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Die! Die! Die! 1, recensione: la nuova serie di Robert Kirkman

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Capisci che nessun personaggio, in Die! Die! Die!, può considerarsi al sicuro quando appena a pagina dieci al protagonista (o a quello che credi essere il protagonista) il naso viene mozzato di netto dal coltello di uno dei cattivi, in una splash-page che lascia pochissimo all’immaginazione.
Si apre così l’ultimo folle progetto di Robert Kirkman (The Walking Dead, Outcast) e di Scott M. Gimple (sceneggiatore e produttore di The Walking Dead, la serie), edito in Italia da Saldapress, che da subito si mostra per quello che è: una gigantesca, spudorata e grottesca parata di eccessi, da cui nessuno (nemmeno i buoni, se così si possono chiamare) è risparmiato.

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La storia, infatti, ruota intorno ad un’oscura organizzazione segreta che, al soldo di Connie Lipshitz (nome nomen), cinica, sboccata, cocainomane ed erotomane senatrice degli Stati Uniti, complotta, ricatta ed uccide personaggi scomodi per garantire il benessere ed il progresso dell’umanità. E Connie sembra addirittura dei buoni, se rapportata al suo perfido rivale, l’altrettanto cinico ed ambizioso Barnaby Smith.

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Sullo sfondo di questa lotta ideologica fra il bene del singolo individuo e quello della società di cui fa parte si snoda poi la vicenda dei tre gemelli John, Paul e George (esatto, proprio come tre dei Beatles), addestrati sin da piccoli a diventare perfette macchine di morte ed ora costretti a combattere l’uno contro l’altro, in una serie di rocamboleschi colpi di scena all’insegna dell’assurdo e del politicamente scorretto, fra orge à la Eyes Wide Shute dischi volanti.
Kirkman e Gimple costruiscono infatti una trama volutamente esagerata, brutale e impossibile, con personaggi piatti e al limite della caricatura (con l’unica eccezione, forse, di Connie Lipshitz, divisa fra il suo consumato cinismo e la volontà di agire per il bene del mondo intero). Ciononostante, l’azione serrata ed i dialoghi spesso sopra le righe fanno sì che questi difetti passino in secondo piano ed il lettore venga catturato dal ritmo della narrazione. Interessanti le parentesi di riflessione sui rischi e i vantaggi del potere da parte di alcuni dei personaggi, che rallentano l’azione dove serve e contribuiscono a dare sostanza a quello che altrimenti sarebbe solo un violentissimo sfoggio di eccessi.

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Il comparto visivo, affidato alle matite di Chris Burnham (Batman Incorporated) e colorato da Nathan Fairbairn (Lake of Fire) spicca per la resa volutamente caricaturale della violenza. Che si tratti di sparatorie, esplosioni o ferite di arma bianca, Burnham non nasconde nulla e, al contrario, esibisce spudoratamente uccisioni e mutilazioni. Tuttavia, non c’è crudeltà o gusto del macabro nelle scene mostrate né una qualche sorta di estetizzazione (al contrario, ad esempio, di Nameless di Grant Morrison, disegnato e colorato proprio da Burnham e Fairbairn): è una violenza ironica, questa di Die! Die! Die!, fatta di puro black humour, e che a volte sfocia persino nel cartoonesco, complici anche i colori volutamente carichi di Fairbairn. Nel complesso il lavoro svolto a livello artistico è gradevole e di certo contribuisce a edulcorare l’asprezza di una trama esplicitamente politically-uncorrect. Resta da capire quanto lontano possa andare avanti la provocazione di Kirkman prima di annoiare, ma per ora le sue esagerazioni divertono. Eccome se lo fanno.

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Esce oggi a sorpresa un nuovo fumetto di Robert Kirkman

  • Pubblicato in News

Image Comics e Skybound Entertainment hanno lanciato sorpresa Die! Die! Die!, nuova serie a fumetti di Robert Kirkman che debutta oggi, 11 luglio. La serie e la sua imminente data di uscita, sono state rivelate il giorno prima tramite un comunicato stampa.

