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Marvel lancia le serie su Gwen Stacy e Falcon & Winter Soldier

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Oltre alla serie limitata X-Men/Fantastic Four curata da Chip Zdarsky e Terry Dodson e al nuovo corso di storie di Ant-Man scritto da Zeb Wells, il mese di febbraio vedrà negli Stati Uniti anche il lancio di due nuove miniserie a fumetti targate Marvel Comics. Stiamo parlando di Gwen Stacy, che assieme a Black Cat, The Amazing Mary Jane e Amazing Spider-Man: Daily Bugle amplierà ulteriormente il catalogo di proposte di titoli incentrati sui comprimari più celebri del mondo dell'Uomo Ragno, e Falcon & Winter Soldier, che verrà proposta con l'intento di anticipare il rilascio ufficiale della serie televisiva omonima di Disney+. Entrambi i titoli dureranno per un totale di cinque uscite.

In merito ai team di autori coinvolti, vi informiamo che la pubblicazione ambientata nel passato con protagonista l'ormai defunta Gwen Stacy vedrà all'opera lo sceneggiatore Christos Gage (Superior Spider-Man, Tony Stark: Iron Man) e l'artista Todd Nauck (Deadpool: Too Soon?), mentre alle cover provvederà l'acclamato illustratore Adam Hughes. Per ciò che concerne invece Falcon & Winter Soldier, la miniserie avrà Derek Landy (Black Order) ai testi, il nostro Federico Vicentini (Absolute Carnage: Miles Morales) ai disegni e Dan Mora alle copertine.

A seguire vi riportiamo le sinossi rispettive di Gwen Stacy #1 e Falcon & Winter Soldier #1.

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"Gwen e Peter potrebbero non essersi incontrati fino ad Amazing Spider-Man #31, ma ciò non significa che la vita di Gwen sia cominciata su quelle pagine. Scoprite le origini mai narrate di Gwen Stacy, la prima della classe, la figlia del capitano di polizia e, proprio come la definisce il suo amico Harry Osborn, "la Regina di Bellezza dalle Grandi Qualità". Ma, rispetto a quanto voi sapete, lei è molto più di tutto questo! Gwen ha una predisposizione per la scienza, un naso per il pericolo e un atteggiamento insistente che la fa costantemente finire nei guai. Agli inizi dell'Universo Marvel, ciò equivale a una ricetta per il disastro. Non perdetevi Gwen, il Capitano Stacy, Harry e Norman Osborn, il Signore del Crimine, Wilson Fisk, Jean DeWolff, Yuri Watanabe e perfino Spider-Man!"

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"Un ufficio di agenti governativi deceduti. Un nuovo killer di talento. E due ex Capitan America... Quando un drammatico attentato alla vita di Bucky Barnes riunisce quest'ultimo assieme a Sam Wilson, i due vecchi compagni si gettano a capofitto per scovare il nuovo leader dell'Hydra prima che un incidente di massa annunci al mondo intero la rinascita del famoso gruppo terroristico. L'orologio sta ticchettando."

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy, recensione

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Fin dal suo esordio, Spider-Man è stato uno degli eroi più amati e seguiti della Marvel divenendo ben presto il portabandiera della casa editrice. Peter Parker era un eroe, ma anche un ragazzo comune e incarnava alla perfezione il concetto di “supereroe con superproblemi”.
In Amazing Fantasy 15 del 1962, albo del suo esordio, un lutto colpisce il giovane: suo zio Ben viene ucciso da un ladro che poco prima, nelle vesti di Spider-Man, aveva lasciato fuggire. Il senso di colpa è tale da motivarlo a diventare un giustiziere.

Da quel momento, la vita di Peter non sarà certo tutta rosa e fiori: non solo i problemi dovuti al suo elter ego in costume ma anche le rinunce che il suo ruolo comporta, così come la fragile salute della Zia May, le bollette da pagare, le ragazze, gli amici e tanto altro ancora rendono le vicende di Amazing Spider-Man un mix di dramma, commedia e azione.
Se i toni si erano leggermente alleggeriti con l’addio di Steve Ditko e l’arrivo di John Romita, una nuova tragedia stava per sconvolgere la vita di Peter.
Nonostante i molti drammi vissuti, la morte non aveva sfiorato più la vita del ragazzo dopo quanto accaduto a zio Ben. Così, dopo 8 anni – nel 1970 -, Stan Lee e Romita decidono di scuotere profondamente la vita del giovane eliminando per sempre il Capitano George Stacy.

