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Gennaro Costanzo

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Mytico! 1

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Quello che rappresenta Mytico! va ben oltre la novità di un nuovo allegato a fumetti ad un quotidiano. È qualcosa di diverso per due motivi. Innanzitutto, si tratta di una produzione inedita, e il fatto che un quotidiano come il "Corriere della Sera" produca (o, per meglio dire, faccia produrre) dei fumetti è qualcosa di molto rilevante. Il secondo motivo è che il pubblico di riferimento di Mytico! sono i ragazzini che il fumetto italiano sembra aver dimenticato, dopo una ricca tradizione inaugurata proprio dal Corriere con il fu "Corriere dei Piccoli" che diede il via a tutto il fumetto italiano. Sembra quasi, insomma, che il Corriere dopo aver dato vita al nostro fumetto, voglia dare una nuova svolta al mondo delle nuvole parlanti. Un po' come se la sua storia glielo imponesse.
Il successo eventuale di questa iniziativa potrebbe aprire scenari davvero interessanti: da un lato, una nuova diffusione popolare del fumetto e l'avvio di iniziative analoghe, dall'altra la nascita di una nuova generazione di lettori che non è scontato possa esserci in futuro proprio per l'attuale carenza di testate che possano educare i giovani a questo linguaggio.

Fin dalla prima impressione che Mytico! da al lettore, sembra che (almeno sulla carta) la scommessa sia vinta. L'alta cura editoriale e l'ottima confezione del prodotto sono talmente lampanti da essere visibile ad un prima occhiata del prodotto. E il contenuto non è da meno.
Curata dalla staff delle Edizioni BD, che mette in campo autori di prim'ordine, la prima avventura è dedicata alla guerra fra Achei e Troiani (e quindi allo scontro fra Achille ed Ettore) e presenta una struttura solida grazie ad una narrazione che scorre via piacevolmente. Nonostante il target preadolescenziale, la storia non è tanto diversa dalle classiche avventure dei super-eroi e può essere goduta appieno anche dai più grandicelli.
Un'avventura trasversale quella sceneggiata da Stefano Ascari, dove solo il linguaggio classicheggiante potrebbe far storcere il naso a qualche piccolo lettore.
Ricchi i riferimenti alla mitologica classica, con interessanti intrecci narrativi.
Le tavole di Andrea Riccadonna sono pregevoli e capaci di catturare gli occhi del lettori grazie al suo stile moderno e dinamico e agli ottimi colori di Andrea Meloni.

L'albo è corredato da una serie di articoli di approfondimento sulla mitologia greca e sulla realizzazione del fumetto. Il prezzo di 1€ per i primi 4 numeri è un incentivo a proseguire una lettura che varrebbe decisamente il prezzo pieno, 2,80€, che speriamo in futuro non incida negativamente sul successo dell'iniziativa.

Speciale Mytico!: la mitologia per ragazzi del Corriere

myticoNe avevamo già parlato, ma l'evento merita il giusto approfondimento. Mytico! non l'ennesima iniziativa editoriale allegata ad un quotidiano, ma un tentativo di catturare il pubblico dei giovani grazie ad una produzione inedita a fumetti. Uno sforzo messo in campo dal "Corriere della Sera" che, memore del suo passato che rappresenta la storia del nostro fumetto, vuole riconquistare i giovani con un prodotto appositamente realizzato con la collaborazione delle Edizioni BD e dei suoi autori.

In occasione dell'uscita di domani, venerdì 13 aprile, del primo numero di Mytico! al prezzo di lancio di un euro, abbiamo parlato con Fabio Licari di RCS, per capire come è nato e come si è sviluppato questo progetto. Abbiamo poi sentito Stefano Ascari, Andrea Riccadonna, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore (nonché curatore grafico della serie) del primo numero, e Diego Cajelli, altro nome di lusso coinvolto in quella che potrebbe essere un'importante svolta nel panorama fumettistico italiano.
Completano il tutto, alcune tavole inedite.

Per leggere la recensione, clicca qui.

Buona lettura!

Interviste a cura di Gennaro Costanzo.

Intervista a Fabio Licari


Ciao Fabio, benvenuto su Comicus. Ci parli del progetto Mytico! e di come è nato?

Il progetto Mytico! è nato circa due anni fa. Il "Corriere della Sera" ha avuto un'idea che mi è sembrata rivoluzionaria visti i tempi editoriali che stiamo vivendo: un allegato a fumetti che non fosse una collana di ristampe, ma qualcosa di nuovo. Un allegato inedito, per la prima volta. Un esperimento storico, rischioso e coraggioso. Curo da anni i collaterali a fumetti di Gazzetta e Corriere, oltre a essere giornalista della “rosea”, così si sono rivolti a me. Un po’ di sorpresa all’inizio, poi tanto entusiasmo. E ci siamo messi a parlare, pensare, progettare…

A chi è rivolto Mytico!?

