyright - in maniera molto paradossale, visto che lo stesso Spiegelman ha più volte utilizzato materiali altrui per fomentare i propri fumetti - e fu costretto a bruciare tutte le copie di Katz.

esther

La stella di Eshter
Eric Heuvel, Ruud van der Rol e Lies Shipper - DeAgostini
Ideato e prodotto dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam, La Stella di Esther narra le vicende di un persona non realmente esistita ma in un contesto, purtroppo, reale e drammatico come quello della Shoah. Esther visita dopo molti anni la fattoria in cui si era rifugiata durante la II Guerra Mondiale per sfuggire alla persecuzione nazista. Utilizzando un tratto che vuole omaggiare quello di Hergé, papà di Tintin, Eric Heuvel, Ruud van der Rol e Lies Shippers utilizzano il fumetto come medium didattico per far conoscere ai ragazzi una pagina oscura di Storia che non deve essere dimenticata.

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La storia dei tre Adolf
Osamu Tezuka - J-Pop
Der Führer ist jude
. Inizia così una storia dove Osamu Tezuka crea abilmente un intreccio di vicende che coinvolgono Sohei Toge e gli amici di nome Adolf, riuscendo a inserire la teoria per cui Hitler avrebbe avuto un quarto di sangue ebreo tramite il nonno paterno. Tezuka, papà di Astro Boy, abbandona il tratto caricaturale a favore di un disegno più realistico e di una storia cupa e pessimistica, dove appare chiaro che nessun uomo è immune dall'odio verso il prossimo e dove la stupidità e la violenza, qui simboleggiate dalla tracotanza nazistica, sono connaturate nella natura umana più di quanto lo siano la pace e la solidarietà.

magneto testamento

Magneto: Testamento
Greg Pak e Carmine Di Giandomenico - Panini Comics
L'etichetta Marvel Knights ci ha mostrato diverse occasioni in cui la combinazione tra personaggio, scrittore e disegnatore ha prodotto risultati più grandi della somma delle singole parti. Daredevil: Yellow, Spider-Man: Reign e Silver Surfer: Requiem ne sono degli esempi. E poi c'è Magneto: Testamento, scritta da Greg Pak e disegnata da Carmine Di Giandomenico, in cui vengono raccontate le origini di Max Eisenhardt, l'infanzia e le vicissitudini negli anni del dominio nazionalsocialista che ne hanno formato il carattere. Pak e Di Giandomenico riscrivono la genesi del cattivo Marvel, confermando una volta per tutte la discendenza ebraica del personaggio e mostrando i frutti dell'epopea nazista in grado di creare nient'altro che esseri staziati dalla sofferenza, incapaci persino di considerarsi innocenti di fronti a crimini che non hanno compiuto.

maus

Maus
Art Spiegelman - Einaudi
Vladek Spiegelman, ebreo polacco sopravvissuto ad Auschwitz, viene intervistato dal figlio Art sui ricordi della guerra e della prigionia. Dalla sua memoria emergono le immagini affannate e dolorose del passato: l’incontro con la futura moglie Anja, madre di Art, i tentativi di sfuggire alla morsa dei nazisti, la cattura e l’internamento, la sopravvivenza disperata nel campo di sterminio, fino alla fine del conflitto, la liberazione e la riunione con Anja; al di là del tema trattato e nonostante il taglio profondamente drammatico dei bellissimi disegni, Spiegelman ha il merito di evitare ogni tentazione retorica e pietistica ed affronta il suo racconto con una prosa asciutta, frequentemente interrotta da digressioni, flashback e ritorni al presente e talvolta con toni leggeri ed ironici. Forse la lezione più importante sta nel finale, quando il filo della memoria viene troncato, quando è bene che i registratori e i diari tacciano e che - come mostra la bellissima, straziante vignetta finale con la tomba comune di Vladek ed Anja - il tempo e il silenzio restituiscano i ricordi alla Storia.

noinonadremo

Noi non andremo a vedere Auschwitz
Jérémie Dres - Coconino Press
“Auschwitz: cinque anni di annientamento, di fronte a più di un millennio di vita e storia degli ebrei polacchi. Un trauma ancora così vivo e presente che fa dimenticare tutto il resto. Ma è proprio il resto che sono andato a cercare”.
Jérémie Dres e suo fratello non hanno vissuto direttamente il dramma di Shoah ma decidono di affrontare insieme un viaggio da Parigi per la Polonia sulle tracce della nonna scomparsa. Un viaggio che li porterà a Varsavia e ad ampliare la loro ricerca indagando sulla proprie radici. Quello che ne esce è un'interessante inchiesta sugli ebrei di oggi in Polonia, sulla pesante eredità dell'Olocausto, sulle loro aspirazione e sulle loro contraddizioni.

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Yossel. April 19, 1943
Joe Kubert - Lion Comics
Joe Kubert, uno dei più grandi maestri del fumetto americano, con origini polacche, affronta il tema della Shoah nel 2003 attraverso le vicende di Yossel, giovane deportato dai nazisti insieme a tutta la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. In un racconto crudo l'autore, il cui vero nome è Yossel, mescola auto-biografia e romanzo dipinge sé stesso tra i protagonisti della storia. Yossel ha però un dono, quello del disegno e attraverso i suoi schizzi scopriamo la sua triste storia.

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