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Ryuko 2, recensione: Le vie della vendetta

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Secondo e conclusivo volume di Ryuko, del mangaka e scultore Eldo Yoshimizu, edito in Italia da Bao Publishing. Se il primo volume introduceva uno scenario ampio e variegato di personaggi, così da intessere diverse realtà criminali, ognuna col proprio codice d’onore e ciascuno con la propria moralità più o meno sfumata, in questo secondo albo il tutto si restringe alla protagonista Ryuko. Attenzione però, i personaggi intorno restano comunque fondamentali per la narrazione, ma il racconto corale qui si oscura, accendendo a pieno regime i riflettori sulla boss. Una scelta saggia in quanto ci sarebbe stata troppa carne al fuoco e due volumi sarebbero stati troppo pochi in quel caso per approfondire tutto nella maniera corretta. I salti temporali sono ridotti al minimo, questo albo è più lineare rispetto al precedente, cosa che gli dona molta compattezza. Si nota la maggior maturità di Yoshimizu con lo storytelling, meno precipitoso e più consapevole, e le soluzioni ultra-dinamiche, al limite della comprensibilità a volte, sono decisamente minori e calibrate meglio.

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La storia prosegue con la ricerca di Ryuko di sua madre che la porterà a scottanti verità e macchinazioni da parte di organizzazioni sempre più potenti e pericolose. L’attenzione del lettore, quindi, si concentra quasi esclusivamente su Ryuko. La donna infatti apprende che il suo destino è quello di diventare la nuova Longtou, ovvero l’imperatrice della più pericolosa organizzazione malavitosa cinese: HeiHua. I requisiti necessari sono 2: possedere il sigillo d’oro e aver ucciso il proprio padre. Questi due elementi danno la possibilità di divenire praticamente la persona più influente al mondo e Ryuko li possiede entrambi.

Essere la Longtou comporta uno smisurato potere, garantendo alla donna una forza militare senza paragoni, oltre a 10 milioni di sottoposti pronti a morire per lei. Insomma, diverrebbe la persona capace di definire e ridefinire in modo decisivo la politica mondiale con un solo cenno della testa. Ovviamente, c’è un problema: un’altra candidata, Tsu Suto. Una studentessa universitaria, all’apparenza tranquilla, che è a capo di un’altra organizzazione malavitosa: la Japinchan.

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L’aspetto più interessante di questo secondo volume è l’approfondimento, appunto, su Ryuko. La caratterizzazione è sfaccettata e realistica la protagonista non viene dipinta solo come un’assassina fredda e brutale, ma anche come donna capace di compassione e alla ricerca di perdono per aver ammazzato il padre. Un personaggio che si rifiuta di subire in maniera passiva gli avvenimenti e che è sempre in grado di reagire, in un modo o nell’altro. Yoshimizu affronta un tratto della donna che non era fuoriuscito in precedenza, quello più intimo ed emotivo. Se da un lato è possibile vedere la sua fragilità, in alcuni momenti topici del racconto, dall’altro vediamo anche quello di donna che ama. Il momento più toccante di tutto l’albo - e forse dell’intero fumetto - è sicuramente il ricongiungimento con la madre Shoryuhi, scomparsa da anni.

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Come già accennato, alcuni nei che caratterizzavano il primo volume sono stati ora smussati. Gli eccessi di dinamicità di alcune inquadrature uniti a un tratto molto sporco, rendevano difficile la lettura di alcune tavole. Le parti molto adrenaliniche restano comunque interessanti e, fortunatamente, viene pulito un po’ di più il tratto, evidenziando in maniera più efficace la scena. Il vero punto forte di Yoshimizu, però, restano le tavole con uno stile più morbido dove sottolinea la sua bravura nei corpi femminili affusolati.
Degna conclusione, insomma, per un manga che ha omaggiato il genere Gekiga in modo fresco e non ostentato.

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Ryuko 1, recensione: Storie di vendetta e di yakuza

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Dopo aver importato titoli del panorama fumettistico cinese, Bao Publishing introduce nel suo grande bouquet di opere un seinen nato sul web nel 2011. Parliamo di Ryuko, del poliedrico artista Eldo Yoshimizu, già conosciuto per le sue sculture.
La trama segue le vicende della bellissima capo clan della Yakuza di Yohohama, Ryuko. La sua influenza parte dal Giappone fino ad arrivare in medio-oriente, più precisamente a Forossyah, sul Mar Nero. Qui è in corso un colpo di stato militare che degenera in una tragica guerra civile. Il re, appena spodestato, affida a Ryuko la sua figlioletta appena nata di nome Barrel. Diciotto anni dopo si vedrà essere una delle protette della boss. Il quartier generale del clan, d’improvviso, viene preso d'assalto dalle milizie del generale Rashid, capo dell'esercito golpista. Avendo la peggio nello scontro, in punto di morte, rivela all’affascinante boss/assassina alcune terribili verità, tra cui quella su sua madre: creduta morta fino ad allora, la donna è in realtà ancora in vita e tenuta in ostaggio in Giappone. Qui Ryuko decide di tornare nel paese del Sol Levante per cercarla e sistemare le cose.

