Menu

Fumo di China, 250 e oltre: intervista a Loris Cantarelli

Se ormai l'informazione viaggia sul web, c'è chi prosegue la sua corsa su carta senza sosta. Parliamo di Fumo di China, una delle rare riviste di critica fumettistica in Italia, che questo mese ha festeggiato le 250 uscite. Abbiamo intervistato per l'occasione Loris Cantarelli, direttore editoriale di FDC dal 2012, con cui abbiamo fatto il punto della situazione su passato, presente e futuro della rivista, e non solo.

Ciao, Loris. Benvenuto su Comicus.
Ciao e grazie a te! I meno giovani ricorderanno forse che un po’ anni fa (meglio non indagare quanti...) c’era una pagina di Comicus realizzata “ad hoc” su FdC... con tanto di box “La domanda” di Stefano Perullo!

Partiamo dal numero di Fumo di china attualmente in edicola che festeggia le sue 250 uscite. Come avete composto il sommario per questo speciale anniversario?
Be’, non ci è mai piaciuto indulgere nelle autocelebrazioni, quindi abbiamo preferito prendere l’occasione per un leggero restyling per rendere ancora più pulita ed essenziale la presentazione di articoli e rubriche e poi 4 pagine extra con un paio di fumetti di alcuni cari amici: “Super Zeros” di Frédéric Brémaud & Donald Soffritti, un episodio del “Gatto & Strega” di Paolo Cossi... più il clamoroso poster della Valentina di Guido Crepax realizzato da Corrado Roi in procinto di uscire come cover variant per laFeltrinelli del nuovo volume Viva Valentina! curato da Antonio Crepax e Micol Beltramini per Edizioni BD. Il resto è la solita messe di informazioni e approfondimenti che com’è sotto gli occhi di tutti non mancano, cercando di non privilegiare troppo una delle grandi quattro aree mondiali rispetto all’altra: tra Italia, Francia, USA e Giappone ce n’è per tutti i gusti!

In generale, qual è il processo redazionale dietro ai contenuti della rivista? Come selezionate, in pratica, gli argomenti da trattare e il modo di proporli?
Cerchiamo da sempre di stare sempre addosso all’attualità del mercato italiano, senza mancare di rilevare le tendenze europee e internazionali che nel mondo di oggi sono sempre più intrecciate. Avendo una cinquantina di collaboratori che si alternano più o meno assiduamente, si tratta di mediare fra le loro proposte di articoli e approfondimenti con altri argomenti che ci sembra vadano trattati, cercando di offrire un motivo valido a chi ci segue: il riscontro dei lettori è ancora confortante, anche se non è mai scontato e quindi non ci consente mai di riposare sugli allori.

Nel corso degli anni, com’è cambiata la vostra rivista, quali sono invece i punti fermi?
Di strada ne è stata fatta davvero tantissima, dalla preistoria come Bollettino del Club Giovani Amici del Fumetto di Bologna (9 numeri, 1978-80), a fanzine e poi prozine che ha sempre scelto di proseguire la numerazione (19 numeri, 1980-87), poi trimestrale in fumetteria e doppia numerazione con Alessandro Distribuzioni (8 numeri, 1987-89), e poi lo sbarco in edicola con un nuovo n.1... ben prima degli attuali reboot Marvel e DC! Senza contare “Annuario del Fumetto” (21 numeri, 1995-97 e 1999-2016), un “Annuario dell’Animazione” (1997) e il “Manga Giornale” (17 numeri, 1997-2001)... in epoca pre-Internet ha rappresentato un riferimento per tanti di noi, oltre che molto spesso l’unico modo di saperne di più su argomenti trattati da pochi.
C’è anche da dire che, oltre che un modo per restituire la propria smodata passione per il media fumetto, nei decenni è stata per molti una palestra in cui imparare (anche dai propri errori!), non di rado acquisendo competenze sbocciate poi in una vera professione: basta ricordare che già tra i quattro fondatori (insieme ad Andrea Magoni che ha poi seguito altre strade e Franco Spiritelli che, pur continuando il lavoro di insegnante, ancor oggi difficilmente si perde una mostra o una pubblicazione), c’erano anche Mauro Marcheselli e Andrea Plazzi, nomi ben noti a tutti...
I punti fermi che mi sembra non siano mai venuti meno – perfino nei tempi in cui ci si divideva aspramente nelle dicotomie fra fumetto “popolare” e “d’autore”, manga e supereroi o altri estremismi – sono un giornalismo (ahinoi, raramente retribuito) appassionato, in buona fede e indipendente, senza posizioni preconcette e “per partito preso”.