Stacy era, in quel momento, un personaggio importante per la serie: padre della sua attuale ragazza Gwen, il capitano era per Peter una figura paterna, contrapposta a quella burbera di J.J. Jameson, che aveva accolto di buon grado il rapporto fra lui e sua figlia. Non solo, Stacy aveva intuito che il ragazzo fosse Spider-Man, pur conservando questa scoperta per sé.

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Nel ciclo di storie che vanno da Amazing Spider-Man 88 a ASM 92, possiamo leggere le vicende relative alla morte del personaggio giunta durante una battaglia fra Spider-Man e il Doctor Octopus. Spider-Man riesce a immobilizzare le braccia metalliche del suo nemico ma, come conseguenza di quest’azione, gli arti artificiali di Dock Ock urtano un camino riversando diverse macerie sulla strada. Il capitano Stacy morirà, travolto dai resti delle macerie, per salvare la vita a un bambino.

L’intento degli autori, coadiuvati alla matite da Gil Kane, che sostituisce Romita in quasi tutti gli albi, era non solo quello di alzare il tasso di drammaticità della serie con un colpo ad effetto, ma anche di imprimere una nuova sterzata alle dinamiche narrative per le trame successive. Spider-Man, infatti, viene additato come responsabile della morte del capitano portando Gwen ad odiare l’eroe in maschera. Un Peter, dunque, già con numerosi sensi di colpa, dovrà anche convivere col il peso dell’odio della sua ragazza. Seguiranno conseguenze che porteranno i due giovani a vivere un periodo di crisi.

Nonostante il tono sia fortemente drammatico, gli autori narrano il tutto senza indugiare troppo con una rappresentazione eccessiva e patetica, smorzando il tutto con molta azione e con un’apparizione – abbastanza superflua – dell’Uomo Ghiaccio.

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Il tono drammatico sarà maggiore, però, nel secondo ciclo del volume che propone Amazing Spider-Man 121 e 122 con la nota morte di Gwen Stacy.
Sono passati tre anni e Lee, Romita e Kane, insieme a Gerry Conway e a Roy Thomas, decidono di compiere qualcosa di impensabile fino a quel momento: uccidere la ragazza del protagonista. Una storia che cambierà per sempre il fumetto americano segnando la fine dell’era dell’innocenza. Un delitto commesso a più mani, con gli autori che per anni si sono rimbalzati la responsabilità, come raccontato in questo vecchio articolo.

La vicenda parte in quarta con un Harry Osborn sofferente a causa dalla sua dipendenza dalla droga. Ma il peggio sta per arrivare, Norman Osborn ricorda di essere Goblin, dopo anni di offuscamento mentale, così cattura Gwen per vendicarsi di Peter e la getta dal George Washington Bridge. La ragazza morirà, probabilmente a causa del contraccolpo ricevuto dalla ragnatela lanciata da Spider-Man stesso per salvarla. Completamente fuori di sé, l’eroe affronterà in seguito Goblin che resterà ucciso dal suo stesso aliante (almeno momentaneamente, il personaggio tornerà dopo oltre 20 anni).

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La storia è un classico e raggiunge non solo una forte carica emotiva, ma anche uno degli apici qualitativi di Amazing Spider-Man.
Sulle motivazioni dell’uccisione di Gwen si è discusso a lungo: probabilmente si voleva una nuova morte ad effetto per mostrare che tutto poteva accadere, ma questo non basta. È probabile che gli autori volessero dare un’ulteriore svolta a Peter Parker e alla serie di Spider-Man, ma che, soprattutto, ritenessero Gwen un personaggio fin troppo perfettino e poco interessante. In particolare, sembra che la ragazza non sia mai particolarmente piaciuta a Romita: nota era, infatti, la sua predilezione per Mary Jane, a cui aveva dato le fattezze. D’altro avviso Lee che, invece, voleva far sposare i due giovani. Fatto sta che l’ultima tavola di Amazing Spider-Man 122 è emblematica in tal senso.
Mary Jane si trova nell’appartamento di Peter che, dopo la lotta con Goblin, arriva a casa affranto. La ragazza cerca di consolare l’amico che la caccia via offendendola profondamente dandole, in sintesi, dalla frivola. Mary Jane, d’altronde, fino a quel momento era stata delineata come una ragazza allegra e spensierata, ma proprio da questa tavola possiamo vedere la sua trasformazione nel personaggio che amiamo. La ragazza, infatti, decide di restare ugualmente accanto a Peter, in una scena che mostra tutta l’umanità di questi personaggi.

