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Radium presenta Mondoplastica di Casty e Ryan Lovelock

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Parte oggi la nuova campagna crowdfunding di Radium, parliamo di Mondoplastica di Casty e Ryan Lovelock.

Dalla presentazione, leggiamo: "Un'emozionante avventura a fumetti di 80 pagine a colori  in un mondo che unisce la magia dei film di Hayao Miyazaki e il ritmo incalzante delle grandi epopee! Scopri i segreti di Mondoplastica, tra pirati, spie e avventurieri!

MONDOPLASTICA è il quinto progetto, dopo i successi di "Rim City", "Quebrada - Seconda caduta", "Zeroi" e "The Shadow Planet", dell'etichetta indipendente RADIUM. Firmano questa storia di fantascienza post-apocalittica l'acclamato sceneggiatore Andrea "Casty" Castellan e il visionario disegnatore Ryan Lovelock con una splendida copertina a opera del maestro Corrado Mastantuono!"

Potete sostenere la campagna al seguente indirizzo a partire da 9€. Di seguito, una gallery con le prime immagini diffuse del progetto.

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Disney: le statue della Spada di Ghiaccio, deluxe per Casablanca di Cavazzano e altre novità

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Sul numero 300 di Anteprima sono state presentate le novità Panini Disney di novembre, molte delle quali le vedremo già a Lucca Comics & Games 2016. Vediamole qui di seguito:

- un cofanetto con 3 statue (di Pippo, Topolino e di Yor) della celebre storia Topolino e la Spada di Ghiaccio di Massimo De Vita. Prezzo 29,90€.

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- Inaugura la collana Topolino Super Deluxe Edition la storia Casablanca di Giorgio Cavazzano. Un volume da collezione, di 64 pagine cartonato, formato 25,5x35,5 cm, e con sopraccoperta-poster a 28€.

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- Un volume di 328 pagine conterrà, per la prima volta in un solo volume, la saga Topolino e i Signori della Galassia di Giorgio Pezzin e Massimo De Vita. Prezzo 7,90€.

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Inoltre:
- Topolino 3179 avrà una variant cover pa la storia Duckenstein di Mary Shelduck di Fabio Celoni e Bruno Enna. L'albo conterrà anche una parodia bonelliana Ciccio Never, e la parodia della Spada di Ghiaccio realizzata da Sio e Silvia Ziche.
- Due nuovi volumi (9,90€ cad.) per la collana Topolino Limited Deluxe Edition con Dracula di Bram Topker di Enna e Celoni e Topolino e l’isola di Quandomai di Casty.
- Per la collana Topolino Super Limited Deluxe Edition verrà ristampa la prima storia di PK, con nuovi colori, al prezzo di 30€ con formato 25,5x35,5, con sovraccoperta-poster. Inoltre, verrà presentato un portfolio con le prime 20 copertine di PK formato 31x37. Prezzo indicativo 49€.
- Il quarto numero della collana Tesori Internation, conterrà storie americane di Paperino scritte e disegnate da Carl Barks, Don Rosa e Paul Murry.

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Tutto questo accadrà ieri, Topolino torna negli anni '30 con Casty e Bonfatti

Il prossimo 18 novembre Topolino compirà 87 anni, è del 1928 infatti la prima proiezione del corto "Steamboat Willie" che lanciato Mickey Mouse e la Disney nell'Olimpo. La personalità del personaggio, però, la si deve principalmente alle strip a fumetti degli anni '30 e '40 che hanno, grazie ad autori com Floyd Gottfredson, Merril De Maris e Ted Osborne, regalato ai lettori un'infinità di capolavori. A celebrare sia l'anniversario che le strip classiche, ma sopratutto per raccontare "una bella storia normale di Topolino", ci hanno pensato due autori italiani molto amati, Casty (che i lettori del settimanale ben conoscono) e Massimo Bonfatti (esordiente su Topolino, ma autore ben noto agli appassionati di fumetti). La loro avventura si intitola "Tutto questo accadrà ieri" e ci riporterà dritti dritti agli anni '30...

