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Robotics 1

"All'apice della nostra civiltà per evitare l'estinzione decidemmo di trasferire le nostre menti in corpi androidi, eterni e indistruttibili. Fu una scelta scellerata. Adesso vaghiamo in una terra inospitale e abbandonata. Siamo ancora vivi, ma a quale prezzo?".
In questo incipit è racchiusa l'essenza stessa del primo numero di Robotics, edito da Shockdom, e realizzato dagli artisti Claudio Iemmola, Francesco Polizzo, Giacomo Pilato e Gaetano Matruglio con la collaborazione di Christian G. Marra che ha illustrato la copertina dell'albo. Come si può evincere dalla parole della presentazione si tratta di un fumetto di fantascienza, ma definirlo tale sarebbe limitativo, in quanto l'opera creata dai quattro fumettisti trascende il genere.

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Sono passati centocinquanta anni da quando l'umanità è scomparsa. Ora la Terra è popolata da alcuni milioni di androidi, eredi di quegli esseri umani che hanno abitato il pianeta a lungo e che alla fine hanno dovuto arrendersi di fronte all'avanzare inarrestabile della morte: una terribile epidemia, il "cancro virale". Ma non tutto è andato perduto grazie al "bridge", un processo biomeccanico che ha consentito di trasferire le menti degli uomini in corpi robotici. Si tratta di un'operazione avveniristica e costosa e solo alcuni hanno potuto accedere a una tecnologia simile. Chi ce l'ha fatta ora vaga per il pianeta con sembianze robotiche.
In questo nuovo mondo vive l'androide Dreamer, colui che fa sognare le macchine, una sorta di figura mitologica ricercata dai suoi simili che vogliono assaporare la vita ancora una volta. Anche se si tratta solo di un sogno, il ricordo di sentimenti ed emozioni per alcuni vale un prezzo altissimo, e così in molti vagano alla sua ricerca mettendo in pericolo la propria infinita vita artificiale.

Nonostante l'uomo si sia sottratto dalla catena alimentare, non essendo più composto da sangue e carne e non cibandosi più di esseri vegetali e umani, la sua nuova esistenza di androide non lo esclude dai pericoli quotidiani e il più grande è rappresentato dall'eredità dell'uomo: vizi e virtù di quest'ultimo si sono riversati nei corpi d'acciaio. Un tiranno, Misprizer, controlla l'energia atomica che alimenta i corpi robotici e schiavizza circa quattro milioni di androidi che vivono nell'unica città rimasta sulla Terra: l'Agglomerato. Altri due milioni di androidi, i più fortunati, vagano per il resto del pianeta cercando di sopravvivere.

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La storia è realizzata a quattro mani da Polizzo e da Iemmola, quest'ultimo autore anche dei disegni. Fin dalle prime pagine risalta subito all'occhio il buon lavoro realizzato dagli autori: un incipit breve e secco, che in poche righe cala il lettore nella vasta ambientazione di Robotics, e testi ben costruiti trovano il giusto equilibrio tra mistero e spiegazione degli eventi. Le tavole sono caratterizzate da una griglia libera in cui si susseguono inquadrature, sia sul soggetto che sull'ambiente, tali da veicolare il messaggio narrativo con naturalezza e fluidità. Iemmola fa un largo uso di campiture nere nel realizzare contrasti di luce e ombra e tratteggia i personaggi con linee marcate e decise. I suoi androidi ricordano i robot degli anni '70 - '80 e grazie agli elementi estetici che li contraddistinguono risaltano per una caratterizzazione unica, frutto molto probabilmente di uno studio dei personaggi approfondito.

Oltre a questa storia ne troviamo un'altra, realizzata da Pilato e Matruglio (cover interna dell'albo), che funge come un approfondimento per capire a come si è passati da un mondo popolato da uomini a uno popolato da androidi. Per la cronaca bisogna segnalare che inizialmente la storia era stata scritta da Rita Porretto e Silvia Mericone e poi riadattata da Iemmola in un unico corpo narrativo.
Le vicende narrate si svolgono nel passato, poco prima che l'umanità incontrasse la propria fine, e attraverso gli occhi dei protagonisti umani viviamo la fase di cambiamento da cui il mondo di Robotics ha preso vita in seguito.
Questa storia è una piccola chicca, per nulla fine a sé stessa, anzi da ritenersi parte integrante della narrazione principale. Vengono svelati retroscena importanti che fanno capire a posteriori alcuni eventi, e anche comportamenti dei personaggi, fondamentali per la completa comprensione delle vicende.
La trama imbastita da Pilato è caratterizzata dall'elemento drammatico. Abile nel giocare con i sentimenti dei personaggi e dei lettori stessi, ci trascina all'interno di una disputa familiare che avrà modo di sorprenderci più volte nel giro di poche tavole. I disegni aumentano questa sensazione di giocare con le emozioni grazie all'abilità nel rappresentare graficamente le espressioni, sia facciali che posturali, dei personaggi umani. Le sue tavole sono contraddistinte da un largo uso di pattern per le ombreggiature, caratteristica già presente nella prima storia anche se in modo minore.

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Robotics, oltre ad essere un fumetto di fantascienza, affronta tematiche filosofiche come il senso della vita e della morte. Nella lettura si ritrovano argomenti tipici della letteratura di Isaac Asimov, così troviamo riflessioni su androidi che possono provare sentimenti, o sul dubbio se sia migliore una piatta immortalità o una vita breve ma ricca di emozioni. È l'eterna ricerca di una via per scampare alla morte a qualsiasi prezzo. Un continuo ossimoro in cui a volte vi è più umanità in una macchina che in un corpo fatto di carne e ossa. Una fantascienza che fa riflettere.

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