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Anteprima sovraccoperta di Zerocalcare del nuovo volume di Boulet

  • Pubblicato in News

Sulla pagina ufficiale Facebook della Bao Publishing è stata diffusa un'anteprima (ancora incompleta) della sovraccoperta realizzata dal Zerocalcare per il secondo volume che raccoglie le storie del blog del fumettista francese Boulet.

Dopo Born to be a larva. Appunti di vita #1, qui la nostra recensione, è il turno de Il piccolo teatro della strada, disponibile a partire dalla seconda metà di ottobre 2015, che avrà ancora una prefazione a fumetti e note finali del fumettista di Rebibbia.

Avete poche settimane per mettevi in pari se ancora non avete letto il primo volume di Appunti di vita...

Posted by BAO Publishing on Mercoledì 12 agosto 2015

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Born to Be a Larva. Appunti di Vita: 1

La quotidianità è fatta di tanti piccoli gesti, azioni, oggetti che per quanto comuni e ordinari rappresentano delle sfide in grado di segnare la nostra esistenza. Un viaggio in treno per raggiungere il posto di lavoro, la spesa al supermercato, possono nascondere delle insidie impensabili capaci di farci perdere le staffe e cambiare il corso della giornata. E allora, come novelli Eracle, affrontiamo le nostre fatiche giornaliere con stoico spirito di sacrificio consapevoli che sostituire la scheda madre del nostro personal computer arreca una gioia maggiore dell'uccidere l'immortale Idra di Lerna.

Nel 2004, quando Facebook era ancora lontano dal raggiungere il successo che riscuote oggi e i cellulari non si collegavano in rete, il fumettista francese Gilles Roussel, in arte Boulet, decide di inaugurare un proprio blog sul quale pubblicare le sue strisce. Il successo è stato immediato, e questo differente approccio alla scrittura ha apportato nuova linfa alla realizzazione e alla lettura dei fumetti. Non più solo supereroi dai poteri improbabili in attillate tutine eccentriche, ranger sempre pronti a sedare risse nei saloon o alieni campioni di arti marziali alla ricerca di sfere magiche, ma semplicemente la quotidiana sfida di una persona comune contro il mondo reale. Un mondo fatto di treni, bollette, vicini molesti e fiere. Il fumetto non viene visto più come mero strumento di evasione dal peso della vita di ogni giorno, bensì come via per esorcizzare le piccole/grandi disavventure che si parano davanti. Per fare ciò l'autore ha bisogno di creare empatia col lettore, e allora Boulet si racconta e ci apre la sua vita, senza tralasciare alcun particolare, in questa carrellata di istantanee dal sapore tragicomico.

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Questo volume raccoglie i primi anni del blog ed è edito dalla Bao Publishing, la casa editrice milanese che cura anche le pubblicazioni di uno dei tanti epigoni di Boulet, Zerocalcare. L'autore romano, nella prefazione a fumetti del libro, dichiara di aver "copiato tutto da Boulet", non solo di essersi ispirato. E leggendo queste storie se ne capisce il perché. Ovviamente non ci sono armadilli, plum cake o altre situazioni che hanno fatto la fortuna di Zerocalcare, ma la stessa voglia di raccontarsi (spesso sfiorando il limite dello "sticazzi") e raccontare episodi che tutti almeno una volta abbiamo vissuto. La narrazione è condotta in prima persona e, senza troppi preamboli, veniamo catapultati in un mondo in cui gli oggetti diventano animati. Dunque potreste scoprire che dentro il vostro PC si nasconde Regan MacNeil de L'Esorcista, in cui le vostre ansie e paranoie lavorative si palesano sotto forma di mostri o dinosauri. Boulet utilizza questi espediente narrativi per passare sotto la sua lente d'ingrandimento ogni aspetto della quotidianità, della vita dell'artista, e, così, condurre un'analisi lucida, caustica, pungente su tutto ciò che lo circonda. La sua capacità di ricondurre le situazioni vissute ad archetipi comportamentali e fisici lo porta, sovente, a raffigurare (e raffigurarsi) con le fattezze di animali. In questo caso il segno supera la forma significante per caricarsi di contenuti che nessuna altra parola, frase o didascalia sarebbe stata in grado di rendere in maniera così immediata, diretta e funzionale.

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Ovviamente non vuole essere questa recensione un mezzo per distruggere quello che ad oggi è l'autore di fumetti più apprezzato e seguito in Italia, anche perché le similitudini, o copie, come le chiama Zerocalcare, si fermano qui. I due artisti hanno carattere, background e sensibilità differente e questo si evince nella lettura di questo primo volume. Partiamo subito col notare che c'è tanto Boulet in queste storie, c'è tanta voglia di raccontarsi da rischiare quasi il narcisismo. Tutte le vicende ruotano intorno alle vicissitudini del suo autore, fosse anche quelle più frivole e senza senso, come cantare una canzone sotto la doccia. Lungo questa prima serie di storie un sottile filo conduttore si riesce anche a trovarlo. La vita di Boulet, la sua carriera artistica, si intrecciano con l'editoria francese, con le fiere e le scadenze, editori e altri artisti. È tutto un continuo sviscerare aneddoti e retroscena, ma anche una lucida critica sullo stato attuale della nona arte (provate a leggere la storia "Un sacco di stronzate...", in cui l'autore non risparmia giudizi forti e controcorrente sulla scena fumettistica francese). Questo è dovuto ad una maggiore forza caratteriale di Boulet, una convinzione più grande nei propri mezzi e nel percorso professionale intrapreso. Uno spessore critico che lo porta a mettere a nudo il processo di creazione senza il timore di sminuirlo o farlo apparire quasi una coincidenza di fortuiti eventi. 

Altra grande differenza è lo stile grafico che i due autori utilizzano. Non si può non restare colpiti dalla versatilità grafica di Boulet, la varietà di soluzioni che si alternano lungo le pagine di questo volume, quasi come fosse stato realizzato da più mani. Nella costante evoluzione artistica, Boulet passa dallo schema di pagina regolare delle prime storie, con le vignette a scandire la sequenza degli eventi, ad una decostruzione della tavola in cui i margini si fanno sempre più sfocati per lasciare completamente libera la fruizione dei disegni. Il disegno sovente si sostituisce alla parola e colpisce per l'eloquenza che il tratto, ora caricaturale ore cartoonesco, riesce a trasmettere in sequenze interamente mute. Si passa da tecniche a pennarello a quelle ad acquerelli, ma il risultato che si ottiene è sempre lo stesso: tavole di assoluta bellezza.

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Come già successo per Ogni lunedì su due, libro di Zerocalcare che raccoglieva le sue storielle del blog, anche Boulet mette insieme le singole storie con dei brevi intermezzi che funzionano da collante. In queste pagine in bianco e nero l'autore parla al lettore spiegandone le motivazioni che lo hanno spinto ad intraprendere questa soluzione e più in generale al senso che il suo blog nasconde. Nella sua sincerità, Zerocalcare confessa che nel momento in cui avremmo letto le storie di Boulet non avremmo più seguito lui. Ci sentiamo di dissentire da questa affermazione. L'autore francese è sicuramente un precursore di uno stile tutto nuovo di fare fumetti, e questo volume rappresenta una lettura fondamentale certamente da intraprendere. Lui ha dato il la a una rivoluzione silente che ha apportato nuova linfa nell'editoria francese ed europea. Sta alle nuove leve raccogliere l'eredità e portarla avanti con intelligenza e arricchendola col proprio bagaglio di esperienze.

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