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Sony Pictures al lavoro sul film di Gantz

  • Pubblicato in Screen

Deadline riporta in esclusiva che, dopo aver recentemente concluso la produzione di Bullet Train, Sony Pictures adatterà in live-action un'altra nota IP giapponese. Julius Avery (Overlord), infatti, è stato incaricato di dirigere un adattamento di Gantz, basato sull'omonimo manga di Hiroya Oku.

Marc Guggenheim (Arrow) scriverà la sceneggiatura del film con la produzione di Temple Hill. Il progetto, tuttavia, è ancora nella fase iniziale di sviluppo e non c'è ancora alcuna data di inizio produzione.

Pubblicata fra il 2000 e il 2013 su Weekly Young Jump della Shūeisha, l'opera è composta da 383 raccolti in 37 tankōbon. La serie, ambientata in una Tokyo dei giorni nostri, racconta le vicende di Kei Kurono e Masaru Kato, entrambi vittime di un incidente ferroviario e diventati - loro malgrado - parte di un gioco violento e mortale, le cui condizioni sono generate da una misteriosa sfera nera nota come Gantz, in cui dovranno dare la caccia e uccidere alieni armati utilizzando armi e gadget futuristici.

Gantz ha avuto due spin-off manga, un light novel, una serie anime e due film live-action prodotti in Giappone. La serie in Italia è pubblicata da Planet Manga.

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Hiroya Oku è uno dei mangaka più famosi degli ultimi anni, pressoché esclusivamente noto per Gantz, fumetto fantascientifico dalle tinte forti che ha diviso pubblica e critico sia in patria che all’estero; per via del calo di qualità che ha contraddistinto l’opera nella parte centrale, cosa che accade frequentemente quando si prolunga molto un determinato lavoro, ha ricevuto numerose critiche, diffusesi soprattutto in rete tramite hater che hanno cercato in ogni modo di affossare la reputazione della stessa, spesso ingiustamente e senza basi su cui poggiare le proprie accuse, causando un bizzarro fenomeno che proprio nella parte finale di questo primo volume l’autore si riserva di affrontare in un capitoletto abbastanza auto propagandistico che analizzeremo più avanti.

Parliamo ora più approfonditamente di questo nuovo manga, Inuyashiki, serializzato sulle pagine di Evening di Kodansha a partire dal gennaio del 2014 e pubblicato da Planet Manga nel classico formato economico da 4,50 €, 13x18, sempre più sfruttato dalla casa editrice italiana. Oku torna a cimentarsi con il fantascientifico, con le civiltà aliene tecnologicamente avanzate che interferiscono con la razza umana, con la società giapponese, aspramente criticata anche questa volta, con le nuove generazioni sempre più frivole e approfittatrici, prive di uno scopo e irrispettose nei confronti del resto dell’umanità, soprattutto dei più anziani.

