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Animation History #24: Noah's Ark

Noah's Ark

La produzione Disney di mediometraggi proseguiva all'interno degli studi d'animazione un percorso di ricerca e sperimentazione su artisti e stili che sarebbero poi potuti essere riutilizzati nei lungometraggi. Mai però i mediometraggi disneyani erano stati una palestra per una nuova tecnica d'animazione, almeno fino alla fine degli anni '50: è infatti il 1959 quando esce Noah's Ark, tentativo di realizzare un'opera compiuta attraverso la stop-motion, fino ad allora utilizzata dalla Disney solo per brevi scene o per alcuni elementi presenti sullo schermo.

La vicenda è il celebre racconto biblico dell'arca di Noè, già sfruttato dalla Disney in una Silly Simphony del 1933 e successivamente riutilizzato all'interno di Fantasia 2000: Noè viene scelto da Dio per costruire un'arca, seleziona le coppie di animali da portare a bordo e affronta il diluvio universale assieme ai suoi figli. In questa versione gli umani e gli animali hanno una caratterizzazione piuttosto anonima, alla quale tentano di rimediare alcune canzoni che accompagnano i diversi passaggi della trama senza però riuscirci; non ci sono elementi che rimangano impressi a fine visione, se non la tecnica in sé.
La scelta più interessanti è infatti quella di realizzare i modelli dei personaggi in stop-motion con materiale di facile reperibilità su una scrivania: vediamo quindi creature composte da matite, graffette e strisce di carta, in una carrellata di oggetti quotidiani che prendono vita per dare forma a bestie di ogni tipo.
La qualità delle animazioni non è eccelsa, con movimenti dei personaggi dotati di una fluidità nemmeno paragonabile alla controparte disegnata; è forse da ricercare in questo, una relativa immaturità tecnica, il motivo principale per cui Disney deciderà di non continuare il lavoro sulla stop-motion. Sarà necessario attendere una ventina d'anni e Tim Burton per riaprire la pratica. Nel frattempo però si può considerare Noah's Ark come un precursore di "un'altra Disney" che verrà, oltre ad essere un unicum per l'epoca di una tecnica d'animazione sfruttata da diversi studi minori.

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