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Animation History #11: I racconti dello Zio Tom

Walt Disney desiderava da molto tempo portare sullo schermo "I racconti di zio Remo" ("Uncle Remus Stories" in lingua originale, ma nel film italiano lo zio sarà ribattezzato Tom) che avevano accompagnato la sua infanzia, scritti dallo scrittore americano Joel Chandler Harris vissuto a stretto contatto con gli schiavi afroamericani. I primi contatti con i familiari di Harris per acquisire i diritti risalgono al 1939, ma trascorsero diversi anni prima che il progetto entrasse in produzione; Disney infatti era convinto che il vecchio uomo di colore e i bambini che ascoltano incantati le sue storie dovessero essere interpretati da attori reali, ma la tecnologia dell'epoca non consentiva di fondere efficacemente riprese dal vivo e personaggi animati oltre ad essere troppo costosa. Gli esperimenti effettuati negli anni successivi, specialmente ne I Tre Caballeros, dimostrarono che era giunto il momento per intraprendere il progetto più ambizioso intrapreso dagli studios Disney, sia dal punto di vista tecnico che per la storia; Walt infatti stava iniziando a stancarsi dei film a episodi, per cui decise che I racconti dello zio Tom non si sarebbe limitato a presentare una serie di brevi storielle animate che avessero per protagonisti Fratel Coniglietto e i suoi compagni, ma sarebbe stato un lungometraggio dotato di un filo conduttore in grado di sviluppare una trama di ampio respiro che facesse da collante tra un racconto e l'altro.

La fase di scrittura e pianificazione del film fu più lunga del previsto, con sceneggiatori e registi che si cimentavano per la prima volta con una pellicola che sarebbe poi dovuta essere ripresa dal vivo; Disney fu costretto a contattare alcune figure che avevano già lavorato in film live-action per affiancare i suoi uomini, con continui cambiamenti e riscritture ai quali veniva sottoposto il film. Molti di questi suscitarono il malcontento nei familiari di Harris che speravano fosse mantenuto un elevato livello di fedeltà al testo originale; il dispiacere maggiore fu quando fu deciso per la pellicola il titolo Song of the South che non ha alcun riferimento diretto a Uncle Remus.
Ad affliggere pesantemente la lavorazione del film fu anche l'opinione pubblica: quando si venne a sapere che Disney stava per girare un film ispirato a "Uncle Remus Stories", le associazioni anti-razziali si scagliarono pesantemente contro il progetto ancor prima di vederlo, ritenendo sbagliato a priori il voler ritrarre un personaggio afroamericano servile che accetta serenamente la sua condizione. Disney convocò addirittura Maurice Rapf, uno sceneggiatore appartenente alle fila di coloro che ritenevano sbagliato girare un film tratto dai libri di Harris, ma cambiò la sua opinione una volta scoperto che sarebbe stato un film in gran parte live-action (cosa straordinaria all'epoca per i Disney Studios) e che avrebbe potuto effettuare diversi cambiamenti.
Ma anche il suo coinvolgimento non bastò a frenare le polemiche.

L'attore protagonista, James Baskett, fu scelto da Walt Disney in persona, che lo notò ad un casting per doppiatore di un ruolo minore e apprezzandone il talento decise di affidargli la parte dello zio Tom, oltre a fargli doppiare Comare Volpe; Disney si congratulò più volte pubblicamente con Baskett per la sua interpretazione e per aver praticamente creato da solo la caratterizzazione del suo personaggio, portandolo all'attenzione dell'Academy che gli conferì un Oscar Speciale, il primo Oscar assegnato a un attore maschile afroamericano. Nel cast, nei panni della governante, figura anche Hattie McDaniel, la prima donna afroamericana a vincere un Oscar grazie alla sua interpretazione di Mamy in "Via col vento".
In questo film esordiscono i due bambini Bobby Driscoll e Luana Pattern, i due primi attori ad essere messi sotto contratto dagli studios Disney. Le giovani star ricompariranno assieme ne Lo scrigno delle sette perle e in Tanto caro al mio cuore, ma ognuno di loro avrà anche apparizioni "in solitaria" all'interno di altri film Disney: rivedremo Luana in Bongo e i tre avventurieri, mentre Bobby sarà il protagonista de "L'isola del tesoro" (il primo film interamente live-action prodotto dalla Disney) e del film animato Peter Pan, dove presterà la propria voce all'eterno fanciullo oltre a essere la principale ispirazione per il disegno del suo volto.

