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Recensione Winnie The Pooh - Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri

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Sono passati 85 anni da quando lo scrittore A.A. Milne creò il personaggio di Winnie The Pooh basandosi sui giocattoli del figlio e 34 anni dall'uscita nei cinema de Le Avventure di Winnie The Pooh, il primo film dedicato all'orsacchiotto di pezza. Da allora la Disney ha sviluppato la Foresta dei Cento Acri raccontando altre avventure in altri film, serie animate e prodotti multimediali, fornendo a Pooh una celebrità che si riflette nell'incredibile successo che riscuotono i suoi peluche e gadget, attualmente la principale fonte di guadagno nel settore merchandising della società di Topolino.
Si potrebbe pensare quindi a Winnie The Pooh - Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri come un'opera nata per intenti meramente commerciali per mantenere viva l'attenzione sul brand così da continuare a vendere gadget; basta però notare i soggetti coinvolti nel progetto per rendersi conto che così non è, ma si tratta invece del film di Pooh più importante dall'uscita del primo della serie. Se infatti gli altri film erano opere realizzate da studi "minori" fondati proprio per dedicarsi a serie televisive, home video e questo tipo di progetti paralleli, Winnie The Pooh - Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri è stato interamente curato dagli studi principali Walt Disney Animation Studios e in quanto tale può essere considerato un Classico Disney a tutti gli effetti, come Biancaneve e i sette nani, Rapunzel e tutti gli altri film che sono ormai entrati nella storia dell'animazione. A rendere il film più speciale sono gli artisti che se ne sono occupati, un team formato dai migliori animatori attivi alla Disney, confluiti su questo progetto "grazie" alla scarsità di animazione tradizionale prodotta in questi anni: Winnie The Pooh e Christopher Robin sono stati supervisionati da Mark Henn (Ariel, Belle, Jasmine), Tigro da Andreas Deja (Gaston, Jafar, Hercules), Ih-Oh da Randy Haycock (Simba adulto, Pocahontas, Jim Hawkins), Tappo da Eric Goldberg (il Genio, Phil, l'alligatore Louis), Uffa da Dale Baer (Yzma, Alameda Slim, la lucciola Ray), Kanga, Ro e Pimpi da Bruce W. Smith (Kerchak, Pacha, Dr. Facilier).

