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Addio a John Romita Sr.

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Una triste notizia per tutti gli appassionati di fumetti: ci ha lasciati a 93 anni John Romita Sr. A darne notizia è stato il figlio John Romita Jr.

John Romita era uno degli ultimi grandi fumettisti della Golden Age dei Comics, colui che ha ridefinito l'Uomo Ragno per più generazioni dopo essere succeduto a Steve Ditko come disegnatore di Amazing Spider-Man, e che è stato direttore artistico della Marvel dal 1973 fino all'inizio degli anni 2000.

Nato a Brooklyn il 24 gennaio 1930, Romita si è diplomato alla School of Industrial Art di Manhattan nel 1947. Iniziò la carriera da fumettista realizzando storie per Famous Funnies per poi passare a realizzare principalmente fumetti rosa, per approdare ai supereroi sulla serie di Daredevil. Il successo arrivò quando sostituì Ditko su Amazing Spider-Man, segnando un cambio di rotta per la testata.

Oltre al suo lavoro come direttore artistico per la Marvel, Romita ha dato vita a numerosi personaggi, fra cui bisogna ricordare The Punisher.

Nel 2002 è stato inserito nella Will Eisner Comic Book Hall of Fame.

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy, recensione

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Fin dal suo esordio, Spider-Man è stato uno degli eroi più amati e seguiti della Marvel divenendo ben presto il portabandiera della casa editrice. Peter Parker era un eroe, ma anche un ragazzo comune e incarnava alla perfezione il concetto di “supereroe con superproblemi”.
In Amazing Fantasy 15 del 1962, albo del suo esordio, un lutto colpisce il giovane: suo zio Ben viene ucciso da un ladro che poco prima, nelle vesti di Spider-Man, aveva lasciato fuggire. Il senso di colpa è tale da motivarlo a diventare un giustiziere.

Da quel momento, la vita di Peter non sarà certo tutta rosa e fiori: non solo i problemi dovuti al suo elter ego in costume ma anche le rinunce che il suo ruolo comporta, così come la fragile salute della Zia May, le bollette da pagare, le ragazze, gli amici e tanto altro ancora rendono le vicende di Amazing Spider-Man un mix di dramma, commedia e azione.
Se i toni si erano leggermente alleggeriti con l’addio di Steve Ditko e l’arrivo di John Romita, una nuova tragedia stava per sconvolgere la vita di Peter.
Nonostante i molti drammi vissuti, la morte non aveva sfiorato più la vita del ragazzo dopo quanto accaduto a zio Ben. Così, dopo 8 anni – nel 1970 -, Stan Lee e Romita decidono di scuotere profondamente la vita del giovane eliminando per sempre il Capitano George Stacy.

Stacy era, in quel momento, un personaggio importante per la serie: padre della sua attuale ragazza Gwen, il capitano era per Peter una figura paterna, contrapposta a quella burbera di J.J. Jameson, che aveva accolto di buon grado il rapporto fra lui e sua figlia. Non solo, Stacy aveva intuito che il ragazzo fosse Spider-Man, pur conservando questa scoperta per sé.

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Nel ciclo di storie che vanno da Amazing Spider-Man 88 a ASM 92, possiamo leggere le vicende relative alla morte del personaggio giunta durante una battaglia fra Spider-Man e il Doctor Octopus. Spider-Man riesce a immobilizzare le braccia metalliche del suo nemico ma, come conseguenza di quest’azione, gli arti artificiali di Dock Ock urtano un camino riversando diverse macerie sulla strada. Il capitano Stacy morirà, travolto dai resti delle macerie, per salvare la vita a un bambino.

L’intento degli autori, coadiuvati alla matite da Gil Kane, che sostituisce Romita in quasi tutti gli albi, era non solo quello di alzare il tasso di drammaticità della serie con un colpo ad effetto, ma anche di imprimere una nuova sterzata alle dinamiche narrative per le trame successive. Spider-Man, infatti, viene additato come responsabile della morte del capitano portando Gwen ad odiare l’eroe in maschera. Un Peter, dunque, già con numerosi sensi di colpa, dovrà anche convivere col il peso dell’odio della sua ragazza. Seguiranno conseguenze che porteranno i due giovani a vivere un periodo di crisi.

Nonostante il tono sia fortemente drammatico, gli autori narrano il tutto senza indugiare troppo con una rappresentazione eccessiva e patetica, smorzando il tutto con molta azione e con un’apparizione – abbastanza superflua – dell’Uomo Ghiaccio.

