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Gianfranco Autilia

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Marvel Comics #1000, recensione: la celebrazione di 80 anni di Meraviglie

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Sono passati esattamente ottanta anni da quando l'allora Timely Comics diede alle stampe Marvel Comics #1, un albo fondamentale che presentò al suo interno le prime apparizioni di due personaggi alquanto seminali, ovvero la Torcia Umana originale e Namor il Sub-Mariner, creati rispettivamente dai compianti Carl Burgos e Bill Everett: da questo punto in poi, l'industria della Nona Arte non è più stata la stessa. Anno dopo anno, la casa editrice fondata da Martin Goodman cominciò a esplorare ogni singolo genere narrativo a sua disposizione, sperimentando con il romanticismo e l'humor, fino ad arrivare alle storie horror e, naturalmente, a quelle supereroistiche, le quali tutt'oggi predominano nel vasto parco testate dell'Universo Marvel, lo stesso che è stato plasmato e arricchito dal duo Stan Lee e Jack Kirby a cominciare dal 1961, anno in cui fecero il loro esordio gli arcinoti Fantastici Quattro. A questi ultimi susseguirono la nascita dell'Incredibile Hulk, di Spider-Man, Ant-Man, Iron Man, i Vendicatori, gli X-Men, Pantera Nera e tanti altri miti della cultura pop che si sono affermati nell'immaginario collettivo specialmente grazie alle loro trasposizioni di successo che spaziano dal piccolo al grande schermo. A evidenziare quanto questi traguardi raggiunti ancora non accennino a fermarsi vi è anche il fatto che, proprio nell'anno corrente, la divisione cinematografica della Casa delle Idee abbia addirittura riscritto la storia del cinema tramite il rilascio di Avengers: Endgame, blockbuster diretto dai fratelli Russo divenuto nientemeno che il film con gli incassi più elevati in assoluto, battendo i record di pietre miliari quali Titanic (1997) e Avatar (2009). Festeggiare le otto decadi di vita di questo vero e proprio colosso dell'intrattenimento è dunque un'impresa non da poco (nonché un evento a cui non ci si poteva assolutamente sottrarre), ragion per cui sono state lanciate fin da subito svariate iniziative editoriali che ci hanno tenuto compagnia nel corso dell'intero 2019: tra le tante troviamo pure Marvel Comics #1000, un volume antologico da fumetteria che Panini Comics ha proposto nel nostro Paese all'intero della collana Marvel World.

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Sebbene il titolo dell'opera strizzi l'occhio a due precedenti uscite della Distinta Concorrenza, ovvero Action Comics #1000 e Detective Comics #1000, è bene sottolineare quanto la struttura editoriale di Marvel Comics #1000 sia estremamente lontana da tutto quello che normalmente ci aspetteremmo da un prodotto celebrativo del genere. L'albo racchiude infatti ottanta storie composte da una pagina l'una che, con grande precisione, vanno a rappresentare e omaggiare un determinato evento che ha caratterizzato ciascun anno editoriale della Marvel, dal 1939 fino all'imminente 2020. A firmarle vi è una caterva di autori che comprende i nomi più hot del comicdom statunitense: elencare tutti i fumettisti coinvolti richiederebbe una grande mole di pazienza e spazio, dunque vi basti sapere che il fumetto ospita testi e disegni sia di creatori leggendari quali Roy Thomas, Walter Simonson, Erik Larsen o Kurt Busiek, che di nuove leve, fra le quali spiccano l'astro nascente Donny Cates, il nostro Mattia De Iulis e il giovanissimo Leonardo Romero. Tutte le storie del tomo in questione cambiano freneticamente il metodo di narrazione e i protagonisti, distinguendosi dalle altre che le circondano sotto più punti di vista. Alcune di esse risultano abbastanza trascurabili, mentre altre ancora sono delle vere chicche per appassionati e talvolta hanno anche il duplice compito di rilanciare vecchi personaggi ormai finiti da diverso tempo nel dimenticatoio, come Red Wolf, Night Raven o Masked Raider. I temi che vengono trattati sono i più disparati: mentre alcune pagine servono principalmente a festeggiare il succitato anniversario o a intrattenere il lettore per allietarlo, altre ancora affrontano fatti di profonda attualità che aggiungono maggiore spessore al fumetto in sé, come il razzismo o la scottante questione dell'accettazione dei migranti. Quest'ultima vicenda in particolare è peraltro posta al centro di un'imperdibile storia ambientata proprio qui da noi in Italia, a Riace, ed è scritta dall'autrice e sociologa Eve L. Ewing per i disegni raffinati di Jen Bartel. Altri argomenti che ci vengono continuamente proposti nel corso della lettura riguardano invece il significato dell'indossare una maschera e, soprattutto, il perché i supereroi fanno quello che fanno. Quasi ogni eroe darà a modo suo una risposta personale a quest'ultima domanda in particolare, facendo trasparire tutta la propria essenza in pochissime vignette. Il tutto viene infine collegato alla storia principale dell'albo con un ingegnoso espediente narrativo che conduce a un climax dal grande impatto.

