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Animation History #35: Elliott il drago invisibile

Petes_Dragon_posterTredici anni dopo Mary Poppins e sei anni dopo Pomi d'ottone e manici di scopa, gli studi Disney propongono al loro pubblico un terzo lungometraggio girato in tecnica mista, fondendo attori e personaggi animati. O meglio, un personaggio animato, dato che l'unico elemento di tutto il film non ripreso dal vivo e il drago Elliott, l'animale da compagnia del bambino protagonista della storia; Elliott ha la facoltà di diventare invisibile e nell'idea originaria non compare mai nel film, ma gli animatori Disney insistono perchè possa apparire almeno nel finale della pellicola, ottenendo poi la sua presenza nella pellicola per ben 22 minuti.
La storia proviene da un racconto breve scritto da Seton I. Miller and S.S. Field, i cui diritti sono acquistati dalla Disney negli anni '50 per inserirlo in un episodio di un programma televisivo; il progetto non si concretizza e così una ventina d'anni dopo Elliott il drago invisibile si trasforma in un lungometraggio cinematografico.

Il protagonista è Peter, un bambino orfano sfruttato malamente dai suoi genitori adottivi, una famiglia di selvaggi campagnoli bifolchi; riesce a scappare da loro grazie all'aiuto di Elliott, il suo amico drago che lo accompagna e lo protegge. Una volta liberatisi, Peter ed Elliott arrivano nella cittadina di Passamaquoddy, dove il bambino cerca di ambientarsi anche se la presenza del drago gli crea qualche problema: Elliott infatti è abbastanza goffo ed ingombrante, per cui rischia di fare disastri e far scoprire la sua presenza, mentre in paese alcuni loschi figuri per il proprio tornaconto vogliono mettere le mani su questo drago di cui si vocifera.
Peter farà amicizia con la figlia del guardiano del faro trovando così un'altra persona fidata; quando però il faro si guasta, sarà Elliott a impedire che una nave si schianti sul molo riaccendendo la luce con la sua fiamma, evitando la catastrofe e rivelando così la sua esistenza all'intera comunità che lo vede come un salvatore.

Elliott il drago invisibile è un film mediocre, di certo non può vantare un post nell'olimpo delle migliori pellicole Disney. I personaggi sono abbastanza banali e caratterizzati superficialmente, le interpretazioni non sono memorabili, la trama segue un cammino abbastanza prevedibile e le numerose canzoni sono tutti motivetti abbastanza piacevoli ma che si dimenticano facilmente a pochi minuti dall'ascolto. Il difetto principale è il ritmo della narrazione, dato che gli eventi si susseguono in modo stiracchiato lasciando passare troppo tempo in mezzo ai punti fondamentali della trama, senza inserire nulla di così avvincente da giustificare la lunghezza del film. Da questo punto di vista negli anni si è cercato di rimediare più volte: la durata originaria durante le prime proiezioni sul grande schermo era di 134 minuti, ridotti poi a 121 minuti in una versione successiva, a 105 minuti per l'home video e a 92 minuti per i passaggi televisivi. Insomma, gli stessi artisti Disney si sono resi conto che il film aveva bisogno di essere tagliuzzato in più parti per alleggerire passaggi noiosi.
C'è però un elemento positivo: il drago Elliott. Animato da Don Bluth, la grossa creatura verde attira a sè le simpatie dello spettatore più di quanto possa fare tutto il resto del cast, con un'espressività che riesce a compensare il suo mutismo ed eleva all'interno della pellicola tutte le sue scene in cui compare.
Elliott il drago invisibile è la prima opera cinematografica d'animazione Disney alla quale non ha contribuito nessuno dei Nine Old Man, primo segnale di una nuova era che stava per cominciare. Nonostante il successo non eccezionale, il film è comunque gradevole per gli spettatori più giovani; questo peculiarità può essere uno dei motivi per cui la pellicola gode il primato di essere stata la prima ad essere venduta in videocassetta negli Stati Uniti.

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