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Arriva Cyclops: parla Greg Rucka

Attenzione: La seguente news contiene degli spoiler!

CYCLOPS2014001Esordirà il prossimo maggio una serie interamente dedicata a Scott Summers, Ciclope, intitolata Cyclops e realizzata da Greg Rucka (testi) e Russell Dauterman.
 
Non è un bel periodo per Scott Summers, ma sulle pagine di All-New X-Men #23  il duo composto da Brian Michael Bendis e Stuart Immonem regaleranno al leader degli X-Men una sconvolgente rivelazione. Chris Summers, meglio conosciuto come Corsaro, padre di Scott, è ancora vivo, dopo essere scomparso e ritenuto morto nella storyline The Rise and Fall of the Shi’ar Empire.
 
In un'intervista rilasciata a CBR, l’autore della serie, Greg Rucka, ci presenta il lavoro svolto per questa nuova avventura.

Partiamo col conoscere in che maniera è stato scelto per affrontare quest’avventura: “Mi è stata offerta la possibilità di realizzare questa serie da Nick Lowe, il quale essenzialmente mi ha detto di averne discusso prima con Brian Bendis, il quale ha suggerito il mio nome. Ci ho pensato e mi sono detto ‘sembra che ci sarà tanto da divertirsi. Proviamoci’. C’è un sacco di carne sul fuoco in questo momento e il tempo per un freelancer è tutto. Cyclops ha rappresentato l’offerta giusta al momento giusto. Il più delle volte è un privilegio poter lavorare a personaggi così simbolici. Stiamo parlando di Scott Summers. Andiamo!”.

Rucka passa a parlarci di come è stato nel tempo il suo rapporto con gli X-Men e con Ciclope in particolare. “Quando ho iniziato a leggere Uncanny X-Men c’erano personaggi che amavo e altri che non mi hanno colpito. All’inizio era così per Scott. Dopo un anno e mezzo che seguivo la serie mi sono chiesto ‘Perché mi sento come se non avessi legato con questo ragazzo?’. Beh, mi sono risposto ‘perché io e lui siamo molto simili’. Siamo persone molto pesanti, prendiamo seriamente le nostre responsabilità, ci aspettiamo che gli altri facciano lo stesso, e spesso restiamo delusi dalle loro mancanze. Se fossi stato un X-Man, probabilmente sarei stato come Scott”.
 
Continua Rucka, parlandoci del personaggio “Ha qualcosa di Gary Cooper che mi piace. È un ragazzo di sedici anni che sta cercando di diventare un uomo. Da adesso ha un esempio di cui non è innamorato”.

Il fatto dell’essere uno “sfigato” ha da sempre rappresentato l’aspetto caratterizzante di Scott. “Non è figo come potrebbe esserlo Wolverine. Gli X-Men, in fondo, rappresentano la metafora degli esclusi, sono un gruppo di esclusi. Una delle cose che la Marvel ha sempre fatto bene è proprio parlare dei traumi adolescenziali e delle loro difficoltà. In molti modi, Scott è perfettamente questo. È un giovane uomo che prova a diventare un uomo buono, e ci sta provando restando fedele a ciò in cui crede, cercando di farsi amare e come fare in modo che le cose nuove funzionino. Scott è sempre stato più maturo per il suo bene. Credo che questo abbia un suo fascino”.

Cyclops prova ad approfondire la dinamica padre/figlio. “C’è una scena nel primo numero in cui si vede Cris parlare con Hepzibah, e Hepzibah in pratica gli dice ‘guardalo, tutto ciò che vuole è passare del tempo con suo padre’, e Chris risponde ‘non sono certo di come fare per essere suo padre’. Sul finire dell’albo, in un altro momento invece, Scott e Chris sono vicini, e Chris gli dice ‘Sono sicuro che faccio schifo come padre’. Risponde Scott ‘È tutto ok, io faccio schifo come sedicenne’. E il padre risponde ‘Ti svelo un segreto. Facciamo tutti schifo come sedicenni’. Questa è una storia di loro due, tutto ciò che facciamo è per loro due” continua Rucka parlandoci dei due punti di vista della storia. “Pensa ai ragionamenti di un adolescente come Scott. ‘Ho passato otto anni della mia vita come un orfano, mi sono spostato di casa in casa. Ho trovato un posto giusto, insieme ad una figura paterna come Xavier, ho uno scopo e dopo tutto questo è arrivato mio padre, Han Solo!’. Per Chris, che si è riconciliato con Scott e Alex, l’opportunità è completamente differente. Questa è una possibilità di stare lì dove ce n’è più bisogno”.

Nonostante questi personaggi abbiano una storia editoriale molto lunga, questo tipo di dinamica non è mai stata esplorata. Una grossa responsabilità oltre che una grande opportunità per ogni autore. “È molto eccitante. Se tuo padre venisse e ti dicesse ‘Ho una nave spaziale e c’è tutta un’enorme galassia fuori da qui. Che ne dici se ci prendiamo un paio di mesi e solo io e te ci andiamo a fare un giro?’. Come potresti mai dirgli di no? Soprattutto se ti stai lasciando alle spalle situazioni con le quali non saresti mai voluto entrare in contatto. È interessante immaginare come queste cose possano cambiare Scott. A cosa lo condurranno? Se tu cancelli alcuni dei tuoi traumi, e lo può fare spostandosi lungo la linea temporale, diventa una persona differente. E può essere molto sottile. Ma quanto può essere cool?”.

Passiamo a conoscere, senza svelare troppi particolari, la trama delle prime tre uscite. “La prima è basata sulla decisione di Scott e Chris di partire, ‘Ok, andiamo e facciamolo’. La seconda avrà come luogo di svolgimento una Manhattan galattica, in mancanza di una parola che possa raccontarlo meglio, e li vedrà interagire con un ambiente cittadino migliore in cui potranno conoscersi meglio. Qualcosa succederà, invece, nel terzo episodio che cambierà la loro relazione, e non voglio parlare di questo nello specifico. Non è uno di quei cambiamenti in peggio né qualcosa in meglio, semplicemente qualcosa cambierà e li metterà in una situazione in cui non potranno nascondersi dietro le cose che stanno succedendo. Ma non voglio svelare oltre. Le prime tre uscite sono tutte state realizzate per rappresentare il punto di avvio dove grandi avventure possono iniziare”.

Alle matite troviamo Russell Dauterman. “Il suo nome mi è stato suggerito da Nick Lowe. Una delle cose che più mi piace è la sua capacità di rappresentare i teenager come dei veri teenager. Non voglio che sembrino piccoli adulti. Devono essere un po’ imbarazzati, un po’ goffi, perché alcune delle cose che stanno per succedere prevedono una dinamica padre-figlio, e il figlio è in un’età difficile. Bene, Russell è in grado di fare ciò”.

La chiusura dell’intervista è dedicata alle aspettative che ognuno di noi ripone in questa serie. “Tutti conosciamo Ciclope e le sue origini. Queste non cambieranno. Questo è lo Scott che conosciamo sin dai suoi primi giorni. Come cambia, cosa impara e da dove prende queste cose credo, invece, sia una storia interessante. Qualcuno potrà pensare ‘Scott non avrebbe mai abbandonato i suoi amici’. È importante tenere a mente che lui non vede questo come un abbandono. Ha un grande senso di responsabilità. Lui, invece, sta pensando ‘Questa è un’opportunità per me di mettere la testa a posto. Una volta sistemata posso tornare indietro e fare le cose che devo fare e potrò essere la persona che ho bisogno di essere”.

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