Abbiamo pensato a un target giovane, perché oggi sembra che il fumetto si sia dimenticato di chi non ha 40 anni e non ha imparato a leggere i fumetti da ragazzo. Ai giovani manca oggi  l'apprendimento del linguaggio del fumetto, mentre invece possiedono quello del cinema e della televisione. Ovviamente, target giovanile non significa che lo possano leggere solo gli "under" qualcosa. Se è buon fumetto…

Il fumetto per ragazzi è quasi scomparso in Italia, cosa vi ha convinti a puntare su di un titolo per giovani?

Se oggi a 45 anni leggo fumetti è appunto perché da piccolo ho imparato quel linguaggio. Da piccolo potevo scegliere tra Topolino, Cucciolo, Soldino, Geppo, il Giornalino, Corriere dei Piccoli, Corriere dei Ragazzi… Credo sia il tempo di tornare a un fumetto più semplice e meno cerebrale, ai giornalini di una volta. Che possa piacere ai giovani e prepararli anche alla lettura di fumetti in futuro. Magari allontanandoli per qualche minuto dai videogiochi, dalla TV, da internet, che non sono dei demoni, sia chiaro, ma che possono essere vissuti insieme al fumetto. Inoltre, se questa iniziativa avesse successo, non sarebbe un bene solo per il "Corriere della Sera" ma per l'editoria fumettistica in generale: giovani autori che fanno fatica a lavorare, oppure che lavorano per cifre bassissime, spesso tirando via anche sul prodotto, potrebbero scrivere o disegnare con un po' più di tranquillità. Le storie di Mytico! potranno piacere o meno, non sta a me dirlo, ma posso assicurare: non c'è nulla di tirato via, è tutto curato dalla prima didascalia all'ultimo disegno.

Come mai puntare sulla mitologia per un fumetto per ragazzi?

Parlandone con Luisa Sacchi, responsabile dei collaterali del Corriere, e con Alessandra Generali e Francesco Grizzaffi: senza la loro passione, direi quasi testardaggine, questa collana non sarebbe mai esistita. Volevano una collana che divertisse ma che avesse anche una base culturale, senza annoiare ovviamente o sarebbero guai. La mitologia classica è un serbatoio di storie e di idee immenso e poi rappresenta il prototipo del supereroe moderno che è figlio degli eroi mitologici della Grecia. I "super-eroi con super-problemi" della Marvel, contestualizzati nel presente, non raccontano storie così distanti da quelle della mitologia classica: amori, odi, tradimenti, drammi, tragedie, superproblemi. Con le battaglie soltanto sullo sfondo. Conta di più l’uomo (o il semidio).

Come è avvenuto il contatto con le Edizioni BD?

Alla RCS abbiamo avuto l'idea, ma non siamo una casa editoriale che produce fumetti. Abbiamo due importanti partner storici per le nostre collane da edicola: Panini, indispensabile per quasi tutti gli albi, e Disney per paperi e topi. Serviva qualcuno che producesse fumetti italiani. Conosco Marco Schiavone da tempo, è un amico, credo diriga una delle case editrici più interessanti e intelligenti del panorama fumettistico, lavora con autori giovani: il contatto è stato fin da subito positivo e si è deciso di lavorare insieme.

Il "Corriere della Sera" è strettamente legato alla tradizione fumettistica italiana e al fumetto per ragazzi grazie ai purtroppo scomparsi Corriere dei Piccoli e Corriere dei Ragazzi. Mytico! si vuole riagganciare a quella tradizione?

Come potrei dire di no? La tradizione a fumetti del Corriere è importante, direi quasi immanente in via Solferino. L'eredità del Corriere dei Piccoli e del Corriere dei ragazzi è pesante, ma anche obbligatoria per chi voglia fare fumetti oggi: difficile eguagliare il valore qualitativo e l'importanza storica che hanno avuto questi "giornalini", come amo chiamarli io che li ho letti da bambino e da ragazzo. Soprattutto oggi che la rivista contenitore è più difficile da proporre. Fortunatamente, però, il buon fumetto è sempre proponibile. Se alla Rcs si cerca di fare un fumetto, si vuole almeno rispettare quell’idea originaria, consapevoli che eguagliarla è difficile, visto che da Pratt a Toppi, da Cavazzano a Manara, ci hanno lavorato tutti i più grandi artisti del fumetto italiano. Ma oggi siamo nel 2012: possiamo aspirare a fare qualcosa di bello, di rispettoso della tradizione. Almeno ci proviamo.