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy è sicuramente un must have per chi non ha mai letto questo ciclo classico di storie, o per chi vuole averne un’edizione cartonata degna. Peccato solo per l’assenza di Amazing Spider-Man 123, un epilogo in cui viene mostrato il funerale di Gwen.

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La strana vicenda dello Spider-Man messicano in cui Gwen Stacy non muore

  • Pubblicato in Focus

La morte di Gwen Stacy, avvenuta nel 1973 nel celebre Amazing Spider-Man 121, ha segnato la storia dei comics e, sopratutto, ha sconvolto i lettori dell'epoca che non accolsero bene la notizia. La dipartita della ragazza fece il giro del mondo, tranne che in Messico dove, in pratica, Gwen non morì mai. L'editore La Prensa, che pubblicava El Sorprendente Hombre Araña pensò che i propri lettori non avrebbero mai accettato una cosa del genere, per questo realizzò avventure in cui Gwen Stacy era viva e vegeta.
Occorre, però, fare un passo indietro.

L'editore La Prensa, infatti, propose fin da subito le avventure di Spider-Man nel proprio Paese, e non solo, pubblicando anche in Argentina, Cile, Uruguay e Perù e, addirittura, distribuiva i suoi fumetti negli States per le comunità di lingua spagnola.
In Messico, in particolare, El Sorprendente Hombre Araña fu un successo enorme, amplificato dall'arrivo alle matite di John Romita Sr. L'editore pensò di portare la periodicità della sua testata da mensile a quindicinale, ma ciò era difficile da sostenere in quanto il materiale originale usciva una sola volta al mese. Dopo aver proposto in alternanza a quelle di Spidey le avventure di Ant-Man, l'editore andò dritto alla sede della Marvel a New York con la richiesta di realizzare avventure proprie. E, sorprendentemente, la Casa della Idee diede l'ok.

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La Marvel selezionò anche l'artista che avrebbe dovuto disegnare queste nuove avventure, ovvero José Luis Durán che ricorda:
"Il direttore della testata andò in prima persona a proporre il materiale di prova per vedere se gli avrebbero dato il permesso per realizzare storie inedite di Spider-Man, per riempire i buchi che c'erano rispetto alla pubblicazione mensile americana, visto che in Messico la testata era quindicinale. In seguito, ho iniziato a disegnare con il consenso non della Marvel, ma de La Prensa, che era il proprietario in quel momento della licenza".

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Fu così che dal numero 123 di El Sorprendente Hombre Araña (15 marzo 1972) fu pubblicato il primo fumetto di Spider-Man prodotto interamente in Messico. Decenni prima che Humberto Ramos realizzasse il suo sogno di essere un artista Marvel, Durán divenne il primo artista messicano a disegnare Spider-Man.

In totale, esistono 45 episodi messicani, scritti per lo più da Raúl Martinez, con i disegni del già citato José Luis González Durán. Inoltre, Duran ha disegnato più di mille strisce del personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko, sostituito in alcune occasioni da Roberto Ávila. In quella stessa epoca, c'erano anche le avventure messicane di Nick Fury disegnate da Ramiro Zittle.

El Sorprendente Hombre Araña è stato un evento senza precedenti nel settore dell'editoria a fumetti poiché non rispettava gli standard narrativi della Marvel, dando vita persino a cattivi originali e ad avere una continuity tutta sua. Basti vedere il sopracitato caso di Gwen Stacy, che era il personaggio preferito dallo stesso Durán.