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Ciao, Andrea. Bentornato su Comicus! Il prossimo 18 novembre uscirà una nuova avventura in due puntate su Topolino che sarà molto particolare, ce ne vuoi parlare?

Casty: Il titolo è "Tutto questo accadrà ieri" e si tratta di un'avventura abbastanza particolare, sia per la struttura narrativa della storia, sia perché a illustrarla c'è un disegnatore d'eccezione e... eccezionale: Massimo Bonfatti! Già in passato abbiamo avuto ospiti su Topolino autori illustri e più o meno esperti del settore fumetto, però questa è la prima volta che l'ospite è un disegnatore.
È una storia che rende omaggio alle grandi avventure del passato più remoto di Topolino, quello con i pantaloncini corti intendo: con Massimo abbiamo cercato di ricreare quelle atmosfere tipiche delle storie di Floyd Gottfredson ai tempi in cui faceva coppia con Merril De Maris negli anni '30. Erano storie in cui Topolino e amici si ritrovavano ad affrontare pericoli davvero mortali e in cui però la tensione era sempre smorzata da gag divertenti e surreali. Penso per esempio alla scena in cui Topolino è stato legato da Macchia Nera a una sedia-trappola degna di un serial killer: lo attende una fine particolarmente orribile ma riesce a cavarsela per un soffio e strappando pure una risata al lettore.
Abbiamo discusso parecchio sull'opportunità di fare una storia del genere anche perché, pur facendo noi riferimento a una visione estremamente classica delle avventure di Topolino, il problema era che quelle avventure risalgono ormai a ...80 anni fa. Ovvero tempi in cui c'era una sensibilità diversa, e in cui i vari personaggi non avevano ancora acquisito tutte le caratteristiche che oggi riconosciamo, tempi in cui il politically correct non esisteva: il rischio concreto era, paradossalmente, di fare una storia ..."poco topolinosa". Però abbiamo lavorato parecchio su questo aspetto, curando molto dialoghi e situazioni, e devo dire che alla fine sono molto soddisfatto del risultato: nell'avventura Mickey addirittura scherza bonariamente su questa sua evoluzione che avuto negli anni.

Hai parlato, giustamente, di una diversa sensibilità nelle storie "classiche", dovuta ai tempi, che permetteva di essere più espliciti e diretti, cosa oggi impossibile. Al contrario, oggi, le storie sono politicamente più corrette ma al tempo stesso più stratificate e complesse nella costruzione e con maggiori chiavi di lettura. Dal punto di vista chi le storie le scrive e le disegna, è un vantaggio o no? Cosa cambia?

Casty: Rispettare il politically correct (i cosiddetti "paletti", come li chiamiamo tra colleghi) può essere a volte frustrante per uno scrittore, ma fondamentalmente io sono d'accordo sul fatto che ci debbano essere dei vincoli da rispettare.
Non sono sicuramente un vantaggio, però possono essere uno stimolo: sapere che certe cose non possono essere dette o rappresentate ti costringe a cercare la soluzione meno ovvia e, di conseguenza, più creativa.
Questa storia in particolare tratta dei temi abbastanza borderline per lo standard di Topolino (uno su tutti: "Topolino NON invecchia", e quindi come risolvere il fatto che incontri sé stesso da giovane? E quanti anni dovrebbe avere, Mickey, giacché egli è giovane... negli anni '30?) e ho dovuto fare un bello... slalom tra i vari paletti per portare a termine la vicenda con la maggior naturalezza possibile.
Giova anche il tono dato alla vicenda, a volte cupo e moderno, altre volte retrò e scanzonato: serve a rendere plausibili e addirittura logici certi passaggi, che altrimenti potrebbero apparire forzati o fuori luogo.
Anche il fatto di poter scrivere trame più complesse è secondo me un vantaggio... svantaggioso (o uno svantaggio vantaggioso): perché è vero che in questo modo ho la possibilità di creare storie più belle... però poi sono quasi obbligato a mantenere quegli standard, mentre a me piace scrivere un po' di tutto, dal giallo magari un po' pacchiano alla commedia degli equivoci, senza dover per forza inserire ogni volta un "grande messaggio" o un qualche insegnamento morale. A volte è bello anche scrivere solo per divertire: i lettori e, magari, pure se stessi.