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Il tono drammatico sarà maggiore, però, nel secondo ciclo del volume che propone Amazing Spider-Man 121 e 122 con la nota morte di Gwen Stacy.
Sono passati tre anni e Lee, Romita e Kane, insieme a Gerry Conway e a Roy Thomas, decidono di compiere qualcosa di impensabile fino a quel momento: uccidere la ragazza del protagonista. Una storia che cambierà per sempre il fumetto americano segnando la fine dell’era dell’innocenza. Un delitto commesso a più mani, con gli autori che per anni si sono rimbalzati la responsabilità, come raccontato in questo vecchio articolo.

La vicenda parte in quarta con un Harry Osborn sofferente a causa dalla sua dipendenza dalla droga. Ma il peggio sta per arrivare, Norman Osborn ricorda di essere Goblin, dopo anni di offuscamento mentale, così cattura Gwen per vendicarsi di Peter e la getta dal George Washington Bridge. La ragazza morirà, probabilmente a causa del contraccolpo ricevuto dalla ragnatela lanciata da Spider-Man stesso per salvarla. Completamente fuori di sé, l’eroe affronterà in seguito Goblin che resterà ucciso dal suo stesso aliante (almeno momentaneamente, il personaggio tornerà dopo oltre 20 anni).

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La storia è un classico e raggiunge non solo una forte carica emotiva, ma anche uno degli apici qualitativi di Amazing Spider-Man.
Sulle motivazioni dell’uccisione di Gwen si è discusso a lungo: probabilmente si voleva una nuova morte ad effetto per mostrare che tutto poteva accadere, ma questo non basta. È probabile che gli autori volessero dare un’ulteriore svolta a Peter Parker e alla serie di Spider-Man, ma che, soprattutto, ritenessero Gwen un personaggio fin troppo perfettino e poco interessante. In particolare, sembra che la ragazza non sia mai particolarmente piaciuta a Romita: nota era, infatti, la sua predilezione per Mary Jane, a cui aveva dato le fattezze. D’altro avviso Lee che, invece, voleva far sposare i due giovani. Fatto sta che l’ultima tavola di Amazing Spider-Man 122 è emblematica in tal senso.
Mary Jane si trova nell’appartamento di Peter che, dopo la lotta con Goblin, arriva a casa affranto. La ragazza cerca di consolare l’amico che la caccia via offendendola profondamente dandole, in sintesi, dalla frivola. Mary Jane, d’altronde, fino a quel momento era stata delineata come una ragazza allegra e spensierata, ma proprio da questa tavola possiamo vedere la sua trasformazione nel personaggio che amiamo. La ragazza, infatti, decide di restare ugualmente accanto a Peter, in una scena che mostra tutta l’umanità di questi personaggi.

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy è sicuramente un must have per chi non ha mai letto questo ciclo classico di storie, o per chi vuole averne un’edizione cartonata degna. Peccato solo per l’assenza di Amazing Spider-Man 123, un epilogo in cui viene mostrato il funerale di Gwen.

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Eroi Marvel in bianco e nero - Stan Lee & John Romita – Spider-Man, recensione

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Panini Comics prosegue la sua collana da libreria Eroi Marvel in Bianco e Nero con un volume dedicato all’Uomo Ragno di John Romita Sr. e Stan Lee. Il target di riferimento di questi tomi sono innanzitutto gli estimatori della produzione artistica della Casa delle Idee, infatti la volontà di pubblicare le tavole in bianco e nero mette in risalto il lavoro degli artisti, in questo caso di Romita Sr., grazie anche a un formato deluxe 18.3X27.7, ma anche il lettore casuale potrà godere di uno spettacolare volume da inserire in libreria.

