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John Constantine, Hellblazer 1 - I segni del dolore, recensione: il ritorno alle atmosfere originali

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Nell’immaginario di molti, gli anni ’80 made in England sono rappresentati da Simon LeBon che canta Save a Prayer  a bordo di un catamarano, mentre insieme agli altri Duran Duran cammina negli scenari esotici tipici dell’omonimo video e degli altri da loro girati in quegli anni. Luoghi da sogno lontani anni luce dal grigiore del cielo d’Albione, simbolo di un escapismo che durava lo spazio di una canzone. La situazione sociale del Regno Unito, infatti, non era esattamente quella messa in scena dalle fughe spensierate dei Duran o dei loro rivali, gli Spandau Ballet. Sono gli anni dei governi conservatori guidati da Margareth Thatcher, fautori di politiche controverse tanto sul piano estero (guerra delle Falklands in cui determinante è il supporto logistico del Cile del dittatore Pinochet) tanto su quello interno, dove privatizzazioni e una visione spiccatamente liberista dell’economia producono un forte malcontento che si manifesta con violenti scontri tra polizia e manifestanti, basti pensare al famoso sciopero dei minatori del 1984.

Il pesante clima sociale dell’epoca si riflette anche nel mondo della cultura, declinato secondo le diverse sensibilità di artisti diversi tra loro. La critica alla situazione politica ed economica è presente tanto nel rock – punk iconoclasta dei Clash quanto nel pop malinconico degli Smiths di Morrissey. I film di Ken Loach mostrano senza filtri la difficile situazione dei lavoratori inglesi, inaugurando una lunga stagione di pellicole attente ad uno stato sociale sempre più precario. Il mondo del fumetto targato Union Jack non assiste affatto in disparte, e, per bocca dei suoi maggiori esponenti, non la manda di certo a dire. Il caso più celebre è certamente quello di Alan Moore, che con V For Vendetta racconta le vicende di un terrorista anarchico che si oppone con ogni mezzo ad un governo tirannico e oppressivo. Anche nella saga distopica Jaspers’ Warp, scritta per il suo ciclo di Captain Britain, è difficile non leggere una critica di Moore alla soffocante stagione politica thatcheriana.

John Constantine Hellblazer 1

Ma un’insofferenza forse ancora maggiore per la realtà sociale dell’epoca è quella che traspare dalle pagine di Hellblazer, serie dedicata ad una creazione dello scrittore di Northampton, John Costantine, ma scritta da Jamie Delano. Delano è un conterraneo di Moore, e riesce a descrivere meglio di lui l’atmosfera grigia e plumbea che permea la società britannica di quel decennio. Il mago inglese, cinico e anticonformista, diventa il mezzo attraverso il quale lo scrittore denuncia gli aspetti più spregevoli del mondo conservatore rappresentato dalla Thatcher. Memorabile il numero tre della serie, in cui Costantine affronta la divinità pagana Mammona, personificazione del profitto, rinvigorito dalla concomitante ed ennesima vittoria della Lady di Ferro alle urne e servito da demoni travestiti da yuppies. Uno bello schiaffo all’edonismo e all’avidità di denaro tipici degli anni ’80. Il mago col trench affronterà orrori di ogni sorta in ben 300 uscite che renderanno Hellblazer la serie più longeva dell’etichetta Vertigo, sotto la quale la DC riunisce tutte le collane dedicate ad un pubblico adulto scritte da alcuni tra gli autori più prestigiosi della storia del fumetto.

Nel 2011, nell’ambito del rilancio denominato The New52, John Costantine lascia le atmosfere adulte della sua collana per fare il suo ingresso nell’universo DC principale, incrociando i passi con le principali icone dell’editore, tanto da diventare membro della Justice League Dark. Il tentativo di far convivere stabilmente John con i supereroi DC si rivela però un esperimento non riuscito, che svuota oltretutto il personaggio dell’alone di mistero e di ambiguità morale che lo avevano sempre contraddistinto. Così, alla fine del 2019, Costantine ritorna alle atmosfere che più gli competono con l’uscita di una nuova Hellblazer targata Black Label, erede spirituale della ormai defunta Vertigo. Al timone della collana viene chiamato Simon “Si” Spurrier, erede della tradizione britannica a fumetti, che dopo il consueto apprendistato sulla mitica rivista 2000 A.D., era sbarcato in USA scrivendo collane molto apprezzate dalla critica come Legion.

