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Gennaro Costanzo

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AVX: VS #2: anteprima

prv12119_covEcco le prime immagini del secondo numero del tie-in di Avengers Vs. X-Men, ovvero AVX: VS. La serie, come noto, ha il compito di approfondire gli scontri visti nella collana principale del nuovo evento Marvel.

Kieron Gillen, Steve McNiven e Salvador Larroca daranno vita alle epiche battaglie fra Colosso e Spider-Man e Gambit contro Capitan America. E anche per questo numero sono previste botte da orbi...

L'uscita dell'albo è prevista per il 16 maggio. Di seguito, le immagini senza testo del numero.

Law: il legal-drama targato Star - Intervista a Caci e Salati

law1cover-fabianoambuLa nuova mini-serie targata Star Comics sembra colmare, nelle intenzioni, una lacuna del fumetto italiano e non solo: infatti Law, di Davide Caci e Giorgio Salati, sarà un legal-drama, genere popolarissimo in TV e in letteratura ma non nei fumetti.
In occasione dell'uscita della serie, che fa il suo esordio in edicola proprio oggi, abbiamo contattato i due autori per saperne di più.

Salve e benvenuti su Comicus.
Ci parlate della nascita del progetto e del suo sviluppo?

Davide: Salve a tutti, e grazie per l'intervista, per cominciare! Il progetto è nato nel(l’ormai) lontano 2008. Giorgio e io avevamo voglia di lavorare insieme su qualche progetto, e, tra varie idee nel cassetto, forte della mia grande passione per il genere legal thriller, gli ho proposto di provare a fare un fumetto ambientato tra aule di tribunale e studi legali, tra indagini e arringhe! Mi sembrava un'idea originale, perché nessuno aveva mai provato a fare nulla di simile, in un fumetto italiano da edicola (se escludiamo il Ronny Ross della serie Play Press, a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, ma lì, anche se il protagonista era un avvocato, il taglio era molto più poliziesco, che non da legal thriller)… Giorgio, pur non essendo un profondo conoscitore del genere, ha subito accolto la sfida con entusiasmo, e ha cominciato a “farsi una cultura”…

Giorgio:
Sì, inizialmente non conoscevo quasi nulla di legal thriller. Avevo come tanti il pregiudizio che si trattasse di roba complicata e noiosissima. Per fortuna invece Davide mi ha fatto conoscere meglio questo genere. Ho letto romanzi, visto film e serie tv, e devo dire che serie come "The Practice" e "The Defenders" mi hanno fatto fortemente rivalutare il genere, che può risultare veramente appassionante, emozionante e perfino divertente. Ho quindi accettato la sfida di Davide e ci siamo messi di buon grado a scrivere la “bibbia” del progetto, ideando i personaggi e abbozzando le linee narrative. Abbiamo poi passato il tutto a Fabiano Ambu che ha ideato graficamente i personaggi. Siamo poi passati a proporre la cosa alla Star Comics, che fortunatamente si è rivelata interessata… ed eccoci qui!

Come nasce la passione per il mondo giuridico-legale o, comunque, per i legal drama?

Davide: A onor del vero, la mia passione è a trecentosessanta gradi per il mondo legale, e nasce… sui banchi di scuola! Ho avuto la fortuna di studiare, al liceo, con un professore di quelli che tutti vorrebbero, coltissimo ma simpatico e alla mano, che mi ha trasmesso molto, in primis l’amore per la materia che insegnava: diritto. A parte questo, sono da sempre grande divoratore di romanzi del genere (da John Grisham a Steve Martini), film e, visto il recente trend nei serial americani, legal drama. Ti confesso che comunque, sebbene la miriade di legal drama (dai “vecchi” "The Practice" o "Boston Legal", ai recentissimi successi come "Damages" o "The Good Wife", fino ai flop imprevisti come "The Firm", sequel del film degli anni Novanta, a sua volta tratto da un libro di Grisham) ci abbia ovviamente influenzati, non riuscirei a citarne uno come ispirazione per Law. Con Giorgio – e per questo aspetto ci è stata utilissima la sua esperienza pregressa come sceneggiatore – abbiamo cercato di formare una nostra estetica, che ci permettesse di caratterizzare molto i personaggi, a partire dal concept. Basandoci su un concetto che abbiamo riassunto col termine law business, abbiamo immaginato i nostri protagonisti come una sorta di gruppo di rock star del mondo della legge. Chiaramente, con delle basi il più verosimili possibile.