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Come accennato, ad accompagnarti in questa avventura troviamo Massimo Bonfatti, con cui hai a lungo collaborato su Cattivik. Com'è nata questa collaborazione disneyana?

Casty: Conosco Massimo da vent'anni e, su Cattivik, abbiamo realizzato in coppia decine di avventure. Poi, quando il mensile chiuse, le nostre strade si separarono ma ci restò sempre la voglia di tornare a fare qualcosa assieme. È stato così che, qualche anno fa, iniziai a ventilargli l'ipotesi della storia in questione. Vedevo le splendide tavole ambientate negli anni '30-'40 che stava facendo per Leo Pulp e pensavo che sarebbe stato bellissimo realizzare una storia con quelle atmosfere, da pubblicare su Topolino.
Massimo apprezza anche lui moltissimo il "Mickey vintage" e non è stato difficile convincerlo: gli feci leggere la sceneggiatura, ne fu entusiasta e iniziammo quindi a lavorarci sopra.
Nel concreto, disegnare la storia non è stata un'operazione semplicissima: occorreva trovare il tono giusto nei disegni così com'era successo per la sceneggiatura ed è per questo che abbiamo fatto diverse, anzi tantissime prove per trovare uno stile che fosse una buona mediazione tra il suo, personalissimo, e quello canonico di Topolino.
Vedrai che i disegni sono accreditati anche a me, ma non perché io abbia disegnato certi pezzi e Massimo altri: in realtà abbiamo disegnato entrambi in coppia su quasi tutte le vignette, intervenendo in continuazione uno sui disegni dell'altro... anche solo per farci i dispetti, eh! È stato un modo di lavorare molto divertente  e, nel contempo, molto impegnativo: penso che tutto ciò traspaia evidente dalle tavole della storia, e spero che i lettori si sentiranno gratificati nel leggerla almeno quanto noi ci siamo sentiti nel farla.

Massimo, bentornato anche a te su Comicus! Sei alla prima storia su Topolino, come ti sei approcciato all'universo Disney?

Bonfatti: Un approccio molto rispettoso, come è dovuto a un personaggio che per ottant’anni è stato scritto e disegnato da una miriade di autori, tra cui alcuni veramente geniali. Uno di questi è senz’altro Casty, che ho imparato a conoscere ed apprezzare parecchi anni fa. Fin dai suoi esordi, quando cominciò a scrivere storie di Cattivik, ho subito notato la briosità spontanea, la fantasia e la preparazione tecnica di questo friulano solo apparentemente timido. Posso vantarmi di averlo invitato alla sua prima partecipazione pubblica ad una manifestazione organizzata da me e da quel momento siamo diventati amici. Poi la pubblicazione di Cattivik si è interrotta e così la produzione, ma noi abbiamo continuato a sentirci per telefono e a vederci nelle mostre di fumetto. Ci scambiavamo informazioni, ci sostenevamo a vicenda nei momenti difficili, ci facevamo delle risate e ovviamente ci proponevamo di fare altre cose assieme e l’occasione buona è arrivata con Topolino. Grazie a Casty non ho vissuto questa sfida senza ansie o patemi, nonostante abbia dovuto lavorare molto intensamente producendo 71 tavole in poco più di due mesi nell’estate più calda da quando si misurano le temperature. Mi rendo conto che l’universo Disney è sterminato e non ci si improvvisa disegnatori o sceneggiatori di Topolino o Paperino, ma so anche di aver assorbito a quintalate letture disneyane di ogni genere e, in fondo, anche Cattivik appartiene allo stesso genere di fumetto classico occidentale per ragazzi su cui ho lavorato, ad esempio Pif che disegnavo per la Francia sotto la guida di Giorgio Cavazzano e Clod. In fondo anche l’altro personaggio che assieme a Claudio Nizzi ho realizzato per Bonelli è in qualche modo imparentato con l’arte disneyana di nuova generazione rappresentata da Roger Rabbit.