Intervista a Stefano Ascari, Andrea Riccadonna e Diego Cajelli


4Salve, ragazzi. Ci potete dire come siete stati coinvolti nel progetto Mytico!?

SA: Siamo stati coinvolti in momenti diversi ma entrambi da Marco Schiavone di Edizioni BD, editore con il quale io e Andrea abbiamo un rapporto consolidato che dura da diversi anni. Quando Marco mi ha chiamato e mi illustrato il progetto facendomi i nomi del resto dello 'staff' di scrittura non mi è sembrato vero. Coinvolto e sconvolto, per così dire.

AR: Sono stato chiamato da Marco Schiavone di Edizioni BD che sia Stefano che io conosciamo da quando insieme abbiamo pubblicato la nostra prima fatica, David. Mancava un disegnatore per completare lo staff iniziale del progetto, dopo avermi chiesto alcune prove per vedere la mia interpretazione dei personaggi principali mi è stato chiesto di collaborare al progetto.

DC: La "gestione artistica" del progetto è stata affidata a Edizioni BD. Loro si sono occupati del reclutamento degli autori e del lavoro redazionale/operativo di tutto il team.
Collaboro con BD da tantissimo tempo, su vari progetti, e sono stato coinvolto anche per questo.

L'idea alla base del progetto è stata quella di attingere dalla mitologia classica per attirare un pubblico giovane. Come avete lavorato per proporre ai ragazzi di oggi i grandi miti?

SA: Trovare il tono giusto non è stato immediato, ma in questo è stato molto proficuo il rapporto con la redazione del Corriere. Il mito si presta a essere raccontato in molti modi e toni... ma alla fine siamo riusciti a trovare (speriamo!) la giusta dose di approfondimento (che possa incuriosire i giovani lettori avvicinandoli alle fonti letterarie originali) e di intrattenimento (riprendendo in mano l'intero corpus di storie legate ai miti greci e andando a creare una nostra continuity e spingendo l'acceleratore sull'aspetto visivo dell'azione). Per fortuna il mito è materia di racconto orale e come tale permette di interpretare e di modulare il racconto con una certa libertà a seconda del pubblico che si vuole raggiungere.

AR: Come prima cosa mi sembra doveroso dire che per una serie di ragioni è piuttosto diffuso il preconcetto che "antico" sia spesso sinonimo di noioso o "intellettuale". La verità è che i miti greci antichi non hanno nulla da invidiare a opere come "il Signore degli Anelli" o "Harry Potter" (che anzi, nascono in parte proprio da qui). Sono divertentissimi e molto moderni. Bisogna solo renderli più accessibili, magari caricando leggermente sull'elemento spettacolare a discapito di parti un po' più lente (o semplicemente molto descrittive) presenti nell'opera.

Stefano, parlaci dello sviluppo del racconto. Come è strutturata la storia?

SA: Non so quanto posso anticipare nello specifico, ma diciamo che abbiamo lavorato attorno a un tema portante, quello dell'assedio di Troia. Da lì ci siamo mossi per esplorare e raccontare miti e storie che in qualche modo a quel contesto erano collegate. La grande intuizione progettuale è stata quella di assegnare a ogni sceneggiatore del team dei nuclei tematici specifici (io ad esempio mi occuperò principalmente delle vicende legate ad Achille e ad Ettore), il tutto coordinato sul piano della continuity. In questo modo ognuno di noi (Diego Cajelli, Matteo Casali e Fausto Vitaliano sono gli altri autori coinvolti) ha potuto lavorare con il materiale narrativo che gli era più congeniale, arricchendo la narrazione di punti di vista e stili di racconto differenti. Dal punto di vista della storia il progetto ha, potenzialmente, una struttura molto più ampia che, se e quando si concretizzerà, andrà a tracciare un affresco completo delle diverse 'epoche' del mito. Come comune denominatore abbiamo creato ex-novo un personaggio che, in modalità che è prematuro svelare, toccherà diversi momenti della narrazione fungendo un po' da filo rosso narrativo oltre ad avere una propria vicenda che speriamo saprà nel tempo conquistare i lettori.

Andrea, hai curato la parte grafica del progetto, quali sono state le tue linee guida?

