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Topolino 3000: intervista a Roberto Gagnor

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robertogagnorTorinese, classe 1977, Roberto Gagnor scrive storie per Topolino dal 2003. Fra le storie più importanti: Topolino e il surreale viaggio nel destino, Quacklight - Vampiri fascinosi a Paperopoli, Topolino e il ritorno alla Dolce Vita. Per Topolino 3000 ha scritto la sceneggiatura di Archimede & Edi e il cacciatore di passato per i disegni di Claudio Sciarrone.

Salve Roberto e benvenuto su Comicus!
 
Partiamo con una domanda rivolta al lettore prima che all'autore. Che ruolo ha avuto Topolino nella tua vita e quale è il tuo primo ricordo legato alla testata?

Un ruolo enorme! Il mio primissimo ricordo è il numero 1218 dell'aprile 1979... anche se non sapevo ancora leggere. Poi ho capito il significato dei termini "fine prima puntata - continua la prossima settimana" e allora i miei genitori non hanno avuto scampo: dal 1983 (numero 1414) ho iniziato a comprare il Topo ogni settimana. Poi mi sono abbonato. Insomma, non ho più smesso! Ho imparato a leggere sul Topo, ho imparato parecchie parole difficili (ne ho parlato diffusamente qui e qui): ho imparato, in una parola, a vivere. Topolino era importante nella mia vita ancora prima che iniziassi a lavorarci. Oggi, poi, è fondamentale.

Se dovessi sceglierne solo una, quali fra le tante storie pubblicate in questi 3000 numeri è particolarmente importante per te?

Be', tutte le storie degli anni '80, nei numeri dal 1400 al 1700, per me sono state importantissime per la mia formazione, sia come autore che... come persona! Il Guerra e Pace papero di Carpi e la sua storia dipinta, la prima, con Paperino menestrello. Qualunque storia di Marconi. Le Paperolimpiadi di Scarpa, che cerco invano di copiare ancora oggi! Le prime storie a bivi di Concina. L'Indiana Pipps e la Ricerca della Pietra Zodiacale di Bruno Sarda, di cui oggi sono fiero di essere amico. E qualunque cosa di Cavazzano, che per me resta un mito assoluto.

Che differenze trovi nel Topolino di oggi rispetto al passato e perché credi che sia ancora così popolare?

Le differenze, forse, si trovano nella complessità narrativa delle storie. Una storia di trent'anni fa, salvo picchi tipo Cimino o Martina, era mediamente più semplice. Oggi, invece, noi autori cerchiamo di rendere le storie più interessanti, con un livello di raffinatezza narrativa che smentisce completamente, se mai ce ne fosse bisogno, l'idea della presunta "semplicità" del fumetto. Parliamo di arte, di politica (anche se a modo nostro), di tecnologia. Raccontiamo personaggi sfaccettati, complessi, in storie dalla struttura più raffinata. Del resto viviamo in un mondo in cui i nostri lettori, adulti e ragazzi, guardano i Simpson e i Griffin: sono abituati alla metanarrazione, a una molteplicità di livelli narrativi etc. Quindi sta a noi "smontare" la vecchia griglia sia nel disegno che nella sceneggiatura. Topolino non è mai stato così moderno, dal punto di vista del fumetto. E questa evoluzione, che la direttora Valentina e la redazione hanno approvato e incoraggiato, è appena all'inizio: anche se i risultati, nella qualità media delle storie, si vedono già.

In tutto questo, poi, Topolino resta amatissimo e popolarissimo per un semplice motivo: perché quei personaggi non sono "cosi" col becco e le orecchie. Siamo NOI. Sono esseri umani che happen to be paperi e topi. La loro umanità, i loro difetti, i loro pregi, le loro manie, sono le nostre. Parlano a tutti noi, senza distinzione di provenienza geografica, età, sesso, religione. Ci dicono qualcosa di noi. E come diceva Calvino parlando dei classici, non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire.

Parliamo del tuo lavoro. Ricordi la tua prima storia su Topolino? Cosa ci puoi dire a riguardo?

La prima storia che ho scritto è "Paperino e il ballo della distrazione", faticosamente partorita nella primavera del 2003: Ezio Sisto, grandissimo vicedirettore del Topo, mi aveva fatto un colloquio e, dato che non ho frequentato l'Accademia Disney o altre scuole, mi ha insegnato tutto sul campo... e con le cattive! Scherzi a parte, Ezio mi ha insegnato tantissimo. Era una storia semplice semplice, nata da una gag famigliare (io sono MOLTO distratto), sei tavole scritte e riscritte. La prima che è uscita, però, è "Eta Beta campione intergalattico", dedicata alla mia esperienza a Passaparola, dove avevo vinto qualche puntata a fine 2003. Dato che anche il grande Francesco Artibani era passato di là, la redazione decise di farci scrivere due storie sul tema, in un numero con tanto di intervista a Gerry Scotti eccetera. Tra l'altro, quella storia me la disegnò Silvia Ziche, meravigliosamente. Per cui, fu un gran bel momento.