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Citando le storie classiche, non posso far a meno di notare che parliamo di strip che, come ben sapete, hanno un ritmo, una costruzione dell'avventura, nonché uno stile grafico ben diverso da una storia sviluppata in tavole. Nello scrivere questa particolare storia, immagino abbiate pensato anche a come riproporre quest'aspetto. Come l'avete affrontato?

Bonfatti: La sceneggiatura era normalmente consequenziale nel senso che, in quanto sceneggiatura, non aveva lo scopo di definire i dettagli, grafici, impaginativi o addirittura tipografici; per quanto le sceneggiature di Casty siano estremamente precise e ricche di particolari anche visivi, visto che le disegna. Quindi la sceneggiatura approvata dalla redazione è stato il punto di partenza. Da lì, dopo molte chiacchierate per accordarci su vari aspetti stilistici, abbiamo fatto insieme uno storyboard molto più dettagliato, in cui Casty ha visualizzato le vignette con molti più dettagli su cui io stesso ho aggiunto di mio. Sulla base di questo che si potrebbe definire "bozzettone" io ho cominciato a impostare le tavole a matita. Naturalmente le modifiche, le aggiunte e le varianti in corso d'opera non sono mancate. Ci sono sempre molte cose da affinare fino al momento della consegna, perché certi particolari si notano solo quando il contesto è completo. Per la parte ambientata nel passato abbiamo riflettuto e discusso su molti modi per realizzarlo in modo efficace. L'ideale sarebbe stato proprio quello di creare un fac-simile delle strip anni '30 e '40 ma sarebbe stato impossibile, dato il formato del settimanale. Altre soluzioni si sono rivelate impraticabili o sconsigliabili per varie ragioni. Alla fine abbiamo deciso di limitarci "semplicemente" (lo metto tra virgolette perché a volte le soluzioni semplici sono le migliori) fare incontrare il Topolino del 2015 con se stesso e i suoi amici degli anni '30. Al di là dell'originalità della storia e della sua importanza celebrativa io e Casty eravamo d'accordo su una cosa fondamentale: volevamo fare una storia "classica" di Topolino, una di quelle storie che leggevamo tutte d'un fiato da bambini e da adolescenti (o, perché no, anche da adulti!), senza esibizioni virtuosistiche, senza astruserie autoriali, senza menate che costringessero il lettore a fare sforzi di interpretazione. Una bella storia normale di Topolino, che funziona come un orologio e ti accompagna per una mezz'ora di pura evasione. Che poi sono proprio quel tipo di storie di cui il lettore si ricorderà per anni e che magari piacerà anche ai suoi figli. Aggiungo solo che "una bella storia normale di Topolino" può sembrare cosa facile da realizzare, mentre invece è una delle prove più difficili per un vero autore di fumetti. Speriamo solo di esserci riusciti!

Casty: Sottoscrivo ogni parola di quanto già detto da Massimo, ma soprattutto questa frase: "Fare 'una bella storia normale di Topolino' può sembrare cosa facile da realizzare, mentre invece è una delle prove più difficili per un vero autore di fumetti".
Questo è verissimo, ed è uno dei motivi per cui le storie con Topolino-Topolino (intendo lui in persona, non un alter ego di tempi passati o di realtà alternative) non sono frequentissime sul settimanale.
Mentre i Paperi sono fonte essi stessi di ispirazione grazie alle loro peculiarità, per Mickey questo discorso non vale. Se Topolino si trova alle prese con un lavandino che perde, risolve in due vignette. Oppure chiama Orazio, e la storia si risolve in una. Con Paperoga, o Ciccio, o Paperone invece potresti imbastirci una dis-avventura da 30 pagine.
Un'avventura con Topolino ha sempre bisogno di una buona idea di base, di un "grosso problema" o di antagonisti forti, e non è affatto facile per gli autori trovare un'idea valida in modo da avere una storia di Mickey ogni settimana.

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A proposito delle classiche strip di Floyd Gottfredson e Merril De Maris, la domanda è d'obbligo: qual è la vostra preferita?