Inizialmente questa pellicola avrebbe dovuto contenere uno degli episodi contenuti nel primo film di Winnie Pooh (un omaggio simile a quello fatto con L'Apprendista Stregone in Fantasia 2000), ma si preferì optare per un film contenente solo sequenze inedite, adattando alcuni capitoli dei romanzi di Milne che ancora non erano stati trasposti in animazione. Sono tre le vicende presenti, tratte da altrettanti capitoli: Winnie The Pooh è alle prese con qualcosa da importante da fare, Ih-Oh deve trovare una nuova coda che sostituisca quella smarrita, mentre tutta la compagnia del Bosco dei Cento Acri parte per salvare Christopher Robin dal terribile mostro Appresto.
Uno dei più grandi meriti di questo film è quello di conservare la natura episodica che contraddistingueva i primi film di Winnie Pooh, senza però adottare una suddivisione netta che poco si sposa con la struttura cinematografica odierna; le tre trame sono abbastanza riconoscibili durante la visione, ma la loro fusione è stata studiata in modo da non risultare un passaggio forzato da una vicenda all'altra grazie ad alcuni collegamenti intelligenti.
Winnie The Pooh - Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri conserva e perfeziona l'umorismo metanarrativo presente nei primi film: il gruppo di animali protagonisti in alcuni momenti si ricorda di essere all'interno di un libro per bambini, uscendo dalle illustrazioni e interagendo con le lettere del testo, oppure rispondendo al narratore. A questo si aggiungono i numerosi giochi di parole, divertenti ma anche indispensabili per il proseguimento della storia; la comicità della pellicola è qualcosa di particolare e diverso da quanto si vede nella maggior parte delle opere odierne, pervasa da un'ingenuità di fondo e una spontaneità propria dell'universo infantile.
Tutto questo è merito di una caratterizzazione dei personaggi ammirevole, soprattutto perché la loro semplicità potrebbe farli scadere nello stereotipo e nella macchietta banale; invece ogni movimento è incantevole nella sua semplicità, ogni dialogo è così delicato e affascinante da risultare naturale denotando invece un'enorme cura nella stesura della sceneggiatura. In questo piccolo gioiellino di film si percepisce un amore e una cura dei dettagli imputabile forse alle dimensioni ridotte dell'avventura: dagli anni '90 in poi la Disney ci ha abituato a grandi avventure, cast numerosi, musical sontuosi e intrecci complessi, quando invece una storia che sembra meno ambiziosa ha forse permesso di concentrarsi sul vero nucleo del film. Un cast di una decina di personaggi (compreso il palloncino rosso), una varietà di location ridotta, un montaggio dal ritmo pacato che non ha alcun timore a soffermarsi sulle singole inquadrature: sono queste "limitazioni" che permettono ai personaggi di risplendere in tutta la loro bellezza, con relazioni intessute con rara finezza.
Lo stesso dicasi per le animazioni: ogni gesto, ogni espressione è una gioia per gli occhi, lasciando trasparire il comprensibile (in questo periodo) desiderio degli artisti di dimostrare le potenzialità dell'animazione tradizionale. Rispetto al design della loro prima apparizione tutti i personaggi sono stati qui ripuliti per adattarsi all'estetica moderna, anche se Tigro è stato tratteggiato volutamente con qualche linea di troppo fuori dai bordi per restituire la sensazione della tecnica xerox. Ad incorniciare il tutto ci sono i meravigliosi fondali, meravigliosa elaborazione delle illustrazioni di libri per bambini, e una colonna sonora con le sciocche filastrocche di Winnie Pooh e compagni accompagnate da melodie delicate.

Dopo tutte queste lodi sperticate, Winnie The Pooh - Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri potrebbe sembrare il film d'animazione definitivo. Beh, forse non è così, anche se si tratta senza dubbio del miglior prodotto animato sull'orsetto di Milne. Non si tratta però di un film per grandi platee, come lo era ad esempio Rapunzel, la cui qualità si è tradotta in un meritato successo di pubblico; da sempre la Disney ha lottato per dimostrare che i cartoni animati non sono un prodotto per bambini, riuscendo a sdoganare l'animazione anche tra gli adulti.
Beh, questo film invece è un film per bambini.
Non cercate nessuna accezione negativa in questa frase perché non c'è: è un gran bel film per bambini. Il target a cui si rivolge ha un'età più bassa di quella delle ultime produzioni Disney, per cui molti adolescenti o trentenni che pochi mesi fa erano rimasti incantati dalle avventure di Rapunzel potrebbero rimanere spiazzati uscendo dal cinema. Sicuramente gli appassionati di animazione troveranno un ottimo prodotto, i genitori che accompagnano i propri figli non si annoieranno... ma gli altri spettatori? Vale la pena recarsi al cinema per guardare questo film sul grande schermo?
Dipende.
Se, nonostante abbiate superato da diversi anni l'età delle ginocchia sbucciate, sorridete ancora quando scoprite un libro per bambini ben scritto e ogni tanto vi concedete qualche lettura pensata per un bambino di 10 anni ma ancora in grado di accendervi il cuore, beh, questo film è fatto per voi. La distribuzione italiana è limitata e non rende giustizia alla qualità dell'opera, ma anche se il film fosse stato presente in più copie difficilmente qualcosa di così "poco cool" avrebbe potuto incontrare l'apprezzamento delle grandi masse.
Forse il cinema, "la macchina dei sogni", nel suo secolo di vita ha reso i sogni sempre più elaborati; ormai i giochi da bambini sono una sorta di peccato originale che si lava col tempo, per dedicarsi a sogni più dignitosi fatti di serial killer, giochi tra le lenzuola e inseguimenti in macchina. Fortunatamente ogni tanto arriva un orsetto sciocco, o chi per lui, a ricordarci quanto magica può essere la semplicità.

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