AR: All'inizio è stato un po' complesso trovare la giusta dimensione dei personaggi. Le prime prove erano molto affini a una versione "storicamente" corretta del poema originale. La forma degli elmi e delle armature era presa direttamente da reperti di epoca micenea. Abbiamo poi deciso di discostarci da un discorso filologico per accentuare  la dimensione "supereroistica" del mito e così le armature sono divenute più complesse e fantastiche cercando di mantenere dei caratteri che comunque li identificassero come appartenenti al mondo greco. Per quanto riguarda invece la definizione dei personaggi gli input sono stati molteplici. Dal classico "quale attore potrebbe interpretare questo personaggio" a riferimenti classici come statue e dipinti... Sono decisamente soddisfatto del risultato finale e mi fa piacere, avendo curato tutto il character design del progetto e i materiali pubblicitari, aver potuto condividere la mia 'visione' dei personaggi con gli altri disegnatori dello staff. Ci siamo dovuti inventare un design per le creature fantastiche che in qualche modo mantenesse la riconoscibilità rispetto all'iconografia classica ma che, soprattutto per gli Dei dell'Olimpo, permettesse anche di differenziarsi e di integrare spunti visivi più moderni.

Diego, di cosa tratterà la tua storia? Puoi parlarci di come hai adattato la mitologia classica per questo progetto?

DC: Ho scelto Eracle. Nel vero senso della parola. C'era un elenco di temi, di miti e di episodi della mitologia classica. Mi hanno detto:
- Di che cosa ti vuoi occupare?
E io ho risposto subito Eracle.
Perché?
Perché è l'archetipo originale di tutti gli eroi, in costume e non.
Avere la possibilità di accedere alla fonte, all'origine pura della narrazione è stata un'occasione favolosa.
Non è tanto come "ho adattato la mitologia classica", semmai è il contrario.
Quanto c'è di classico nella narrazione moderna. Tanto. Fidati.
Lavorando sulla mitologia classica ti accorgi quanto e come sia fondamentale per la "mitologia contemporanea".
Si dice spesso che "tutto parte da lì". Ma un conto è dirlo, un altro conto è vederlo, capirlo, sbatterci la faccia.

Oltre al primo numero, lavorerete su altre storie della collana?

SA: Come dicevo prima il mio lavoro si concentrerà in particolare sulla figura di Ettore e di Achille con altri due albi, ma mi è stata concessa anche una "fuga" sul versante mitologico\fantastico della serie con un paio di storie ricche di mostri marini e di divinità infuriate!

AR: Ho già terminato di disegnare un secondo numero, sempre con Stefano e dedicato ad Achille, anche se non so quale sarà la sua posizione nella serie.

E tu, Diego?

DC: E sì, ho scritto altri episodi della collana. Tutti legati a Eracle, tutti in coppia con il validissimo disegnatore Ivan Fiorelli.

L'attuale panorama fumettistico per ragazzi in Italia è quasi pari allo zero e Mytico! rappresenta un importante investimento per il futuro del fumetto. Quali sono le vostre impressioni non solo sulla collana, ma sul fumetto per ragazzi in generale?

SA: Io credo che Mytico! sia un progetto molto importante. Spero che in questo senso, al di là delle critiche e delle recensioni positive o negative che arriveranno, il mondo del fumetto si attivi davvero in modo corale per sostenerlo. Mytico! potrebbe aprire nuovi spazi molto importanti per un mercato che tutt'oggi non riesce a crescere in modo sistematico. Se ci si pensa non è cosa da poco: un grande gruppo editoriale si attiva per produrre una serie a fumetti realizzata ad hoc (e questo significa un grande investimenti in termini di spazi pubblicitari, focus-group, risorse multimediali, etc. etc.) e per farlo coinvolge un editore al quale delega la maggior parte delle scelte 'artistiche'. A sua volta l'editore si attiva per creare un team composto da autori senior e da "esordienti" (le virgolette sono d'obbligo perché parliamo di professionisti completi e di grande talento che hanno già tutti esperienza di pubblicazione) tenendo molto alta l'asticella della qualità. Si tratta di un approccio illuminato e, credo, rispettoso delle altrui competenze che non è scontato. Poi immagino (e spero) che sulle singole scelte e sui singoli numeri il dibattito magari sarà lungo e articolato, ma così, a priori, mi sembra veramente un progetto degno della massima attenzione.

