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Il nuovo Topolino, fra passato e futuro

Topolino-2902

Il nuovo Topolino è infine giunto in edicola. Comicus ha approfondito l'argomento dalla notizia della restyling, a quella delle storie, passando per i comunicati stampa ufficiali, il report della conferenza tenutasi a Milano e, infine, la news sugli abbonamenti e sul numero gratis.
Il motivo di tanto approfondimento appare ovvio se si conosce un minimo della storia del Topolino italiano. La notizia, oltre che su Comicus, è apparsa sui maggiori quotidiani italiani, nei telegiornali e così via...
Non è tanto la notorietà del marchio Disney (sì, è anche quello) o l'approdo su iPad a rendere questo rilancio importante, quanto la storia del settimanale e la sua importanza nel panorama fumettistico italiano. Per questo, voglio fare un passo indietro per poi arrivare ai fatti di oggi.

Antefatto

Siamo nel 1928. Nei cinema statunitensi esce "Steamboat Willie", primo cartone distribuito dal circuito ufficiale con protagonista Mickey Mouse. È anche il primo cartone animato sonoro, cosa fondamentale per il successo del personaggio e per l'evoluzione delle pellicole animate. Nel giro di un paio di anni, Mickey diventa una vera e propria star di Hollywood, un eroe che incarna l'americano medio (vedere la sua ascesa da "topo di campagna" a "topo di città") nel periodo della recessione economica. Nel 1930 nasce la strip con protagonista Mickey Mouse, realizzata da Walt Disney e Ub Iwerks (e resa celebre dal lavoro di Floyd Gottfredson) che prende spunto da "Plane Crazy", primo vero cartoon di Topolino.
Arriviamo finalmente in Italia, quando nel 1932 la Casa Editrice Nerbini fa uscire in edicola il primo numero di Topolino. Anche se le sue strip erano già apparse in giro, l'avventura italiana di Topolino parte in questo preciso istante per rimanere in edicola fino ad oggi. Il giornale edito da Nerbini ha il formato quotidiano, è quindi diverso dal Topolino di oggi, ma ha ampia diffusione, pubblica contenuti di qualità e impone il personaggio in Italia. Nel 1935 la testata passa a Mondadori, che nel 1949 farà uscire il primo numero di Topolino libretto, nel formato pocket da noi conosciuto. O meglio, non proprio nel formato conosciuto da noi. All'inizio, infatti, Topolino era mensile ed era spillato, chi ha acquistato Gli anni d'oro di Topolino (collana recentemente uscita in allegato ai quotidiani RCS) ha potuto ammirare la ristampa dei primi numeri della testata. Solo dopo, con il numero 605, è arrivata la classica brossura gialla che conosciamo (il primo numero brossurato in assoluto è stato il 75). Negli anni '50 la strip americana iniziò a pubblicare esclusivamente gag autoconclusive, così Mondadori ampliò in maniera decisa il parco sceneggiatori e disegnatori, dando il là a quella che sarebbe diventata la scuola Disney italiana riconosciuta il tutto il mondo. L'Italia è il paese in cui vengono prodotte la maggior parte di storie Disney al mondo.
Intanto, il mensile diventa quindicinale (dal numero 40) e poi settimanale (dal 236). Nel 1988 passa da Mondadori a Disney Italia, che tutt'oggi pubblica la testata. Nei decenni, Topolino è stato letto da milioni di lettori, di generazione in generazione, contribuendo alla nascita della passione per questa forma d'arte di tantissimi lettori. Purtroppo, con il passare del tempo, il settimanale ha perso lettori. Dalla fine degli anni '90 ad oggi il calo è stato notevole. Ma fermiamoci qui.