Casty: Per quanto riguarda me, la preferita è senz'altro "Topolino e il mistero di Macchia Nera". È una storia che ho avuto modo di leggere solo da adulto, pochi anni fa, e mi sono ritrovato a pensare quanto mi sarei spaventato se l'avessi letta da bambino. Si tratta secondo me di un capolavoro, la perfetta commistione di umorismo e atmosfere noir. Non bastasse, segna anche l'esordio del più temibile nemico di Topolino, Macchia Nera, appunto: un personaggio destinato a diventare nel tempo l'archetipo del criminale tenebroso e macchiavellico.
Ci sono comunque altre storie del periodo che adoro, come per esempio "Topolino e l'uomo nuvola" e "Topolino agente della polizia segreta", che però sono fatte assieme a Ted Osborne... Diciamo che è il mood di quegli anni che mi prende particolarmente, indipendentemente da chi fosse ad accompagnare Gottfredson nella stesura delle storie.

Bonfatti: "Preferita" è una parola grossa! Quando si ama un genere e un personaggio si ama tutto, a volte anche le cose più indegne, che magari hanno comunque qualcosa di bello. Di storie classiche che sono anche dei veri capolavori ne ho in mente parecchie e se in questa storia fatta con Casty ho inserito il cameo di Giuseppe Tubi che entra dal barbiere forse un motivo c'è. La storia di Merril De Maris  in cui comparve questo bizzarro personaggio mi colpì per diversi motivi; il primo era lo strano modo di essere delinquente di Tubi. Non era un cattivo stereotipato, ma un bonaccione solo talvolta un po' inquietante. In fondo era un personaggio da Commedia all'italiana, costretto a campare di reati per necessità e non per vocazione, come invece è per Gambadlegno o Macchia Nera. Un altro motivo era l'uso sapiente che l'autore seppe fare del retino double-tone. Forse non tutti lo sanno ma in quel periodo andava per la maggiore tra i cartoonist americani l'uso di questa carta (ma era vero cartone spesso e rigido) particolare. Ci potevi disegnare normalmente e inchiostrare con la china, e se poi spennellavi con un liquido particolare venduto assieme alla carta ecco che compariva una trama di righine in corrispondenza delle pennellate. E se usavi un secondo liquido compariva una trama di righine incrociate. Il risultato era la possibilità di creare delle "mezzetinte" che davano l'idea dei grigi, ed era il massimo ottenibile con le tecniche di stampa di allora. Insomma, per i lettori dell'epoca poteva sembrare una vera "MAGIA"! Ma non era facile usare questa tecnica e l'autore doveva essere "un mago" molto bravo.

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Il 18 novembre (giorno in cui uscirà la storia su Topolino) è l'anniversario dell'esordio di Mickey Mouse che lo stesso giorno del 1928 approdava al cinema con il corto "Steamboat Willie". Ricordate la prima volta che l'avete visto e, sopratutto, cosa è rimasto del personaggio di quel corto fino a oggi?

Casty: Ho avuto modo di vedere il celebre corto solo in tempi recenti, quindi non ne ho un particolare ricordo.
Mickey è, per forza di cose, molto cambiato rispetto al suo simpatico esordio: il Topolino di quegli anni è poco più di un ragazzo, a volte anche un po' monello e incosciente, mentre quello di oggi è sicuramente più maturo, un ...trentenne(?) quasi accasato con addirittura tendenza al pantofolaio. Questo solo in superficie, però. O almeno per la visione che ho io del personaggio. Perché, secondo me, Topolino resta comunque un "giovane dentro" e, come tale, non fugge quando c'è da lottare contro i soprusi o battersi per degli ideali.
Trovo fantastico che esista un personaggio così: un personaggio che, sul serio e non solo metaforicamente, è cresciuto con il passare degli anni. Al contrario di Paperino, per esempio, che è praticamente uguale al se stesso degli esordi... Anche se va detto che Paperino era ed è talmente forte e ben caratterizzato che davvero non ha bisogno di "evolvere": non riuscirei proprio a immaginare, infatti, un Paperino che mette la testa a posto e magari accasato con Paperina!
Purtroppo questa sua evoluzione è stata troppe volte fraintesa da alcuni autori del passato, che in molte (troppe?) storie hanno esasperato determinate caratteristiche, trasformando per esempio la sua apprezzabile perspicacia in ...insopportabile saccenza, al punto che, se chiedi in giro, l'opinione comune del lettore medio su Mickey è "no, non lo sopporto perché sa sempre tutto lui".
Purtroppo la supposta antipatia di Topolino è una di quelle cose che si incuneano e restano nel credere comune, al pari di "Elvis è morto di overdose" e "Waterworld non l'ha visto nessuno"...