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La trama segue le vicende di un vecchio padre di famiglia, Ichiro Inuyashiki, colletto bianco giapponese che lavora dalla mattina alla sera a testa bassa, si lascia maltrattare e affossare, subisce ingiustizie senza mai reagire, pur di portare a casa la paga, sfamare e concedere delle buone condizioni di vita ai due figli e alla moglie, totalmente ingrati nei suoi confronti, non curanti delle sue condizioni di salute precarie e disgustati dalla sua stessa presenza, di cui si vergognano apertamente con gli altri. Insoddisfatto della propria esistenza e ormai stanco di provvedere all’esistenza parassitica del suo nucleo familiare, ad Inuyashiki viene diagnosticato un tumore incurabile che segnerà la sua inevitabile spirale discendente nella disperazione e nell’oblio. Ma improvvisamente accade qualcosa di inaspettato e del tutto impensabile: degli alieni tecnologicamente avanzati, interagendo accidentalmente con il nostro pianeta, annientano due vite umane, quella di Ichiro e quella di un giovane presente nel luogo della deflagrazione. Per porre rimedio a tale intrusione, gli extra terrestri ricostruiranno le fattezze dei due malcapitati sfruttando delle unità da combattimento a loro disposizione dal potenziale bellico estremo, realizzando degli involucri totalmente identici agli originali con la coscienza delle stesse persone uccise. Al loro risveglio, immemori di ciò che è successo, i due riprendono le loro vite inconsapevoli di essere stati radicalmente modificati. Per quanto riguarda il giovane, non molto viene mostrato in questo primo volume, dovremo infatti aspettare il successivo per ottenere maggiori informazioni, mentre per Ichiro, la presa di coscienza di questo cambiamento avviene quando un gruppo di giovani teppisti attaccano un clochard per divertimento, con l’intento di torturarlo e ucciderlo. A questo punto, l’anziano si oppone temerariamente a tale abominio, attivando inconsciamente i dispositivi offensivi contenuti nel suo nuovo corpo, sbaragliando i criminali, arrivando addirittura a mostrare al mondo intero tramite i canali televisivi le nefandezze commesse da questi individui, smascherandoli una volta per tutte.
Comprendendo quindi la grandezza della potenza racchiusa in lui, a Ichiro non resta che scegliere se accettare e farsi carico delle “grandi responsabilità che derivano da grandi poteri” o meno. Sicuri della scelta dell’anziano, dato il senso di giustizia che lo muove da sempre, non resta che scoprire quale sarà la scelta del giovane.

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L’incipit della storia ricorda molto Il cane che guarda le stelle di Takashi Murakami, di cui vi abbiamo parlato qui, anche se a differenza di quel volume, il tratto più realistico dell’autore di Gantz mette meglio in luce la condizione di incapacità di reazione quando il mondo crolla addosso al protagonista, rimuovendo qualunque appiglio solido a cui aggrapparsi, con una cappa ansiogena e una spietatezza più marcate.
Oku ancora una volta armeggia con la tematica della moralità e dell’azione/inazione che segue l’acquisizione di un particolare potere in grado di portare su di un nuovo livello la potenza e l’incisività dell’uomo nella società. Prevarranno l’egoismo e il tornaconto personale oppure i sentimenti che ci legano agli altri, l’altruismo, quando si viene posti di fronte a questo bivio?

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Riprendendo il discorso della dialettica di accusa e difesa di Gantz presentata a termine del volume, in un capitolo che ci introdurrà il giovane mutato dagli alieni, l’autore cerca di mostrare come chi parla male della sua opera spesso non l’ha neanche mai letta, basandosi unicamente sul giudizio di altri e portando avanti una poco nobile campagna di odio priva di fondamenta, che viene destrutturata dal mangaka. Sinceramente è la prima volta che ci capita di vedere una presa di posizione di questo tipo in un’opera fumettistica, in cui si introduce il precedente lavoro dell’autore cercando di riabilitarlo agli occhi del mondo: ci sembra un’operazione abbastanza discutibile, quantomeno evitabile, che rischia di ridicolizzare ulteriormente la faccenda, sebbene venga introdotta anche una componente citazionale che rimane molto in linea con le tematiche trattate nel nuovo lavoro.

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Dal punto di vista artistico, ritroviamo la cifra stilistica che ha reso famoso Oku, quelle tavole eclettiche, pulitissime, spettacolari ed evocative, con un immaginario florido e ricercatissimo, che sfrutta programmi di grafica e modellazione tridimensionale come Photoshop o Poser per conferire una nitidezza artistica unica, ma che, come in Gantz, rischia di portare all’orgasmo la tecnica lasciando fredde o assenti le emozioni trasmesse.

Insomma, un volume bizzarro con una storia anomala sotto ogni punto di vista, per quanto rimandi ad altro di già visto, non separandosi troppo dal “modello Gantz”, che però scorre velocemente e senza impegno, invogliando al proseguo dell’opera.

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