Nei primi anni '70, La Prensa pian piano chiuse le sue testate a fumetti, fino al 1973 in cui terminò la pubblicazione de El Sorprendente Spider-Man. L'anno successivo, l'OEPISA, attraverso la Macc Divisione Comics, acquistò la licenza per i personaggi Marvel producendo le sue avventure inedite con José Luis Durán nel ruolo di art director della casa editrice. La MACC pensò di fare la stessa operazione anche con Iron Fist, ma senza il permesso della Marvel - che apparentemente non ha mai scoperto nulla. Pubblicò persino La Chica de Kung Fu, un fumetto autoprodotto spin-off di Shang-Chi.
L'Uomo Ragno ha avuto anche un'altra versione messicana con Arañita Supers Historias, realizzata interamente da Durán e dalla sua squadra, destinata a un pubblico di bambini.

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"Per me è stata una vera opportunità e una sfida disegnare Spider-Man" ha dichiarato Durán - "Ero felice di disegnare qualsiasi cosa, ma Spider-Man, senza considerarmi un genio, mi ha davvero dato l'opportunità di farmi conoscere dal pubblico. Sono le stesse persone, i lettori, che mi hanno dato qualcosa che mai avrei sperato. Analizzando e riflettendo, è una delle più grandi soddisfazioni come illustratore disegnare Spider-Man. Penso che col tempo sarei migliorato, ma non ne avevo più".

Le avventure di Spider-Man in Macc si è conclusa nel 1979. Di tutto questa storia di Spider-Man in Messico sono conservati pochi originali, poiché una volta che l'artista consegnava le proprie tavole alla casa editrice, queste non tornavo indietro.

La vicenda, praticamente sconosciuta al di fuori dal Messico, è stata riportata alla luce quando Chris Ryall, presidente dalla IDW, ha chiesto su Twitter quali serie mai raccolte in volume piacerebbe collezionare. Un utente ha risposto, appunto, citando questo ciclo alternativo di storie che sono mai più ristampate anche nello stesso Messico e praticamente introvabili.

La notizia è rimbalzata sulle pagine Twitter di Kurt Busiek e Dan Slott che si sono detti curiosi di recuperare questi albi. Slott ha anche dichiarato che avrebbe chiesto informazioni su questi fumetti ai dirigenti Marvel.

Slott, su suggerimento di alcuni utenti, fa notare inoltre, come molte cover presentino pose e situazioni prese da altri disegni:

Tornando a Gwen Stacy, esiste anche una storia in cui la ragazza si sposa con Peter, ma pare che sia solo un'allucinazione indotta da Goblin:

Lo stesso Gerry Conway, autore all'epoca del ciclo di storie della morte di Gwen Stacy, ha dichiarato di non saperne nulla di questa versione alternativa del personaggio.

Altri utenti Twitter fanno notare, inoltre, come la Gwen "messicana" sia più disinibita di quella "americana":

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Infine, un utente segnala a Slott l'esistenza di uno Spider-Man indonesiano:

Come già detto in precedenza, di questo materiale non esiste alcuna ristampa, in quanto mai riproposto dall'epoca. Difficile, se non impossibile, immaginarne una nuova edizione. Nella gallery in basso potete, comunque, vedere alcune della cover e delle tavole interne prodotte in Messico.

(Via Twitter, codigoespagueti.com, Facebook)

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Mad Run #2: I Peccati del Passato di Gwen Stacy nello Spider-Man di J. Micheal Straczynski

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Bentornati su Mad Run, la rubrica che non teme le cadute di stile e gli scivoloni gratuiti di cui a volte si macchiano anche gli autori più blasonati. Prima di cominciare voglio ringraziarvi per l’accoglienza che avete tributato alla nostra prima puntata, nella speranza che vi siate divertiti a leggerla quanto mi sono divertito io nello scriverla. Il nostro viaggio nel tempo prosegue, lasciando i selvaggi anni ’70 del Doctor Strange di Steve Englehart per una tappa a noi più vicina, la metà degli anni 2000. Molti di voi saranno già attraversati dal sospetto di andare ad incappare nella più discussa e controversa saga di quel periodo, una delle storie più odiate che uno sceneggiatore di fumetti si sia mai permesso di scrivere. La storyline che ha oltraggiato la ragazza dei sogni di generazioni di lettori: Peccati del Passato, la vituperata saga ragnesca di J. Micheal Straczynski e Mike Deodato Jr.