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A coordinare questo centinaio di talenti all-star vi è uno sceneggiatore britannico che potrebbe presto accaparrarsi a tutti gli effetti il titolo di "mastermind" dell'Universo Marvel odierno, ovvero Al Ewing, che attualmente sta stupendo tutti i fan del Golia Verde con una lodevole gestione de L'Immortale Hulk, serie che è stata perfino candidata ai premi Eisner di quest'anno. Ed è proprio l'immaginazione di Ewing ad aver firmato la maggior parte dei racconti racchiusi in Marvel Comics #1000: l'autore fornisce un interessante fil rouge che va non solo a costruire una sorta di complesso poliziesco in salsa supereroistica, ma anche a ridefinire una buona fetta della continuity marvelliana, partendo da una vignetta estratta dal fumetto grazie al quale tutto prese il via, ossia il già menzionato Marvel Comics #1 del 1939. Al centro dell'attenzione viene posto un particolare oggetto che assume un ruolo da MacGuffin per l'intero volume, ovvero la Maschera dell'Eternità. Si tratta di un enigmatico manufatto cosmico che nel corso degli anni ha cambiato possessore e che giocherà senz'altro un ruolo di primo piano nelle produzioni a venire. Per di più, le battute finali del brossurato riportano in auge un classico antagonista degli Avengers, fungendo da preambolo per una storyline più che degna delle attenzioni dei lettori.

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Marvel Comics #1000 è con molta probabilità il fumetto più maestoso mai pubblicato dalla Marvel, soprattutto se teniamo in considerazione il suo gigantesco team creativo e i rosei riscontri di vendita ottenuti oltreoceano: soltanto negli Stati Uniti, infatti, ne sono state vendute più di 200 mila copie. Ciò lo ha addirittura reso il secondo albo con il maggior guadagno di agosto, venendo surclassato in classifica solamente dal primo capitolo della saga Absolute Carnage. Insomma, se siete emotivamente legati all'editore guidato dell'Editor-in-Chief C.B. Cebulski, o semplicemente volete avere uno sguardo in anteprima di quel che ci aspetta all'orizzonte, di certo non potrete lasciarvi sfuggire questo appuntamento, reso ancor più speciale dai disegnatori che ne hanno firmato le tavole. Dai tratti squisitamente classici di George Pérez, Michael Allred e Ron Frenz, alle sequenze realistiche illustrate da veri maestri del settore come Alex Ross, fino ad arrivare a uno Steve McNiven palesemente orientato verso i canoni stilistici di Jean "Moebius" Giraud, sicuramente troverete quel che fa per voi. Oltretutto, è bene sottolineare come tutti questi festeggiamenti non si soffermino soltanto sul fronte Marvel, ma vadano a toccare tutti quei personaggi i cui diritti di sfruttamento sono stati in precedenza acquisiti dalla casa dell'Uomo Ragno, ossia Conan il Barbaro (scritto da Ralph Macchio per i disegni di un Marco Checchetto in forma smagliante), Darth Vader (testi di Charles Soule e disegni dei coniugi Dodson) e perfino Miracleman, di cui otteniamo un godibile antipasto delle storie future del personaggio scritte da Neil Gaiman e disegnate da Mark Buckingham.