AR: Beh... sul panorama fumettistico italiano tante cose si dicono e si continuano a dire. Il momento non è floridissimo per svariate ragioni: economico in primis e forse anche a causa della maggiore offerta di forme di svago che i ragazzi hanno a disposizione. Passando dal discorso culturale per cui il fumetto è, nella percezione comune, un media di serie B adatto solo a raccontare storie per bambini. Per quanto riguarda invece il fumetto per ragazzi trovo che sia stato colpevolmente poco considerato. 
Nell’editoria libraria c'è voluto "Harry Potter" per far aprire agli editori e mostrare quanto era evidente: un enorme massa di lettori che aspettavano solo che qualcuno pensasse a loro. Se pensate che la mia generazione ha letto da ragazzi gli stessi libri che hanno letto i loro genitori, Salgari e Verne, se eri un ragazzo o Piccole Donne e Polyanna se eri una ragazza... ora posso solo augurarmi che Mytico! abbia l'effetto deflagrante di Harry Potter, ma mi piacerebbe sperare che possa comunque iniziare a riprendere un discorso lasciato un po' in sospeso. L' altro discorso interessante riguardo a Mytico! è la partecipazione di un grande gruppo editoriale e la distribuzione come allegato del "Corriere della Sera". Mi sembra una novità molto interessante nel panorama italiano ed anche in questo caso non posso che sperare che Mytico! abbia un buon successo (e un buon seguito!).

DC: Non puoi barare raccontando una storia per ragazzi.
Il motivo è contenuto nella mia affermazione qui sopra. Il "non puoi barare raccontando una storia per ragazzi" significa che per prima cosa ci deve essere una storia e devi essere in grado di raccontarla.
Niente menate, niente trucchi dialettici, niente tesi in primo piano, niente "volevo dire". Quello che volevi dire, lo dici. Fine.
Invece, la direzione che sta prendendo il fumetto è sempre più verso: "Hai visto quanto sono figo?" e non: "hai visto che storia ti ho raccontato?".

Cosa leggevate da piccoli?

SA: Sono stato svezzato a suon di Peanuts, Mafalda, Cattivik e Lupo Alberto (ma in casa non mancavano i giornali classici per ragazzi, Il Giornalino, Il corriere dei piccoli e il mitico Più!). Qualche numero dei supereroi Corno e poi la lunga astinenza fino all'arrivo dell'Uomo Ragno Star Comics. Da lì in poi praticamente tutto, con una predilezione per il fumetto francese negli ultimi anni.

AR: Per la verità io mi sono avvicinato al fumetto in età avanzata. Frequentavo la quarta ginnasio quando Dylan Dog iniziò a girare nella classe. Ho iniziato a leggerlo segnando così il mio destino. In precedenza i miei rapporti col fumetto erano stati piuttosto saltuari, Topolino, qualche Tex, alcuni Diabolik, Corrierino dei Piccoli e Il Giornalino. A casa c'era però tutta la collezione di Asterix che ho sempre trovato spassosissimo. Il fumetto che però ho riletto più volte è probabilmente una vecchia raccolta di Jacovitti di mio padre che mi ha sempre affascinato, con i suo i salami parlanti e i suoi pesci fuor d'acqua. Se devo quindi pensare al momento in cui il fumetto mi ha folgorato (anche se in maniera inconsapevole) non posso che ripensare a Pippo Pertica e Palla, alla signora Carlomangno e all'imprendibile Zagar.

DC: Tanta roba Marvel, edita ai miei tempi dall'Editoriale Corno. Poi il Corrierino, Linus, Alan Ford, Zagor e Diabolik.

L'Iron Man mussulmano

  • Pubblicato in News

IronMuslimRich Johnston di Bleeding Cool ci propone, per la Boom! Studios una strana versione alternativa di uno dei maggiori eroi Marvel: Iron Muslim.

Illustrato da Bryan Turner, Iron Muslin ci racconta di Al Stark che, intrappolato in una zona di guerra, ha una rivelazione "Gli americani sono superstiziosi e vigliacchi. Io diventerò un musulmano". Al, di nuova ispirazione, prende la sua jihad a New York City, e una resa dei conti con un combattente della libertà che assomiglia a un certo crociato incappucciato... Una storia indubbiamente singolare che attraversa la politica e il fanatismo.

Di seguito, un'anteprima dell'albo.

La Donna Bionica per la Dynamite

  • Pubblicato in News

bionic_woman_1Paul Tobin e Leno Carvalho faranno rivivere su carta le avventure della Donna Bionica per l'attivissima Dynamite Entertainment.

Il personaggio ha goduto, dal 1976, di una serie televisiva di tre stagioni con Lindsay Wagner nei panni della protagonista Jaime Sommers.
La serie, nata come spin-off de "L'uomo da sei milioni di dollari" ha avuto anche vari film-tv ed un remake del 2007 che, però, non ha ottenuto gran successo.
Ora la Dynamite porta il personaggio a Parigi, sulle tracce di folli chirurghi che forniscono prototipi bionici dell'OSI ai loro pazienti miliardari per dargli una nuova vita.

Di seguito, un'anteprima del numero 1 già disponibile nei negozi americani.

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