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Conan il Barbaro 1-6

Conan il Barbaro, nato dalla penna di Robert Ervin Howard, fece la sua prima apparizione nel lontano 1932. Le sue gesta vennero narrate nel racconto La fenice sulla lama, apparso sulla rivista Weird Tales, al quale seguirono molti altri racconti fino a quando le avventure del Cimmero si spostarono sia sul grande schermo che nei fumetti. Ma è proprio con un racconto scritto dall'ideatore di Conan, La regina della costa nera, che la casa editrice Dark Horse ha ripreso in mano il personaggio affidandolo all'autore Brian Wood (avvezzo al genere storico grazie a Northlanders).

Questo nuovo ciclo di Conan parte quindi prendendo spunto dalle origini, ma se pensiamo di vedere la classica rivisitazione le nostre aspettative saranno disattese. Le intenzioni dell'autore sono quelle di rappresentare un guerriero giovane e quindi non molto imponente fisicamente e nemmeno troppo esperto. Attanagliato da dubbi ed incertezze tipici dell'età. Caratteristiche con le quali l'autore ha detto di trovarsi a proprio agio e che sono contemplate nelle istruzioni ricevute da Dark Horse per realizzare il lavoro.

In Italia queste storie sono pubblicate da Panini Comics grazie ad un bimestrale brossurato contenente ognuno due episodi della serie originale.

La Regina della Costa Nera, storia d'esordio composta da tre episodi, risalta all'occhio per i disegni di Becky Cloonan e per la rivisitazione di Conan realizzata da Wood. La caratteristica del tratto è che si discosta dal classico disegno realistico con il quale in passato veniva rappresentato il Cimmero. Non troviamo un Conan statuario ed ipermuscoloso, bensì un giovane barbaro rappresentato con un tratto semplice e moderno che strizza l'occhio ad un pubblico giovane.
Con il voltare delle pagine poco alla volta ci si abitua e il lavoro risulta apprezzabile, anche se in alcuni momenti si sente la mancanza di raffigurazioni epiche alle quali siamo stati abituati. A volte i tratti troppo dolci e le espressioni del protagonista fanno storcere un po' il naso, scostando il nostro immaginario dalla conosciuta e consolidata rappresentazione dell'eroe. Si potrebbe quasi affermare che il risultato sia altalenante, ottenendo il meglio nelle scene d'azione in cui la spada del barbaro si tinge di rosso, sporcata dal sangue del nemico, mentre la resa è minore nei momenti di riflessione e nei dialoghi facendo risaltare Conan in modo un po' troppo bonario e semplice.

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Wood mette in scena l'inizio del racconto originale, tanto che si nota in più di qualche dialogo e descrizione l'impronta di Howard. La storia si apre con il Cimmero in groppa ad uno stallone nero che fugge al galoppo attraverso le strade di Argos. Imbarcatosi su di una nave, assistiamo alle avventure per mare del Cimmero, con Belit la bella e sensuale Regina della Costa Nera. Con il proseguire della narrazione Wood si discosta dall'incipit originario e continua a raccontare le vicende interpretandole liberamente.

La storia prosegue con Il sotterfugio di Argos, composto da tre episodi, dove vediamo Conan affiancare Belit a bordo della Tigre, organizzando la razzia di Messantia, la capitale di Argos, e compiendo al tempo stesso vendetta per il trattamento subito in precedenza.
La parte grafica dei tre episodi è curata da James Harren, abile nel far risaltare la fisicità di Conan e le caratteristiche che lo hanno reso famoso nel tempo: la matita tratteggia una postura fiera, anatomie che seppur a volte imprecise esaltano l'imponenza muscolare, ed espressioni che mettono a nudo i sentimenti spesso burrascosi del Cimmero. Il tratto rende bene anche nelle scene d'azione, tavole dalle quali sprizza la dinamicità ed il furore del barbaro, dove si possono notare i muscoli tesi nel brandire la spada e il sangue spargersi ovunque. Disegni che trasmettono il furore di Conan, la sua rabbia e determinazione; nel suo viso si scorge l'ira nell'uccidere un nemico e  la tranquillità dopo aver salvato una persona cara.