I serial TV, a cui comunque il vostro fumetto  fa riferimento, vantano molti legal drama anche molto noti. Come mai la tradizione fumettistica, invece, è così povera a riguardo? Con Law la vostra intenzione è colmare questa lacuna?

Davide:
Come ho detto anche prima, uno dei motivi che ci hanno spinti a scegliere questa direzione era proprio la mancanza di un esempio del genere nel nostro medium. A onor del vero, è capitato, di quando in quando, che dei personaggi a fumetti fossero adiacenti al mondo legale, ma, che ci risulti, un vero e proprio legal thriller ancora non c'era. E di sicuro non c'era nel fumetto italiano da edicola. Ci abbiamo riflettuto (complice anche l'ondata di successo del genere sugli altri media, come giustamente dicevi) e siamo convenuti che una delle possibili ragioni sia la difficoltà di rappresentare scene così “statiche” in un fumetto. In effetti, questo limite è stato al contempo una difficoltà da superare, ma anche un grande sprone, che ci ha concesso di sperimentare a trecentosessanta gradi, con scelte registiche non sempre usuali (talvolta persino ardite)… Ambientare tutto un fumetto in aula, o in uno studio legale, sarebbe una noia assurda, quindi abbiamo cercato di equilibrare il più possibile le scene d'azione, i colpi di scena, e le indagini, mescolando il tutto con dialoghi che abbiamo cercato di rendere brillanti e taglienti. Per rispondere all'ultima domanda: sarebbe egocentrico pensare che la nostra mini-serie possa colmare una lacuna. Personalmente mi piacerebbe – come lettore, anzitutto – essere l'apripista di una serie di titoli legali, nel mondo del fumetto...

Giorgio: Per quanto mi riguarda, non mi interessa molto riempire delle lacune, quanto piuttosto raccontare una storia che mi interessa. Ciò che mi ha fatto capire che la nostra serie poteva funzionare, è come Davide mi ha descritto il mondo legale americano: simile al mondo dello spettacolo. Gli avvocati sono delle star, il tribunale è il loro palcoscenico e la giuria il loro pubblico. Per questo ho proposto a Davide di concentrarci proprio su questo aspetto per caratterizzare la nostra serie, primo perché è un tema che mi interessa molto, secondo perché non volevo che il nostro fosse soltanto “uno” dei tanti legal thriller che puoi trovare tra letteratura, cinema e TV.

La serie non ha un singolo protagonista ma un intero team, potete presentarci i personaggi principali?