Cover3000 new-1Riguardo alla tua storia su Topolino 3000, Archimede & Edi e il cacciatore di passato, come è nata e come si è sviluppata questa idea?

Non vorrei spoilerare troppo... ma la redazione mi ha chiesto di lavorare su un tema, l'obsolescenza tecnologica. Così ho iniziato a ragionare sul passare del tempo, che nei fumetti Disney non si vede mai o quasi. Topolino non ha continuity, e forse per questo ci piace così tanto: tutto ricomincia daccapo a ogni storia. Stavolta, invece, ho deciso di mostrare il tempo che passa. Ho 36 anni e inizio a rendermi conto... di quanto sia vecchio, e di quanto la mia generazione sia attaccata ai propri ricordi, ai gadget, dalle cassette audio ai VHS, dai vinili alle action figures. Io poi a questo proposito sono tremendo, un vero nerd! E lo è anche Claudio Sciarrone, che ha disegnato fantasticamente la storia. Ci abbiamo messo parecchie strizzate d'occhio ai lettori più adulti (tutti gli anni '70, '80 e '90, dagli 883 ai Duran Duran!), ma abbiamo anche cercato di raccontare una storia più malinconica del solito. Il finale, però, è molto uplifting... e ci sono anche dei cameo: Claudio ha messo dentro anche se stesso, la sua famiglia e me... in versione papera!

Fra le tante storie che hai scritto, ce n'è qualcuna a cui sei particolarmente legato o di cui sei particolarmente fiero? Noi ricordiamo, fra le tante, Topolino e il surreale viaggio nel destino disegnata da Giogio Cavazzano, cosa puoi raccontarci di questa storia?

Be', sì, forse è quella la mia preferita in assoluto. Con Cavazzano avevo già lavorato alla parodia di Twilight, Quacklight, e per me era stato un momento favoloso: il mio mito da trent'anni che disegna una mia storia! Pochi mesi dopo, nell'estate del 2010, ho scoperto che a Milano avrebbe aperto una mostra su Dalì... e sul suo lavoro con Walt Disney per Destino, un corto poi abbandonato per motivi di budget e riesumato e completato solo parecchi anni dopo. Appena l'ho saputo ho pensato che sarebbe una bella novità... una storia di Walt Disney CON WALT DISNEY DENTRO.

Così ne ho subito parlato a Davide Catenacci, il mio ottimo editor: l'idea gli è piaciuta e mi sono messo subito al lavoro! La storia conta solo 20 tavole per motivi di tempo: dovevamo uscire a settembre, all'apertura della mostra, e avevamo pochissimo tempo! Per cui ho galoppato, tra la scrittura e la documentazione, anche "barando" un po': negli anni '40 Topolino, Paperino e Pippo erano già più o meno come oggi, ma ho preferito raccontarli nelle loro versioni anni '30, più "surrealiste"... anche perché volevo vedere Cavazzano disegnarli così! E lui si è divertito molto, facendo un lavoro spettacolare. Il bello di lavorare con lui (e con molti altri colleghi disegnatori) è che puoi scatenarti. Provare tutto, inventarsi di tutto, scardinare la gabbia della tavola, esagerare con splash page o tagli impossibili: e lui ce la farà. Anzi, troverà una soluzione ancora più bella di quella che hai pensato! (Nella gallery in basso, trailer, tavole ed estratto di sceneggiatura della storia ndr.).

Tornando a Quacklight, invece, c'è una piccola nota personale: quella storia mi ha portato fortuna. Tre anni fa Michela, una ragazza di Pavia, l'ha letta e mi ha scritto per farmi i complimenti. Ci siamo sentiti, ci siamo visti... e a settembre ci sposiamo! Insomma,Topolino è stato ancora una volta importantissimo.

Attualmente a cosa stai lavorando? Ti rivedremo presto su Topolino?

Sì! C'è una saga spaziale in due parti con Sciarrone in uscita, poi il terzo capitolo delle avventure di Brigittik (l'alter ego di Brigitta... eroina delle cause perse romantiche!) con Mangiatordi, una storia di Paperinik (un omaggione a Jack Kirby!) su Paperinik Appgrade di giugno con Lavoradori. E un thriller di topi ad alta quota con Cavazzano, oltre a una storia estiva e a una storia più lunga con Sciarrone!

Su altri fronti, continuo a insegnare sceneggiatura all'Istituto Antonioni di Busto Arsizio e all'Accademia 09 a Milano. E dopo il mio ultimo corto, Il Numero di Sharon, sto lavorando al mio primo film da regista e sceneggiatore, Mille! una commedia alla Local Hero, con Tempesta Film. La sceneggiatura è pronta e sto lavorando molto bene col mio produttore, Carlo Cresto-Dina: adesso speriamo di trovare un po' di fondi!

Ma qualunque cosa succeda, non smetterò mai di scrivere Disney. È un sogno realizzato, un lavoro che amo tantissimo, una fonte continua di gioia.
Faccio il lavoro che sognavo da piccolo, mi diverto, mi pagano e il futuro è tutto da scrivere: come si fa a non essere ottimisti?

Ringraziamo Roberto per la sua disponibilità.

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