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Fraternity

Vivendo in una società così mal costruita come la nostra, in cui la politica sembra quanto mai distante da noi, corrotta e incapace di provvedere ai reali bisogni del popolo, in quanti avete immaginato l'applicazione di un modello teorico in cui tutto funzioni alla perfezione? Un modello in cui tutti sono uguali, in cui non esiste un potere coercitivo o inefficiente? Ecco, per parlare del nuovo volume Panini 9L, basta applicare lo stesso ragionamento spostandosi indietro nel tempo e nello spazio, ovvero negli Stati Uniti di metà '800 afflitti dalla Guerra di Secessione.

Fraternity di Juan Díaz Canales, noto per Blacksad, e José Luis Munuera è un'opera tanto affascinante quanto complessa. Il fulcro del volume non è tanto lo sviluppo narrativo, quanto nell'analisi della società di New Fraternity attraverso i suoi abitanti. L'ispirazione è data dalle comunità utopistiche ottocentesche, come la realmente esistita New Harmony fondata da Robert Owen, che trasportava nella realtà i modelli civili idealizzati dal socialismo utopistico e basati sull'eguaglianza e sulla ragione, in un continente, come quello americano, in cui sembrava ancora possibile creare un nuovo mondo lontano da quello ormai corrotto europeo.
Esperimenti che, messi in pratica, fallirono miseramente in quanto prevedevano alla base una purezza dell'animo e dei comportamenti umani purtroppo impossibile da ottenere realmente. D'altronde, se anche Platone con l'età dovette rassegnarsi all'idea che il modello utopico da lui ipotizzato ne La Repubblica era impossibile, 2000 e passa anni dopo la situazione non può che essere la stessa.

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In Fraternity l'ampio cast di personaggi rappresenta diversi aspetti della comunità che tentano di vivere alla pari e in cui anche chi dovrebbe, all'apparenza, essere moralmente al di sopra di tutti si rivela corrotto come la quasi totalità degli abitanti di Fraternity.
Canales di certo fa un'analisi sociale e politica applicabile anche ai nostri giorni, aggiungendo alcuni elementi che vivacizzano l'intreccio come triangoli amorosi, l'arrivo imprevisto di un gruppo di disertori dell'esercito e, sopratutto, l'entità sovrannaturale del mostro, presente nella foresta, legata alla figura del bambino muto protagonista del racconto.

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Dal punto di vista grafico Minuera adotta una griglia libera che varia di tavola in tavola creando una regia in grado di movimentare una storia sicuramente non semplice. Il suo tratto cartoonesco è efficace nel dare espressività ai personaggi, cosa fondamentale, e a renderli vivi. Gran lavoro va anche ai colori di Sedyas che, con un sapiente utilizzo di tonalità scure, riesce a creare un'atmosfera cupa e angosciante.

Nota finale per l'edizione Panini 9L, un cartonato elegante con ottima carta lucida che dà pregio all'opera.

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