Facciamo un passo indietro all’inizio degli anni 2000, dove troviamo un Uomo Ragno uscito con le ossa rotte dai ’90. Quegli anni avevano visto la DC Comics finire su tutti i media, anche non di settore, per saghe di successo come la Morte di Superman o Knightfall. La Marvel non volle essere da meno e concepì un evento, nelle intenzioni, ancora più sconvolgente: veniva rivelato che il Peter Parker di cui i fan leggevano le storie ogni mese era in realtà un clone, creato dal malvagio Miles Warren, lo Sciacallo, che era stato sostituito con l’originale durante la prima saga del clone, un ventennio prima. Il clone era ignaro di essere tale e pensava di essere l’originale; l’originale era convinto di essere un clone e aveva lasciato New York per rifarsi una vita. Il ritorno del clone, in realtà l’originale Uomo Ragno, nelle vite dei Parker scatenò una serie di eventi che tennero occupate le testate di Spider-Man per un lustro intero. I lettori all’inizio risposero positivamente alla saga, che però si dilungò eccessivamente stancando i fan che chiesero ben presto un ritorno allo status quo. Così, dopo quattro anni di rivelazioni e marce indietro, un redivivo Norman Osborn venne svelato come la mente criminale dietro all’intera vicenda, un complicato piano per far impazzire Peter, che non era quindi un clone ma l’unico e solo Uomo Ragno. La Saga del Clone fece più danni della grandine e provocò una generale disaffezione dei lettori verso le testate ragnesche. A nulla valse, a cavallo tra la fine del secolo e l’inizio del nuovo millennio, un rilancio ad opera di John Byrne, coadiuvato da Howard Mackie. Byrne era stato un gigante dell’industria dalla fine dei ’70 fino ai primi anni ’90, ma nel frattempo i gusti del pubblico erano cambiati e l’autore di Fantastic Four, Uncanny X-Men e Superman non sembrava più in grado di intercettarli. In un decennio iniziato con la sbornia di testosterone degli eroi Image e che stava volgendo al termine sotto il segno del realismo iconoclasta di The Authority, l’approccio di Byrne ai supereroi era ormai giudicato dai lettori demodé e fuori dal tempo. Il Ragno aveva bisogno di un autore che lo portasse nel nuovo millennio, e lo trovò nella persona di J. Michael Straczynski.

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Prima di debuttare nel mondo del fumetto, Straczynski era conosciuto e rispettato come l’autore di Babylon 5, serial di fantascienza trasmesso dal 1993 al 1998, celebre per aver contribuito ad innalzare la qualità della fiction televisiva di genere. Il suo ingresso nel mondo del fumetto avviene grazie alla Top Cow di Marc Silvestri, presso cui pubblica Rising Stars, serial supereroistico dall’impronta revisionista e Midnight Nation, una miniserie di 12 numeri che mischia brillantemente viaggio on the road, horror, malinconia, romanticismo e tematiche spirituali. Entrambi gli valgono il plauso della critica: all’alba del nuovo millennio, Straczynski è uno dei nomi più caldi del settore, tanto da finire inevitabilmente nella lista della spesa di Bill Jemas e Joe Quesada, gli uomini che stanno risollevando la Marvel dalle ceneri della bancarotta del decennio scorso. Per la nuova Marvel la priorità è quella di rilanciare X-Men e Spider-Man, le due proprietà che sono da poco diventate remunerativi franchise cinematografici. Se alla corte dei Figli dell’Atomo viene chiamato l’iconoclasta Grant Morrison, è proprio a Straczynski che Jemas e Quesada pensano per correre al capezzale del Tessiragnatele. La scommessa si rivela vincente: Straczynski in pochi numeri rivitalizza Amazing Spider-Man, rivisitando l’origine dei poteri del Ragno in chiave mistico-esoterica, aggiungendo alla schiera dei suoi comprimari l’enigmatico Ezekiel, che sembra sapere tutto sulla vita di Peter Parker, e il terribile vampiro energetico Morlun alla sua galleria di avversari. La parte iniziale della run di Straczynski si segnala per due momenti in particolare: la controversa e discussa storia scritta sull’onda dell’emozione all’indomani dei tragici eventi dell’11 settembre, con l’Uomo Ragno impotente spettatore di fronte agli attacchi alle Torri Gemelle e La Conversazione, in cui Zia May scopre casualmente la doppia vita di Peter, rivelazione che porta al primo vero confronto sincero tra zia e nipote dopo quasi quattro decenni di pubblicazione, in uno degli episodi più belli dell’intera saga ragnesca.