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Il terzo arco narrativa è intitolato La furia del confine. Anch'esso composto da tre episodi, vede alle matite il ritorno di Cloonan e l'esordio nella serie di Vasilis Lolos, disegnatore di nazionalità greca che ha già collaborato in passato con Wood su Northlanders.
Questa storia è la più debole realizzata al momento sia dal punto di vista grafico che della narrazione. Se il tratto di Cloonan, innovativo nella rappresentazione di Conan, lo abbiamo già visto in precedenza e metabolizzato, il lavoro di Lolos non risulta significativo. Partendo dagli aspetti positivi possiamo affermare che la rappresentazione dei paesaggi della Cimmeria è la parte migliore. Questo non vuol dire che sia eccelsa, anzi, ma riesce a trasmettere bene il clima di quella terra: le vallate innevate circondate da picchi montuosi, i boschi tetri popolati dai lupi, il cielo grigio che sovrasta ogni cosa. Il problema sono le rappresentazioni dei personaggi e in particolar modo dei protagonisti, dal punto di vista qualitativo il risultato è incostante: si passa da tavole discretamente realizzate ad altre in cui Conan, ma anche Belit, sembrano quasi irriconoscibili. I visi risultano più di qualche volta grotteschi, con particolari poco curati, e nell'insieme sono poco proporzionati. Lo stesso vale per altri dettagli come mani o arti in generale. Le scene di battaglia non saranno ricordate come le migliori mai viste, ma appaiono dinamiche e chiare, pur essendo semplici e per nulla epiche.

Questo ciclo aveva buone potenzialità. Il ritorno a casa di Conan in Cimmeria, la sua terra natia, poteva essere sfruttato in modo migliore. Wood allestisce una storia che si concentra molto sulla caratterizzazione dei protagonisti. Viene descritto, quasi sviscerato, il rapporto tra Conan e Belit e attraverso i pensieri di entrambi impariamo a conoscerli meglio. Soprattutto la Regina della Costa Nera viene messa alla prova: al nord è solo una donna straniera, non abituata agli usi e costumi di quelle terre, incapace di adattarsi.
A farla da padrone sono le riflessioni e i dubbi dei protagonisti, svelati attraverso la tecnica del narratore onnisciente, analizzati così a fondo da risultare a volte ridondanti. Nel frattempo il Cimmero è alle prese con Belit, la sua donna, e lo vediamo mentre litiga per questioni futili e subisce quasi abbassando lo sguardo. Assistiamo ad una discussione tra sua madre e la sua donna, ed egli si trova in mezzo per poi subirne le conseguenze. Pare che in Cimmeria siano tutti forti, dal carattere deciso, senza dubbi. Tutti tranne Conan. Le sue incertezze vengono in continuazione descritte da Wood, ma ci sono anche i momenti in cui egli è deciso, e quasi sempre corrispondono al momento in cui c'è da brandire una spada. Oppure quando in risposta agli anziani del villaggio che gli offrono assistenza per una missione afferma: "Necessito di molto poco. La mia spada, un po' di cibo, un cavallo veloce, la vostra fede". Con queste parole è impossibile non ricordare il Conan cinematografico di Arnold Schwarzenegger che, alla domanda di un saggio anziano su cos'è il meglio della vita risponde così: "Schiacciare i nemici. Inseguirli mentre fuggono e ascoltare i lamenti delle femmine". Certo, le due risposte sono differenti sia nei contenuti che nel tono, ma fanno capire come lo stesso personaggio può venire interpretato in vari modi nel corso della storia.

Queste sono dunque alcune caratteristiche del Conan di Wood. Niente stregoni da sconfiggere, nessuna divinità da combattere, nessun regno da conquistare. Nulla di negativo in tutto ciò, che piaccia o non piaccia ai fan è un altro discorso, il fatto è che questo ciclo si dilunga con i problemi emotivi dei protagonisti per due episodi e poi si risolve con troppa velocità nel finale. Anche il motivo per il quale il Cimmero torna in patria risulta essere banale, un cliché: un bandito che usa il suo nome imperversa per la Cimmeria e lui fa ritorno per salvare il suo onore. Ci si aspetterebbe un combattimento finale degno di uno scontro di tale portata, tra Conan e colui che ha messo a ferro e fuoco una regione,  ma è meglio non sperare troppo per non rimanere delusi.