Giorgio:
Questa è un’altra particolarità della nostra serie. Questo tipo di fumetti solitamente ha un singolo protagonista principale, che di solito dà il nome alla testata, mentre nel nostro caso si tratta di un “protagonista collettivo”. I personaggi principali sono gli avvocati dello studio Cussler & Brandise di San Francisco. Gwen Brandise è la socia di maggioranza. Lo “squalo femmina”, come viene definita dal Procuratore. Una donna volitiva, aggressiva, che comanda col pugno di ferro il suo team di indolenti avvocati. Non si fa scrupoli a oltrepassare il limite della legalità per ottenere prove e testimonianze che le possono tornare utili per vincere un processo. Chris Sanders è il “solista”, l’animale da tribunale, quello che sa sempre come rigirare un testimone e come accattivarsi la giuria. Donnie Martini si occupa più della fase investigativa in un caso: ex sbirro, in tribunale si annoia e preferisce il lavoro “sul campo”. Rachel Roth è la novellina, la nuova arrivata. È l’unica ad avere ancora il senso della Giustizia e del valore etico della sua professione. Inoltre ci sono Michelle Miller, la consulente psicologa – utile soprattutto ad analizzare i giurati e capire su quali argomenti far leva durante il processo – e Nat Naik, l’esperto scientifico ed informatico, importante soprattutto in fase investigativa. Infine, ultimo ma non ultimo, il Procuratore Distrettuale John Moore, un uomo anziano e severo, un po’ rigido e con una forte caratura morale, che fungerà da “nemico” dei nostri protagonisti, ma anche un po’ da “grillo parlante”.

Come è suddiviso il vostro lavoro nella serie?

Giorgio:
Normalmente, uno dei due butta giù un primo abbozzo di idea per il soggetto, poi l’altro ci aggiunge un po’ di “ciccia”, strutturandolo maggiormente, e avanti così ci rimbalziamo il soggetto finché non si arriva a una versione condivisa da entrambi. Alla base di tutto ci dev’essere una certa fiducia: io so che Davide conosce più di me in fatto di giurisprudenza, lui sa che io ho più anni di sceneggiatura alle spalle, quindi ci fidiamo delle correzioni che ci facciamo a vicenda. E su tutto, ovviamente, si discute civilmente. Detta così sembra una cosa normale, ma per la maggior parte dei fumettisti è molto difficile riuscire ad avere un rapporto di “reciprocità” di questo tipo. In questo senso abbiamo cercato di portare nel lavoro una mentalità produttiva che si avvicina di più al modo di lavorare in team tipico delle serie televisive, dove non esiste “io”, esiste la storia e basta, e tutto va messo al servizio di essa. Lo stesso processo avviene anche con le sceneggiature che scriviamo a quattro mani: il primo che ha un attimo comincia a scrivere un po’ di tavole, poi le passa all’altro, che apporta note e correzioni e prosegue con la sceneggiatura, e via dicendo. L’importante è che soprattutto i dialoghi abbiano uno stile uniforme, che non si noti troppo che la storia è scritta da due autori.

I singoli episodi sono autoconclusivi oppure ci sarà una continuity che legherà i vari numeri?

Giorgio:
Entrambe le cose. In ogni numero ci sarà un caso di puntata, una “linea verticale” che si concluderà alla fine delle 94 pagine. Ma ci saranno anche delle “linee orizzontali” che riguarderanno le relazioni tra i protagonisti e che evolveranno nel corso della serie, alla fine della quale entrambe le linee finiranno col coincidere… ma non sveliamo troppo! Qualora la mini-serie andasse bene, comunque, abbiamo già idee per una seconda “stagione"!

I casi raccontati sono di vostra invenzione o ispirati a casi reali?

Davide:
I casi sono assolutamente inventati. Sicuramente cerchiamo di trarre ispirazione dalla realtà, quindi leggiamo molti articoli legati a processi (o, semplicemente, crimini) negli States, ma cerchiamo di costruire i casi da zero. Anzi, a onor del vero, di solito nel soggetto prendono forma prima i personaggi, e poi il caso vero e proprio, che viene modellato sulla storia.

Quali sono le tematiche che affronterete nel corso della serie?

Giorgio:
Si andrà dal classico omicidio al terrorismo, allo stupro… Ma non ci fermeremo alla mera proposizione di un processo da vincere. Ogni puntata avrà una seconda lettura più approfondita per chi vuole soffermarsi a ragionarci, un tema che cerchiamo di sviluppare sia tramite la vicenda processuale, che tramite le vicende dei protagonisti.