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Nell’anno del Signore 2004, dopo tre anni alla guida di una serie popolarissima tra i lettori, illustrata da un John Romita Jr. in stato di grazia e che sta beneficiando del successo delle trasposizioni cinematografiche curate da Sam Raimi, le cose sembrando andare a gonfie vele per J. Michael Straczynki. Ma come un maratoneta che cade a pochi passi dal traguardo dopo aver dominato la gara, il nostro sceneggiatore pensò bene di commettere un suicidio artistico dalle dimensioni epiche, un harakiri professionale che inserisce di diritto la sua run nel novero di quelle prese in considerazione dalla nostra rubrica.

Forse troppo sicuro del consenso per il lavoro svolto su Amazing fino a quel momento, “Strac” partorì la malsana idea di andare a toccare, qualcuno direbbe oltraggiare, il ricordo di un comprimario mai dimenticato della serie, il primo grande amore di Peter Parker e di molti lettori allo stesso tempo: Gwen Stacy. Gwen incarnò per i lettori degli anni ‘60 e dei primi ’70 l’immagine della fidanzata ideale e il suo assassinio brutale per mano di Norman Osborn, Goblin, scioccò il pubblico dell’epoca, ponendo idealmente fine all’innocenza della “Silver Age”. Neanche la morte poté cancellare dai nostri cuori il ricordo della sfortunata fanciulla e della sua purezza… almeno fino allo sciagurato pasticcio chiamato Peccati del Passato, pessimo esempio dell’uso della retcon.

Il tutto comincia su Amazing Spider-Man #509 quando Peter riceve con sua grande sorpresa, una lettera scritta da Gwen prima che morisse, anche se secondo il timbro postale è stata spedita da pochi giorni.

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Una parte della lettera risulta illeggibile e Peter, turbato da questo “ritorno” di Gwen nella sua vita, nei panni dell’Uomo Ragno chiede l’aiuto del Detective Lamont, poliziotto di cui si fida. Peter aveva notato infatti che il foglio su cui Gwen aveva scritto la lettera conteneva il calco di un secondo foglio non inserito nella busta, e confida nell’aiuto della scientifica per decifrarne il contenuto. La rivelazione è scioccante: Gwen aveva scritto la lettera, poi non spedita, per rivelargli che aveva lasciato New York per andare in Europa a partorire due gemelli. Contemporaneamente, mentre si trova sulla tomba di Gwen, viene attaccato da due misteriosi individui mascherati che lo accusano della morte della donna. I due dichiarano ad un Peter sconvolto di essere figli di Gwen.

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Sfuggito all’agguato, un Ragno assetato di verità decide di fare luce sulla vicenda. Lui non può essere il padre perché, contrariamente a quanti alcuni di noi hanno pensato per anni, la relazione con Gwen non aveva mai raggiunto quel “livello”, neanche dietro le quinte. Per scoprire se si tratta realmente dei figli del suo primo amore, Peter pensa bene di comparare il DNA dei gemelli recuperato dalla lettera che gli hanno spedito a quello della donna. E come recuperare il DNA di Gwen? Ovvio ragazzi: profanando la sua tomba!

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Così, dopo aver aggiornato il suo curriculum con questa turpe azione, Peter può effettuare l’esame che conferma la versione dei due misteriosi individui: sono davvero i figli di Gwen! Poco dopo Peter viene attaccato nuovamente dal terribile duo e il nostro eroe, prima di metterli in fuga, riesce a smascherarne uno: è una ragazza, identica a Gwen!