Con gli anni la sopravvivenza in edicola e fumetteria per i fumetti si è fatta sempre più dura, immagino valga forse di più anche per una rivista di critica. Qual è il tuo punto di vista a riguardo?
Come tutti abbiamo subìto un calo, ma – incrociando le dita! – non ancora tale da correre rovinosamente ai ripari. Ovviamente nei contenuti non sono più centrali le notizie ma la loro gerarchia, anche se i lettori ci chiedono di non eliminarle del tutto ma di razionalizzarle, approfondirle e circoscriverle... com’è comprensibile dato il diluvio di informazione a cui tutti siamo quotidianamente sottoposti!

In un’epoca in cui l’informazione e la critica viaggiano veloce sul web, qual è il valore aggiunto di una rivista cartacea come la vostra? E, in generale, come convivete con la rete?
Anche dal nostro punto di vista l’abbondanza di notizie, riferimenti e controlli impensabili a questa velocità solo pochi anni fa per un appassionato è la manna dal cielo, poi però non può non subentrare la consapevolezza che troppa informazione non è molto distante da nessuna informazione... quindi si tratta di scegliere quali argomenti scegliere per cercare di saperne di più e a quali altri dedicare più spazio rispetto a quanto poco altro si vede in giro.
Siamo sbarcati sul web nel 2003 (con il sito www.fumodichina.com che presto sarà finalmente rinnovato e adeguato ai tempi), su Facebook dal 2011 (con aggiornamenti più che quotidiani su http://www.facebook.com/FdChina) e su Twitter dal 2013 (dove all’account http://www.twitter.com/FumodiChina non lesiniamo retweet ad altri senza snobismi), preferendo non disperderci troppo... oltre allo spazio http://ilblogdifumodichina.blogspot.it, dove trovi anche copertine e nozitie, immagini ecc. Ma la realtà è che non c’è competizione, gli argomenti sono sconfinati e c’è spazio per tutti. Quello che lascia interdetti è che un po’ tutti fanno le stesse cose... senza preoccuparsi di differenziarsi, oltretutto spesso traducendo notizie da due-tre siti americani che fra l’altro riguardano film e telefilm più che fumetti. Certo, sappiamo bene che tenere costantemente lo sguardo rivolto a 360 gradi è tutt’altro che facile, però il risultato è che molti siti appaiono interscambiabili...

Come giudichi l’attuale panorama fumettistico rispetto a quello di “250 numeri fa”?
Da un lato bellissimo, perché non c’è mai stata un’offerta così soverchiante, sia per le nostre tasche che per gli spazi nei nostri appartamenti... per fortuna che esistono anche e-book e webcomics! Dall’altra parte, agli exploit dei fumetti in libreria e all’onnipresenza dei loro personaggi al cinema e in tv (anche se quasi sempre limitati al solo genere dei supereroi) si accompagna la crisi forse irreversibile delle edicole... non solo per i fumetti ma proprio come canale distributivo. Dai 42 mila punti vendita in tutt’Italia raggiunti con le liberalizzazioni del decreto Bersani nel 2006 siamo passati alle 27 mila di oggi, e se restringiamo il campo ai soli chioschi tradizionali quindi senza la cosiddetta Grande Distribuzione Organizzata, nello stesso periodo siamo passati da 30 a 18 mila rivendite! È evidente a tutti che gli sforzi di editori come Bonelli e Panini, ma anche Star Comics e Tunué, nonché autori come Leo Ortolani e la coppia Turconi & Radice, siano rivolti a guardare oltre il solito recinto... D’altra parte c’è chi come saldaPress ed Editoriale Cosmo prosegue nel loro percorso inverso: ci sta anche quello, certo è che la struttura generale per reggere a lungo avrà bisogno di qualche intervento strutturale... il dibattito è tuttora aperto, se ne continua a parlare nei nostri editoriali e pagina Facebook, come sempre lo scopriremo solo vivendo!

Puoi anticiparci qualche contenuto del prossimo numero?
Certo: oltre a un dossier crowdfunding con interviste esclusive, sul n.251 di giugno avremo un reportage da Albissola Comics e l’ARFestival, chiacchierate con Frank Cho e appunto Leo Ortolani (che sarà nostro ospite al 20° Riminicomix il 14-17 luglio prossimi), approfondimenti diversi dal solito su Andrea Pazienza e Ronnie del Carmen, oltre che un profilo di Franco Fossati a vent’anni dalla scomparsa e un ricordo dell’appena deceduto Piero Zanotto. Perché senza memoria non si va da nessuna parte...

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS