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Animation History #36: L'asinello - Un amico per Natale

Asinello_posterIn Palestina, all'epoca del dominio romano, un povero ragazzo si reca in città per vendere l'asinello a cui è tanto affezionato ma ormai così vecchio e debole da non poter più contribuire al sostentamento della famiglia. Il conciatore è disposto ad acquistare la bestia per ucciderla così da utilizzarne le pelli, ma il ragazzo non può accettare il destino che aspetterebbe il suo amico per cui rifiuta; continua a girare la città sperando di trovare un altro acquirente, ma nessuno è interessato all'asinello che viene addirittura preso in giro da tutti per le sue condizioni malandate. Il ragazzo sta per rassegnarsi a cedere l'animale al conciatore quando un uomo lo avvicina, offrendosi per comprare la bestia e prendersene cura personalmente; l'uomo prende l'asinello e si mette in viaggio con la moglie per far nascere il figlio, mentre una cometa illumina il loro cammino...

Questo mediometraggio della durata di 25 minuti è basato su un libro per bambini scritto da Charles Tazewell; i diritti per la trasposizione furono acquistati da Walt Disney nel 1960, ma lo studio d'animazione aspetta 18 prima di portare a compimento il progetto e proiettarlo prima di una riproposta sul grande schermo di Pinocchio. L'asinello - Un amico per Natale è diretto da Don Bluth, qui alla sua ultima regia prima di dedicarsi a progetti personali al di fuori della Disney, con uno staff di animatori di nuova generazioni arrivati quasi tutti dopo la morte di Walt.
Si tratta della prima e ultima incursione religiosa nella filmografia disneyana, un filone che solitamente (ad eccezione di pochi prodotti ben realizzati tra cui spicca Il Principe d'Egitto) offre opere di qualità mediocre dal punto di vista tecnico, ma che qui anche se trattato solo marginalmente gode comunque degli standard Disney dell'epoca, filtrati da un'atmosfera un po' più oscura propria dello stile di Bluth.
In realtà la trama è fin troppo semplice, e il cast di personaggi di contorno è caratterizato in modo abbastanza superficiale; i due protagonisti riescono però a reggere il peso dell'intero mediometraggio, così come il colpo di scena finale che infonde un senso alla debole vicenda.

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