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Un piccolo appunto non molto positivo va tuttavia all'edizione italiana dell'opera, che purtroppo non è esente da alcuni refusi o errori di carattere tipografico che potrebbero dar fastidio agli appassionati più meticolosi e attenti. Per concludere, vi ricordiamo che - dopo questo numero mille - la casa editrice di New York ha proposto negli USA anche un Marvel Comics #1001, che da noi pare possa essere acquistato solamente nella ristampa cartonata del #1000. Il suo esordio ufficiale nelle nostre fumetterie è fissato per il marzo 2020.

K-11. Volume primo, recensione: il "supersoldato" russo di Casali e Gianfelice

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Intenzionata a proporre opere autoriali dai contenuti decisamente più maturi rispetto al resto delle narrazioni Bonelliane dal taglio tradizionalistico, la linea Audace della casa editrice milanese ha cominciato a pubblicare nel nostro Paese differenti storie a fumetti, tra le quali si annovera anche K-11, serie scritta da Matteo Casali per i disegni di Davide Gianfelice che è stata presentata per la prima volta durante il Lucca Comics & Games del 2017. I due talenti nostrani appena citati sono accomunati non solo da una notevole carriera nel fumetto italiano (basti pensare ai loro distinti lavori presentati su serie di particolare risonanza quali Dylan Dog o Orfani) ma anche nell’industria statunitense. Casali, per esempio, ha prestato la sua penna ai grandi colossi Marvel e DC, scrivendo le gesta di Iron Man e degli X-Men per la prima e Batman e Justice League per la seconda; Gianfelice è invece stato visto, tra gli altri, alle prese con titoli quali Wolverine, Conan the Barbarian e Greek Steet, serie lanciata proprio da lui stesso al fianco dell'acclamato sceneggiatore Peter Milligan.

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Questo stellare team creativo ha quindi unito le forze per una produzione fumettistica senz’altro singolare per la Bonelli, specie se consideriamo il contesto narrativo in cui essa è stata ambientata: attraverso alcuni flashback iniziali, ci ritroviamo fin da subito nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e, nello specifico, nel vivo della battaglia a Stalingrado, dove facciamo la conoscenza del nostro protagonista, il volitivo soldato russo Karl Ruslanovic Tikhonov. Quest'ultimo viene ben presto posto al centro di alcune delle tante atrocità vivibili in una guerra di tali proporzioni: con una forte drammaticità, assistiamo all’infortunio che lo ha colpito rendendolo zoppo nel pieno dell'azione bellica e per questo impossibilitato a prestare nuovamente servizio per la sua patria. Proprio le sue condizioni e la sua incrollabile devozione all’Unione Sovietica, unite al fatto di essere un uomo senza ormai più nulla da perdere, fruttano a Tikhonov l'opportunità di prendere parte a un esperimento governativo potenzialmente rischioso denominato “progetto Zaroff” e supervisionato dal capitano Gavril Yegorovic Voidanov in una fittizia città segreta della Russia chiamata Krasnojarsk-11, da cui il fumetto prende il nome. È innegabile come questo incipit porti subito alla mente il più noto Capitan America ideato da Joe Simon e Jack Kirby ma, a differenziare K-11 dalla genesi del supersoldato a stelle e strisce della Casa delle Idee e agli altri comics di questo stampo, vi è un aspetto fondamentale che rende il volume al centro della nostra recensione particolarmente inusuale rispetto agli stilemi a cui di solito siamo abituati.

