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Maleficent: recensione

Maleficent-poster-italianoC’era una volta, in un regno molto lontano chiamato “la Brughiera”, una giovane fata rimasta orfana in tenera età, Malefica, la quale viveva una serena esistenza assieme a tutte le magiche creature che popolavano il suo mondo. Adiacente alla Brughiera si ergeva il “Regno degli Uomini”, esseri misteriosi agli occhi delle creature magiche, che ne temevano la bramosia e l’invidia. Ma Malefica era curiosa e, quando un giovane uomo, Stefano, si avventurò nella Brughiera, la fata, mossa da curiosità, stabilì un primo contatto con questo strano essere, addirittura non dotato di ali. Quello fu il primo di una serie di incontri destinati a far innamorare Malefica di Stefano, il quale però, improvvisamente, smise di avventurarsi nella Brughiera, sparendo per lungo tempo. Passano gli anni e la fata diventa sempre più protettrice del suo regno, costantemente minacciato dalle incursioni umane, fino a quando il ritorno inatteso di Stefano non smuove, nuovamente, qualcosa nel suo cuore. Ma costui non è più il genuino ragazzo di un tempo, ma un adulto avido e crudele, che non esita a spezzare Malefica, sia in senso fisico che psicologico, per un suo ritorno personale; diventato Re, egli mette al mondo una figlia, Aurora, che diventa l’oggetto dell’odio di Malefica, odio che si manifesta con un maleficio: all’alba dei suoi 16 anni la Principessa si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio, cadendo in un sonno simile alla morte dal quale potrà ridestarsi solo ricevendo il bacio del vero amore.

La piccola Aurora è così allontanata dal regno (e da ogni arcolaio), e costretta a crescere nel bosco, assieme alle tre Fate Madrine che veglieranno su di lei fino al compimento dei 16 anni. Le tre però si dimostrano totalmente incapaci di assolvere al meglio il proprio compito: sarà proprio Malefica, quindi, ad intervenire in maniera decisiva nel processo di crescita della Principessa da bambina a ragazza, con l’ausilio di Fosco, fidato corvo antropomorfo. Il legame fra la fata e Aurora, pur senza volerlo, si farà sempre più stretto e sincero, e spetterà dunque a Malefica cercare di salvare la Principessa dal suo stesso maleficio.

Il film prende ovviamente spunto dalla celebre fiaba La bella addormentata nel bosco, di Charles Perrault, datata 1697, e dall’omonimo classico dell’animazione Walt Disney del 1959, rivisitandone però la trama in maniera decisamente originale. Al centro della storia questa volta c’è il cattivo di quella originale, del quale vengono esplorate finalmente le origini e motivazioni: Malefica non appare più, infatti, come una sadica strega, ma come un essere tradito e ferito, il cui risentimento ha prosciugato ogni capacità di amare. Non tutto però è perduto, in quanto, se da un lato non esiste creatura più feroce di una donna dal cuore spezzato, dall’altro non c’è amore più grande e vero di quello materno: accompagnando Aurora nella sua crescita, Malefica svilupperà quell’istinto proprio di una madre verso un figlio, che potrà riaccendere quella scintilla di speranza e compassione, così da farla tornare ad essere la creatura magica e benigna che era in principio.

La sceneggiatura di Linda Woolverton, veterana del genere, avendo scritto, fra gli altri, gli screenplay de Il re leone e La bella e la bestia, è uno dei veri punti di forza del film: la storia è davvero encomiabile perché, pur rovesciando sostanzialmente l’originale, riesce a non snaturarne i temi cardine. Malefica diviene villain ed eroe allo stesso tempo, mostrando nelle sue azioni la grande complessità e potenzialità dell’animo umano. Come sempre, i puristi molto legati al “classico” Disney, storceranno più di una volta il naso, specialmente nella scena del risveglio di Aurora, ma, francamente, Maleficent è un film davvero piacevole nella sua originalità, privo di stonature o buchi narrativi. La struttura è molto semplice e lineare, tanto che il tocco del regista, Robert Stromberg, alla sua opera prima, è praticamente impercettibile: questi svolge infatti il suo compito senza infamia né lode, ma la sensazione è quella che al suo posto poteva esserci chiunque.

Chi, invece, è davvero insostituibile è la protagonista, Angelina Jolie, praticamente perfetta nella sua interpretazione di Malefica, tanto che lo spettatore si dimentica facilmente quali fossero le caratteristiche del personaggio prima di questa versione. L’attrice ha voluto fortemente la parte, sposando a pieno il progetto, del quale è produttrice esecutiva, sin dagli albori. Algida, perfida, ma anche compassionevole e commovente, la Jolie riesce ad impersonare al meglio uno dei personaggi più complessi della narrativa fantasy, che qui, da strega terrificante, diviene character a tutto tondo. Il resto del cast, a partire da Elle Fanning, che interpreta Aurora, viene inevitabilmente oscurato dalla titanica ombra di Malefica, che giganteggia su tutto il resto. Proprio Aurora però è, assieme al Fosco di Sam Riley, uno dei personaggi secondari meglio approfonditi. Appena accennati tutti gli altri, a partire dalle tre Fate Madrine (Imelda Staunton, Lesley Manville e Juno Temple), inutili ai fini della trama e a volte persino fastidiose, per arrivare al Principe Filippo (Brenton Thwaites), vero e proprio fantoccio, scelta sicuramente consapevole e mirata a sottolineare la grande impronta femminista del film: il “girl power” che permea la trama del film, che non dispiace assolutamente, è intuibile sin dal principio e diventa manifesto nella conclusione.

Come ogni recente lungometraggio Disney ad impronta fantasy (si veda Alice in Wonderland o Il grande e potente Oz), anche Maleficent è munito di scenografia e fotografia eccellenti: i paesaggi, maestosi e colorati, riflettono a pieno il timbro emotivo del film, accentuandone l’impatto nella mente degli spettatori. Notevoli anche gli effetti speciali in un film nel quale l’uso della CGI è imponente quanto necessario. Una riga va spesa anche per l’impeccabile design dell’outfit dei personaggi: i costumi presenti nel film, a partire da quelli della protagonista, sono un vero piacere per gli occhi, coniugando al meglio classico e moderno.

Maleficent narra una storia nota ed immortale, riveduta e corretta, non solo in chiave moderna quanto da una nuova prospettiva. Nel rispetto della versione originale, il film cambia in maniera evidente alcuni parametri di un’equazione il cui risultato è, però, sempre lo stesso: l’amore, in qualsivoglia forma, purchè sincero e disinteressato, è in grado di vincere ogni forma di male, e di ridare, attraverso il perdono, speranza e nuova linfa vitale. E vissero tutti felici e contenti. Sì, persino Malefica.

Interpretato da Angelina Jolie, Elle Fanning, Sam Riley, Sharlto Copley, Juno Temple, Lesley Manville, Imelda Staunton e Brenton Thwaites, Maleficent, scritto da Linda Woolverton e diretto da Robert Stromberg, è nelle sale cinematografiche dal 28 maggio 2014.

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