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Animation History #8: Victory through air power

Quando gli Stati Uniti fecero il loro ingresso nella II Guerra Mondiale, il governo americano spinse Hollywood a non realizzare unicamente opere che risollevassero il morale delle truppe, ma anche film di propaganda: Walt Disney era attratto dal libro "Victory Through Air Power" dello scrittore Alexander P. de Severky e ne acquistò i diritti per farne un adattamento animato. Il film è nato con l'intento di presentare al pubblico e agli ufficiali americani le strategie suggerite da Severky; Disney credeva così tanto in queste teorie che finanziò di tasca sua il prodotto (con un budget simile a quello di Biancaneve e i sette nani) e fece in modo che uscisse il più rapidamente possibile nelle sale, per la "fretta" di trasmettere il messaggio a più persone possibili.
In quel periodo il pubblico americano si stava abituando a vedere cortometraggi ad ambientazione bellica: ad esempio Pluto si era trovato in mezzo a un campo militare, mentre Paperino si arruolò nell'esercito diventando protagonista di una serie di corti in guerra culminati nell'incontro col Fuhrer. Questo lungometraggio abbandonava però ogni velleità narrativa, raccontando con toni documentaristici l'importanza che l'aviazione avrebbe potuto rivestire in guerra, con la partecipazione dello stesso Severky che in alcuni frammenti con riprese dal vivo si rivolge agli spettatori in veste di narratore.

La struttura di Victory Through Air Power permette di analizzarlo suddividendolo in tre parti ben distinte.
La prima parte è caratterizzata da grafica e toni cartooneschi, con i quali vengono ripercorsi le origini del volo a partire dai fratelli Wright fino ai primi utilizzi dell'aeroplano a scopi bellici, con esiti piuttosto goffi rappresentati in modo divertente. Si tratta di un esordio più vicino agli standard disneyani, forse per traghettare il pubblico gradualmente verso un tipo d'animazione decisamente più atipico.
La seconda parte fa il punto della situazione sulla II Guerra Mondiale, spiegando la successione degli eventi attraverso chiari schemi e mappe animate, oltre a fornire una ricostruzione estremamente dettagliata di alcune fasi salienti, come l'attacco a Pearl Harbour. Viene qui abbandonata ogni traccia d'umorismo, in favore di un approccio realistico più adatto a rappresentare la distruzione bellica; è interessante osservare come l'atmosfera si allontana dal racconto romanzato in favore di una cronaca più fredda, evitando accuratamente di presentare sul pubblico dei personaggi dato che tutti gli umani sono visibili solamente dalle loro silhouette.
La terza e ultima parte è quella rivolta al futuro, dove sono esposte le teorie e i possibili utilizzi dell'aeronautica per dare vita a una strategia bellica; anche qui non ci sono virtuosismi estetici ma ogni scena è semplice e funzionale alla spiegazione, in una sorta di libro animato che riesce ad esprimere i concetti in modo chiaro al suo fruitore.
La sequenza finale della pellicola racchiude in una sola immagine molto evocativa l'augurio di fondo degli autori: un'aquila attacca e riesce a sopraffare una piovra, due animali che rappresentano in metafora rispettivamente l'aviazione americana e la marina giapponese.

Il film fu un fiasco al botteghino, con un bilancio pesantemente negativo rispetto alla cifra investita; i soldi furono però recuperati nel tempo, dato che Victory Through Air Power aprì la strada a una serie di pellicole educative realizzate dalla Disney, con risultati ben più soddisfacenti.
La visione da parte di uno spettatore odierno che si avvicina a quest'opera per la prima volta può suscitare una reazione particolare: abituati infatti come siamo a vedere storie ambientate in tempo di guerra che hanno un messaggio pacifista, è straniante osservare un film che invece incita all'utilizzo delle armi più efficaci per attaccare il nemico.
Victory Through Air Power a causa dei suoi obiettivi propagandistici strettamente legati all'epoca di uscita non è sopravvissuto allo scorrere del tempo e oggi è una delle opere Disney meno conosciute (non è mai nemmeno stata tradotta in italiano).
Nonostante questo, si può affermare senza ombra di dubbio che si tratta del film che più di qualunque altro è riuscito ad influenzare la Storia: sembra infatti che Winston Churchill e Franklin D. Roosevelt lo abbiano visionato più volte rimanendo impressionati dalle teorie esposte, al punto di decidere di adottare una strategia di guerra basata in modo massiccio sull'aviazione, la quale permise agli Stati Uniti di vincere la II Guerra Mondiale.

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