Davide:
Come in molte serie TV (penso all'esempio più celebre: il "Dottor House"), cerchiamo di dare a ogni episodio un leit motiv, un filo conduttore tematico che leghi le vicende dell'episodio di puntata e quelle dei nostri protagonisti. Per il primo episodio, il titolo è già abbastanza chiaro, penso (Fuori Tempo)…

La scelta di ambientare la serie in America è dovuta, oltre allo scenario, alle caratteristiche più "spettacolari" se vogliamo, del sistema giudiziale americano. Avete mai riflettuto sull'ambientare sulla possibilità di ambientare la serie in Italia?

Davide:
Mhh… Per circa quindici secondi, sì. In generale, personalmente, ho sempre poco apprezzato l'esterofilia a priori. Tuttavia, ci siamo resi conto in poco tempo che un fumetto legal thriller ambientato in Italia sarebbe stato noiosissimo. Senza nulla togliere al nostro mondo legale, è il concetto di base che è differente. Negli Stati Uniti (il cui sistema giuridico è basato sul cosiddetto common law), in quasi tutti i casi di rilevanza penale – in tutti quelli che tratteremo noi – è presente una giuria popolare, e il ruolo del giudice è diverso rispetto all'Italia (e ai sistemi di civil law): lì è un semplice giudice super-partes che deve verificare che il processo si svolga equamente, e stabilire quali prove sono ammissibili e quali no. Tutto il resto è in mano agli avvocati. Molti precedenti, poche norme. Questo tipo di sistema rende abbastanza naturale la spettacolarizzazione (e qui parlo proprio della realtà, ancor prima che della fiction): l'importante, vedremo, è vendere una storia alla giuria.

Parliamo dei disegnatori, da chi è composto il team e in base a quale caratteristica sono stati scelti i disegnatori?

Davide:
Allora, dobbiamo fare un passo indietro. Appena Giorgio e io abbiamo terminato di gettare le basi per la serie (che, all'epoca, aveva come titolo di lavorazione Objection), ci siamo subito trovati di fronte alla questione-disegnatori. Il primo nome che ci è venuto in mente è stato quello di Fabiano Ambu, che, con molto entusiasmo, ha accolto la nostra richiesta, e si è messo a lavorare con noi sul progetto. Di Law è, infatti, copertinista e character designer. Il primo disegnatore a farci una tavola (oltre a Fabiano stesso) è stato Sergio Gerasi. Purtroppo, entrambi (sebbene Fabiano sia rimasto a bordo come autore), non erano più disponibili per disegnare episodi interi quando la serie è entrata in produzione. Ma abbiamo trovato validissimi sostituti: Enza Fontana, nome noto ai lettori Star, ha avuto l'onore/onere del numero 1, ed è riuscita subito a entrare nella mentalità dei personaggi e delle dinamiche della serie. Il numero 2 è stato affidato a Stefano Carloni, che, devo dirlo, è stata la nostra scommessa vinta, per quanto mi riguarda. Stefano è giovanissimo (classe '88), e, rispetto alle prove (in cui già eravamo rimasti colpiti dalla sua disponibilità ed espressività), è migliorato in maniera esponenziale. Il numero 3, poi, è disegnato da Ennio Bufi, mio storico pard, grandissimo disegnatore (e sentiremo spesso parlar di lui, non solamente per Law…)!

Giorgio:
Da segnalare anche la presenza di alcune “guest star” tra i disegnatori, giacché ogni episodio avrà un frontespizio disegnato da un autore affermato. Nel primo numero si trova un’illustrazione di Riccardo Burchielli, non possiamo svelare i successivi perché saranno oggetto di un piccolo concorso!

Oltre a Law, su cosa state lavorando attualmente?