La Gestione De Poli

Nel corso dei suoi 62 anni di vita editoriale, Topolino libretto ha avuto 6 direttori, da Mario Gentilini a Valentina De Poli. Ognuno ha dato il suo contributo (positivo o negativo che sia) alla testata. Negli anni '90, sotto la gestione Gaudenzio Capelli, Topolino aveva battuto il record di tiratura, oltre un milione di copie, grazie anche alla diffusione dei gadget, sopratutto del celebre Topowalkie che, in pratica, ha spinto molti lettori a compare due copie del settimanale per avere una coppia di walkie talkie con cui giocare. Strano, tra l'altro, che un'operazione del genere non si sia più ripetuta. Ma andiamo avanti. Addirittura, in quel periodo, Topolino poteva sfoggiare spesso una foliazione superiore rispetto al solito. Purtroppo con le successive gestioni editoriale, il numero di lettori è diminuito sempre più, portando il settimanali ben lontano dai fasti di appena pochi anni prima.
Siamo così nel 2007, l'anno in cui Valentina De Poli diventa direttore di Topolino. Un direttore che viene dall'interno, già a capo delle Witch, il cui compito è quello di portare numeri alla testata e ridarle forma.
Così, qualche mese dopo il suo insediamento, con il numero 2717 Topolino effettua un nuovo restyling ed assume la fisionomia voluta dal nuovo direttore. In primis, il ritorno delle rubriche, non più scollegate dal resto del giornale ma ben implementate in esso. In particolare, con l'utilizzo delle tre linee metropolitane, il giornalino vantava una sua fisionomia ben precisa. E, ovviamente, sono le storie a farla da protagonista. Senza dubbio, la qualità media di queste ultime si è dimostrata decisamente buona, ma già l'ultimo periodo della gestione Claretta Muci aveva fatto intravedere ottimi risultati. Proseguono le saghe, affiancate alle storie normali, e trovano spazio molti autori interessanti. Due note da fare: la riduzione delle pagine a 164 e la gestione di Topolino personaggio.
Volendo lavorare sul personaggio di Topolino, lo si allontana da quella visione data da Floyd Gottfredson e Romano Scarpa, che aveva trovato il suo degno erede in Casty, per dotarlo di un nuovo contesto e di una nuova vita: "Topolinia 20802". Purtroppo, una dimensione non riuscita, con personaggi di indubbia simpatia, fanno più danno che altro (facendo addirittura invecchiare il personaggio con un vestito gessato) e si fa marcia indietro. Non a caso, negli ultimi numeri, si è rivisto in maniera abbastanza decisa il Topolino di Casty, con la speranza che la strada indicata dall'autore sia quella giusta per il personaggio.

Il Nuovo restyling

Arriviamo al numero attualmente in edicola, il 2902, che ci presenta un Topolino tutto nuovo.
Partiamo dal dire che la gestione De Poli indubbiamente ha ridato vigore al settimanale e, indipendentemente dai dati di vendita, il suo Topolino funziona bene. Il nuovo restyling è una versione migliorata del Topolino precedente. La grafica, più vicina a quella della rete, ci pare più ordinata e funzionale, oltre che più gradevole. Le rubriche, ormai ridotte all'osso, sono decisamente simpatiche, così come buono è l'articolo di approfondimento sulle biosfere. Purtroppo, rispetto al primo periodo De Poli, in cui si disponeva di più pagine, la parte redazione è davvero minima. Certo, chi compra Topolino lo fa per le storie, ma almeno apprezziamo che, rispetto al passato, gli articoli abbiano maggior senso e più attinenza con il resto del giornalino.
In definitiva, una rinfrescatina alla grafica e, sopratutto, maggiori collegamenti con il sito. Nulla, però, di effettivamente nuovo o che possa rivoluzionare il giornale.
Vengono mantenute le 5 storie a numero. Andiamo a vederle nel dettaglio.

Le Storie

- Cronache dal Pianeta T - Fuori dalla Goccia (Fausto Vitaliano, Claudio Sciarrone);
Prosegue la saga di Topolino e dei suoi amici sul Pianeta T, in fuga dalla loro blogosfera, e in viaggio verso Tanhuac per salvarne il destino dopo che il gran Testone non ha più il potere sul territorio.
Fausto Vitaliano imbastisce una trama ricca e articolata, di sicuro interessante. Si attendo il suo sviluppo per giudicarla una volta a termine. Ottimi, i disegni di Claudio Sciarrone, e ottima la colorazione che però non rende molto per colpa della carta utilizzata.

- Paperinik ed il segreto di Fantomius (Marco Gervasio);
Marco Gervasio continua la sua opera per riportare Paperinik ai vecchi fasti, collegandosi sopratutto con il primo periodo del personaggio. Purtroppo, la storia seppur ben sceneggiata, risulta scontata nello sviluppo e meno brillante delle altre precedenti prove dell'autore.

