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Peep Hole #1

Il fumetto erotico ha sempre avuto diverse declinazioni e sfumature che differenziano il genere in sottocategorie, a seconda dei riferimenti sessuali più o meno espliciti, delle tematiche, dell’età dei protagonisti, della trama, degli elementi che lo contraddistinguono, per farla breve. Quando ci si approccia poi all’universo del fumetto nipponico, si scopre che queste sfumature diverse, queste “etichette” editoriali, diventano una quantità enorme e soffocante, rendendo vastissimo il panorama da cui attingere ma al contempo creando un grande caos. Una delle distinzioni essenziali che va fatta è quella tra manga ecchi e hentai. Spesso si crede che sia una sottigliezza, ma soprattutto in Giappone è una differenza molto sentita, che impedisce la vendita di determinate opere ad una clientela molto giovane o ne pregiudica addirittura la vendita in determinati negozi, oltre ad una differente applicazione della censura. Gli ero-manga, i fumetti erotici per intenderci, non sono quindi tutti uguali, vigono delle tacite ma alquanto palesi differenze tra le diverse pubblicazioni. Addentrarsi ulteriormente nelle distinzioni, nelle sottili differenze di forma associate ad ogni termine e genere e quant’altro, risulta puro nozionismo fine a sé stesso, in fin dei conti.

Peep 1

Se si considera Peep Hole, il manga erotico di Wakoh Honna che J-Pop pubblica regolarmente nel nostro Paese, si può ascrivere sicuramente al genere ecchi, al genere scolastico, alla commedia, al genere sentimentale e parzialmente anche al genere harem, ma non è considerabile un hentai, termine che spesso si collega ad una perversione sessuale, all’atto carnale sensuale e spinto, tendenzialmente fine a sé stesso, con una trama assente o pretestuosa di contorno. Peep Hole invece una trama ce l’ha, e non è neanche così scontata, così posticcia e banale, adottata solo come sterile cornice per le scene più piccanti. Abbiamo un protagonista principale, Kido Tatsuhiko, che si trasferisce a Tokyo da una cittadina di periferia, per poter studiare illustrazione e pittura nella grande città. Presto farà la conoscenza della sua vicina di casa, una bella ragazza, Emiru Ikuno, un po' bizzarra e sadica, almeno in prima battuta, che lo metterà nei guai sin da subito. A lei si aggiungerà una amica di scuola, che diventerà la sua ragazza nel giro di poco. L’idea divertente e centrale per molte scene chiave dell’opera, è quella dell’esistenza di un foro nella parete comune tra l’appartamento di Kido e Emiru: un foro di cui sarà regolamentato l’uso dai due personaggi, imponendo turni di “peeping”, ossia di voyeurismo legittimo.

Peep 2

Sebbene non lo si possa dedurre così facilmente da queste poche righe, la bellezza di questo manga non risiede unicamente nei disegni estremamente piacevoli del mangaka, ma anche nella caratterizzazione psicologica dei personaggi. Nulla di trascendentale o di narrativamente innovativo, ma la buona resa sentimentale ed emotiva dei principali attori di questa commedia dai risvolti drammatici non può che far piacere e contribuire alla piacevolezza della lettura.

Kido per esempio, è continuamente assillato da paturnie e dubbi morali, dall’indecisione riguardo all’azione, all’iniziativa, dalla contraddizione tra istinto e ragione, tra rabbia, rassegnazione, amore e istinti sessuali. Emiru invece è una ragazza apparentemente scostante, fredda, sadica, manipolatrice, che tuttavia nasconde una grande insicurezza, una volontà di voler farsi notare, farsi ammirare ed amare, soprattutto da Kido, per cui segretamente prova qualcosa. Attenzione perché se il manga può sembrare poco approfondito a livello psicologico inizialmente, con le classiche situazioni da fanservice e la mentalità tipica di un ero-manga, con il procedere della storia, la trama si fa sempre più fitta e la relazione tra i due protagonisti sempre più densa, intrecciata, complessa e matura, senza snaturare però l’intento erotico dell’opera che ha dei canoni a cui sottostare. Ci sono perciò degli spunti interessanti e molto intensi e profondi anche in quest’opera che apparentemente potrebbe non celarne alcuno. Un’ottima sorpresa per chi proseguirà nella lettura.

Peep 3

Passando al lato grafico, i disegni di Wakoh Honna sono estremamente piacevoli, armoniosi, spesso abbondanti, molto morbidi e sensuali, come d’altronde è tipico della tradizione di genere orientale, ma non solo. Le scene di nudo sono censurate a livello di genitali, semplicemente evitando di disegnare le parti incriminate, ma questo non impedisce di comprendere la dinamica degli eventi e non pregiudica la lettura poiché, sebbene sia una parte centrale la dimensione sessuale ed erotica nel manga, non è propriamente quella principale, e questo non è altro che un pregio.

Peep 4

L’edizione J-Pop è molto ben realizzata, con una sovraccoperta che cela la stampa esterna alla brossura del volumetto che è leggermente piccante e darebbe problemi espositivi per la maggior parte dei negozi e delle fumetterie.
Scelta curiosa ed intrigante quella fatta dalla casa editrice nel pubblicare una storia così particolare, ma speriamo possa ripetersi anche in futuro, perché di opere non volgari ma di questo tipo ce ne sono diverse, e fa piacere leggerle, sfatando quei pregiudizi che spesso vengono associati alla letteratura sessualmente esplicita, vista ancora troppo frequentemente come un tabù perverso e osceno.

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