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Dante Alighieri

Firenze, 1285. Percepirsi da uno sguardo, trovarsi l'uno di fronte  all'altra all'età di nove anni e sentirsi già parte di uno straordinario amore. Lui, Dante, l'amò dal primo, dolce, fugace, saluto. L'amò senza condizioni e senza tempo. Senza mai sfiorarla. Seguendo il canone dell'amor cortese, onorò la figura della donna per tutta la vita, silenziosamente portandola nel cuore, non rivelandolo mai al mondo. A 18 anni, un secondo incontro, che cambiò la vita ad entrambi. Nei loro occhi una passione ostinatamente ignorata si riaccese di vita, sospinta nuovamente lontano dalla prudenza di Dante e dal silenzio consapevole di Beatrice.

Per anni abbiamo sempre letto dell'enorme importanza che la "candida rosa" ha avuto sul lavoro dello scrittore fiorentino, ma non ci siamo mai chiesti cosa nel suo intimo provasse realmente Beatrice. Questo interessante ribaltamento di prospettiva è al centro del graphic novel intitolato Dante Alighieri scritto da Alessio D'Uva e Filippo Rossi, illustrato da Astrid ed edito dalla giovane casa editrice Kleiner Flug di cui D'Uva è anche direttore.

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In concomitanza del 750° anniversario della nascita di Dante, i ragazzi della Kleiner Flug decidono di svecchiare il mito del poeta e di mostrarcelo vulnerabile, fragile, in una parola innamorato. L'umanità di Dante spesso viene nascosta o comunque scarsamente valorizzata preferendo evidenziare il lato più austero e polveroso dello scrittore, limitandosi ad una breve accenno alle vicende che ne hanno caratterizzato la vita. Il poeta fiorentino, invece, è il protagonista perfetto per un racconto a fumetti, antesignano della figura romantica che si affermerà nella cultura letteraria contemporanea. Una storia travagliata, la disperazione per la perdita ma anche il legame per la sua città, l'esilio, il viaggio e la salvazione. Per quanto non voglia essere protagonista e voglia lasciar parlare solo le sue opere, Dante cattura da subito la scena col suo fare schivo, timido e introverso. Il lettore, inizialmente, stenterà a riconoscere in quel ragazzo così impacciato lo scrittore in grado di concepire la Commedia, eppure proprio quegli incontri sono alla base della genesi della più grande opera di letteratura mai creata. Non si può restare indifferenti alla vicenda umana che indenne supera i secoli e colpisce dritto al cuore, e conoscere l'animo inquieto dello scrittore fiorentino ci permetterà di innamorarci anche della figura umana.

Così come al cuore è colpita la giovane Beatrice, la quale, consapevole della fragilità del suo amato, mai schernisce il suo uomo, e lo salverà una volta che questi smarrirà la retta via. D'Uva è molto bravo a tratteggiare le figure di Dante e Beatrice riuscendo allo stesso tempo sia a tener fede al contesto storico nel quale vivono i personaggi, denotando un grande studio propedeutico alla scrittura del graphic novel, sia a raccontarci il risvolto sentimentale. Come in una fiaba, seguiamo la crescita e le vicende dei due protagonisti, li vediamo avvicinarsi e litigare, perdersi per poi ritrovarsi nel giardino dell'Eden, dopo il viaggio attraverso Inferno e Purgatorio, in quello che definire lieto fine potrebbe risultare riduttivo. La storia scorre leggera e lineare, soprattutto nella prima parte, mentre si fa più frenetica e superficiale nel finale rovinando la percezione generale dell'opera. Durante la lettura, infatti, si avverte l'improvvisa accelerata che viene inferta allo stroytelling, come se bisognasse concludere il tutto entro le pagine stabilite senza possibilità di andare oltre. Ciò influisce negativamente sulla resa generale, e penalizza molto quella che dovrebbe essere la sua parte più importante, negando la giusta profondità e dimensione alla catarsi, momento conclusivo di salvazione denso di significato.

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Dante Alighieri, come dicevamo prima, non è la trasposizione a fumetti della vita di Dante o l'ennesimo omaggio ad un'opera stupenda come la Commedia, piuttosto è la celebrazione di una storia d'amore, una vera e propria favola. E in quanto tale anche lo stile grafico doveva rimandare alla stessa idea. E la scelta di affidare le matite ad una giovane artista come Astrid è risultata vincente. Il suo tratto si adatta perfettamente al taglio che D'Uva vuole conferire alla narrazione. Con le sue illustrazioni Astrid ci porta in una dimensione senza tempo in cui le vicende umane si intrecciano con quelle oniriche del viaggio nell'aldilà. I suoi acquerelli passano da forti tinte chiare nei momenti felici e gioiosi a colorazioni oscure e violente come nel passaggio della selva e l'incontro con le tre fiere. La bravura dell'artista emerge anche nelle belle illustrazioni dei mondi ultraterreni, con immagini a tutta pagina cariche di dettagli. Anche per la componente grafica si deve registrare un leggero calo nelle ultime pagine, troppo frenetiche, in cui le figure vengono spesso abbozzate.

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Nonostante questo, la scelta di utilizzare il genere della fiaba risulta vincente, funzionale alla trasmissione del contenuto ed in grado di avvicinare alla storia e al mito dantesco anche i lettori più giovani. Il racconto non è scritto in terzine di endecasillabi ma nemmeno si lascia contaminare da un idioma contemporaneo, preferisce, invece, richiamare la bellezza della lingua volgare utilizzata dal poeta e, successivamente, da Petrarca e Boccaccio. Non è facile approcciarsi a figure così ingombranti, come può essere il nostro Sommo Poeta, senza scadere nella facile retorica. Non è semplice raccontare dei turbamenti e dell'inquietudine, degli aspetti più umani di un puro genio letterario. D'Uva e Astrid scelgono una via inusuale, ma riescono comunque nel loro obiettivo costruendo una buona storia che saprà conquistare tutti.

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