Davide:
Come sceneggiatore, sto lavorando a tre progetti diversi (in Italia e in Francia), di cui ancora però non posso dire nulla, senza contare i vari dossier sempre nei cassetti, in attesa di pubblicazione. Come saggista sto per iniziare a lavorare ad un saggio molto corposo (in uscita nel 2013), a quattro mani con un amico e collega, e a un paio di altri libri. Ho da poco iniziato a lavorare per Panini Comics come editor (lavorando su titoli Marvel e Image, perlopiù) e, ultimo ma non ultimo, quello che rimane il mio lavoro principale (come fatturato, almeno), ovvero l'attività di service editoriale che svolgo con lo Studio Parlapà, che ho avviato insieme ad alcuni colleghi e amici, poco più di un anno fa. Ci sarebbero miriadi di altre vie che vorrei percorrere (e chissà, magari ce la farò?), ma purtroppo il tempo è sempre troppo poco!

Giorgio:
Io lavoro da diversi anni per la Disney, in questo momento sto lavorando a una serie per Topolino in quattro puntate. Intanto sto scrivendo il fumetto a strip Bookbugs, disegnato da Donald Soffritti, per la rivista digitale "PreTesti" di Telecom Italia. Ho recentemente finito di tradurre il sesto volume di Atomic Robo per la ReNoir Comics. E poi varie ed eventuali, ad esempio in tempi recenti ho scritto alcune puntate di cartoni animati (in questo periodo dovrebbe uscire sulla Rai la serie dedicata a Jules Verne a cui ho collaborato). Ho nel cassetto anche molti altri progetti di cui spero di realizzare almeno una parte! Non ci si ferma mai, e – vedo che Davide è d’accordo con me – vorrei avere il tempo necessario per realizzare tutto ciò che ho in mente, ma non basta mai!

Concludiamo ringraziando te, Gennaro, la redazione di Comicus tutta e coloro che stanno leggendo questa intervista, nella speranza che diventino anche lettori di Law!

Il piccolo libro dei Beatles

Chissà se, come affermava John Lennon, i Beatles sono più famosi di Gesù. Di sicuro sono fra le band più importanti della storia della musica, forse la più importante in assoluto vista la portata culturale e sociale che hanno avuto, irreplicabile per qualsiasi altro gruppo.

L'opera di Hervé Bourhis, già autore de Il Piccolo Libro del Rock, non è né un libro né un fumetto, ma una serie di frammenti, fatti, curiosità, recensioni, illustrazioni, che compongono quasi un album di ritagli che parte dai genitori dei singoli Beatles e passa da Lennon che fonda la band, allo scoppio della Beatlesmania, al loro scioglimento fino ai giorni nostri con le loro carriere soliste.
La parte critica analizza ogni singolo e ogni album (con giudizi, per quanto fondati, comunque soggettivi). L'insieme, frammentario, riesce a raccontarci la storia del gruppo e dei singoli Beatles. L'autore ama alla follia i Fab Four, ma non lesina critiche ed è onesto nella sua opera.

Un libro che racconta ogni cosa, o quasi, di Lennon, McCartney, Harrison e Starr e che consigliamo a chi conosce già tutto e a chi vuole scoprire qualcosa in più sui Beatles.

Vendicatori col Corriere: i titoli

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Ieri vi abbiamo parlato della nuova serie di 4 volumi dedicati ai Vendicatori in uscita col "Corriere della Sera". Siamo ora in grado di svelarvi i titoli:

"Avengers - La battaglia degli Dei" di Geoff Johns, Gary Frank e Alan Davis
23 Aprile - €3,99

"Avengers - Ultron Unlimited" di Kurt Busiek e George Perez
30 Aprile - €6,99

"Avengers - Le grandi minacce (selezione delle migliori storie di fine anni '70)" di (tra gli altri) John Byrne
7 Maggio - €6,99

"Avengers - I primi anni (serie di episodi degli anni '60)" di John Buscema
14 Maggio - €6,99

Conclusa la collana, ne proseguirà un'altra (probabilmente simile) dedicata a Spider-Man coprendo così, come per i Vendicatori, l'uscita del film nella sale.  

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