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Wood continua a narrare le avventure di Conan e di Belit in La morte. Questa volta, ad affiancare l'artista americano, per tutti e tre gli episodi che compongono questo ciclo, troviamo il disegnatore irlandese Declan Shalvey. Anch'egli ha collaborato con Wood su Northlanders e da sue dichiarazioni apprendiamo che dice di aver preso ispirazione dall'argentino Jorge Zaffino e dal già citato Harren. Pur dovendo rappresentare un Conan più giovane rispetto a quello di Zaffino, Shalvey pone attenzione al fisico mantenendo una figura slanciata ma pur sempre muscolosa e vigorosa. Ma non sono solo le masse di muscoli a far tornare Conan più simile all'originale rispetto ai disegni di Lolos, bensì i particolari come le linee del viso meno morbide, lo sguardo torvo, la mimica facciale che esprime i sentimenti d'un uomo delle terre del nord.
E se in Cimmeria era Belit a sentirsi inadeguata, ora che la coppia ha solcato di nuovo i mari sulla Tigre, sarà Conan ad avere una sorta di crisi d'identità. Legato alla sua donna, vulnerabile a causa di essa, verrà afflitto da innumerevoli dubbi che lo faranno riflettere sulla sua vita. Come nell'arco narrativo precedente, anche in questi due primi episodi, l'autore si concentra molto sull'aspetto riflessivo e interiore dei personaggi. Le incertezze giocano un ruolo fondamentale. Il Cimmero si ritrova isolato nella sua solitudine, annegando i pensieri nella birra. I tanti momenti riflessivi continuano fino a quando nell'ultimo episodio l'azione, che non poteva mancare, si materializza in uno scontro all'ultimo sangue sul molo della città di Bakal. E un colpo di scena, degno del titolo della saga, colpirà un personaggio davvero inaspettato.
Ma i drammi emotivi e le domande continuano ad affollarsi nella mente di Conan, tanto che nell'ultima vignetta, in piedi sul ponte della nave mentre osserva in cielo, riflette su quello che è il suo presente incerto e ciò che gli riserverà il futuro.

Wood fa un buon uso delle didascalie che spesso conferiscono epicità alla storia e calano senza difficoltà il lettore all'interno della narrazione. I dialoghi a volte, in special modo quelli di Conan, possono lasciare interdetto il lettore di vecchia data. Abituati ad un guerriero concreto, a volte scontroso e a volte amichevole, dal carattere vulcanico e carismatico, di frequente ci si ritrova invece davanti a un Conan pieno di dubbi, insicuro, quasi senza speranza in certe occasioni. L'autore fa molta più attenzione a descrivere l'emotività del Cimmero rispetto al passato, a volte quasi esagerando, ma questa sensazione è dovuta anche al fatto che non sempre ci si aspetta un'interpretazione simile del personaggio. Da questi primi albi si intravede quindi l'intenzione da parte di Wood di puntare sul rinnovamento, infrangendo e giocando con alcuni degli stereotipi che hanno caratterizzato Conan fino ai giorni nostri.

Siamo dunque alle prese con un Conan diverso dal solito? Il personaggio è rinnovato sotto certi aspetti, in special modo nei momenti di riflessione, mentre il cambiamento risulta essere meno marcato quando il Cimmero brandisce la spada facendo tornare a galla la determinazione e la concretezza che da sempre lo caratterizzano. Se si può rimanere spiazzati all'inizio, con il proseguire della storia sembra che Wood prenda dimestichezza con il personaggio.
Le storie fin qui narrate presentano degli alti e bassi, e se si nota un crescendo positivo che sfocia nel finale de Il sotterfugio di Argos o in quello di La morte, troviamo una narrazione fin troppo semplice e lineare e priva di colpi di scena significativi in La furia del confine.
Da segnalare il buon lavoro alle copertine, che potete ammirare nella gallery in basso, dell'artista italiano Massimo Carnevale.

Un Conan in parte da riscoprire per i vecchi fan, nella speranza che il miglioramento qualitativo della saga continui e nell'attesa di vedere se le innovazioni apportate da Wood saranno apprezzate. E un'occasione per i nuovi lettori di avvicinarsi a questo personaggio, che, nonostante gli oltre sessant'anni di vita editoriale, cerca di reinventarsi e di mantenersi fresco per intrattenere pubblici di ogni generazione.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Brian Wood Disegni di Becky Cloonan, James Harren, Vasilis Lolos e Declan Shalvey
  • Formato: brossura, 17x26 cm., 48 pp., a colori
  • Prezzo: 3,30 €
  • Voto della redazione: 5
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