Il volume raccoglie i 10 episodi di Amazing Spider-Man che partono dal numero 47 dell’aprile del 1966 al 56 del gennaio 1967 e attinge a pieni mani da quella che viene comunemente definita come l’epoca d’oro del personaggio. Nello specifico, gli albi qui raccolti sono particolarmente importanti per l’evoluzione stilistica della serie.
Il personaggio, nato nel 1962, era stato creato da Stan Lee e Steve Ditko. Lee, che tendenzialmente collaborava con Jack Kirby per la creazione dei nuovi eroi Marvel, per Spider-Man scelse l’apporto creativo di Ditko dopo che la versione realizzata dal “RE” non lo soddisfaceva. Spider-Man, infatti, era un eroe diverso dagli altri, non serviva dunque lo stile enfatico ed eroico di Kirby, ma quello più scarno e intimista di Ditko. Quest’ultimo iniettò nel personaggio la sua personalità e la sua visione e ben presto diventò anche il soggettista della serie, con Lee che si limitava a firmare i soli dialoghi. L’Uomo Ragno era un eroe differente, pieno di problemi, di dubbi, schivo e ciò si rifletteva nelle tavole di Ditko, composte da gabbie a 9 vignette fitte di dialoghi, da personaggi con volti spigolosi e inquadrature ad altezza d’uomo. Non è un caso se si ricorda proprio per il suo crescendo, anche visivo, l’episodio #33 intitolato "Capitolo finale", in cui Spider-Man riesce a liberarsi da un pesantissimo macchinario.

L’addio per contrasti creativi con Lee, portò quest'ultimo a prendere in mano la serie e all’ingresso di John Romita alle matite. Quest’ultimo aveva uno stile molto diverso da quello del suo predecessore sulla testata: provenendo dai fumetti romantici degli anni ’50, il suo tratto era molto più morbido e questo portò subito a un “abbellimento” dei personaggi, con lo stesso Peter Parker che ne trasse giovamento. Lee e Romita, per giunta, cambiarono il tono della serie, alleggerendolo parecchio e creando un triangolo amoroso fra Peter, Gwen Stacy e Mary Jane. Tuttavia, in un primo momento - basti guardare la doppia avventura degli albi 39-40 in cui viene svelata l’identità di Goblin -, Romita non si distaccò più di tanto dalla rappresentazione visiva e nel layout di Ditko, nella convinzione che l’artista sarebbe tornato di lì a poco sui suoi passi e avrebbe ripreso in mano la testata. Col passare dei mesi, però, compreso che ormai Ditko non sarebbe più tornato, Romita iniziò ad esprimersi più liberamente e a sentirsi sempre più a proprio agio.

Oltre al tratto più morbido, come prima accennato, Romita si distingueva per uno stile più dinamico, che favoriva le scene d’azione e di lotta, e per una maggiore ariosità della tavola. Oltre all'uso di splash-page, l’artista spesso divideva le proprie tavole in 2, 3 o 4 vignette solamente. Nell’albo 47, il primo del volume, già è possibile vedere il “vero” Romita in azione, ormai svincolatosi dall’ombra di Ditko, ma il vero cambiamento di stile si ebbe con le storie successive.
Con il suo ingresso, dunque, l’Uomo Ragno si allinea anche visivamente alle altre produzioni Marvel, sicuramente finora più spettacolari e dinamiche rispetto al primo Amazing (che, però, aveva le sue peculiarità). Le tavole in bianco e nero ci permettono di godere al massimo del lavoro dell’artista e della sua rivoluzione sulla testata che durerà per anni (Romita curerà la serie e rifinirà le chine anche quando lascerà le matite ad altri artisti).

Riguardo le storie, invece, ci troviamo davanti a quanto di più classico si possa leggere sul personaggio, grazie a una galleria di nemici che varia da Kraven a Octopus, passando per l’Avvoltoio (qui presente in ben 2 versioni) e vedendo l’esordio di Kingpin. Le avventure, pietre miliari per la serie, toccano il loro punto più alto con Amazing Spider-Man #50 in cui possiamo assistere alla celebre scena in cui un affranto Peter Parker getta il suo costume da super-eroe nella spazzatura, prima di tornare sui suoi passi e gettarsi nuovamente in azione.

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Panini Comics: un volume in bianco e nero per lo Spider-Man di Lee & Romita

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Dopo l'esordio di qualche settimana fa con il Capitan America di Jack Kirby, e dopo che è stato annunciato anche il Civil War di Mark Millar e Steve McNiven, Panini Comics ha annunciato sul catalogo Anteprima che il prossimo volume della collana Eroi Marvel in Bianco e Nero sarà dedicato allo Spider-Man di Stan Lee e John Romita Sr.

Il tomo, che contiene fra le altre storie Amazing Spider-Man #50, proporrà le storie dei due autori per la prima volt ain Italia in una versione non a colori per poter ammirare al meglio il tratto di Romita Sr.

Di seguito trovate tutti i dettagli del volume.

MARVEL A319-33

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