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K-11 non si concentra sugli Stati Uniti, nazione che in questo media ci è stata abbondantemente proposta in salse sempre più differenti, bensì sull'Unione Sovietica, le cui ambientazioni risalgono agli inizi della seconda metà degli anni Quaranta. In questo periodo il secondo conflitto mondiale è finalmente alle spalle, ma a poco a poco si avverte inesorabile il dilagare di un'altra disputa che ha lasciato un marchio indelebile nel mondo intero. Stiamo parlando della famigerata Guerra Fredda tra USA e URSS che ha portato le due più grandi superpotenze mondiali di allora a vivere una vera e propria competizione su più fronti, soprattutto nell'ambito della ricerca sulle armi nucleari. Il background di questo cartonato è ancorato proprio al contesto dell'era atomica, benché l'intera vicenda venga arricchita e plasmata attraverso l'apporto di una buona dose di fantascienza e tecnologie avveniristiche. La trama orchestrata da Casali vede Karl interagire più volte con tutte le persone che hanno a che fare col progetto a cui si è sottoposto e ciò lo porta a scoprire sempre più dettagli che gli fanno apprendere maggiori informazioni su K-11 in principio celate persino ai suoi stessi occhi. Proprio questa componente enigmatica del fumetto va a fortificare costantemente il coinvolgimento di chi legge e, nel mentre, lo storytelling di Casali e Gianfelice si impone con grande impatto grazie a una narrazione cinematica, diretta e - cosa non da poco - intelligibile. I dialoghi sono ben ponderati e quindi fondamentali per la comprensione di questo primo capitolo giacché servono a introdurci al meglio alle personalità di tutti i personaggi coinvolti e al loro ambiente preciso, senza che però rendano la storia verbosa o petulante. Per di più, ogni scena è sublimata dall'evidente nonché piacevole affinità creativa che lega i due autori di questa opera. Meritevole di nota è anche l'efficace ultima parte, la quale conduce a un cliffhanger finale che interrompe la lettura esattamente sul più bello, instillando in chi legge una generosa dose di curiosità nei confronti di ciò che accadrà nel prossimo, atteso capitolo.

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Da un lato si ha quindi una sceneggiatura veramente solida e costellata da spunti narrativi intriganti, invece dall'altro spicca l'impegno al tavolo da disegno da parte di Davide Gianfelice, che gioca molto spesso con le inquadrature concedendosi la libertà di cambiare con frequenza le prospettive (spesso elaborate e ricercate) e le disposizioni delle vignette. Mentre in certi casi l'artista milanese predilige delle impaginazioni dal taglio smaccatamente classico, in altri ancora sceglie di sovrapporre alcune vignette fra loro, sperimentando con delle soluzioni artistiche che riescono a colpire nel segno.
A impreziosire maggiormente l'arte del volume vi sono i colori saturi e luminosi di Stefania Acquaro, la cui palette ha il pregio di sapersi adeguare alle differenti ambientazioni conferendo al contempo un tocco leggermente realistico e ben sfumato. A supervisionare il lavoro della talentuosa Acquaro vi è peraltro l'artista Emiliano Mammuccari, che ha firmato la strepitosa copertina del volume.

Degna di risalto è anche la postfazione scritta proprio da Casali che non solo va a chiudere questo primo libro ma ci racconta anche retroscena inediti circa la gestazione di questo ambizioso progetto, che certamente saprà appagare i palati di ogni tipo di lettore, incluso quello di chi ricerca quotidianamente prodotti che strizzino l'occhio al mercato statunitense. Non possiamo dunque non sollecitarvi all'acquisto del primo tomo da settantadue pagine di K-11.

Fantastic Four: un fumetto noir interamente dedicato a Ben Grimm

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Uscirà a febbraio per Marvel Comics Fantastic Four: Grimm Noir, albo oversized che esattamente come i precedenti "4 Yancy Street" e "Negative Zone" farà da spin-off per l'attuale testata dei Fantastici Quattro.

