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X-Men: No More Humans: parla Mike Carey

x-men-no-more-humans-coverÈ prevista per maggio l’uscita del nuovo graphic novel dedicato agli Uomini X, X-Men: No More Humans, di cui vi avevamo già parlato, opera di 128 pagine scritta da Mike Carrey e disegnata da Salvador Larroca, ambientata in un futuro immaginario in cui i mutanti, da specie perseguitata, diventano quella dominante. L’occasione è propizia un’intervista pubblicata da Newsarama con l’autore Mike Carrey.

Leggendo il titolo dell’opera soggiunge spontaneo l’accostamento alla frase pronunciata da Scarlet, "No More Mutants", durante l’evento Marvel House of M, “ed è esattamente ciò che volevamo, cioè che i lettori abbiamo quella circostanza come sfondo nella loro testa mentre leggono questa storia, anche se non è una situazione similare. Come in House of M, il grande quesito è quanto la volontà di sopravvivere possa giustificare le cose che facciamo, le decisioni che prendiamo”.

Assisteremo alla trasformazione della specie umana fino a diventare una minoranza. “In realtà, la storia inizia con l’intera popolazione già scomparsa. Non c’è nessuno sulla terra che non abbia il gene X. C’è un solo ragazzo sopravvissuto, e la sua sopravvivenza è un indizio di ciò che è successo a tutti gli altri. Non si analizza la questione degli umani divenuti minoranza, non c’è più nessuno. L’attenzione, invece, è posta su cosa significhi questo per i mutanti rimasti. È un disastro o la più grande opportunità che abbiano mai avuto? Rovineranno ciò che gli è successo o lo prenderanno come un dono? Queste sono le domande a cui ogni mutante deve rispondere per sé stesso e che li porterà a prendere una posizione, in un modo o in un altro, in base a ciò che loro definiranno per sé stesso e il loro ruolo nel mondo”.

Si passa poi a parlare di quali siano le cause di questa eliminazione e chi ne è la causa. “Facciamo molto affidamento su questo mistero, ma il vero problema non è chi, ma come e perché, specialmente come. E quando finalmente avrai capito cosa è stato fatto, ti si parerà innanzi un’altra domanda, un altro puzzle da completare”.

La curiosità preme per avere qualche anticipazioni su chi sia stato a determinare questa catastrofe, ma l’autore non si sbilancia “Credo che Raze (figlio di Wolverine e Mystica) è stato già citato in alcune presentazioni quindi non è uno spoiler se affermo che c’entra anche lui. È il catalizzatore di ciò che succede, e rappresenta il principale antagonista nella prima parte della storia. In X-Men: Battle of the Atom, Raze ha fallito il suo scopo primario, ma quello a lungo termine, invece, non è cambiato. La coabitazione tra uomini e mutanti viene sempre vista come una guerra da Raze, una guerra che deve avere un solo vincitore”.

Per la prima volta Carrey si ritroverà a lavorare con tutto il cast al completo dell’Universo X, scopriamo quale sia il suo preferito, o quello che è stato più stimolante per lui da caratterizzare. “È difficile rispondere, perché ne ho tanti di preferiti. Magneto è quello davanti, mi sono divertito a scrivere di lui, specialmente della sua interazione con Ciclope e Tempesta. Lo stesso per Jean Grey e Emma Frost, ed è stato veramente bello tornare a scrivere ancora Nightcrawler. Anche se” ci tiene a precisare Carrey “il mio modus operandi non è cambiato nella scrittura, quindi chi leggerà quest’albo non resterà sorpreso rispetto a ciò che ho già fatto. Ho un A-Team di X-Men che compaiono sulla copertina, le grandi personalità con grandi poteri che sono pronte a ricoprire un ruolo importante in crisi di questo tipo”.

Come vede lo status delle serie dedicate agli X-Men e in che modo possono aver influenzato la sua opera. “Il lavoro svolto da Bendis su All-New X-Men è eccezionale” dichiara Carrey “sebbene all’inizio non mi convincessero le premesse della serie. Ma dopo aver letto le prime uscite ne ero entusiasta. Principalmente perché l’attenzione viene posta sulle relazioni tra i personaggi, dando peso agli aspetti più umani. I cinque personaggi sono sullo stesso piano della storia, anche se gran parte dell’attenzione è rivolta verso la Bestia e Jean Grey, il primo ritornato alla sua vecchia versione, la seconda che si confronta con la sua stessa moralità. Ci sono i colpi per un classico arco narrativo degli X-Men, un incrocio strano che è allo stesso tempo difficile ma emozionante da realizzare”.

Le differenze e le opportunità che ha offerto la forma graphic novel rispetto alla miniserie: “Innanzitutto, hai a disposizione tutto il palcoscenico per te, a differenza di lavorare su una storia mensile. È qualcosa che coinvolge tutti gli X-Men, che ha implicazioni per tutti, avrò qualcosa da dire su tutti i personaggi e i temi che sono il nucleo degli altri albi. Secondo, c’è più libertà quando scrivi. Puoi scrivere la storia in maniera più originale, non c’è la necessità di dividerla in episodi, agganci, riepiloghi. È tutto pensato come un unico pezzo”.

Nella gallery a fondo pagina sono disponibile in anteprima alcune tavole non letterate e senza colorazione.

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