Bonfatti: A dire il vero, ho scoperto i cartoni di Disney/Iwerks già in età adulta. Probabilmente da piccolo non avrebbero retto il confronto con Biancaneve, Pinocchio, Peter Pan in quanto animazione. Il vero spirito del monello Topolino l’ho trovato nei fumetti di Floyd Gottfredson, che leggevo negli albi d’oro Mondadori. Lo stile e lo spirito di Gottfredson l’ho amato molto. E non credo di essere l’unico. Ci sono molti autori di fumetti che si ispirano a quel genere. Proprio stamattina ho comprato un volume di uno degli autori italiani che ammiro di più: Massimo Mattioli. Il suo Pinky è un pronipote diretto del Mickey Mouse e di Oswad the Rabbit, con in più la modernità strepitosa del linguaggio.

Naturalmente, l'ultima domanda riguarda i vostri progetti futuri. Su cosa state lavorando, sono previste nuove collaborazioni fra voi due?

Bonfatti: Per ora siamo concentrarti sull'effetto che questa storia a quattro mani avrà sui lettori e quindi non pensiamo a nient'altro. Però è vero che la collaborazione è nata grazie all'amicizia e alla stima reciproca, quindi potrebbe facilmente nascere qualche idea. Poi dipenderà dai nostri rispettivi impegni, dalle proposte interessanti che potrebbero arrivare. Io ho scelto questa professione ben sapendo che non dà certezze, ma ho visto negli anni che a forza di lavorare con passione le occasioni arrivano sempre.
Attualmente sto mandando avanti la serie del prof. Limortacci (e Wando) su The Walking Dead, sto preparando una raccolta delle mie strip I Girovaghi e una miriade di piccole cose molto stimolanti e, per me, gratificanti. Forse disperdo il mio talento in troppe cose di cui pochi vengono a conoscenza, ma il clima di libertà, amicizia e concretezza in cui nascono spesso queste sfide mi arricchiscono e mi danno la forza imparare, di rinnovarmi e affrontare grosse sfide come queste. Di cose diverse e disparate ne ho fatte tante (infatti sto preparando una corposa antologia) e si potrebbe pensare che non so bene quello che voglio fare. Mi manca ancora di fare Tex, La Pimpa e Diabolik ma so che potrei fare anche quelli, però io ho l'abito mentale di autore, ereditato da Bonvi e Silver (non solo loro) e in definitiva sono fatalista.

Casty: Come dice Massimo... chi lo sa? È sempre un piacere lavorare col Bonfa, ma naturalmente si dovrebbe presentare l'occasione adatta.
Per quanto riguarda Disney, io ho da non molto finito di lavorare al cosiddetto "Progetto Darkenblot", che uscirà il prossimo anno e che sarà una cosa molto più articolata rispetto alle precedenti due serie. Ai disegni c'è sempre lo straordinario Pastrovicchio, che è proprio in questi giorni all'opera sulle tavole e sta facendo un meraviglioso lavoro.
Ci sono poi un mucchio di storie in ballo, ovviamente sempre con Topolino, di cui molte dovrebbero essere disegnate da me. Quella che sto disegnando adesso è piuttosto particolare perché è (che mi risulti) la prima storia realizzata con la tecnica della "shaky cam", ovvero quello stile di ripresa simil amatoriale piuttosto in voga, specialmente nel genere horror.
Spero vivamente di poter riprendere le avventure con Eurasia Tost e di concludere il ciclo della ricerca di Atlantide.
Sul finire del 2016 desidererei, come ciliegina sulla torta, realizzare una storia con Atomino Bip Bip che andrebbe idealmente a chiudere la trilogia iniziata con "Topolino e gli ombronauti" e "Topolino e l'impero sottozero".

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