- Zio Paperone in: l'iPAP è una rivoluzione (Riccardo Nicolai, Stefano Turconi);
Storia che si collega all'evento dell'approdo in digitale della testata. Nonostante il suo intendo promozionale, la storia si rivela molto simpatica e gradevole, grazie anche ai disegni di Stefano Turconi. Acquistando Disney Anni D'Oro, si può vedere come questa storia possa inserirsi in quel filone di "ritratti d'epoca", ovvero storie che fotografano la realtà e particolari avvenimenti. Sarebbe interessante rileggerla fra 10/20 anni.

- Quella volta che... hai fatto benzina (Augusto Macchetto, Alessandro Gottardo);
Storia breve del numero, solo 4 pagine. Senza pretese e, in fondo, simpatica.

- Zio Paperone e l'erede meritevole (Paolo Mottura)
Dopo una botta in testa, Zio Paperone inizia ad elargire grana al suo nipote preferito, salvo "accopparlo" non appena ritorna in sé. Purtroppo, l'idea di base non trova uno sviluppo particolarmente originale. Tutto sommato, si lascia leggere.

Sempre presente, inoltre, "Che aria tira..." di Silvia Ziche. Infine, da segnalare, un "Gulp" in chiusura di Carlo Panaro e Stefano Zanchi e una strip di Enrico Faccini nella pagina delle barzellette.

Un sommario, quindi, che presenta un numero di buone storie, anche se nessuna che si farà ricordare a lungo. Si attendo sviluppi, invece, per "Cronache dal Pianeta T", di certo la lettura più interessante.

La svolta digitale

Di sicuro, la svolta più importante per questo restyling è l'approdo su iPad del settimanale. Attraverso abbonamenti (da 8, 26, 52 numeri) i lettori potranno leggere la propria rivista preferita sul tablet o attraverso lo schermo del computer. I collegamenti ipertestuali offriranno un navigazione sicura agli utenti che possono esplorare e approfondire i contenuti del settimanale. In questo senso, le rubriche ridotte possono essere considerate "ampliate". Purtroppo, non essendo ancora disponibile sull'App Store, non è possibile al momento approfondire l'argomento. Di certo, possiamo dire che questa svolta è fondamentale per la diffusione della testata e dimostra una notevole attenzione verso le nuove forme di comunicazione. Dunque, non appena disponibile, approfondiremo l'argomento, di sicuro il più importante di questo restyling.
Notevolmente migliorato è anche il sito, che offre numerosi contenuti interattivi e di socializzazione, oltre che di diretto contatto con la redazione. Divertirà, sicuramente, la possibilità di creare un proprio avatar Disney.

Il Gadget

Una piccola nota anche sul gadget. In 4 settimane, si potrà infatti comporre la Makkinaz, utilizzata dai personaggi nella saga "Cronache dal Pianeta T".
È chiaro come i gadget facciano lievitare le vendite, infatti da anni la Disney ha raddoppiato l'evento. Certo, una volta c'erano anche gadget minori allegati quasi ogni settimana, molti dei quali promozionali. Più che altro, è interessante riflettere come si punti oggi sempre al giocattolo puro, mentre una volta si puntava maggiormente su un oggetto di utilizzo più comune, come un orologio, una macchina fotografica, uno zainetto, i walkie talkie, e così via. Insomma, oggetti che potevano interessare sia i bambini che gli adulti. È ovvio che un oggetto come la Makkinaz, a parte i collezionisti, possa interessare solo ai bambini. Puntare anche a un pubblico più eterogeneo per questi gadget sarebbe un'idea da valutare, ad avviso di chi scrive.

Conclusioni

È impossibile pronunciarsi sull'effettiva validità di questo restyling. La De Poli ha dimostrato di saper lavorare molto sui contenuti, cosa fondamentale per la sopravvivenza del Topo. Insomma, puntare solo alla grafica serve a poco. La speranza è che il lavoro sulle storie e sugli autori porti sempre a risultati migliori.
Graficamente, il restyling è funzionale ma non offre grosse novità, considerando che le rubriche sono ridotte all'osso. Si punta molto sull'interattività, ma su carta questo discorso funziona poco. Di sicuro la possibilità di leggere e acquistare il settimanale in digitale è un passo fondamentale che potrà portare a risultati notevoli. Peccato, però, che non si possano acquistare i singoli numeri ma solo pacchetti di abbonamento. Questo potrebbe essere un limite importante per le vendite. Anche se bilanciato, bisogna dirlo, da prezzi molto competitivi e interessanti.
Sulla carta o in digitale, quello che ci auguriamo è di leggere belle storie, è quello che per noi conta alla fin fine.

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