La storia sarà un racconto solista che si soffermerà sulla figura di Ben Grimm, alias la Cosa, le cui avventure ci saranno offerte dallo scrittore Gerry Duggan (Fantastic Four: 4 Yancy Street) per l'arte di Ron Garney (Daredevil). Intervistato riguardo al suo collega disegnatore, Duggan ha spiegato che "Ron Garney è uno storyteller da tour de force per quest'uscita oversized con protagonista la sempre amabile Cosa. Si tratta di una di quelle collaborazioni di cui sarò sempre orgoglioso, e so che resisterà nel tempo come un classico racconto di Ben Grimm. Preordinatelo, o attendete le ristampe."

Quanto segue è la sinossi ufficiale dell'albo: "Ben Grimm si mette il cappello e il soprabito per risolvere un mistero che prende vita direttamente dai suoi incubi. Che cosa sta facendo la nemesi di Dr. Strange, D'Spayre, a Yancy Street?"

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Marvel lancia una mini su Nebula e il fumetto del podcast Marvel's Voices

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Fra le novità che i fan della Casa delle Idee troveranno in vendita nel mese di febbraio troviamo Nebula, miniserie in cinque uscite incentrata sulla nipote di Thanos e Marvel's Voices, una versione a fumetti del podcast omonimo. A seguire vi forniamo tutti i dettagli in merito e le copertine ufficiali delle nuove uscite.

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Scritta da Vita Ayala (Morbius the Living Vampire), disegnata da Claire Roe (Fearless) e con Jen Bartel nel ruolo di copertinista, Nebula vedrà la celebre cacciatrice di taglie interpretata da Karen Gillan posare gli occhi su un misterioso dispositivo segreto che dovrà recuperare a tutti i costi prima degli altri interessati. Parlando del personaggio, la Ayala ha spiegato: "Penso a lei come a una persona che fondamentalmente è stata traumatizzata e danneggiata, sia a livello fisico che psicologico. Una delle cose che ho trovato davvero interessanti riguardo al personaggio è stato il modo in cui lei è diventata una specie di cyborg; le hanno inserito parti robotiche ovunque, anche nel cervello. Mi sono chiesta, 'Che cosa fa tutto ciò a una persona? Questo spiega alcune delle cose davvero assurde che le vengono in mente?' Quindi questa serie ha esplosioni, scazzottate e sparatorie -- è sostanzialmente un western spaziale -- ma attraverso tutti quegli elementi, voglio proprio mostrarvi cosa può traumatizzarvi come persona."

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Marvel's Voices #1, invece, sarà un albo speciale di formula antologica che raccoglierà al suo interno alcune storie con protagonisti personaggi come Hulk e Wolverine, Pantera Nera e Killmonger, She-Hulk, Vedova Nera, Ant-Man e tanti altri. Sempre su queste pagine ci verrà fornito un nuovo sguardo agli X-Men dopo gli accadimenti di House of X e Powers of X, così come verranno riportati sotto i riflettori Moon Girl e Devil Dinosaur. A scrivere questo fumetto, dotato peraltro di una copertina firmata da Ryan Benjamin, troveremo impegnata una schiera di autori piuttosto noti ai grandi appassionati, ovvero Vita Ayala, Roxane Gay, Brian Stelfreeze, Geoff Thorne, Anthony Piper, Kyle Baker, Evan Narcisse, Method Man, Rob Markman, Chuck Brown e David F. Walker, i quali saranno accompagnati dai disegni dei già citati Stelfreeze e Baker, da Anthony Piper, Sanford Greene, Damion Scott, Ray-Anthony Height, Alitha E. Martinez, Natacha Bustos e Luciano Vecchio.

Ad aver assemblato questa folta congrega di cartoonist è stato l'editor Chris Robinson, che ai microfoni di Marvel.com ha raccontato: "Sono assolutamente eccitato e onorato di supervisionare questo storico numero uno che celebra i personaggi e gli autori che compongono questo grande mosaico che è l'Universo Marvel, riflettendo la vita nello stesso modo in cui noi la viviamo! Non parliamo solo del mondo fuori dalle nostre finestre, ma anche dei fantastici mondi di cuore e cultura all'interno delle altre finestre."

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