John Constantine Hellblazer 2

Spurrier fa piazza pulita della poco riuscita parentesi supereroistica targata New 52, restituendo Costantine alle brumose atmosfere londinesi che più gli competono. Una Londra grigia e piovosa in cui John ritorna dopo una lunga e non meglio specificata assenza, scoprendo che le cose tutto sommato non sono poi cambiate di molto. Lo stregone col trench si troverà subito coinvolto, tra una sigaretta e una pinta di birra, in un guaio dopo l’altro. Prima accetterà, o sarebbe meglio dire sarà costretto ad accettare, di aiutare una gang a scoprire chi o cosa sta uccidendo i propri affiliati nel parco di Peckam Rye, teatro delle visioni misticheggianti di William Blake che, secoli dopo, sembrano ripetersi.
Nelle storie successive, contenute nel primo tomo con cui Panini Comics presenta la collana in Italia, John dovrà fare i conti con l’esuberanza di un indesiderato apprendista. Chiude il sommario Silenzio, la gemma del volume, che vede il mago inglese alle prese con una misteriosa catena di delitti avvenuti in un ospedale.

Spurrier recupera tutti gli ingredienti che avevano reso un cult l’Hellblazer originale: Costantine è di nuovo il cinico baro e manipolatore che rischia sempre di fare qualcosa di sbagliato anche quando cerca di combinare qualcosa di buono, mettendo a rischio chi gli sta intorno. Il cast di supporto della vecchia serie viene sostituito da una serie di personaggi azzeccati, più in linea con i tempi, come l’ispettore di origine indiana Davinder Dole e il nuovo “autista” Noah, ragazzo sottratto all’influenza di una gang che, come lo scomparso Chas prima di lui, supplisce all’idiosincrasia di John per la guida. Tutto cambia però, per rimanere esattamente come prima. Spurrier si inserisce nel solco di Delano, usando le vicende soprannaturali di John per denunciare le aberrazioni dei nostri tempi: l’atmosfera sociale claustrofobica dell’era Thatcher lascia il posto allo squallore del razzismo, piaga della nostra società, e alle miserie della nostra epoca, figlie di una società incattivita.  I demoni che abitano le pagine di Hellblazer, ieri come oggi, sono orrori ancestrali che trovano nuovo vigore nel trionfo dell’odio e dell’egoismo che va in scena continuamente nelle nostre comunità. A questo proposito Spurrier riserva non poche stilettate alla politica inglese recente, come la controversa Brexit, e a nazionalismi e sovranismi vari. Il monologo che chiude la bellissima Silenzio è un manifesto politico, in cui John afferma che il vero orgoglio nazionale nasce dai risultati raggiunti da una comunità nel suo insieme, come il conseguimento di un sistema sanitario, mentre un nazionalismo fine a se stesso è privo di senso come lo è sentirsi fieri “del colorito delle palle di Gollum”. John Costantine è tornato, senza dubbio.

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Le atmosfere plumbee descritte dai testi di Spurrier trovano una realizzazione ideale nel tratto sporco ed evocativo di Aaron Campbell, talento già visto all’opera anni fa su The Shadow per Dynamite che qui trova la definitiva consacrazione. Tavole in cui l’artista, aiutato dai colori lividi di Jordie Bellaire, si pone sullo stesso solco artistico di mostri sacri come John Paul Leon (copertinista attuale della serie), Tim Bradstreet e Dave McKean, bandiere del passato glorioso della collana. Una piacevole variazione sul tema è invece lo stile cartoony di Matias Bergara, al lavoro sul dittico dedicato all’apprendista stregone che tormenta John, storia dai toni comici che testimonia la capacità di Spurrier di saper cambiare con facilità il registro del suo lavoro.

Interessante la formula scelta da Panini Comics, un brossurato di grande foliazione a prezzo contenuto che include anche lo speciale introduttivo The Sandman Universe Presents: The Hellblazer, che fa da prologo alle vicende raccontate nella collana principale, e un crossover con Books of Magic, in cui Costantine incrocia nuovamente la strada del maghetto Tim Hunter. Una delle migliori proposte editoriali dell’anno appena trascorso, che ci sentiamo di raccomandare vivamente.

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