La vicenda inizia quando il giovane Johnny parte per una vacanza nella piantagione di proprietà di sua nonna accompagnato dalla madre, mentre il padre giornalista preferisce restare in città per continuare il suo lavoro da attivista; questo fatto scontenta alquanto il bambino, che comincerà la sua vacanza piuttosto contrariato. Johnny riuscirà però a trovare una fonte di svago grazie all'incontro con lo zio Tom, un vecchio schiavo della piantagione che lo intratterrà con una serie di racconti in grado di fornirgli anche importanti lezioni utili nella vita quotidiana.
Sono questi racconti ad essere realizzati in animazione, sottoforma di tre cortometraggi: in ognuno di essi Fratel Coniglietto grazie alla sua furbizia riesce a sfuggire dalle grinfie della famelica Comare Volpe e del tontolone Compare Orso che cercano di catturarlo per procurarsi un delizioso bocconcino. I tre personaggi sono un'ottima squadra, perfettamente complementare sia visivamente che per i loro caratteri, capace di instaurare relazioni e meccanismi molto efficaci per la formula del cortometraggio; in ogni corto i predatori tentano di catturare la preda con una differente strategia, struttura che ricorda i cartoni Warner, ma qui è presente un calore e una caratterizzazione facilmente riconducibile alla tradizione Disney. Il rapporto fra i tre personaggi risulta addirittura migliore del solito grazie a uno stratagemma utilizzato durante la realizzazione: fino a quel momento ogni animatore Disney si era concentrato su un personaggio, mentre per i segmenti animati de "I racconti dello zio Tom" la produzione ha preferito affidare ad ogni animatore una singola scena, così da far interagire al meglio i personaggi che vi comparivano occupandosene in completa autonomia.
Ad ogni corto animato è correlata una canzone gradevole, tra le quali spicca l'orecchiabile tormentone "Zip-a-Dee-Doo-Dah", una delle canzoni Disney più amate dell'epoca e la seconda (dopo "When You Wish Upon a Star" di Pinocchio) a vincere l'Oscar.

I racconti dello zio Tom ebbe un modesto successo, con pubblico e critica soddisfatti dal film principalmente per le canzoni e l'innovazione tecnica evidente nelle scene a tecnica mista; furono questi due gli aspetti sui quali la promozione del film si era concentrata prima dell'uscita nelle sale, cercando di sviare l'attenzione dal contesto e dalle tematiche che avevano attirato proteste antirazziali. Gli stereotipi con cui vengono rappresentati gli afroamericani erano infatti al centro di numerose controversie, anche se in realtà da questo punto di vista non ci sono molte differenze con "Via col vento" o altre pellicole che raffigurano l'America durante la Guerra di Secessione; evidentemente le associazioni e i critici vollero scagliarsi contro un film rivolto a un pubblico più giovane che aveva più possibilità di influenzare i propri spettatori. L'esperienza deve aver segnato la Disney, che in futuro fu molto più cauta nell'affrontare temi scottanti o che potessero scontentare l'opinione pubblica; addirittura, in un eccesso di politically correct, I racconti dello zio Tom è stato in un certo senso rinnegato dalla stessa Disney che tenta in ogni modo di evitarne la distribuzione.
Infatti negli USA non è mai uscito in home video e non esiste alcuna edizione in DVD del film, ma solo qualche edizione in VHS pubblicata al di fuori dagli Stati Uniti (compresa una versione italiana di un bel po' di anni fa); è un peccato che gli archivi Disney si oppongano alla diffusione di questa importante opera animata presso le famiglie, anche se viene fornita liberamente agli studiosi d'animazione che volessero visionarla.

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