"Proprio così, nei negozi DOMANI," ha detto Kirkman. "Internet ha prosciugato tutta la sorpresa e l'attesa di un fumetto. Tutti sentono parlare dei nuovi progetti entusiasmanti e poi devono aspettare mesi o anni perché sia nelle loro mani. […] Le storie si rovinano nei tentativi di attirare l'attenzione dei mass media. Quindi, sorpresa! Ecco una nuova serie mensile. Quant'è fico?! Questo è letteralmente l'unico modo in cui posso essere come Beyoncé".
Kirkman è rimasto ambiguo riguardo ai titoli rovinati per il gusto di attirare l'attenzione dei media, ma è possibile che lo scrittore si riferisca al recente Batman # 50 di Tom King, il cui finale è stato rivelato in un titolo del New York Times.

La premessa di Die! Die! Die! immagina un'organizzazione segreta all'interno del governo degli Stati Uniti, il cui compito è quello di influenzare il mondo attraverso l'assassinio. La sinossi completa:

"Viviamo in un mondo malvagio dove le persone malvagie fanno cose cattive tutto il tempo e Die! Die! Die! alza il velo su una cabala segreta all'interno del governo degli Stati Uniti che influenza le questioni mondiali attraverso un assassinio mirato. Il mondo che ci circonda è manipolato proprio sotto il nostro naso, soprattutto per il meglio... ma a volte anche per il guadagno individuale, e talvolta per il semplice gusto di farlo. Quindi, se stai ferendo la gente, in qualche modo rendi il mondo peggiore di quello che è già, o sei anche solo ostacolo a qualcosa di buono che sta accadendo... qualcuno potrebbe ora dare l'ordine proprio per te di morire! Die! Die! Die!".

Die! Die! Die! #1 è scritto da Kirkman (The Walking Dead, Outcast, Oblivion Song), al suo fianco c’è Scott M. Gimple (Punisher: Nightmare, scrittore e produttore per l'adattamento di The Walking Dead TV su AMC) e Chris Burnham (Batman Incorporated, Nameless , Nixon's Pals, ufficiale Downe). Nathan Fairbairn ne è il colorista.

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(Via CBR)

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SDCC17: Grant Morrison al lavoro sui sequel di Batman: Arkham Asylum e Wonder Woman: Earth One

  • Pubblicato in News

Grant Morrison ha annunciato, durante il panel "Meet the DC Publishers" al San Diego Comic-Con, alla presenza di Dan DiDio e Jim Lee, che sta lavorando ai sequel di due sue celebri opere: Batman: Arkham Asylum e Wonder Woman: Earth One.

Yanick Paquette tornerà a lavorare con Morrison su Wonder Woman: Earth One Volume 2, mentre il suo artista Chris Burnham prenderà il posto di Dave McKean su Batman: Arkham Asylum 2.

Morrison ha definito l'opera di Wonder Woman come "L'impero colpisce ancora" della sua trilogia mentre per Arkham Asylum 2 sarà in continuity col suo Batman #666, sarà ambientato dunque nel futuro con Damian Wayne come Batman.

Al momento non c'è una data di uscita per i due progetti. Nella gallery in basso trovate alcune immagini di Wonder Woman: Earth One Volume 2.

(Via Newsarama)

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Il ritorno all'horror di Grant Morrison, la recensione di Nameless - Senzanome

Un asteroide proveniente dallo spazio profondo viaggia a gran velocità in rotta di collisione verso la Terra. Sulla sua superficie sono incise delle antiche rune, che annunciano la fine del mondo secondo la lingua dei maya. Chiunque le legga, a partire dagli astronomi degli osservatori, viene posseduto da un’implacabile follia omicida, che si propaga come un virus: massacri di ogni sorta cominciano ad essere compiuti in ogni parte del globo. Un individuo misterioso, un esperto di occulto autoproclamatosi “Senza Nome” per non essere colpito dagli effetti della magia nera, viene reclutato dal milionario Paul Darius per far parte di un composito team di astronauti al quale viene affidata la missione di recarsi sull’asteroide per scoprire il mistero delle rune e distruggere eventualmente il meteorite. Ma l’intera missione potrebbe essere soltanto un’allucinazione dovuta ad una seduta spiritica finita male. O forse è la seduta spiritica un’allucinazione di Senza Nome, alla deriva nello spazio dopo il fallimento della missione e la morte del resto dell’equipaggio? La risposta potrebbe trovarsi nelle trame della Dama Velata, donna misteriosa il cui unico scopo sembra quello di gettare Senza Nome nell’abisso della follia.

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Nameless, il nuovo lavoro di Grant Morrison per Image Comics portato in Italia da Saldapress, segna il ritorno dello scrittore scozzese all’horror puro, attraversato da quelle influenze esoteriche che lo hanno sempre affascinato e che hanno rappresentato spesso il sottotesto delle sue opere. Affiancato da Chris Burnham, già suo complice in Batman Inc., conclusione della sua straordinaria e pluriennale gestione delle serie del Cavaliere Oscuro, Morrison crea un’opera che parla direttamente al subconscio del lettore, infettandolo con mostruosità e carneficine che sebbene facciano pensare al ciclo di Cthulhu di H.P. Lovecraft, sono ispirate in realtà, come ammette Morrison nella post-fazione del volume, alla mitologia maya e polinesiana, alla filosofia nichilista e pessimista del XXI secolo, e all’opera delle scuole di magia tifoniana successive ad Alesteir Crowley, da sempre nume tutelare dello sceneggiatore di The Invisibles.

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È lo stesso Morrison, nella già citata post-fazione, a fornire entusiasticamente le linee guida a chi volesse approfondire questi argomenti: le indagini sull’albero della vita e i tunnel di Set di Linda Falorio e Kenneth Grant, cabala, tarocchi, il linguaggio enochiano o “lingua degli angeli”, portato alla luce nel ‘500 dall’astrologo reale John Dee dopo aver sperimentato alcuni viaggi visionari. E poi ancora Xibalba, l’oltretomba governato dagli spiriti della malattia e della morte secondo la mitologia maya, il mito del Tonal e del Nagual derivato da Carlos Castaneda. In cima a tutto, la rivincita del femminino sacro, l’immagine cabalistica di Binah, archetipo tanto della madre che allatta quanto della madre distruttrice, usata da Morrison per incitare la popolazione femminile a distruggere l’archetipo della cultura maschile dominante ed innescare una salvifica rivoluzione. Argomenti complessi che meritano un approfondimento in altre sedi. Quello che ci interessa sottolineare qui è la struttura della narrazione scelta da Morrison, l’assenza di consequenzialità e il crollo del tempo lineare tipica dei sogni o, in questo caso, degli incubi.

Il collegamento più spontaneo è quello con il surrealismo, altra influenza dello scrittore fin dai tempi di Doom Patrol, e con film sperimentali appartenenti a quella corrente come gli allucinanti Un Chien Andalou e L’Age d’Or, nati dalla collaborazione tra Bunuel e Dalì; il tutto declinato in salsa decisamente horror. La storia sembra un incrocio tra Alien, L’esorcista e Seven, diretto però da David Lynch: un mix da fare accapponare la pelle. Se qualcuno si prendesse la briga di tradurre Nameless su pellicola, ne uscirebbe fuori il film horror definitivo. C’è il sospetto di una certo compiacimento da parte dell’autore ma gli si può facilmente perdonare: Morrison è l’autentica rockstar del fumetto contemporaneo, e il fascino delle sue opere deriva principalmente dal fatto di essere eccessive e provocatorie. Nameless è il flusso di una coscienza sconvolta e infettata da immagini ancestrali ed inquietanti, un viaggio nell’inferno del subconscio a cui ci si approccia prima con titubanza, poi con compiaciuto abbandono.

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Un viaggio che non sarebbe stato ugualmente affascinante senza le illustrazioni di Chris Burnham, a cui è affidato il sostegno grafico all’immaginazione orrorifica dello scrittore scozzese. Il tratto del disegnatore di Officer Down ricorda molto quello di Frank Quitely, altro collaboratore storico dello sceneggiatore di Glasgow, ma tende più al grottesco: straordinariamente a suo agio tra interiora e bulbi oculari strappati, Burnham è bravissimo a suggerire l’orrore senza mostrarlo in primo piano, nascondendolo in campi lunghi agli occhi del lettore distratto, salvo poi farlo balzare sulla sedia facendo esplodere davanti ai suoi occhi immagini di crudeltà e supplizio. Anche grazie al suo apporto Nameless è una scheggia di ansia e terrore che si conficca nel cervello del lettore senza abbandonarlo, e che anzi necessita di più letture per decifrare ulteriori livelli di significato che potrebbero sfuggire ad una prima fruizione.

Ricordiamo che il fumetto è disponibile in edizione brossurata (pp. 168 euro 15.90) e cartonata (pp. 192, euro 24.90).

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