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Sconvolto Peter torna a casa e, esausto, racconta l’intera vicenda alla consorte Mary Jane. Con sua grande sorpresa, Mary Jane gli confessa non solo di sapere dei figli di Gwen, ma di essere addirittura a conoscenza dell’identità del padre: è Norman Osborn, Goblin, l’arcinemico dell’Uomo Ragno! MJ racconta a un provato e sbigottito Peter la verità che Gwen tanti anni prima gli aveva confidato chiedendole di non rivelarla mai a nessuno. Il fattaccio era successo nel periodo in cui Harry, il figlio di Norman, era nel pieno dei suoi problemi di tossicodipendenza. Norman però si rifiutava di far ricoverare il figlio, sospeso tra la vita e la morte, per evitare che la sua dipendenza dalle droghe venisse alla luce dando luogo ad uno scandalo che potesse travolgere la reputazione della famiglia e gli affari della Oscorp. Il gruppo di amici di Harry, formato da Peter, Mary Jane e Gwen, faceva visita tutti i giorni ad Harry e cercava di fare pressione su Norman per far ricoverare il figlio. Un giorno Mary Jane, per caso ascolta una lite tra Norman e Gwen.

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Sono nel pieno di una strana discussione, stanno parlando di due bambini di cui Norman pretende l’affidamento, ma Gwen intima all’uomo di non avvicinarli nemmeno. La ragazza esce in lacrime dalla stanza e si imbatte in MJ, alla quale non può fare a meno di confessare tutto. Ha avuto una relazione con Norman, affascinata dalla sua forza e dal suo carisma (dice lei), dalla quale sono nati due gemelli, Sarah e Gabriel.

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Peter non sa nulla: dopo aver scoperto di essere incinta, Gwen è andata a partorirli a Parigi, nel periodo in cui si era allontanata da New York. I due gemelli, che hanno nel sangue il siero di Goblin, crescono più velocemente del normale e Norman, della cui vera natura Gwen è ormai consapevole, li vuole come suoi legittimi eredi al posto del debole Harry. Gwen rifiuta e tutta la vicenda getta una luce diversa sull’omicidio della ragazza da parte di Goblin. Ascoltata la verità, Peter tutto sommato la prende bene.

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Decide comunque di aiutare i due gemelli: il siero di Goblin li sta portando ad un invecchiamento precoce e moriranno in pochi anni. Con un messaggio lanciato in televisione, l’Uomo Ragno dà appuntamento ai due in cima al ponte di Brooklyn, dove Gwen aveva trovato la morte per mano di Goblin. L’eroe racconta la verità a Gabriel e Sarah: la ragazza gli crede, ma Gabriel è stato indottrinato bene da Norman e odia Peter, che ritiene ancora il responsabile della sorte della madre. In una colluttazione con Peter, Gabriel ferisce involontariamente Sarah, sparandole, e scappa. Seguendo la traccia per un rifugio di Norman, l’uomo scopre la terribile verità: il magazzino contiene due costumi da Goblin, uno per lui e uno per la sorella, il terrificante retaggio degli Osborn.

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Un Gabriel ormai impazzito abbraccia l’eredità paterna e diventa il Goblin Grigio. Nel frattempo, Peter porta Sarah in ospedale e solo una trasfusione col suo sangue potenziato può salvare la ragazza. Neanche il tempo di riprendere fiato e il Goblin Grigio lo attacca.

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Inizia un brutale confronto sul tetto dell’ospedale in cui Peter cerca di far ragionare per l’ennesima volta un ormai folle Gabriel: l’Uomo Ragno sta per soccombere quando una rediviva Sarah, che ha raggiunto il luogo dello scontro, spara all’aliante del fratello, che esplode scagliando il Goblin Grigio lontano. Peter, stremato, sviene. Quando riprende i sensi, Sarah è scomparsa. Gabriel si risveglia a km di distanza, privo di memoria. Peter torna a casa, chiedendosi quale sia stata la sorte dei figli della donna che aveva amato tanto. Il lettore, a sua volta, si chiede come sia stato possibile partorire e far approvare dallo staff editoriale della Marvel un pasticcio del genere.