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La protagonista è lo snodo principale di una narrazione non lineare su più piani temporali. Questa misteriosa assassina, infatti, è il filo rosso tra diversi personaggi che appartengono a gang e nazioni in guerra. Scopriremo, man mano nella narrazione, quanto per Ryuko questa guerra fra clan sia soprattutto una questione personale e si intrecci con uno scenario internazionale, coinvolgendo personaggi come il suo braccio destro Nikolai. Lo scenario spazia dal Giappone ad Hong Kong fino al Medio Oriente e all’ex-Unione Sovietica.

Yoshimizu intesse una core story basata sull’onore e sulle obbligazioni morali tramite un sofisticato intreccio di governi, boss e assassini che cercano di arrivare al potere. Le varie storyline sono ben strutturate e tutte molto accurate. Questa peculiarità permette di fornire più punti di vista sulla guerra in atto facendo divenire la narrazione un racconto corale, con al centro Ryuko. La caratterizzazione dei personaggi è complessa e intricata, nessuno è totalmente buono o cattivo e c’è una sottile ombra di ambiguità che aleggia sulle loro storie: tutti prendono decisioni che possono essere considerate cattive ma, dati i contesti, sono forse quelle necessarie. Questa necessità del comportarsi, e magari il dubbio e senso di colpa del ricordo, assilla ogni personaggio donando loro una caratterizzazione sfumata e uno spessore psicologico molto realistico e variegato. Ognuno ha il suo dramma e fardello e ognuno convive con le proprie decisioni e azioni. Queste azioni vengono tessute bene dall’autore facendo incontrare, scontrare e interagire, mondi dietro personaggi che appaiono già in questo primo volume ben descritti e complessi.

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Il tratto dell’autore giapponese strizza l’occhio ad opere Gekiga anni ‘60 e ‘70. Soprattutto richiama la tradizione della vecchia scuola del manga noir e hardboiled di Takao Saito e Tsutomu Takahashi.
La struttura delle tavole a griglie libere rende la narrazione dinamica e piena di pathos. Yoshimizu alterna tavole morbide con figure femminili affusolate e tavole dallo stile nervoso che drammatizzano la scena. Le scene d’azione in particolare sono costruite alternando i punti di vista delle inquadrature così da rendere più frenetica la dinamica. Aggiungiamo il tratto nervoso che gioca sui contrasti di bianco e nero, facendo emergere dettagli e particolari che aggiungono potenza visiva, avviene così che il lettore divora completamente le pagine sentendosi immerso nella scena. Di particolare rilievo la scena finale dell’inseguimento che forse è il momento più adrenalinico dell’intero albo (anche se non è l’unico). Si nota l’autore abbia una cifra stilistica audace e cinematografica, con predilezione per i tagli obliqui. Da menzionare però come a volte questa dinamicità arrivi all’eccesso. Ci sono esagerazioni con effetti e distorsioni, vignette troppo confuse e con continui cambiamenti di prospettiva, al punto che alcune sequenze risultano estremamente difficili da decifrare.

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Ryuko quindi non risulta un semplice omaggio allo stile Gekiga dell’epoca, anzi, riesce a scrollarsi di dosso il termine per presentarsi come un racconto fresco e disinibito. Una storia che risulta intrigante e stilisticamente ricercata e voluta, non solo riservata agli appassionati del Gekiga ma ad un più ampio target.
L’edizione Bao è molto ben curata in un’elegante copertina in cartone rigido ed effetti colorati traslucidi. 250 pagine stampate su carta spessa da 120 grammi e in formato 21,5x15,5cm. Rilegatura a filo refe con risguardi da 125 grammi, il tutto al prezzo di 17,00€.

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Bao Publishing: a giugno arrivano Frantumi di Masi e Petruccioli e il manga Ryuko di Yoshimizu

  • Pubblicato in News

Apprendiamo direttamente dal nuovo numero del catalogo Preview che a giugno usciranno in Italia per la casa editrice Bao Publishing Frantumi, il graphic novel scritto da Giovanni Masi sui disegni di Rita Petruccioli, e il primo volume del manga indipendente Ryuko di Eldo Yoshimizu, chiesto a gran voce dai lettori nostrani.
Di seguito trovate le pagine di Preview contenenti maggiori informazioni su entrambi i prodotto. Cliccateci sopra per vederle più in grande.

Frantumi di Giovanni Masi (testi) e Rita Petruccioli (disegni), 128 pp, 18x25 cm, cartonato, colore, 18€

Ryuko 1 di Eldo Yoshimizu, 256 pp, 15x21 cm, cartonato, B/N, 17€

Frantumi

Ryuko

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