Peccati del Passato, oltre ad essere un polpettone di cattivo gusto, è un disastro sotto il profilo narrativo che fa acqua da tutte le parti. Straczynski vuole farci credere che una ragazza che si professa innamoratissima del suo fidanzato, a meno che non menta a se stessa e ai lettori, perda la verginità con un vecchio businessman solo perché, a suo dire, “l’aveva trovato sconvolto ed abbattuto e gli faceva pena”. Oltre a fornire una motivazione al tradimento che si commenta da sola, Strac propone una caratterizzazione completamente fuori dal personaggio che abbiamo conosciuto. Del tutto assurdo è anche il fatto che Mary Jane, che porta dentro di sé il peso di vivere con un marito che pensa tutti i giorni che Dio manda in terra ad un’altra donna, peraltro defunta, non ne parli con Peter, se non altro per aiutarlo a liberarsi del fantasma di Gwen. Sbarazzarsi dello spettro di una rivale idealizzata per poter poi vivere in pace col marito costituirebbe per lei un’occasione troppo ghiotta da cogliere, e nessun giuramento potrebbe impedirlo.

A 13 anni dalla sua pubblicazione, Peccati del Passato rimane una pagina nera della Marvel recente, un guazzabuglio che ancora imbarazza gli autori stessi. Il primo a prenderne le distanze è stato infatti lo stesso Straczynski, sottolineando che la sua idea originale era quella di rendere Peter il padre dei gemelli, idea cestina dalla dirigenza per non invecchiare il personaggio (a cui avevano, per questo motivo, già "ucciso" una figlia). Spiacente Strac ma questo non ti scagiona! Successivamente, gli autori provarono a "scagionare" Gwen dichiarando che quello con Norman Osborn si trattava di uno stupro e non di un atto consenziente. Colpevole è anche lo staff editoriale, e il concetto stesso di creare storyline scioccanti per vendere qualche copia in più grazie all’hype generato, pazienza se viene oltraggiato un personaggio amatissimo. Bisogna sottolineare che dopo Sins Past, i gemelli Stacy hanno fatto parlare di sé solo in altre due occasioni. Sarah tornò in Sins Remembered, una sorta di sequel scritto in maniera sciatta da Samm Barnes, una protegé dello stesso Straczynski, per poi sparire nel dimenticatoio. Gabriel fece una comparsa nella miniserie American Son, che pur ospitando Norman Osborn tra i coprotagonisti non faceva alcun riferimento alla figura di Gwen. Nessun vuole avere più a che fare con Peccati del Passato, a cominciare dallo stesso Straczynski secondo cui l’intera saga è da ritenersi cancellata a seguito di One More Day, la controversa storia con la quale ha chiuso (su input di Joe Quesada) la sua gestione dell’Uomo Ragno modificandone il passato e cancellando dalla continuity il matrimonio con Mary Jane. Versione, però, che non coincide con quella ufficiale della Marvel.

Personalmente, ho sempre provato dispiacere per la piega che prese la run di Straczynski su Amazing Spider-Man. Le prime storie, disegnate da un Romita Jr. in grande spolvero, erano davvero notevoli. Poi un declino improvviso ed imprevisto, a cominciare da questa Sins Past, peraltro appesantita dalla sostituzione di Romita con un ancora incerto Mike Deodato Jr. Ma se non fosse stato così, non ne avremmo potuto parlare su Mad Run: anche di epic fails come questa è fatta la nostra rubrica.

È tutto per questa puntata di Mad Run! Vi lascio con una mia raccomandazione: se venite a sapere che la ragazza del vostro migliore amico lo ha tradito con un vecchio uomo d’affari che la notte va in giro vestito da folletto verde sopra ad un aliante, fatevi gli affari vostri: non è mai successo. E per quanto riguarda te, Gwendolyne, non abbiamo mai creduto neanche per un momento a queste calunnie: ti vogliamo tutti bene e sarai sempre la ragazza dei nostri sogni, simbolo di innocenza e purezza come ti ritrasse il sommo Alex Ross in Marvels.

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Alla prossima, e come sempre…
HEY, HO, LET’S GO!

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